Ambrosoli, dunque, ha vinto. Non è un mistero (l'ho scritto) che ho votato per Andrea Di Stefano. Comunque, Ambrosoli è un buon candidato, che può fare della Regione Lombardia qualcosa di diverso da un pascolo dove foraggiare di bigliettoni verdi gli amici degli amici degli amici di...tu sai chi è, tu sai dov'è, tu sai che fa, da più di quindici anni, tanto per riprendere in chiave d'amara ironia il tormentone del Corrado Guzzanti massone.
Per convincersi della scelta di chi ha partecipato alle primarie del centrosinistra, premesso comunque che tutti e tre i candidati erano sicuramente validi; per convincersi, non per sentito dire, della bontà della scelta e di conseguenza della necessità di sostenere la candidatura alle elezioni regionali, con convinzione appunto a fronte delle immancabili sirene che il centrodestra, unito o diviso, mettera in campo, è utile fare un piccolo sforzo personale per conoscere Ambrosoli, l'uomo, le sue idee, la sua storia. Qui mi soffermo su quest'ultima, riproponendo due video tratti dal benemerito ricco archivio di YouTube.
Il primo video è un'intervista pubblicata dal blog di Beppe Grillo nel luglio 2009, quando ancora il comico genovese aveva "un grillo per la testa" e non provava a cavalcarlo. L'intervistato è, appunto, Umberto Ambrosoli nell'occasione della pubblicazione del suo libro "Qualunque cosa succeda" (Sironi, 2009), a trent'anni dall'omicidio di suo padre Giorgio.
Il secondo video è una intervista al padre di Umberto Ambrosoli sulla vicenda della Banca Privata Italiana di Michele Sindona, di cui fu liquidatore, e che lo portò, per la sua dirittura morale, a diventarne una tragica vittima. Il video contiene anche altri documenti che testimoniano degli ultimi eventi che portarono all'omicidio di Giorgio Ambrosoli.
Giorgio Ambrosoli in una lettera alla moglie, quando stava per depositare lo stato passivo della Banca Privata Italiana, aveva scritto: "È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il paese".
A chiudere una chicca di La Storia siamo Noi, che da sola aiuta a capire il perché d'un sostegno che val la pena dare.
Nessun commento:
Posta un commento