sabato 22 dicembre 2012

Un racconto russo

Così l'agenzia di stampa russa RIA Novosti racconta lo scioglimento delle Camere da parte di Giorgio Napolitano. Scrive l'agenzia in un lancio da Roma: "Il Presidente italiano Giorgio Napolitano sabato ha sciolto il parlamento - l'ultimo sviluppo nella crisi politica in corso del paese. Le elezioni parlamentari sono state fissate per il 24-25 febbraio. Silvio Berlusconi ha già dichiarato la sua intenzione di prendere parte ad esse. Nella mattinata di sabato, Napolitano si è incontrato con le rappresentanze di tutti i partiti e i gruppi politici del paese presenti in parlamento presso la sua residenza del palazzo del Quirinale. Lo scioglimento del parlamento era, ha detto, il solo modo per uscire dalla situazione. L'ex primo ministro italiano, Mario Monti, annunciò la sua intenzione di dimettersi l'8 dicembre, parecchi giorni dopo che il partito Popolo della Libertà di Berlusconi ha reso chiaro che non avrebbe sostenuto più a lungo il governo tecnocratico formatosi a seguito delle dimissioni di Berlusconi nel novembre 2011. Nei giorni successivi, Berlusconi lanciò ripetuti attacchi alla politica di Monti, accusandolo di danneggiare l'economia del paese e anche di attuare politiche a beneficio di paesi terzi come la Germania. Monti si è dimesso il 21 dicembre, rivendicando di aver mantenuto la sua parola - dimettersi una volta che il parlamento avesse approvato il suo controverso bilancio preventivo di austerità".

Se qualcuno fosse rimasto sorpreso dal tono inconsueto, e di certo inatteso, se raffrontato alla stampa estera che i Tg di solito ci mettono sotto il naso, e ha fatto magari spallucce "Ah, Putin grande amico di Berlusconi", oltre al consiglio di ampliare un po' l'orizzonte della propria informazione (o disinformazione, a piacimento), torna utile ripetere a consolazione il vecchio adagio: il mondo è bello perché è vario. E spesso non tutto è come ci vien fatto credere.

Presepe Italia

Marcello Veneziani oggi su Il Giornale pubblica un pezzo molto ben scritto, un elzeviro sulla tradizione del presepe, a difesa del bue e dell'asinello, due silenziosi protagonisti in esubero perché "il Papa ha detto che la loro presenza nella grotta è abusiva, storicamente infondata".
Lo riprendo integralmente nella speranza di dare alla sua accorata perorazione qualche minima visibilità in più, per qualche tempo almeno. In fin dei conti dobbiamo aiutarci così, noi poveracci; contare sulle metafore per richiamare l'attenzione delle menti aperte sulla nostra umile quotidianità di chi dà senza ricevere in cambio null'altro che un po' di fieno per continuare a vivere "con cristiana rassegnazione", in questo presepio che si chiama Italia.

"Con gran dolore dei bambini, dei nonni e della Brambilla, quest'anno sono stati espulsi dal presepe il bue e l'asinello.
Il Papa ha detto che la loro presenza nella grotta è abusiva, storicamente infondata. Resteranno negli spogliatoi, senza permesso di soggiorno, o al più ripescati in platea, mescolati nella folla. Non so come vivranno la grottesca cacciata, se si appelleranno alle organizzazioni animaliste o accetteranno muti, come è loro costume, con cristiana rassegnazione. Però non è giusto. Furono il primo termosifone dell'umanità, i primi radiatori viventi; hanno resistito per secoli nei presepi, da San Francesco animalista a oggi, nel ruolo di attori di spalla e testimoni degli sposi. Anche per Giuseppe e Maria erano un fiato.
Restano gli angeli, appesi a fili precari, che cadono in continuazione facendo strage di pastori e papere. Restano i Re Magi, di grandezza diseguale, uno nano sul cammello, l'altro moro a piedi, il terzo col loden che sembra appena sceso da un taxi. Tre Re su una popolazione di una decina di pastori, la stessa proporzione tra dirigenti e dipendenti alla Regione siciliana. Resta san Giuseppe deformato dall'artrosi e la Madonna di cui una è titolare e due mimetizzate sono di riserva (insieme, le tre marie fanno un panettone). E resta lui, un bambinello gigantesco rispetto al presepe, un pupone nascosto a fatica nella mangiatoia fino al 24. Ma al presepe non vale il rigore né la meritocrazia: non bocciate gli asini e non tagliate i buoi in esubero. Su, Papa Ratzinger, non faccia la Merkel."

L'ultimo atto

Il comunicato del Quirinale: "Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo aver sentito i Presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell'articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati".


Ultimo atto dovuto... ma restano molte domande senza risposta. Da qui alle elezioni sarà il caso che ciascuno di noi, elettori, se le ponga e cerchi di darsi delle risposte per evitare di ripetere l'errore di affidare le proprie speranze a degli incapaci ladri di futuro.

L'esercito siriano è già ben addestrato

L'agenzia di stampa degli studenti iraniani ISNA riferisce che il ministro della Difesa iraniano Ahmad Vahidi ha negato che il suo paese stia addestrando le forze siriane per combattere i ribelli: "La Siria non ha bisogno che le sue truppe siano addestrate dalla Repubblica Islamica dell'Iran, perché la Siria ha un potente esercito che si è preparato a sostenere un conflitto col regime sionista [Israele]".
L'Iran si considera, assieme ai governanti siriani e al gruppo terrorista libanese sciita Hezbollah, parte di un "asse di resistenza" contro gli Stati Uniti e Israele in Medio Oriente, ma ha negato le accuse di aiutare militarmente Assad.
Vahidi ha inoltre detto che l'installazione di batterie anti-missile Patriot, inviate da paesi membri della Nato per sostenere le difese turche contro un possibile attacco missilistico proveniente dalla Siria, faranno soltanto danno alla sicurezza della Turchia: "L'installazione di missili Patriot in Turchia non gioca alcun ruolo nel rinforzare la sicurezza della Turchia e procura danno alla nazione turca. L'Occidente ha sempre perseguito i suoi punti di vista ed interessi e noi non approviamo la presenza dei paesi occidentali nelle interazioni regionali". Ricordo che per Teheran l'interferenza occidentale nella regione con l'installazione dei Patriot in Turchia potrebbe portare a una "guerra mondiale".
Sul fronte interno siriano, oggi i ribelli hanno minacciato di assaltare due città nella Siria centrale abitate in maggioranza da cristiani, giustificando le minacce col fatto che le forze del regime le stanno usando per attaccare aree vicine. Un tale attacco alle città potrebbe forzare migliaia di cristiani a lasciare le loro case.
Riguardo alle armi chimiche, il ministro degli Esteri russo ha affermato che il regime di Damasco ha raggruppato le sue armi chimiche in una o due località per prottegerle da un attacco dei ribelli.

Lo spread di Chef Monti

I media "orchestrati" dai poteri forti, trovando una facile claque nell'acritico antiberlusconismo di molta sinistra, soprattutto quella di maniera, ci hanno "convinto" con le loro ossessive cantilene che il Cavaliere fosse "nero", un "cattivo", un orco che pensava soprattutto a se stesso, pronto a fare un boccone di tutto ciò che interessava il suo business.
Certo, il suo modo di governare non è stato spesso ineccepibile dal punto di vista dell'interesse generale del paese; ma del resto, ormai è evidente anche questo, soprattutto per le nostre tasche, neppure il governo tecnocratico inventato nel novembre d'un anno fa al Quirinale è stato a livello di guinness quanto a interesse collettivo ed equa ripartizione del costo da pagare. Il risultato è che, se di Monti viene comunque propagandata un'immagine positiva, si fa invece di Berlusconi un giullare capace solo di raccontare barzellette. E, dunque, c'è una sorta di credenza diffusa che bisogna sempre e comunque fare la tara su ogni cosa che egli dice.
Oggi, ad esempio, ha detto una verità vera: "Oggi finisce l'esperienza del governo tecnico e speriamo non ci sia più una sospensione della democrazia come quella che abbiamo passato". Perché, checché ci dicano, questa è stata la parentesi del governo tecnico.
Un'altra verità è questa: "Si sono accucciati [i tecnici] di fronte alle richieste della Ue, soprattutto dell'Unione Europea tedesca e del nord Europa, che portano soltanto alla recessione".
Insomma, niente di più vero che il governo Monti non sia stato pro Italia, come ci chiedono di credere, ma pro Europa, un'Europa come Frau Merkel la intende. E non sarà poi proprio un caso che oggi, il day after, attraverso le agenzie di stampa arrivi proprio dall'Europa un monito a non abbandonare l'agenda Monti. Così un'Ansa: "Herman Van Rompuy «non interferisce con la politica interna» e non commenta le dimissioni di Monti, ma fonti vicine al presidente Ue ricordano che «ha già detto che il prossimo governo italiano non ha altra scelta che continuare le stesse politiche del governo Monti»".
E, altra verità, che l'Italia non fosse al primo posto dell'agenda, ce lo confermano queste parole del Cavaliere: "In parte [il presidente Napolitano] ha ragione perché c'era la possibilità con il governo dei tecnici di avere la maggioranza in Parlamento per approvare quelle riforme costituzionali necessarie per rendere l'Italia governabile. Quelle riforme che invece il governo dei tecnici non ha ritenuto riproporre". E di legge costituzionale una è stata fatta, guarda caso proprio quella che interessava l'Europa merkeliana, il pareggio di bilancio obbligatorio.
Berlusconi ha infine aggiunto anche un suo "chi ha orecchie per intendere, intenda": lo spread "è assolutamente indipendente dai governi ma dipende da altri fattori". Un'ovvietà, certo, ma sfruttando quel sentore di misterioso, d'esoterico presente nelle parole di scienze e discipline, estranee per lo più alla quotidianità dell'uomo della strada, dello "spread", che banalmente altro non è in ambito finanziario che un differenziale di prezzo tra due titoli, se ne fatto un babau che ha gravato come una nube tossica sul nostro paese, permettendo che a spese nostre altro "spread" avesse luogo. Già in inglese il termine significa anche "banchetto", "pasto abbondante", quello che banche e potentati finanziari hanno fatto a spese nostre, cucinato da chef Monti.

Di Pietro: Attentato alla Costituzione

L'on. Antonio Di Pietro denuncia un errore grave nell'approvazione della legge di stabilità da parte del parlamento, oltretutto con un voto di fiducia dato al governo tecnocratico di Monti. Di seguito il video distribuito dall'Italia dei Valori e la trascrizione completa della dichiarazione di Di Pietro.


"Denuncio uno dei fatti più gravi avvenuti nella storia parlamentare italiana da quando c’è la Costituzione. Alla Camera dei deputati è tornato indietro il decreto sulla stabilità approvato dal Senato in una versione diversa da quella approvata dal senato.
Manca addirittura un articolo, l’art. 560, che loro chiamano comma ma è la stessa cosa. C’è un articolo in meno. Con un articolo in meno si è discusso in questi giorni ed è stato addirittura messo il voto di fiducia da parte del governo. Abbiamo votato la fiducia su una legge che alla Camera è diversa da quella approvata al Senato. Manca l’art. 560.
Chiunque abbia letto la Costituzione sa che una legge, per essere legge, deve essere approvata in modo identico da camera e Senato. Prima della votazione io ho sollevato l’eccezione, sia col governo che con il presidente della Camera, dicendo che era necessario che questa legge ritornasse in commissione, che la commissione recepisse il testo reale approvato dal senato, che il testo nuovo tornasse in aula e che il governo potesse porre la fiducia sul testo reale e non su quello finto. Ma soprattutto che fosse data la possibilità, a noi o a qualsiasi altro parlamentare, di presentare eventualmente emendamenti sull’art. 560. Invece è stato ignorato, nessuno lo ha letto, nessuno lo ha potuto vedere, nessuno lo ha potuto analizzare.
Di fronte a questo abuso della funzione parlamentare da parte di una maggioranza asservita ai giochi di potere politici, noi denunciamo come attentato alla Costituzione questo modo di comportarsi e oggi stesso depositiamo al capo dello Stato un accorato appello affinché non si faccia anche lui complice della violazione della Costituzione. Altrimenti vorrebbe dire che non siamo più in una democrazia, men che meno in una democrazia parlamentare. Capiamo di essere arrivati oltre le 50 fiducie, una al giorno, per meri opportunismi politici. Ma che venga violata in modo plateale la Costituzione approvando in un ramo del Parlamento una legge e nell’altro ramo un’altra legge, addirittura col voto di fiducia, facendolo poi passare come se fosse stata approvata da tutti e due i rami la stessa legge, si chiama truffa politica aggravata.
Vogliamo sapere se il capo dello Stato ci mette una pezza, o ci mette una coperta sopra.
Per essere chiari, l’art. 560 non stabilisce come si va a prendere un bicchier d’acqua, stabilisce una regola ben precisa su come si devono comportare i commissari delegati per la gestione dei contesti emergenziali e i commissari straordinari regionali, cioè tutti coloro che assumono le funzioni in caso di calamità naturale o quando i presidenti delle regioni vengono esautorati dal loro ruolo perché hanno mandato in fallimento la regione. Quindi coloro che hanno in mano i soldi dello Stato. Questo art. 560 stabilisce che nei siti istituzionali vi deve essere la pubblicazione degli atti dei documenti relativi alle deliberazioni assunte nonché la relazione della situazione aggiornata dei rapporti contrattuali e di tutte le attività svolte nell’esercizio delle loro funzioni di commissari.Per intenderci: in molti casi è stato riscontrato che il commissario pone in essere degli atti che non si capisce a favore di chi siano stati fatti, a danno di chi altro e per quale ragione li abbia fatti. Questo articolo stabilisce le modalità per cui in modo trasparente ognuno può vedere come vengono fatti i contratti, chi sono i contraenti, quanti soldi si sono spesi, come vengono spesi, quando vengono pagati, quanto costa un’opera. Quindi è un documento fondamentale del patto di stabilità.
Ebbene, questo documento così fondamentale è stato approvato da un solo ramo del Parlamento. Nell’altro, con un trucchetto, fanno invece apparire per approvato ciò che non è stato discusso e sul quale non è stato possibile intervenire. Ora la palla è in mano al capo dello Stato, che è il garante della Costituzione. Presidente Napolitano: lo faccia il garante
."

Ieri, 133 anni fa, nasceva Stalin

In tutta la Russia i comunisti hanno celebrato i 133 anni dalla nascita del leader della vecchia Unione Sovietica Joseph Stalin. In parecchie centinaia si sono riuniti a Mosca nella centrale Piazza Rossa per onorare la memoria di Stalin e per deporre fiori sulla sua tomba presso il muro del Cremlino. La manifestazione era guidata dal leader del Partito Comunista Gennady Zyuganov. Partecipanti recavano grandi ritratti del dittatore e mazzi di rose rosse.
In molte altre città è stata commemorata la nascita di Stalin. "La vita di Joseph Stalin è un esempio di dedizione al servizio del popolo, del paese e del partito", ha proclamato Andrey Zhidkov, un membro anziano del KPRF, alla folla che si è riunita al monumento di Stalin nella città di Tambov. "Joseph Stalin ci ha lasciato un grande stato, l'Unione sovietica. Il nostro compito è di far rivivere la nostra patria socialista".

Foto tratta dal sito del Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF).

Insicurezza nucleare

Le autorità svedesi hanno ordinato la chiusura di un reattore nella più grande centrale nucleare del paese, l'impianto di Ringhal, vicino Gothenburg, a seguito di una infiltrazione di acqua di mare. L'infiltrazione è l'ultimo di una serie di incidenti che hanno tormentato l'industria nucleare svedese.
L'ispettore dell'autorità nucleare svedese Jan Gällsjo ha dichiarato all'agenzia di stampa svedese TT che al reattore 4 della centrale, quello incidentato, "non ci sono problemi di sicurezza", ha aggiunto tuttavia che la presenza di acqua salata nel sistema di raffreddamento ad acqua pressurizzata è un'anomalia che va eliminata.
Agli inizi di questo mese le autorità avevano ordinato la chiusura del reattore 2 della centrale di Oskarshamn a causa di problemi di sicurezza. Parecchi giorni dopo, una ispezione portò alla luce crepe in due delle dieci piscine in cui sono immagazzinate le scorie nucleari.
In ottobre un rapporto pubblicato da Greenpeace ha criticato pesantemente le condizioni di sicurezza degli impianti nucleari svedesi, costruiti negli anni Settanta e Ottanta. Secondo il rapporto, la centrale di Ringhal in precedenza era stata criticata pesantemente per non avere una sufficiente protezione contro i terremoti e le inondazioni. Sembra che anche gli impianti di Forsmark e Oskarshamn siano parimenti indifesi di fronte alle stesse minacce di disastri naturali. Il rapporto spiega inoltre che è carente anche la sicurezza degli impianti contro attacchi terroristici. Gli attivisti di Greenpeace sono riusciti ad entrare negli impianti di Ringhal e Forsmark, eludendo per tutta la notte la sicurezza. L'azione fu scoperta solo quando Greenpeace informò di essa i media il giorno dopo.
Dopo Fukushima, secondo un sondaggio effettuato dall'Istituto SOM dell'Università di Gothenburg solo il 35 per cento degli svedesi è favorevole a espandere l'uso dell'energia nucleare, mentre il 44 per cento è favorevole a eliminare gradualmente le centrali nucleari o immediatamente o alla fine del loro arco di vita. In Svezia nel 2011 i dieci reattori svedesi hanno contribuito alla produzione di energia elettrica per una percentuale dal 35 al 40 per cento, secondo l'AIEA.

venerdì 21 dicembre 2012

La profezia di Monti

Monti si è dimesso, dunque. "Irrevocabili dimissioni", annunciate l'8 dicembre al termine di una visita al Quirinale. Una profezia, come un sacerdote Maya. Sobrio e affidabile, però. Tant'è che la sua, di profezie, si è verificata puntualmente. Fine del suo governo. Ma fine dell'Italia no, anche se ci ha provato.


Sallusti di nuovo libero

Giorgio Napolitano alla fine non ha concesso la grazia ma, avvalendosi delle sue prerogative previste dalla Costituzione, ha commutato la pena detentiva comminata al direttore del quotidiano Il Giornale, Alessandro Sallusti, in pena pecuniaria, "quantificata, secondo i parametri normativi indicati dall'art. 135 del Codice penale, in 15.532 euro". Come è scritto nel comunicato del Quirinale, "la decisione, nel rispettare le pronunce dell'autorità giudiziaria in applicazione dell'attuale normativa, tiene conto dell'avviso favorevole formulato dal Ministro della Giustizia a conclusione dell'istruttoria compiuta con l'acquisizione delle osservazioni (contrarie) del Procuratore generale di Milano e del parere (favorevole) espresso dal magistrato di sorveglianza. Sono state anche considerate le dichiarazioni già rese pubbliche dalla vittima della diffamazione. Così come si è preso atto che il giornale sul quale era stato pubblicato l'articolo giudicato diffamatorio dopo la condanna del suo ex direttore ha riconosciuto la falsità della notizia formalizzando con la rettifica anche le scuse".
Il comunicato evidenzia che "la decisione di commutare la pena raccoglie altresì gli orientamenti critici avanzati in sede europea, in particolare dal Consiglio d'Europa, rispetto al ricorso a pene detentive nei confronti di giornalisti. Si è anche valutato che la volontà politica bipartisan espressa in disegni di legge e sostenuta dal governo, non si è ancora tradotta in norme legislative per la difficoltà di individuare, fermo restando l'obbligo di rettifica, un punto di equilibrio tra l'attenuazione del rigore sanzionatorio e l'adozione di efficaci misure risarcitorie".
Sallusti al Tgcom24 ha detto: "Accetto la sanzione poiché deve essere un precedente da applicare a tutti i giornalisti. Deve anche essere un monito alla magistratura e alla politica per riflettere su quanto accaduto. Domani spero di poter tornare al Giornale. È la vittoria per far sì che il Paese si possa dotare di una legge più liberare. Mi auguro che ce la possa fare il prossimo Parlamento". In serata è arrivato a Sallusti l'ordine di scarcerazione ed il direttore si è recato alla sede de Il Giornale, per salutare i colleghi.

Assad mangerà il panettone?

Il ministro della difesa tedesco, Thomas de Maiziere, ha dichiarato al quotidiano a grande diffusione Bild di credere in una vittoria vicina delle forze ribelli in Siria: "Ci sono segnali che l'opposizione otterrà presto una vittoria militare contro il regime".

Atti disperati di un regime

La guerra civile siriana, dal marzo 2011 ad oggi ha fatto più di 40.000 morti. Ieri una fonte Nato aveva riferito che nella mattinata la sorveglianza alleata aveva registrato nuovi molteplici lanci di missili a corto raggio Scud in Siria. Il primo lancio di missili di questo tipo era stato rilevato più o meno una settimana fa. Oggi il comandante della Nato Anders Fogh Rasmussen ha fortemente condannato i lanci dicendo ai giornalisti: "Li considero atti di un regime disperato prossimo al collasso".
Oggi i ribelli siriani hanno cercato di assaltare nel nord del paese, nella città di al-Safira, una base aerea a protezione di un impianto industriale militare. Secondo l'Osservatorio britannico per i diritti umani in Siria, sono stati uccisi nell'attacco sette ribelli. Rami Abdul-Rahman che è comanda l'Osservatorio, ha spiegato che Al-Safira, poco a sud di Aleppo, la più grande città siriana, ospita fabbriche militari siriane, i cui impianti sono circondati da basi e postazioni dell'esercito a loro protezione. Tre giorni fa i ribelli si sono impadroniti di un magazzino nell'area, più tardi bombardato dall'aviazione siriana con l'uccisione di circa due dozzine di combattenti dell'opposizione. Gli scontri di oggi sarebbero da collegarsi a questo episodio.

Business e diritti

Ieri, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha condannato le violazioni dei diritti umani in Siria, Iran e Corea del Nord, chiedendo lo stop immediato di tutta una serie di atti che vanno dagli attacchi contro i civili alla tortura e a restrizioni della libertà di movimento. Ma non tutti i membri dell'Onu hanno mantenuto lo stesso voto nei tre casi, quasi a dimostrare che i diritti umani non sono un concetto assoluto, ma hanno un valore relativo, diverso a seconda del paese che si vuol sanzionare.
Così si è registrata l'unanimità, per la prima volta, su una risoluzione che sanzionava le violazioni dei diritti umani nella Corea del Nord e che esprimeva seria preoccupazione per "le sistematiche, estese e gravi violazioni dei diritti civili, politici, economici, sociale e culturali" in quel paese.
Con 135 voti a favore, 12 contrari e 36 astensioni, è passata una risoluzione che chiedeva la fine immediata delle "estese e sistematiche" grossolane violazioni dei diritti umani da parte delle autorità siriane.
Infine, è stata approvata una risoluzione che richiede all'Iran la fine dell'uso continuato della tortura, l'aboliziione della pena di morte e delle esecuzioni capitali di minori: 86 a favore della risoluzione, 32 contrari, 65 i paesi che si sono astenuti.
Tutto il mondo è paese, come si dice. Si barattano diritti universali irrinunciabili per garantire il proprio business, magari anche inconfessabile. Del resto anche da queste parti, anche se non così drammatiche, si sono viste di recente, seppure giustificate con salti mortali e arrampicature sui vetri da veri funamboli del diritto costituzionale, "cose che noi umani mai avremmo creduto di vedere" e non per la sicurezza o il benessere del paese, di tutti, ma per salvare le banche, il business, appunto, dei "poteri forti".

Uccelli di droga

Funzionari della polizia russa dell'anti-droga e delle dogane dell'estermo Est del paese hanno sequestrato un quantitativo di droga cinese nascosta in statue di uccelli.
La gang di contrabbandieri è stata scoperta quando un corriere di Vladivostok ha cercato di mandare dei pacchi contenenti 200 grammi di droga sintetica nascosta in sei contenitori dentro una statua raffigurante un corvo. I funzionari delle dogane hanno scoperto che la droga commercializzata era stata comperata in Cina su Internet e veniva trasportata in Russia appunto in statue di uccelli e apparecchiature domestiche. I trafficanti rischiano fino a 12 anni di galera.
Questo non è il primo caso. Lo scorso anno i funzionari delle dogane dell'estrema Russia orientale avevano aperto 13 indagini su trafficanti di droga che inviavano la droga per posta. In ottobre, la polizia russa ha smascherato una gang che forniva la Russia di droghe sintetiche provenienti dalla Cina, sequestrando 80 chilogrammi di stupefacenti.

Ma l'America è pro nazismo?

Lo scorso 7 novembre l'agenzia di stampa russa Novosti ha lanciato sul proprio sito web un sondaggio sul possibile effetto che i risultati delle elezioni americane avrebbero avuto sulle relazioni russo-americane. Il sondaggio è ancora aperto e finora hanno espresso la loro opinione 2.736 lettori. Ottimista ("miglioreranno") solo il 14,7% dei partecipanti, mentre quasi equamente (uno scarto di 72 voti) si dividono la rimanente fetta di voto le altre due risposte previste: "si deterioreranno" con il 41,3%; "rimarranno così come sono" con il 44,0%.
In realtà tutta una serie di segnali indicano che tra Russia e America sia in atto una sorta di ritorno di "guerra fredda". Ne parlerò in un altro post. Qui invece voglio segnalare una notizia di oggi.
Il ministro russo degli Esteri ha criticato la riluttanza americana a sostenere la risoluzione russa proposta all'Onu contro la glorificazione del nazismo, approvata ieri con il voto di 130 paesi, l'astensione di 54 paesi tra cui gli stati baltici, mentre gli Stati Uniti, il Canada, e la Repubblica di Palau hanno votato contro. Quest'ultima, la Repubblica di Palau, è uno Stato insulare nell'Oceano Pacifico, situato a circa 500 km a est delle Filippine, che ha ottenuto l'indipendenza dagli USA nel 1994; è una tra le nazioni più giovani (e meno popolose) del mondo, secondo quanto riporta Wikipedia.
Il ministro russo ha fatto questa dichiarazione: "Siamo estremamente perplessi e ci dispiace che gli Stati Uniti, Canada e Palau abbiano votato contro questo documento, mentre le delegazioni degli stati membri dell'Unione europea si sono astenuti durante la votazione sulla risoluzione, che era sostenuta dalla stragrande maggioranza degli stati membri delle Nazioni Unite. Speriamo che l'adozione della risoluzione mandi un chiaro segnale a quei paesi dove c'è la necessità ritardata a lungo di prendere misure fortemente efficaci per contrastare i tentativi in aumento di glorificazione del nazismo, e di quanti prestarono servizio nelle Waffen-SS".
La risoluzione condanna la costruzione di memoriali in onore di ex nazisti e di militi delle Waffen-SS e di tenere dimostrazioni pubbliche in favore del nazismo. La risoluzione inoltre sollecita ad intraprendere azioni per prevenire la circolazione in Internet di idee naziste.

giovedì 20 dicembre 2012

Pythia dixit: Monti governerà non si ritirerà

ItaliaOggi pubblica un sondaggio dell'Osservatorio socio-politico di Lorien consulting che non aggiunge molto a quanto già si sta delineando come tendenza dell'elettorato. "Mario Monti, scrive Franco Adriano nell'articolo che presenta il sondaggio, come capo coalizione può fruttare il 21% con le sole sigle del centro moderato e il 26% con un'alleanza di centro-destra", giudicata meno probabile. Ciò che mette al centro dell'attenzione dei sondaggisti una candidatura Monti alla guida del centro moderato, è il fatto che una coalizione delle forze di centro orfana di Monti raggiungerebbe con i vecchi navigati "rottami" Casini e Fini a stento il 9%, quota a malapena forse sufficiente "per trattare il giorno dopo il voto un governo di responsabilità con il probabile vincitore della competizione elettorale, Pier Luigi Bersani".
Le possibilità di una candidatura Monti tiene banco, "nonstante gli indicatori confermino la tendenza al calo della popolarità del governo e di Monti". A spiegare, sullo sfondo ci sarebbe una paura maggioritaria del default del debito pubblico. E questi timorosi maggioritari preferirebbero la discesa in campo, spiega il direttore di Lorien, Antonio Valente, così: "La maggioranza degli italiani ritiene che Monti possa scendere in campo; si preferisce l'opzione di appoggio ad una coalizione montiana composta da partiti e movimenti moderati (33%), piuttosto che la guida di una ampia area di centro-centrodestra come proposto da Silvio Berlusconi (24%) o ancor meno attraverso una candidatura diretta (17%)". Attenzione, però, detta così si potrebbe fraintendere che la maggioranza degli italiani è per un governo Monti: no, il dato non significa assolutamente che quella maggioranza di italiani voterebbe per Monti.
Quanto a Berlusconi, secondo Valente, "la stragrande maggioranza degli italiani (77%) è decisamente contraria al suo ritorno in campo e ritiene che abbia aperso il suo tempo". Addirittura, secondo Lorien, "la candidatura di Berlusconi farebbe perdere un punto percentuale al bacino potenziale del Pdl (dal 16% al 15%)", annota il redattore dell'articolo che aggiunge la possibilità che la Lega stessa, se alleata col Cavaliere, perderebbe consensi. Insomma "Berlusconi al massimo può consolarsi con l'andamento del titolo Mediaset", quanto al consenso popolare meglio lasciar perdere. Ma non sembra che condivida.
Secondo Lorien, poi, il centro-sinistra "può mirare ad un obiettivo del 31 o del 37% «a seconda del contesto competitivo promosso». Resta ovviamente il problema della maggioranza al Senato.
Se la matematica non è un'opinione, le risultanze dei sondaggi, in termini di interpretazione, sì, e per una serie di motivi che non sto ad elencare. E, dunque, forse non è il caso ancora a sinistra di cominciare a "toccarsi". Comunque, piuttosto di preoccuparsi dell'occupazione delle televisioni da parte di Berlusconi messa in atto in questi giorni, si dovrebbe prestare maggior attenzione alla spudorata pubblicità gratuita che viene fatta da giornali e televisioni all'auspicio d'un Monti bis.
ItaliaOggi indica infine per le forze non presenti in Parlamento un 15% di gradimenti per Grillo, un 6% per Sel, un 2% per la lista di Giannino, lo stesso per Montezemolo, per la nuova destra di La Russa invece il 4%.


Un paradiso terrestre chiamato HD 10700e

Un modo di vedere le cose, che sta prendendo piede in astronomia, cioè che virtualmente ogni stella ha pianeti e che la galassia deve avere molti pianeti simili alla Terra potenzialmente abitabili, ovunque, anche "vicino alla porta di casa", ha portato Steve Vogt dell'Università della California e altri alla scoperta, pubblicata sulla rivista Astronomy and Astrophysics, che la stella più vicina simile al Sole, Tau Ceti, ha cinque pianeti orbitanti di cui uno con le caratteristiche di "pianeta abitabile". Se la scoperta fosse confermata sarebbe il mondo più vicino a noi potenzialmente ospitale per la vita.
Tau Ceti, che dista dodici anni luce, appartiene alla classe di stelle che ha le caratteristiche del nostro sole, una proprietà relativamente rara: posseduta solo da una su 25 stelle. La presenza dei suoi pianeti non è stata rilevata con l'osservazione diretta, ma calcolando la piccola influenza gravitazionale che i pianeti ancora non osservati esercitano sull'orbita della loro stella. Questi tremolii della stella in precedenza non potevano essere chiaramente individuati per una moltitudine di altri fattori, ma gli scienziati di numerose università in Gran Bretagna e negli Stati Uniti dicono di aver eliminato il "rumore" con nuove tecniche sofisticate che hanno permesso la scoperta dei cinque pianeti.
Uno dei pianeti, indicato con la sigla HD 10700e, sembra avere come caratteristica una temperatura idonea a mantenere l'acqua allo stato liquido e a rendere possibile la vita. Le sue dimensioni sono da due a sei volte quelle della Terra, la sua massa cinque volte e compie una rivoluzione attorno al suo sole ogni 168 giorni. È troppo presto per credere che HD 10700e sia un paradiso terrestre che aspetta il nostro arrivo. Non è chiaro di cosa sia fatto e quali gas siano contenuti nella sua atmosfera. Alcuni scienziati devono essere ancora convinti della sua esistenza, L'astronoma del Massachusetts Institute of Technology, Sara Seager, ha dichiarato alla rivista Science riferendosi alle tecniche usate dagli scienziati: "La comunità degli astronomi trova che sia duro accettare scoperte di pianeti da segnali così profondamente incastonati nel rumore". Gli stessi astronomi che hanno fatto la scoperta dicono che per confermarla potrebbero essere necessari dieci anni e sottolineano che hanno pubblicato i loro risultati per attrarre altri a studiare Tau Ceti.
Finora sono 854 i pianeti fuori dal nostro sistema solare confermati dalla osservazione, ma soltanto pochi potrebbero potenzialmente permettere la vita.

Verso un'escalation letale del conflitto in Siria?

Ieri il sito israeliano d'informazione Ynet con un articolo di Yitzhak Benhorin riprendeva un articolo pubblicato dal Washington Post, firmato da David Ignatius. Nell'articolo il giornalista americano riferiva quanto appreso da una fonte siriana, la quale riferiva informazioni ottenute da un disertore siriano che aveva lavorato nell'ambito delle armi chimiche. La fonte, riferiva Ignatius, gli aveva confidato le informazioni da una località segreta in un paese arabo diverso dalla Siria, nella "speranza di incoraggiare un maggior coinvolgimento americano nel sostegno all'opposizione siriana". Motivo sospetto e non senza precedenti: si ricorda nell'articolo di un disertore iracheno che un decennio fa aveva fornito agli Stati Uniti informazioni fabbricate allo scopo di affrettare un'invasione del paese. Per questo motivo il giornalista americano sottolineava nel suo pezzo che le informazioni fornite dal disertore erano confermate da fonti indipendenti.
Il disertore riferiva che nel gennaio, due ufficiali siriani di alto grado avevano trasferito 100 chilogrammi di prodotti chimici usati per fabbricare il gas letale sarin da una base segreta a circa 50 km a nord est di Damasco con destinazione Libano. Fonti americane, però, non avrebbero prove che le armi chimiche siano state davvero trasportate fuori dalla Siria. Tuttavia nel resoconto del disertore siriano si diceva anche di un episodio in cui due uomini con accento libanese erano arrivati nella base segreta per essere addestrati nelle metodologie per combinare isopropanolo e difluoruro metilfosfonico, il cui miscuglio produce il gas sarin.
Si sa, continua l'articolo di Benhorin che la Siria è in possesso di 500 tonnellate dei due composti chimici, conservati separatamente per evitare eventuali fughe letali. Secondo recenti articoli di stampa - ad esempio il 6 dicembre scorso di dava notizia che il regime siriano stava preparando armi chimiche da usare contro il suo stesso popolo, - il processo di produzione sarebbe cominciato per rendere il sarin pronto per l'uso. Le informazioni del disertore sostengono la teoria che la Siria si stia preparando ad usare le armi chimiche e che ora sia in grado di trasportare i composti chimici necessari e probabilmente di combinarli en route.
Dà ulteriore corpo, dice Benhorin, all'asserzione che il regime di Assad si stia preparando ad usare armi chimiche, quanto riferiscono diverse fonti siriane, cioè che a Damasco in una installazione nel sobborgo di Dumar speciali veicoli siano stati modificati per trasportare componenti chimici. L'installazione di Dumar è parte di una rete di laboratori portatili di ricerca, la cui costruzione è incominciata nell'estate del 2011 dopo che l'opposizione al regime di Assad aveva iniziato a formarsi. Nell'istallazione, camion civili sono stati convertiti in laboratori trasportabili per la produzione di armi chimiche: questo è quanto sarebbe confermato da diverse fonti, compreso il disertore siriano citato dal Washington Post.

Rapiti in Siria, chiesto il riscatto

I rapitori siriani di due cittadini russi e di un nostro connazionale hanno chiesto un riscatto di oltre 700 mila dollari per il loro rilascio. Lo riferisce il quotidiano russo Kommersant.
I due russi e il nostro connazionale erano stati rapiti il 17 dicembre scorso vicino la città di Latakia mentre stavano viaggiando sull'autostrada che da Tartus porta a Homs.
L'indiscrezione sul riscatto secondo il quotidiano proverrebbe da una fonte diplomatica di Mosca. Il ministro degli Esteri russo martedì aveva rilasciato una dichiarazione che identificava i rapiti nelle persone di V. Gorelov e Abdessattar Khassun, che ha anche passaporto siriano, e nell'italiano Mario Belluomo; nella dichiarazione inoltre si confermava la richiesta di riscatto.
Secondo il Kommersant, gli ostaggi sarebbero stati rapiti da uno dei gruppi dell'opposizione siriana. Coincidenza infelice la dichiarazione di ieri dell'importante leader dell'opposizione politica al regime di Assad, Haitham al-Maleh che, intervistato da Al Jazeera ha detto che i russi sono per i rivoltosi siriani possibili obiettivi, legittimati dal sostegno che la Russia dà al regime del presidente siriano Bashar al-Assad.

Tecnici? No, politici della prima repubblica

Checché se ne dica, talvolta anche i leghisti la dicono giusta, e come la dicono giusta! Così Giacomo Stucchi, sulla Padania, con il suo "Altro che tecnici, questi pensano solo alle poltrone".
Si domanda Stucchi: "Ma non doveva essere, quello dei professori, un governo tecnico, insensibile ai richiami della politica e assolutamente al di sopra delle parti? Come mai, allora, Monti passa più tempo a pensare al suo futuro politico che non a rimediare ai disastri sociali ed economici provocati dai suoi provvedimenti?". La risposta che si dà Stucchi è immediata e netta: "La realtà è che questo governo di tecnico ha avuto solo la pervicacia con la quale ha perseguitato i cittadini, costretti a pagare assurde e inique tasse, ma anche le piccole e medie imprese, che in molti casi hanno dovuto chiudere perché non più in grado di andare avanti con un livello di tassazione che prosciuga ogni utile". Per non dire del piccolo commercio, basta guardarsi intorno altrove così come, lo dico ai miei concittadini, a Brembio dove nella centrale via Gramsci resterà aperto solo un bar, la banca e la sede dell'Avis.
"Il saldo dell'Imu, poi, continua Stucchi, è stato un duro colpo per milioni di famiglie, l'ultima conseguenza di una politica vessatoria nei loro confronti. Ma che ci faranno mai a Roma con il gettito dell'Imu? Si tratta di ventitré miliardi di euro (secondo le stime ufficiali, ma potrebbero essere molti di più) sottratti ai risparmi dei piccoli proprietari di immobili o alle tredicesime, per quei pochi fortunati che ancora l'hanno avuta, di chi aspetta un anno di lavoro per soddisfare qualche esigenza straordinaria e che invece, grazie a Monti e ai suoi ministri, dovrà rinunciare anche a questo. Si potrebbe pensare che questi soldi vadano a chi ne ha più bisogno e invece no!", come ormai è fin troppo chiaro.
Stucchi accusa: "Altro che tecnici, questi sono dei politici della Prima repubblica camuffati da tecnici!", perché invece di "salvare i cittadini dal baratro, negli ultimi giorni sono in tutt'altre faccende affaccendati. I ministri tecnici infatti hanno un gran da fare per trovare il modo di rimanere incollati alla poltrona che evidentemente, in appena un anno di "occupazione", deve già piacergli parecchio. Non c'è un solo ministro che in queste ore si preoccupi di dare, in quel che resta di questa legislatura, almeno un piccolo contributo in favore delle categorie sociali ed economiche più colpite dalla crisi".
Insomma, perché poi, il senso, si dovrebbe dare il voto a questa sorta di marmaglia? "Moderati" in tutto meno che nel mettere le mani nelle tasche degli italiani? Fare un nodo al fazzoletto, se fosse necessario, per non scordarselo il 24 febbraio.

mercoledì 19 dicembre 2012

Vittime dell'Apocalisse

L'agenzia russa RIA Novosti ha preparato un'infografica sulle vittime dell'Apocalisse. In molti casi, l'attesa di una fine del mondo ha causato reali morti violente, dice il sommario della scheda che elenca alcuni esempi recenti. Esempi che riporto in sequenza.


1. Anno: 1900. Luogo: Russia, Arkhangelsk Region, Kargopol. Vittime: 100.
Membri della setta Morte Rossa prepararono il loro proprio suicidio il 13 novembre del 1900, il giorno della "Fine del Mondo". Un totale di 862 membri della setta pianificò di suicidarsi. Le autorità venenro a sapere delle loro intenzioni e mandarono le truppe nel Distretto di Kargopol, ma circa 100 membri della setta si trincerarono in una casa di legno e le diedero fuoco.
2. Anno: 1930. Luogo: Brasile, Municipalità di Atalaia do Norte. Vittime: 10.
Un capo locale disse che la caduta di un grande meteorite nella giungla amazzonica preannunciava la fine del mondo. I suoi seguaci si stavano preparando a commettere un suicidio di massa quando un missionario cattolico arrivò tra di loro e riuscì a dissuaderli. Morirono soltanto poche persone che avevano preso il veleno prima del suo arrivo.
3. Anni: 1994-1997. Luoghi: Svizzera, villaggi di Salvan e Cheiry; Canada, Morin Heights; Francia. Vittime: 74.
Nel 1994, 53 membri dell'Ordine del Tempio del Sole si suicidarono in Svizzera e in Canada. Essi credevano che si sarebbero trasferiti su Sirio per la durata dell'Apocalisse terrestre. Gli investigatori stabilirono che soltanto 16 persone si suicidarono, e che i rimanenti membri furono uccisi. Un ulteriore gruppo di 16 membri della setta si uccisero nel 1995 in Francia e altri 5 si suicidarono in Canada nel 1997.
4. Anno: 1997. Luogo: Stati Uniti, California, Contea di San Diego. Vittime: 39.
Trentanove seguaci del culto UFO del Cancello del Paradiso si suicidarono. Essi lo definirono una "evacuazione", e confidavano che avrebbero evitato una apocalittica "purga" della Terra prima di salire al "prossimo livello". Essi credevano che le loro anime avrebbero lasciato temporaneamente il pianeta, e che essi avrebbero viaggiato a bordo di un'astronave, che, secondo quanto si diceva, navigava nella coda della cometa Hale-Bopp, che passò al perielio il primo aprile di quell'anno.
5. Anno: 2000. Luogo: Uganda, Kanungu. Vittime: 778.
Nel 1989, un'ex prostituta di nome Credonia Mwerinde annunciò che aveva visto un'apparizione della Vergine Maria e fondò il Movimento per la Restaurazione dei Dieci Comandamenti di Dio. Credonia parlò ripetutamente dell'imminente fine del mondo, ma la sua data era costantemente procrastinata. La scadenza finale fu da lei fissata per il 17 marzo 2000. I membri della setta si radunarono in una chiesa e aspettarono la fine del mondo, digiunando e pregando per tutto il tempo. Un membro della setta che riuscì a scappare vide che le finestre della chiesa venivano sbarrate con delle assi. Più tardi l'edificio esplose con dentro 500 membri della setta. La polizia successivamente scoprì più di 200 altri corpi sepolti nel cimitero della setta. Mwerinde riuscì a scappare.
6. Anno: 2008. Luogo: Russia, Regione di Penza, Distretto di Bekovsky. Vittime: 2.
Membri della setta Gerusalemme Celeste credevano che la fine del mondo sarebbe causata dalla caduta sulla Terra della cometa Armageddon. Per prevenire questo evento, 35 persone si rintanarono dentro una caverna nella regione di Penza dove trascorsero sette mesi. Due di loro morirono durante l'inverno e furono sepolti nei pressi. Nonostante un incendio e il crollo parziale del soffitto della caverna, minacciavano di suicidarsi se fossero stati costretti a lasciare la caverna. Gli ultimi membri della setta lasciarono la caverna nel maggio del 2008.

Comunque vada non vada comunque

Non so voi, ma, quanto a me, m'inquieta la parte finale della lettera che il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha inviato a La Stampa e pubblicata oggi. Scrive il presidente: "Il mio riferimento al ruolo che questa volta svolgeranno le forze politiche e al peso che avranno i risultati elettorali è stato arbitrariamente quasi tradotto nel preannuncio dell'incarico che darò ("a chi arriva primo") per formare il nuovo governo. Ma ogni decisione nascerà dalle consultazioni post-elettorali con tutte le rappresentanze politiche e dagli elementi che ne trarrò sul da farsi, non essendo vincolato ad alcuna ipotesi precostituita. E non sono pochi i precedenti che convalidano questo modello di comportamento dei Presidenti della Repubblica". Non so voi, ripeto, ma io le trovo parole inquietanti da non liquidare con un po' di spallucce dicendo che quella ricordata da Napolitano non è altro, a ben guardare, che prassi da sempre. Nel novembre dello scorso anno abbiamo visto cose, costituzionalmente parlando, che noi umani non avremmo mai pensato di vedere. Un copione ripetuto del resto anni prima: "You were given the rare honor of election of «senatore a vita», senator for life, just in 2005 and then, in 2006, president, the 11th president of Italy". Altro contesto, certo, ma anche allora cose "strane" successero: "(...) I couldn't expect that the particular situation after the general election of last year in Italy would create the conditions for being asked to be available for the election of the president in parliament. I must say that I thought at that moment that there could be a very vast majority on my name because I was never too partisan and I had some demonstrations of my capacity to be impartial, both as speaker of the house and as minister of the interior. But you know that Italian politics is a land of permanent, very sharp conflict, and so although there were some important representatives of the present opposition who took a position in favor of my candidature, at the end the center-right political groups in parliament did not vote for anybody opposite to me, but did not even vote for me".
È evidente che quella ricordata da Napolitano è la prassi, ma perché sottolinearla tanto? Si dà già per scontato un pareggio tra Camera e Senato, e, dunque, si vogliono mettere le mani avanti per decisioni impopolari e sostanzialmente contro il volere dell'elettorato? Si vuol sottintendere che in un tale caso esiziale (il pareggio, una camera parlamentare a testa) non si rimanderà di nuovo la questione al popolo? E ci si affiderà magari al parere del terzo incomodo che non sarà certamente Grillo il quale ha deciso di affondare, sic et sompliciter, il suo movimento? E, dunque, c'è da aspettarsi un nuovo governo Monti? Questa la road map già tracciata? Una ipotesi, questa sì, già ben precostituita! E, come a novembre 2011, stiamo tranquilli, si troverà certo il modo di far ingoiare ai contendenti la medicina amara che lo speziale, comunque vada, ha già confezionato e naturalmente di infinocchiare tutti un'altra volta.
"I can say that there also different interpretations of the role. Not all presidents of the Italian republic intended in exactly the same way this role. It depends on person, on experience, on personal characteristics of the president". Ecco, speriamo che il problema nell'immediato post-voto non sia proprio questo.

In atto un complotto per rovesciare Putin?

La polizia ha perquisito nella mattinata le abitazioni di due attivisti dell'opposizione russa nella città di Voronezh per il loro possibile coinvolgimento in un caso di "alto profilo criminale" riguardante una sospetta cospirazione eversiva. Gli uomini della divisione anti-estremismo, secondo quanto ha riferito l'avvocato Olga Gnezdilova all'agenzia RIA Novosti, sono stati impiegati nelle perquisizioni di Alexander Boldyrev, che è a capo della locale sezione di Solidarietà, e di Natalia Zvyagina, attivista dell'opposizione e di campagne per i diritti umani.
La polizia, che ha confermato l'operazione attraverso la sua portavoce Natalia Kulikova, si è rifiutata di rivelare i risultati delle perquisizioni, ma la Gnezdilova ha confermato che l'operazione era collegata con un'investigazione di alto profilo della polizia su un possibile complotto eversivo in Russia.
Tre attivisti dell'opposizione di sinistra, il leader del Fronte di Sinistra Sergei Udaltsov, Leonid Razvozzhayev e Konstantin Lebedev, sono stati intanto accusati di complotto per rovesciare il presidente Vladimir Putin con l'aiuto estero. I tre hanno negato ogni addebito. A Udaltsov è stato ordinato di non lasciare Mosca, mentre gli altri due rimangono in custodia in carcere.

Russi, ucraini, iraniani nel mirino dei ribelli siriani

"Non un solo cittadino russo, ucraino o iraniano esca dalla Siria vivo", sono parole contenute in un video degli oppositori del regime di Assad, messo in onda lo scorso mercoledì dal canale televisivo ucraino Ukraina TV. Oggi un importante leader dell'opposizione siriana in esilio, Haitham al-Maleh, in un'intervista rilasciata ad Al Jazeera, ha definito i cittadini russi ed iraniani "un obiettivo legittimo in Siria per i combattenti dell'opposizione": "La Russia, insieme all'Iran, fornisce il regime di Bashar al-Assad di armi e munizioni, e lo sostiene politicamente, pertanto i cittadini di questi paesi rappresentano obiettivi legittimi per i rivoltosi in Siria". Nella sua interpretazione, la Convenzione di Ginevra permette di considerare un obiettivo i civili che collaborano con una delle parti contrapposte. Allo stesso tempo l'ottantenne uomo politico ha ammesso che i comandanti dei rivoltosi in Siria raramente coordinano le loro azioni con l'opposizione politica in esilio. Al-Maleh, che è stato per parecchi brevi periodi prigioniero politico in Siria sin dal 1960, ha ricevuto numerosi riconoscimenti per aver difeso i diritti umani in Siria ed essersi opposto alla violenza contro i civili.
La notizia facilmente si accosta al rapimento di due russi ed un italiano avvenuto presso la città portuale di Latakia mentre stavano viaggiando lungo l'autostrada Tartus Homs, rapimento confermato ieri dal ministro degli Esteri russo. I tre lavoravano per la compagnia dell'acciaio Hmisho nell'impianto vicino a Homs. Il ministro ha detto in un comunicato che la compagnia ha ricevuto una richiesta telefonica da persone non identificate del pagamento di un riscatto come condizione del loro rilascio.

Smemorati d'Italia

Un articolo, della serie ridiamoci su amaramente per non piangere, è quello di Paolo Franco su la Padania i cui contenuti si possono immediatamente comprendere dal suo stesso incipit: "Mi dicono che l'acetilcolina sia un neurotrasmettitore fondamentale per la memoria e la concentrazione. In Italia, avvicinandosi il «fatale» 21 dicembre 2012, a qualcuno deve essersi ridotta considerevolmente".
Paolo Franco liquida subito i "numeri uno" così: Luigi Bersani, "il quale ritiene ottimo il lavoro di Mario Monti ma non lo vuole tra i piedi"; Silvio Berlusconi, "che sfiducia il Governo del Professore per manifesta incapacità ma gli propone poi di continuare a fare il Premier".
Ne cita altri di contagiati, casi disperati. Ad esempio sindacalisti come il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che di questi tempi dichiara che "i dati [del bollettino della Banca d'Italia, quello che annunciava non molti giorni fa che il debito pubblico si assestava a 2.014 miliardi con un +71 miliardi nei primi dieci mesi del 2012] confermano che la politica del rigore non risolve i nostri problemi e non ha ridotto la spesa". Paolo Franco ricorda che la Camusso il 14 novembre 2011 affermava: "Al Professor Monti vanno gli auguri miei personali e di tutta la Cgil. Mi auguro possa dar vita ad un esecutivo in grado di dare le risposte necessarie per superare la crisi". Oppure Raffaele Bonani con il suo "un Paese con questo debito non ha futuro", che "il 17 novembre 2011 - giorno dell'insediamento del Governo - affermava: «quello del presidente Monti è stato un discorso di alto profilo, completo, come raramente è accaduto negli ultimi anni in Parlamento»". Ma il più disperato resta sempre Pierferdinando Casini "in imperitura difesa dei Professori", che, ricorda Franco, "tuonava nei giorni scorsi da Padova «contro il federalismo degli sprechi»", quando "Bankitalia ha invece dimostrato esattamente il contrario, ovvero che è lo Stato che continua a creare debito, non le Autonomie".
Ma forse non è questione di memoria o concentrazione, piuttosto di un mix di supponenza, presunzione e convinzione che sia la gente comune a non aver memoria e a bere ingenuamente qualunque intruglio le si propini. Occhio, però, la storia insegna, che la gente, a furia di incazzarsi, prima o poi morde.

martedì 18 dicembre 2012

Berlusconi fa sempre notizia

La dichiarazione di oggi di Berlusconi: "Se la Germania non accetta che la Bce debba essere una banca centrale reale, se i tassi di interesse non scendono, saremo costretti a lasciare l'euro e a ritornare alla nostra propria moneta per essere competitivi", sta facendo il giro del mondo. Riprendo la notizia col titolo "Berlusconi says Italy may be forced to leave the euro zone" dalla testata online israeliana Ynet.

Cooptato a vita

L'articolo di Belpietro di oggi su Libero contiene anche altre acute ed argute osservazioni e considerazioni. Ad esempio, sull'eventuale candidatura di Monti ad un certo punto scrive: "La mobilitazione sarà generale. Quel che non è ancora chiaro è però se gli smoccolatori, cioè coloro che hanno pagato l'Imu e anche altro e magari fanno parte degli esodati e di chi non può ricongiungersi alla pensione, saranno poi disposti a mettere la crocetta sul nome di Monti, il quale ufficialmente non si candida (perché al calduccio nel suo posto di senatore a vita), ma lo fa per interposte persone".
E ancora concludendo l'articolo: "Ieri il capo dello Stato ha avvisato il premier di non avere nessuna intenzione di incoronarlo alla guida del Paese se non conquista i voti. Dicendo di non voler ripetere le scelte del novembre di un anno fa, ma di voler puntare a un incarico politico, nonno Giorgio ha tagliato le gambe al rettore, il quale desidera restare a Palazzo Chigi ma senza vincere le elezioni. Abituato ad essere cooptato, il presidente del Consiglio non si capacita della ragione di doversi sottoporre a un giudizio popolare. Fosse per lui la scelta del futuro governo l'affiderebbe a Angela Merkel, François Hollande e pochi altri. Già, ma di questo ce n'eravamo accorti: per Monti noi non dovremmo mai votare, ma solo pagare".

L'Imu alla Grecia

"Ieri come tutti gli italiani ho pagato l'Imu e come tutti gli italiani ho smoccolato", così comincia l'articolo di Maurizio Belpietro di oggi su Libero. "Anche il mio amico del Pd ha tirato qualche benedizione all'indirizzo di Mario Monti: essendo scomparsa un paio d'anni fa la sua cara mamma, lui e la sorella hanno ereditato gli appartamenti che la signora possedeva in un paesino toscano e, grazie al presidente del Consiglio, hanno dovuto pagare una gran quantità di tasse. Se l'amico del Partito democratico (e immagino anche gli italiani) ieri, al momento di versare il saldo dell'imposta municipale sugli immobili, avesse però saputo come verranno spesi gran parte dei soldi che lo Stato ha incassato, credo che l'incazzatura sarebbe stata massima".
"Altro che tributo il cui pagamento è necessario per consentire di liquidare gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni, come ogni tanto si dice nel tentativo di giustificare l'iniquo balzello", scrive Belpietro. Bene, vediamo assieme a lui come verranno spesi i nostri soldi: "Più della metà dei soldi se la metteranno in tasca i greci, gli spagnoli e i banchieri, cioè tutti coloro che essendo sull'orlo della bancarotta hanno bisogno di un aiutino".
Il solito Belpietro, dirà qualcuno. Stiamo attenti, una volta tanto: "Se infatti, dice Belpietro, sono veri i dati diffusi dal ministero dell'Economia e cioè che ogni famiglia è stata costretta a mettere mano al portafogli per 1.216 euro, la somma totale incassata dal governo supera i 23 miliardi di euro, l'equivalente di una manovra finanziaria. Detta in altre parole, quella appena saldata non è una super Ici, come tentano di far credere dalle parti dell'esecutivo nel tentativo di calmare gli animi: è una super stangata. E sapete che fine farà la montagna di soldi rastrellata dagli esattori di Palazzo Chigi?". Già, che fine farà? Vediamolo: "Gran parte, dice Belpietro, (per la precisione 14,3 miliardi) sarà versata al Fondo salva Stati, quello che deve concedere aiuti alla Grecia e agli altri Paesi in difficoltà". Ma non basta: "Un altro po' di quattrini (circa 4 miliardi) saranno impiegati per finanziare le banche che non ce la fanno". E il resto? "Il resto è assai probabile che sia disperso in mille rivoli, senza alcun controllo, come spesso accade al denaro pubblico, nonostante la spending review tanto propagandata dall'esecutivo".
Ma attenzione, apriamo bene gli occhi riconoscendo l'evidenza, cioè fissiamo bene nella mente la verità vera, che è questa, come dice Belpietro: "Il presidente del consiglio può anche sostenere, contro ogni evidenza, che prima del suo intervento gli immobili non fossero tassati - di qui la necessità di correggere la stortura, allineandoci alla media europea - ma si dà il caso che altrove nessun contribuente sia costretto a mettere mano ai propri risparmi per saldare il conto di un altro paese".
Chiaro, siamo i fessi di sempre. Ma perché noi? Perché non i tedeschi? Perché non i finlandesi? "La Germania, piuttosto che sborsare un euro per la Grecia, ha rischiato di mandare a gambe all'aria l'Unione e lo stesso ha fatto la Finlandia, che pure è messa meglio di noi". E, dunque, "se i finlandesi tengono ben stretti i cordoni della borsa, noi li apriamo, offrendo aiuti a destra e a manca". Ma quel che è peggio, è che non siamo stati noi ad aprire il borsellino: "è stato Mario Monti ad aprire il nostro borsellino distribuendo finanziamenti agli Stati che ne hanno bisogno".
Ma perché proprio noi, dirà ancora qualcuno? Un'idea peregrina ci sarebbe. La mi si permetta. Del resto, la motivazione, ce la sentiamo ripetere di tanto in tanto, negli stadi quando gioca la nazionale, alla prima della Scala, in ogni occasione pubblica, un tormentone che rintrona nelle orecchie, e che per i nostri scolari da qualche settimana è diventato un obbligo. Un'epigrafe nel motivetto che tanto piace alla fratellanza del nuovo ordine che regge il paese. Perché "noi siamo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi". Sic est: in altra situazione il "tedesco" Monti non sarebbe diventato premier come lo è diventato.

Nuovo attacco mirato ai computer iraniani

Un nuovo malware che cancella intere partizioni e file dai computer infettati è stato trovato in Iran.
L'allarme lanciato dalle autorità iraniane descrive la nuova minaccia come un "attacco mirato", ma afferma che ha un design semplice e che non è simile ad altri sofisticati attacchi mirati registrati precedentemente nella regione.
Nonostante la sua semplicità di progetto, il malware è efficiente e può ripulire le partizioni e le directories del profilo utente senza essere riconosciuto dal software anti-virus presente sul computer. A renderlo noto con un avviso è il Maher, il Computer Emergency Response Team Coordination Center iraniano. Secondo il sito Computer World, come hanno ieri affermato con un post i ricercatori della Symantec, software house che notoriamente produce software antivirus, il malware è progettato per cancellare tutti i dati dalle partizioni disco identificate con le lettere da D a I, nonché tutti i file presenti sul desktop dell'utente in quel momento loggato.
Il malware lancia la sua routine di pulizia in certe date, la prossima sarà il 21 gennaio 2013. Nella configurazione del malware sono state trovate le date del 12 ottobre, del 12 novembre e del 12 dicembre 2012, fatto che suggerisce che il malware può essere in distribuzione da almeno due mesi. Il Maher ha comunicato che il programma d'installazione del malware porta il nome GrooveMonitor.exe. Il nome è stato scelto in modo da mascherarsi come un tool di Microsoft Office 2007 chiamato Microsoft Office Groove. Non sarebbe ancora del tutto chiaro come il malware si stia distribuendo; non viene esclusa la possibilità che un meccanismo interno di upload lo stia diffondendo attraverso le condivisioni di rete.

Ambiguità nucleari

Fereydoun Abbasi Davani, che è a capo dell'organizzazione iraniana per l'energia atomica, ha dichiarato oggi che l'Iran non cederà a pressioni esterne per fermare l'arricchimento dell'uranio al 20 per cento.
I paesi dell'Occidente con a capo gli Stati Uniti sospettano che l'Iran stia proseguendo un programma di sviluppo di armi nucleari, ma Teheran continua ad insistere che l'arricchimento dell'uranio serve per la generazione di energia a scopi civili.
Le dichiarazioni di Abbasi seguono ad indiscrezioni dei media che affermano che i prossimi negoziati tra l'Iran e un gruppo di mediatori internazionali potrebbe aver luogo nel prossimo gennaio. L'Aiea, l'agenzia internazionale per l'energia atomica, ha affermato che un accordo sul programma nucleare iraniano potrebbe essere raggiunto in gennaio.

L'Onu teme l'uso di armi chimiche in Siria

Le Nazioni Unite stanno dotando la propria missione di peace keeping sulle alture siriane del Golan con kit di protezione da armi chimiche, il cui uso non è escluso se il conflitto siriano dovesse aggravarsi. A confermarlo ad Al Arabiya è stato un ufficiale delle Nazioni Unite.
La decisione è stata presa sulla scia delle dichiarazioni al Consiglio di Sicurezza dell'ambasciatore siriano all'Onu Bashar al-Jaafari, secondo il quale i combattenti dell'opposizione potrebbero usare armi chimiche soltanto per incolpare il governo siriano del loro utilizzo.

lunedì 17 dicembre 2012

Falsi entusiasmi

Ieri ha destato stupore il sondaggio del Corriere della Sera, un'unica domanda: "Parliamo ora invece del futuro in politica di Mario Monti. Secondo lei Mario Monti farebbe bene o farebbe male a candidarsi alle prossime elezioni politiche?", perché a fronte di un risultato generale del 30% di "farebbe bene", del 61% di "farebbe male" e del 9% che non sanno che risposta dare, ben differenti sono i dati relativi agli elettorati del Pd e del Pdl. Il 44% dell'elettorato del partito di Bersani sarebbe per il "farebbe bene" e il 50% per il "farebbe male"; mentre l'elettorato del Pdl solo per il 19% sarebbe per il "farebbe bene" e il 78% per il "farebbe male". Una risultanza che ha fatto titolare oggi il Giornale: "Agli elettori Pd piace Monti e Bersani pensa già al piano B". Piano B, che sarebbe secondo il Giornale: "un passo indietro di Bersani, concordato con Monti e con la Ue, per lasciare a Palazzo Chigi il Professore per un paio d'anni (in vista magari della successione a Van Rompuy a capo del Consiglio europeo, a fine 2014) e poi subentrargli, in un quadro - si spera - più assestato rispetto alla crisi e con un governo pienamente accettato nella Ue".
Certo con un Enrico Letta amico di frequentazioni di Monti potrebbe anche essere. Ma non è che il risultato del sondaggio può semplicemente essere interpretato diversamente? Nel senso che entrambi gli elettorati vedono in Monti un competitor di Berlusconi, e, dunque, quelli del Pd, educati da anni di antiberlusconismo, potrebbero salutare una sua discesa in campo per esorcizzare la ridiscesa del Cavaliere; quelli del Pdl, "farebbe male" in grande maggioranza, perché appunto, oltre a dividere il centrodestra e quindi a bruciare una possibile nuova vittoria, metterebbe in soffitta il loro idolo "televisivo".
Ancora un'annotazione. Corriereweb.net segnala il sondaggio condotto da SWG per Agorà sul potenziale elettorale di un’eventuale lista Monti e sul futuro politico del Professore. "Quanto al primo punto, una lista unica di centro guidata da Mario Monti potrebbe arrivare fino al 15,1% dei consensi. La presenza di Monti è una variabile di grande importanza, dal momento che senza di lui l’aggregazione centrista si fermerebbe al 9,3%. Per quanto riguarda il ruolo che l’attuale premier dovrà assumere dopo le elezioni del prossimo anno, la maggioranza degli italiani ritiene che dovrebbe rimanere senatore a vita (44%). In minoranza coloro che auspicano un approdo di Monti al Quirinale (13%), la permanenza a Palazzo Chigi (11%) e l’ingresso in un futuro governo come ministro (10%)". Insomma, sostanzialmente un "Monti? No, grazie".

Nemici della pace

Relativamente all'intervista di Vendola rilasciata al Fatto Quotidiano, c'è ancora una risposta che val la pena di citare, quella alle parole della giornalista: "Per il Papa i gay... sono una minaccia per la Pace". La risposta di Nichi Vendola è: "Mi addolora che nell'elenco delle minacce alla pace vi siano le coppie gay e non la guerra, le armi, le ingiustizie sociali. La mia preghiera è: Signore, salvami dall'imperizia di chi salva i principi e uccide le persone". Pienamente condivisibile.

Monti non è Berlinguer

Il Fatto Quotidiano pubblica oggi una telefonata di Sandra Amurri a Nichi Vendola, il pretesto un twitter del governatore pugliese: "È evidente che il premier ha aderito al campo conservatore. Finalmente un elemento di chiarezza".
"Ci sono scelte politiche, dice Vendola alla giornalista, che vanno nella direzione di riproporre ossessivamente le politiche dell'austerità che non possono essere definite tecniche. Il fatto che Monti entri nel recinto del partito della signora Merkel è un disvelamento di ciò che noi sapevamo". Vendola evidenzia in grassetto il pesante significato della scelta montiana: "Vorrei sottolineare il forte tentativo di condizionamento della sovranità nazionale. E questa amorosa attenzione all'Italia è una danza macabra per esorcizzare l'uscita a sinistra della crisi italiana, un tentativo di far uscire dalla scena pubblica l'agenda Bersani".
Perché il problema è che i moderati "non esistono". Come dice Vendola: "Coloro che hanno un'dea di taglio drastico della spesa sociale, che considerano indispensabile un progetto di svuotamento del welfare e inibiscono l'avanzamento dei diritti appartengono ad uno schieramento conservatore, liberista in economia e illiberale dal punto di vista dell'organizzazione della società".
L'austerità di Monti non è "quella di Berlinguer che aveva a che fare con la riconversione del modello di sviluppo" allora, "una critica radicale al consumismo" e "alla società dell'individualismo edonistico". L'austerità dei tecnocrati "è il taglio del welfare e non è un caso che Monti faccia un'inquietante allusione all'insostenibilità finanziaria del servizio sanitario nazionale". Insomma, per capire e capirci, Monti non viene come veniva Berlinguer, con la sua storia, "da lontano", viene dall'Occidente del dopoguerra, come si è andato formato nel periodo della "guerra fredda", viene "dall'hotel de Bilderberg", da un club di primi inter pares, non da una "casa del popolo".

Se Monti scende a valle

Intervistato da Il Messaggero, Antonio Noto, direttore della società Ipr marketing, esprime suoi pareri, da sondaggista, sulla discesa in campo di Mario Monti, che, a suo modo di vedere, "cambierebbe lo scenario attuale sia nel centro-sinistra che nel centro-destra".
Secondo Noto nel centro-destra l'attuale premier potrebbe "attirare la quota di elettori meno fidelizzata al Pdl". Difficile dire altro per il momento.
Più preciso è il direttore Ipr sul centro-sinistra. Dice Noto: "In quell'area un elettore su 5/6, quindi il 15/20% del totale degli elettori di quel versante, non è organico al progetto. Questi elettori votano centro-sinistra non per appartenenza ma per reazione a Berlusconi o perché sono convinti che quella sia l'offerta politica meno lontana dalla propria. In caso di presentazione di Monti questa fascia di elettorato si porrebbe la domanda più classica: chi mi convince di più?". Qualunque fosse la risposta, l'effetto secondo il sondaggista potrebbe essere quello, comunque, di un rimescolamento delle carte sul tavolo.

Conoscere Umberto Ambrosoli

En passant, poiché a Brembio abito, ecco il risultato delle primarie locali per il candidato alla presidenza della Regione Lombardia del centrosinistra: Umberto Ambrosoli 64 voti, Andrea Di Stefano 13, Alessandra Kustermann 10. Hanno votato 87 elettori contro i 174 del primo turno e i 166 delle primarie per la candidatura a premier del centrosinistra. Curiosità: erano stati esattamente 87 i voti ricevuti da Bersani nel testa a testa con Renzi. Un segno che i "renziani" questa volta hanno snobbato il voto?
Ambrosoli, dunque, ha vinto. Non è un mistero (l'ho scritto) che ho votato per Andrea Di Stefano. Comunque, Ambrosoli è un buon candidato, che può fare della Regione Lombardia qualcosa di diverso da un pascolo dove foraggiare di bigliettoni verdi gli amici degli amici degli amici di...tu sai chi è, tu sai dov'è, tu sai che fa, da più di quindici anni, tanto per riprendere in chiave d'amara ironia il tormentone del Corrado Guzzanti massone.
Per convincersi della scelta di chi ha partecipato alle primarie del centrosinistra, premesso comunque che tutti e tre i candidati erano sicuramente validi; per convincersi, non per sentito dire, della bontà della scelta e di conseguenza della necessità di sostenere la candidatura alle elezioni regionali, con convinzione appunto a fronte delle immancabili sirene che il centrodestra, unito o diviso, mettera in campo, è utile fare un piccolo sforzo personale per conoscere Ambrosoli, l'uomo, le sue idee, la sua storia. Qui mi soffermo su quest'ultima, riproponendo due video tratti dal benemerito ricco archivio di YouTube.
Il primo video è un'intervista pubblicata dal blog di Beppe Grillo nel luglio 2009, quando ancora il comico genovese aveva "un grillo per la testa" e non provava a cavalcarlo. L'intervistato è, appunto, Umberto Ambrosoli nell'occasione della pubblicazione del suo libro "Qualunque cosa succeda" (Sironi, 2009), a trent'anni dall'omicidio di suo padre Giorgio.


Il secondo video è una intervista al padre di Umberto Ambrosoli sulla vicenda della Banca Privata Italiana di Michele Sindona, di cui fu liquidatore, e che lo portò, per la sua dirittura morale, a diventarne una tragica vittima. Il video contiene anche altri documenti che testimoniano degli ultimi eventi che portarono all'omicidio di Giorgio Ambrosoli.


Giorgio Ambrosoli in una lettera alla moglie, quando stava per depositare lo stato passivo della Banca Privata Italiana, aveva scritto: "È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il paese".
A chiudere una chicca di La Storia siamo Noi, che da sola aiuta a capire il perché d'un sostegno che val la pena dare.