lunedì 17 dicembre 2012

Monti non è Berlinguer

Il Fatto Quotidiano pubblica oggi una telefonata di Sandra Amurri a Nichi Vendola, il pretesto un twitter del governatore pugliese: "È evidente che il premier ha aderito al campo conservatore. Finalmente un elemento di chiarezza".
"Ci sono scelte politiche, dice Vendola alla giornalista, che vanno nella direzione di riproporre ossessivamente le politiche dell'austerità che non possono essere definite tecniche. Il fatto che Monti entri nel recinto del partito della signora Merkel è un disvelamento di ciò che noi sapevamo". Vendola evidenzia in grassetto il pesante significato della scelta montiana: "Vorrei sottolineare il forte tentativo di condizionamento della sovranità nazionale. E questa amorosa attenzione all'Italia è una danza macabra per esorcizzare l'uscita a sinistra della crisi italiana, un tentativo di far uscire dalla scena pubblica l'agenda Bersani".
Perché il problema è che i moderati "non esistono". Come dice Vendola: "Coloro che hanno un'dea di taglio drastico della spesa sociale, che considerano indispensabile un progetto di svuotamento del welfare e inibiscono l'avanzamento dei diritti appartengono ad uno schieramento conservatore, liberista in economia e illiberale dal punto di vista dell'organizzazione della società".
L'austerità di Monti non è "quella di Berlinguer che aveva a che fare con la riconversione del modello di sviluppo" allora, "una critica radicale al consumismo" e "alla società dell'individualismo edonistico". L'austerità dei tecnocrati "è il taglio del welfare e non è un caso che Monti faccia un'inquietante allusione all'insostenibilità finanziaria del servizio sanitario nazionale". Insomma, per capire e capirci, Monti non viene come veniva Berlinguer, con la sua storia, "da lontano", viene dall'Occidente del dopoguerra, come si è andato formato nel periodo della "guerra fredda", viene "dall'hotel de Bilderberg", da un club di primi inter pares, non da una "casa del popolo".

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