Giorgio Napolitano alla fine non ha concesso la grazia ma, avvalendosi delle sue prerogative previste dalla Costituzione, ha commutato la pena detentiva comminata al direttore del quotidiano Il Giornale, Alessandro Sallusti, in pena pecuniaria, "quantificata, secondo i parametri normativi indicati dall'art. 135 del Codice penale, in 15.532 euro". Come è scritto nel comunicato del Quirinale, "la decisione, nel rispettare le pronunce dell'autorità giudiziaria in applicazione dell'attuale normativa, tiene conto dell'avviso favorevole formulato dal Ministro della Giustizia a conclusione dell'istruttoria compiuta con l'acquisizione delle osservazioni (contrarie) del Procuratore generale di Milano e del parere (favorevole) espresso dal magistrato di sorveglianza. Sono state anche considerate le dichiarazioni già rese pubbliche dalla vittima della diffamazione. Così come si è preso atto che il giornale sul quale era stato pubblicato l'articolo giudicato diffamatorio dopo la condanna del suo ex direttore ha riconosciuto la falsità della notizia formalizzando con la rettifica anche le scuse".
Il comunicato evidenzia che "la decisione di commutare la pena raccoglie altresì gli orientamenti critici avanzati in sede europea, in particolare dal Consiglio d'Europa, rispetto al ricorso a pene detentive nei confronti di giornalisti. Si è anche valutato che la volontà politica bipartisan espressa in disegni di legge e sostenuta dal governo, non si è ancora tradotta in norme legislative per la difficoltà di individuare, fermo restando l'obbligo di rettifica, un punto di equilibrio tra l'attenuazione del rigore sanzionatorio e l'adozione di efficaci misure risarcitorie".
Sallusti al Tgcom24 ha detto: "Accetto la sanzione poiché deve essere un precedente da applicare a tutti i giornalisti. Deve anche essere un monito alla magistratura e alla politica per riflettere su quanto accaduto. Domani spero di poter tornare al Giornale. È la vittoria per far sì che il Paese si possa dotare di una legge più liberare. Mi auguro che ce la possa fare il prossimo Parlamento". In serata è arrivato a Sallusti l'ordine di scarcerazione ed il direttore si è recato alla sede de Il Giornale, per salutare i colleghi.
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