mercoledì 19 dicembre 2012

Smemorati d'Italia

Un articolo, della serie ridiamoci su amaramente per non piangere, è quello di Paolo Franco su la Padania i cui contenuti si possono immediatamente comprendere dal suo stesso incipit: "Mi dicono che l'acetilcolina sia un neurotrasmettitore fondamentale per la memoria e la concentrazione. In Italia, avvicinandosi il «fatale» 21 dicembre 2012, a qualcuno deve essersi ridotta considerevolmente".
Paolo Franco liquida subito i "numeri uno" così: Luigi Bersani, "il quale ritiene ottimo il lavoro di Mario Monti ma non lo vuole tra i piedi"; Silvio Berlusconi, "che sfiducia il Governo del Professore per manifesta incapacità ma gli propone poi di continuare a fare il Premier".
Ne cita altri di contagiati, casi disperati. Ad esempio sindacalisti come il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che di questi tempi dichiara che "i dati [del bollettino della Banca d'Italia, quello che annunciava non molti giorni fa che il debito pubblico si assestava a 2.014 miliardi con un +71 miliardi nei primi dieci mesi del 2012] confermano che la politica del rigore non risolve i nostri problemi e non ha ridotto la spesa". Paolo Franco ricorda che la Camusso il 14 novembre 2011 affermava: "Al Professor Monti vanno gli auguri miei personali e di tutta la Cgil. Mi auguro possa dar vita ad un esecutivo in grado di dare le risposte necessarie per superare la crisi". Oppure Raffaele Bonani con il suo "un Paese con questo debito non ha futuro", che "il 17 novembre 2011 - giorno dell'insediamento del Governo - affermava: «quello del presidente Monti è stato un discorso di alto profilo, completo, come raramente è accaduto negli ultimi anni in Parlamento»". Ma il più disperato resta sempre Pierferdinando Casini "in imperitura difesa dei Professori", che, ricorda Franco, "tuonava nei giorni scorsi da Padova «contro il federalismo degli sprechi»", quando "Bankitalia ha invece dimostrato esattamente il contrario, ovvero che è lo Stato che continua a creare debito, non le Autonomie".
Ma forse non è questione di memoria o concentrazione, piuttosto di un mix di supponenza, presunzione e convinzione che sia la gente comune a non aver memoria e a bere ingenuamente qualunque intruglio le si propini. Occhio, però, la storia insegna, che la gente, a furia di incazzarsi, prima o poi morde.

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