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venerdì 22 marzo 2013
Paolo Ferrero sulla crisi Cipro-Ue
Lanfranco Palazzolo ha intervistato, il 21 marzo per Radio Radicale, il segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, sulla questione drammatica della crisi che ha coinvolto Cipro ed il tentativo pericolosissimo quanto "osceno" della Merkel-Europa di far pagare alla popolazione, attraverso un prelievo sui conti correnti, il salvataggio delle banche private. Ferrero compie nella sua intervista una lucida disamina sul da farsi.
sabato 16 febbraio 2013
Il ministro per le Emergenze russo a Chelyabinsk
Il ministro per le Emergenze russo, Vladimir Puchkov, racconta TM News, si è recato nella città di Chelyabinsk per far visita alla popolazione locale e accertarsi personalmente dei danni provocati dalla caduta del meteorite che, il 15 febbraio 2013, ha causato più di mille feriti. "Dobbiamo essere chiari con le persone e dare il maggior numero d'informazioni possibile - ha spiegato il ministro - al momento comunque la situazione è stabile e non c'è pericolo di una nuova pioggia di meteoriti o cose simili in zona". Nella regione colpita dallo straordinario evento, circa 1400 Km a est della Capitale Mosca, lavorano circa 24mila persone. I tecnici del ministero sono al lavoro in tutta l'area per valutare i danni e assistere la popolazione, specie chi non ha potuto ancora far rientro in casa e ripristinare i servizi essenziali. "Dobbiamo essere cauti soprattutto a riaprire il gas - ha concluso Puchkov - stiamo mandando i nostri tecnici casa per casa per riattivare l'erogazione ma devo dire che tutti i sistemi di approvvigionamento energetico funzionano regolarmente". Gli scienziati ritengono che l'esplosione del meteorite nei cieli della Russia abbia liberato una quantità di energia circa 30 volte superiore a quella della bomba atomica di Hiroshima. In tutta la zona è caccia ai resti del sasso spaziale, che si stima pesasse circa 10 tonnellate. Il frammento principale sembra sia caduto nel lago ghiacciato di Chebarkul, creando un buco di circa 8 metri di diametro. (Immagini Afp)
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venerdì 15 febbraio 2013
La pioggia di meteoriti oggi in Russia
Una pioggia di meteoriti oggi in Russia ha provocato oltre 250 feriti. Lo spettacolare fenomeno si è verificato sugli Urali e ha seminato il panico tra la popolazione. La caduta di frammenti infuocati è stata seguita da un boato che ha fatto esplodere finestre. La clip è di Zoom in Italia.
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giovedì 31 gennaio 2013
Un aggiornamento sull'attacco aereo israeliano
Una clip di aggiornamento sull'attacco aereo israeliano ad un obiettivo al confine tra Libano e Siria. Sta crescendo la preoccupazione sulla sorte delle riserve di armi chimiche del regime siriano di Bashar al-Assad per il timore che cadano nelle mani di milizie islamiche, in particolare del movimento Hezbollah. Lunghe code in Israele per l'acquisto di maschere antigas per proteggersi contro i possibili effetti di alcune delle più terrificanti armi della storia di cui potrebbero impadronirsi i nemici dichiarati dello stato di Israele nella regione. Il direttore del servizio postale israeliano ha detto che la sua organizzazione ha visto un consistente picco negli ordini di maschere antigas. Israele ha incrementato le operazioni di raccolta di informazioni di intelligence in Siria e negli stati vicini nelle recenti settimane.
Funzionari americani hanno detto al New York Times che Israele ha notificato agli Stati Uniti sull'attacco aereo notturno avvenuto martedì vicino al confine libanese siriano. I funzionari hanno detto di ritenere che l'obiettivo dell'attacco era un convoglio di armi per gli Hezbollah in Libano, ma la Russia, forte alleato della Siria ha espresso preoccupazione per l'attacco.
Funzionari americani hanno detto al New York Times che Israele ha notificato agli Stati Uniti sull'attacco aereo notturno avvenuto martedì vicino al confine libanese siriano. I funzionari hanno detto di ritenere che l'obiettivo dell'attacco era un convoglio di armi per gli Hezbollah in Libano, ma la Russia, forte alleato della Siria ha espresso preoccupazione per l'attacco.
venerdì 25 gennaio 2013
Assad in tv, la gente nelle caverne
Bashar al Assad è tornato davanti alle telecamere, come mostra la clip di EuroNews. Nel giorno della festa per l'anniversario della nascita di Maometto, il presidente siriano è stato ripreso dalla tv di Stato mentre, in una moschea di Damasco, partecipava alla preghiera.
Nella clip successiva di TMNews (immagini Afp), un'altra tragica realtà della Siria della guerra civile. Grotte come case, rifugi di fortuna per sfuggire all'orrore della guerra per chi è rimasto senza un tetto sotto cui vivere. Succede nella Siria nord-orientale, dove le cavità delle pareti rocciose a strapiombo sul fiume sono diventate la nuova casa di un gruppo di sfollati, trasferitisi qui dopo aver perso la propria abitazione nei bombardamenti dei lealisti che hanno raso al suolo il vicino villaggio di al-Hamama, in una zona in mano ai ribelli che si oppongono al regime di Bashar al-Assad. "Siamo venuti qui - dice un'anziana signora - perché ogni sera ci sono bombardamenti e ormai i razzi hanno distrutto quasi tutte le nostre case. Siamo qua perché abbiamo paura"."Manca il cibo e c'è tanto freddo - aggiunge un uomo - abbiamo 2 o 3 coperte per coprire i bambini, siamo seduti qui e soffriamo la fame e tutto il resto".I rifugiati hanno costruito mura di pietre per proteggersi dal freddo e una canna fumaria in modo da poter accendere un fuoco per riscaldarsi senza rischiare di soffocare. In ciascuna grotta trovano posto anche 10 o 15 persone, spesso tutte donne perché i loro mariti e figli maschi sono stati uccisi o sono finiti in carcere. Gli abitanti del villaggio sono troppo poveri per tentare la fuga in Turchia, come fanno molti profughi, allora scelgono una vita da "uomini delle caverne" per restare vicino alla propria gente, sperando che la guerra finisca presto e che possano tornare nelle proprie case.
Nella clip successiva di TMNews (immagini Afp), un'altra tragica realtà della Siria della guerra civile. Grotte come case, rifugi di fortuna per sfuggire all'orrore della guerra per chi è rimasto senza un tetto sotto cui vivere. Succede nella Siria nord-orientale, dove le cavità delle pareti rocciose a strapiombo sul fiume sono diventate la nuova casa di un gruppo di sfollati, trasferitisi qui dopo aver perso la propria abitazione nei bombardamenti dei lealisti che hanno raso al suolo il vicino villaggio di al-Hamama, in una zona in mano ai ribelli che si oppongono al regime di Bashar al-Assad. "Siamo venuti qui - dice un'anziana signora - perché ogni sera ci sono bombardamenti e ormai i razzi hanno distrutto quasi tutte le nostre case. Siamo qua perché abbiamo paura"."Manca il cibo e c'è tanto freddo - aggiunge un uomo - abbiamo 2 o 3 coperte per coprire i bambini, siamo seduti qui e soffriamo la fame e tutto il resto".I rifugiati hanno costruito mura di pietre per proteggersi dal freddo e una canna fumaria in modo da poter accendere un fuoco per riscaldarsi senza rischiare di soffocare. In ciascuna grotta trovano posto anche 10 o 15 persone, spesso tutte donne perché i loro mariti e figli maschi sono stati uccisi o sono finiti in carcere. Gli abitanti del villaggio sono troppo poveri per tentare la fuga in Turchia, come fanno molti profughi, allora scelgono una vita da "uomini delle caverne" per restare vicino alla propria gente, sperando che la guerra finisca presto e che possano tornare nelle proprie case.
martedì 22 gennaio 2013
Messaggi da Mosca
Il conflitto tra le truppe governative siriane e l'opposizione potrebbe evolvere in una "protratta" guerra civile. Lo ha detto oggi il vice ministro degli Esteri Mikhail Bogdanov: "La situazione può svilupparsi in direzioni differenti. Io credo che possa divenire protratta". Bogdanov è anche l'inviato speciale del presidente russo per il Medio Oriente. "Come sapete, era inizialmente stato previsto che il conflitto sarebbe durato due, tre, quattro mesi, ma è andato avanti per circa due anni".
Bogdanov ha anche ripetuto la proposta di Mosca di colloqui con tutti i gruppi dell'opposizione siriana: "È possibile che contatti con nuovi gruppi di opposizione siriana, con cui non abbiamo mai comunicato prima, siano istituiti.
Bogdanov ha anche ripetuto la proposta di Mosca di colloqui con tutti i gruppi dell'opposizione siriana: "È possibile che contatti con nuovi gruppi di opposizione siriana, con cui non abbiamo mai comunicato prima, siano istituiti.
Russi in fuga dalla Siria
Come anticipato in un precedente post, la Russia ha mandato due aerei in Medio Oriente per evacuare 80 cittadini russi presenti in Siria, secondo quanto ha comunicato il Ministero per le situazioni di emergenza e riferito da diplomatici presenti nella regione. Uno Yak-42 e un Il-76, che possono trasportare circa cento passeggeri, sono decollati da Mosca diretti alla capitale del Libano, Beirut, dove il primo dei due è arrivato poco dopo le cinque del pomeriggio, ora di Mosca.
Funzionari dell'ambasciata russa sono giunti da Damasco al valico di frontiera di Jeida sul confine siriano-libanese per fornire l'assistenza consolare ai russi che avevano espresso il desiderio di lasciare la Siria, come ha riferito dal posto un corrispondente dell'agenzia RIA Novosti.
Secondo l'ambasciata, i cittadini russi che erano nella lista di quanti volevano tornare in patria erano 81; 79 di loro sono arrivati a Jeida, nella parte siriana del confine, oggi pomeriggio. Quattro pullman con i cittadini russi sono in viaggio dal confine a Beirut dove saranno accolti da incaricati della locale ambasciata russa. Nel gruppo anche donne che hanno sposato siriani, i loro bambini e i mariti che hanno acquisito la cittadinanza russa. Dal Libano quindi voleranno a Mosca. Una fonte dell'ambasciata russa a Damasco ha detto per telefono che lo staff dell'ambasciata ha mantenuto "contatti costanti" con i cittadini russi nel paese.
In ottbre, circa 1.000 russi avevano dichiarato che volevano lasciare la Siria, ma in dicembre il loro numero era sceso a circa 100, secondo l'ambasciata. Il Ministero delle situazioni di emergenza ha aperto una hotline per i russi in Siria e per i loro parenti.
Postazioni di aiuto medico e di supporto psicologico, come pure del Servizio federale di migrazione, saranno aperti all'aeroporto internazionale Domodedovo di Mosca, dove i due aerei atterreranno.
L'assistenza per il rimpatrio è stata attuata una settimana dopo la chiusura temporanea del Consolato generale russo nella città del nord-ovest della Siria, Aleppo, teatro per mesi di violenti combattimenti tra soldati governativi e gruppi di ribelli. L'ambasciata russa a Damasco rimane aperta, tuttavia il ministero degli Esteri ha fatto sapere che il personale sarà ridotto per quanto possibile.
L'ambasciata ha detto all'agenzia RIA Novosti che 8.008 cittadini russi sono registrati nei suoi elenchi ufficiali, ma fonti diplomatiche hanno stimati che più di 25.000 donne russe sposate con siriani vivono nel paese senza essere registrate presso i servizi consolari russi. Una fonte dell'ambasciata sentita per telefono ha detto che era difficile sapere quanti cittadini russi restino in Siria perché molti hanno abbandonato il paese.
Una cittadina russa raggiunta per telefono a Damasco sempre oggi dall'agenzia RIA Novosti ha detto che ha deciso di non lasciare la città perché non voleva "strappare" i suoi figli da scuola nel mezzo dell'anno scolastico; inoltre, ha aggiunto, là ha un lavoro, mentre a Mosca il lavoro è duro da trovare. Ha detto che le forniture di cibo, acqua e corrente elettrica a Damasco vanno bene, ma poche persone escono di notte. Se vivere nella città diventasse "impossibile come ad Aleppo", allora, ha detto, la abbandonerei.
Funzionari dell'ambasciata russa sono giunti da Damasco al valico di frontiera di Jeida sul confine siriano-libanese per fornire l'assistenza consolare ai russi che avevano espresso il desiderio di lasciare la Siria, come ha riferito dal posto un corrispondente dell'agenzia RIA Novosti.
Secondo l'ambasciata, i cittadini russi che erano nella lista di quanti volevano tornare in patria erano 81; 79 di loro sono arrivati a Jeida, nella parte siriana del confine, oggi pomeriggio. Quattro pullman con i cittadini russi sono in viaggio dal confine a Beirut dove saranno accolti da incaricati della locale ambasciata russa. Nel gruppo anche donne che hanno sposato siriani, i loro bambini e i mariti che hanno acquisito la cittadinanza russa. Dal Libano quindi voleranno a Mosca. Una fonte dell'ambasciata russa a Damasco ha detto per telefono che lo staff dell'ambasciata ha mantenuto "contatti costanti" con i cittadini russi nel paese.
In ottbre, circa 1.000 russi avevano dichiarato che volevano lasciare la Siria, ma in dicembre il loro numero era sceso a circa 100, secondo l'ambasciata. Il Ministero delle situazioni di emergenza ha aperto una hotline per i russi in Siria e per i loro parenti.
Postazioni di aiuto medico e di supporto psicologico, come pure del Servizio federale di migrazione, saranno aperti all'aeroporto internazionale Domodedovo di Mosca, dove i due aerei atterreranno.
L'assistenza per il rimpatrio è stata attuata una settimana dopo la chiusura temporanea del Consolato generale russo nella città del nord-ovest della Siria, Aleppo, teatro per mesi di violenti combattimenti tra soldati governativi e gruppi di ribelli. L'ambasciata russa a Damasco rimane aperta, tuttavia il ministero degli Esteri ha fatto sapere che il personale sarà ridotto per quanto possibile.
L'ambasciata ha detto all'agenzia RIA Novosti che 8.008 cittadini russi sono registrati nei suoi elenchi ufficiali, ma fonti diplomatiche hanno stimati che più di 25.000 donne russe sposate con siriani vivono nel paese senza essere registrate presso i servizi consolari russi. Una fonte dell'ambasciata sentita per telefono ha detto che era difficile sapere quanti cittadini russi restino in Siria perché molti hanno abbandonato il paese.
Una cittadina russa raggiunta per telefono a Damasco sempre oggi dall'agenzia RIA Novosti ha detto che ha deciso di non lasciare la città perché non voleva "strappare" i suoi figli da scuola nel mezzo dell'anno scolastico; inoltre, ha aggiunto, là ha un lavoro, mentre a Mosca il lavoro è duro da trovare. Ha detto che le forniture di cibo, acqua e corrente elettrica a Damasco vanno bene, ma poche persone escono di notte. Se vivere nella città diventasse "impossibile come ad Aleppo", allora, ha detto, la abbandonerei.
Mosca pronta ad evacuare i cittadini russi dalla Siria
Mosca si prepara a evacuare un centinaio di cittadini russi dalla Siria: un segnale che la sconfitta di Bashar al Assad è ormai considerata una possibilità concreta anche dal Cremlino. Lo riferisce EuroNews. Gli aerei in partenza da Mosca atterreranno a Beirut, in Libano, a causa dell'inagibilità dell'aereoporto di Damasco.
martedì 15 gennaio 2013
Sul deferimento del conflitto siriano all'ICC
Il ministero russo degli Esteri oggi ha criticato aspramente la richiesta fatta da alcune decine di paesi di deferire la crisi siriana alla Corte Criminale Internazionale (ICC): "Crediamo che l'iniziativa sia inopportuna e controproducente per la soluzione del problema principale, che è fermare immediatamente il bagno di sangue in Siria", aggiungendo che l'iniziativa complicherebbe soltanto la ricerca di modalità per appianare politicamente e diplomaticamente il conflitto siriano".
In una lettera lunedì, oltre 50 paesi guidati dalla Svizzera hanno chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di deferire il conflitto siriano all'ICC - una istituzione che persegue i responsabili di genocidio e di crimini di guerra. La lettera dice che il Consiglio di Sicurezza "deve assicurare l'attribuzione di responsabilità per i crimini che sembra siano stati commessi o che continuano ad essere commessi nella Repubblica Araba di Siria e mandare un chiaro segnale alle autorità siriane".
Intanto sono avvenuti alcuni fatti. Il Consolato Generale russo nella città nordoccidentale di Aleppo ha sospeso le attività. Aleppo, la più grande città siriana, a 340 chilometri a nord della capitale di Damasco, è stata la scena di mesi di violenti combattimenti tra forze governative e gruppi ribelli. La maggior parte di Aleppo è controllata dall'Esercito della Siria libera, un gruppo armato dell'opposizione. Gli abitanti della città soffrono per scarsità di cibo e di elettricità.
Quindici civili sono stati uccisi e alcune decine feriti da due esplosioni che "hanno scosso l'area tra la residenza universitaria e l'edificio della facoltà di Architettura nella parte sud dell'università di Aleppo", secondo quanto ha riferito su Facebook l'Osservatorio siriano per i diritti umani. La causa delle esplosioni non è chiara, le ipotesi contrastanti un missile sparato da un caccia governativo o autobombe dei ribelli.
In una lettera lunedì, oltre 50 paesi guidati dalla Svizzera hanno chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di deferire il conflitto siriano all'ICC - una istituzione che persegue i responsabili di genocidio e di crimini di guerra. La lettera dice che il Consiglio di Sicurezza "deve assicurare l'attribuzione di responsabilità per i crimini che sembra siano stati commessi o che continuano ad essere commessi nella Repubblica Araba di Siria e mandare un chiaro segnale alle autorità siriane".
Intanto sono avvenuti alcuni fatti. Il Consolato Generale russo nella città nordoccidentale di Aleppo ha sospeso le attività. Aleppo, la più grande città siriana, a 340 chilometri a nord della capitale di Damasco, è stata la scena di mesi di violenti combattimenti tra forze governative e gruppi ribelli. La maggior parte di Aleppo è controllata dall'Esercito della Siria libera, un gruppo armato dell'opposizione. Gli abitanti della città soffrono per scarsità di cibo e di elettricità.
Quindici civili sono stati uccisi e alcune decine feriti da due esplosioni che "hanno scosso l'area tra la residenza universitaria e l'edificio della facoltà di Architettura nella parte sud dell'università di Aleppo", secondo quanto ha riferito su Facebook l'Osservatorio siriano per i diritti umani. La causa delle esplosioni non è chiara, le ipotesi contrastanti un missile sparato da un caccia governativo o autobombe dei ribelli.
lunedì 14 gennaio 2013
La posizione russa dopo la trilaterale sulla Siria
Il ministro russo degli Esteri ha detto che Mosca crede che l'uscita di scena del presidente siriano Bashar al-Assad non può essere una precondizione ad un accordo per risolvere la crisi del paese. "I nostri partner sono convinti che l'uscita di scena del presidente Bashar al-Assad sia essenziale come precondizione. Questa è una precondizione che non è menzionata nella dichiarazione di Ginevra e non può essere soddisfatta perché non dipende da qualcuno". Così Sergei Lavrov commentando l'incontro trilaterale di venerdì con l'inviato internazionale per la Siria Lakhdar Brahimi e i diplomatici americani.
"Il presidente Assad ha annunciato iniziative per invitare ad un dialogo i membri di tutta l'opposizione. Sì, probabilmente, queste iniziative non sono irragiungibili, qualcuno potrebbe pensare che non sono abbastanza serie. Ma questa è una proposta", Lavrov lo ha detto dopo i colloqui con la sua controparte ucraina Leonid Kozhara, commentando il piano di pace di Assad, proposto la scorsa settimana e che comprende una conferenza nazionale di riconciliazione, la formazione di un nuovo governo e un'amnistia; piano che è stato respinto dall'opposizione siriana che lo ha bollato come "vuota retorica". In conseguenza di ciò il ministro degli esteri russo ha invitato l'opposizione siriana a formulare le loro idee su "come instaurare un dialogo".
"Il presidente Assad ha annunciato iniziative per invitare ad un dialogo i membri di tutta l'opposizione. Sì, probabilmente, queste iniziative non sono irragiungibili, qualcuno potrebbe pensare che non sono abbastanza serie. Ma questa è una proposta", Lavrov lo ha detto dopo i colloqui con la sua controparte ucraina Leonid Kozhara, commentando il piano di pace di Assad, proposto la scorsa settimana e che comprende una conferenza nazionale di riconciliazione, la formazione di un nuovo governo e un'amnistia; piano che è stato respinto dall'opposizione siriana che lo ha bollato come "vuota retorica". In conseguenza di ciò il ministro degli esteri russo ha invitato l'opposizione siriana a formulare le loro idee su "come instaurare un dialogo".
domenica 13 gennaio 2013
Depardieu invitato a marciare con l'opposizione russa
Il portavoce dell'opposizione russa Sergei Udaltsov ha invitato l'attore francese Gerard Depardieu, che di recente ha ricevuto il passaporto russo, a unirsi alla prossima marcia di protesta. "Gerard Depardieu ha ricevuto la cittadinanza russa, è interessato alla nostra vita politica e ho sentito che ha fatto dichiarazioni sull'opposizione... perché non invitarlo? Saremo lieti di vederlo alla nostra prossima azione di protesta, benvenuto!", ha detto Udaltsov all'agenzia RIA Novosti.
Oggi Depardieu aveva fatto dei commenti sul movimento russo di opposizione in un'intervista al programma Vesti Nedeli (Notizie della settimana) della televisione nazionale russa Rossiya Channel. "L'opposizione russa non ha un programma. Ci sono persone intelligenti, come [Garry] Kasparov, lui però va bene per gli scacchi. La politica è molto più complicata", aveva detto Depardieu.
Oggi Depardieu aveva fatto dei commenti sul movimento russo di opposizione in un'intervista al programma Vesti Nedeli (Notizie della settimana) della televisione nazionale russa Rossiya Channel. "L'opposizione russa non ha un programma. Ci sono persone intelligenti, come [Garry] Kasparov, lui però va bene per gli scacchi. La politica è molto più complicata", aveva detto Depardieu.
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sabato 12 gennaio 2013
L'unica soluzione possibile in Siria è quella politica
L'inviato internazionale in Siria Lakhdar Brahimi ha dichiarato, dopo i colloqui con i diplomatici russi e americani tenutisi ieri, che una soluzione politica al conflitto siriano è improbabile che emerga nell'immediato futuro. Nessun accordo in pratica è stato annunciato dopo l'incontro di cinque ore dell'inviato delle Nazioni Unite e della Lega araba con il vice ministro russo degli esteri Mikhail Bogdanov e il vice segretario di Stato americano William Burns, al quartier generale europeo delle Nazioni Unite a Ginevra.
In un video distribuito dal Centro stampa delle Nazioni Unite dopo i colloqui, Brahimi dice: "Se mi chiedete se una soluzione è dietro l'angolo, non sono sicuro che questo sia il caso, Ciò di cui sono certo è che c'è un'ampia comunità internazionale, in particolare membri del Consiglio di Sicurezza, che possono realmente creare l'apertura che è necessaria per iniziare a risolvere effettivamente il problema. Dal nostro punto di vista non ci sono soluzioni militari al conflitto".
La guerra civile dura da quasi due anni e recentemente le Nazioni Unite hanno affermato che il totale delle vittime supera le 60.000. Tutti gli sforzi internazionali per porre fine al conflitto sono falliti finora per il veto della Russia e della Cina posto a molte risoluzioni proposte dall'Occidente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. "Io sono assolutamente sicuro che i russi sono preoccupati come lo sono io, tanto preoccupati quanto lo sono gli americani, per la brutta situazione che esiste in Siria e per il suo continuo deterioramento, e io sono assolutamente certo che vorranno contribuire alla sua soluzione", ha detto ancora Brahimi. E ha aggiunto che Bogdanov e Burns hanno convenuto sulla necessità di raggiungere una soluzione politica basata sulla cosiddetta dichiarazione di Ginevra del 30 giugno 2012 che proponeva, tra le altre cose, un governo siriano di transizione che comprendesse sia le autorità siriane che le forze di opposizione.
Il giorno prima dei colloqui, il governo siriano aveva accusato Brahimi di "oltrepassare" il suo mandato e di avere "una evidente preferenza per quelle parti note per cospirare contro la Siria e il suo popolo", Lo avevano riferito media governativi siriani.
In un video distribuito dal Centro stampa delle Nazioni Unite dopo i colloqui, Brahimi dice: "Se mi chiedete se una soluzione è dietro l'angolo, non sono sicuro che questo sia il caso, Ciò di cui sono certo è che c'è un'ampia comunità internazionale, in particolare membri del Consiglio di Sicurezza, che possono realmente creare l'apertura che è necessaria per iniziare a risolvere effettivamente il problema. Dal nostro punto di vista non ci sono soluzioni militari al conflitto".
La guerra civile dura da quasi due anni e recentemente le Nazioni Unite hanno affermato che il totale delle vittime supera le 60.000. Tutti gli sforzi internazionali per porre fine al conflitto sono falliti finora per il veto della Russia e della Cina posto a molte risoluzioni proposte dall'Occidente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. "Io sono assolutamente sicuro che i russi sono preoccupati come lo sono io, tanto preoccupati quanto lo sono gli americani, per la brutta situazione che esiste in Siria e per il suo continuo deterioramento, e io sono assolutamente certo che vorranno contribuire alla sua soluzione", ha detto ancora Brahimi. E ha aggiunto che Bogdanov e Burns hanno convenuto sulla necessità di raggiungere una soluzione politica basata sulla cosiddetta dichiarazione di Ginevra del 30 giugno 2012 che proponeva, tra le altre cose, un governo siriano di transizione che comprendesse sia le autorità siriane che le forze di opposizione.
Il giorno prima dei colloqui, il governo siriano aveva accusato Brahimi di "oltrepassare" il suo mandato e di avere "una evidente preferenza per quelle parti note per cospirare contro la Siria e il suo popolo", Lo avevano riferito media governativi siriani.
venerdì 11 gennaio 2013
Depardieu si farà comunista russo?
Il primo segretario del Partito comunista russo (KPRF), Valery Rashkin, ha invitato l'attore francese Gerard Depardieu, esule in Russia per la vicenda della supertassa sui redditi oltre il milione di euro, ad iscriversi al partito, dopo che l'attore è diventato cittadino russo. "Sì, oggi ho scritto una lettera ufficiale a Depardieu in Francia invitandolo ad unirsi al KPRF", ha detto Rashkin mostrando indifferenza riguardo al risentimento di Depardieu verso la politica di ridistribuzione della ricchezza nel suo paese natale. "Io credo che egli abbia grande rispetto per suo padre, che era un membro del Partito comunista, e che potrebbe voler condividere la sua posizione politica". E ha aggiunto: "Stiamo adesso aspettando una sua decisione", dicendo anche che Depardieu non aveva in precedenza discusso l'argomento con il partito.
Depardieu fino ad ora ha mostrato scarsa palese simpatia per gli ideali del Partito comunista russo, che rimane notoriamente fedele alla sua ideologia marxista e ha rifiutato di reinventarsi come un movimento democratico di sinistra come alcuni dei suoi contemporanei in Europa, ad esempio il Partito comunista francese che era un forte partito alla metà del secolo scorso, che raggiungeva nel secondo dopoguerra fino al 25 per cento dei consensi.
Depardieu fino ad ora ha mostrato scarsa palese simpatia per gli ideali del Partito comunista russo, che rimane notoriamente fedele alla sua ideologia marxista e ha rifiutato di reinventarsi come un movimento democratico di sinistra come alcuni dei suoi contemporanei in Europa, ad esempio il Partito comunista francese che era un forte partito alla metà del secolo scorso, che raggiungeva nel secondo dopoguerra fino al 25 per cento dei consensi.
giovedì 10 gennaio 2013
Lo striscione di fronte al Cremlino
La polizia moscovita ha reso noto oggi che uno striscione di un gruppo sconosciuto di attivisti, recante "simboli di organizzazioni estremistiche" è stato esposto di fronte al Cremlino. La polizia ha scoperto lo striscione, che conteneva simboli e uno slogan non specificato, sul ponte di fronte alle mura del Cremlino intorno alle 5 del mattino di ieri e lo ha tolto.
Una fotografia che circola su Twitter mostra lo striscione appeso con parecchi simboli tra cui quelli del bandito Partito Nazionale Bolscevico e del governante Partito della Russia Unita, con la scritta "Organizzazioni estremiste di Russia".
La polizia ha riferito che sul luogo non c'era nessun attivista presente, tolto un reporter che stava fotografando lo striscione, che è stato portato alla stazione di polizia per essere interrogato e rilasciato più tardi, come ha riferito un portavoce della polizia all'agenzia RIA Novosti.
Nessuna organizzazione ha rivendicato la responsabilità dell'azione. Simili eventi si sono già verificati in passato nella capitale russa. Lo scorso febbraio, un gruppo di attivisti dell'opposizione ha appeso in faccia al Cremlino uno striscione giallo e nero con una foto dell'allora primo ministro Vladimir Putin con su tracciata una X.
Una fotografia che circola su Twitter mostra lo striscione appeso con parecchi simboli tra cui quelli del bandito Partito Nazionale Bolscevico e del governante Partito della Russia Unita, con la scritta "Organizzazioni estremiste di Russia".
La polizia ha riferito che sul luogo non c'era nessun attivista presente, tolto un reporter che stava fotografando lo striscione, che è stato portato alla stazione di polizia per essere interrogato e rilasciato più tardi, come ha riferito un portavoce della polizia all'agenzia RIA Novosti.
Nessuna organizzazione ha rivendicato la responsabilità dell'azione. Simili eventi si sono già verificati in passato nella capitale russa. Lo scorso febbraio, un gruppo di attivisti dell'opposizione ha appeso in faccia al Cremlino uno striscione giallo e nero con una foto dell'allora primo ministro Vladimir Putin con su tracciata una X.
martedì 8 gennaio 2013
Assad intendeva usare il sarin
Il New York Times ha riferito ieri che negli ultimi giorni di novembre del 2012, l'IDF, le forze di difesa israeliane, hanno ricevuto l'informazione che le truppe siriane sembravano intenzionate a mescolare sostanze chimiche in due siti di stoccaggio, probabilmente il letale gas nervino sarin, e a riempire una quantità di bombe che potevano essere caricate sugli aerei.
Il giornale aggiungeva che gli alti comandi dell'IDF avevano informato il Pentagono e che nel giro di poche ore il presidente Obama era stato avvertito. L'allarme era aumentato nel fine settimana poiché gli ordigni erano stati caricati su veicoli nei pressi delle basi aeree siriane.
In riunioni informative, ai funzionari dell'amministrazione era stato detto che se il presidente siriano Bashar Assad avesse ordinato di usare le armi, esse potevano essere aviotrasportate in meno di due ore - un tempo troppo breve per un'azione americana.
Secondo il giornale, quello che è seguito, è stato una rimarcabile dimostrazione di cooperazione internazionale nella guerra civile, nella quale Stati Uniti, Stati arabi, Russia e Cina non hanno quasi mai concordato una modalità comune di azione.
Il New York Times afferma che la combinazione di un avvertimento pubblico di Obama e messaggi privati più nettamente espressi mandati al leader siriano e ai suoi comandanti militari, da Russia e altri paesi, inclusi l'Iraq, la Turchia e probabilmente la Giordania, ha fermato la miscelatura delle sostanze chimiche e la preparazione delle bombe.
Il giornale aggiungeva che gli alti comandi dell'IDF avevano informato il Pentagono e che nel giro di poche ore il presidente Obama era stato avvertito. L'allarme era aumentato nel fine settimana poiché gli ordigni erano stati caricati su veicoli nei pressi delle basi aeree siriane.
In riunioni informative, ai funzionari dell'amministrazione era stato detto che se il presidente siriano Bashar Assad avesse ordinato di usare le armi, esse potevano essere aviotrasportate in meno di due ore - un tempo troppo breve per un'azione americana.
Secondo il giornale, quello che è seguito, è stato una rimarcabile dimostrazione di cooperazione internazionale nella guerra civile, nella quale Stati Uniti, Stati arabi, Russia e Cina non hanno quasi mai concordato una modalità comune di azione.
Il New York Times afferma che la combinazione di un avvertimento pubblico di Obama e messaggi privati più nettamente espressi mandati al leader siriano e ai suoi comandanti militari, da Russia e altri paesi, inclusi l'Iraq, la Turchia e probabilmente la Giordania, ha fermato la miscelatura delle sostanze chimiche e la preparazione delle bombe.
lunedì 7 gennaio 2013
Berlusconi in Russia fa notizia
L'agenzia RIA Novosti mette in grande evidenza le dichiarazioni di oggi dell'ex primo ministro italiano Silvio Berlusconi con cui afferma di aver raggiunto un accordo con la Lega Nord per correre insieme alle prossime elezioni e di voler essere il ministro dell'Economia nel nuovo governo.
Berlusconi ha detto, continua l'agenzia, a media italiani che il suo partito, il Popolo della Libertà, ha ottenuto l'accordo con la Lega Nord, che era un alleato nella coalizione che sosteneva il suo ultimo governo, e di non progettare di ricoprire per un altro periodo la carica di primo ministro.
Angelino Alfano, segretario del Popolo della Libertà è il candidato più probabile al posto di primo ministro, se venceranno le elezioni di febbraio, lo ha detto Berlusconi, riporta l'agenzia, alla radio italiana Rtl 102.5.
I colloqui tra i due partiti sono continuati per parecchie settimane con il capo della Lega Nord Roberto Maroni che insisteva perché Berlusconi ritirasse la sua candidatura a primo ministro.
Un sondaggio, aggiunge ancora l'agenzia, pubblicato recentemente suggerisce che PDL e Lega Nord potrebbero riportare il 28 per cento dei voti. La coalizione di centrosinistra guidata da Pier Luigi Bersani del Partito Democratico porterebbe a casa tra il 38 e il 39 per cento, mentre il blocco di centro del premier Mario Monti sarebbe intorno al 15 per cento.
Berlusconi ha detto, continua l'agenzia, a media italiani che il suo partito, il Popolo della Libertà, ha ottenuto l'accordo con la Lega Nord, che era un alleato nella coalizione che sosteneva il suo ultimo governo, e di non progettare di ricoprire per un altro periodo la carica di primo ministro.
Angelino Alfano, segretario del Popolo della Libertà è il candidato più probabile al posto di primo ministro, se venceranno le elezioni di febbraio, lo ha detto Berlusconi, riporta l'agenzia, alla radio italiana Rtl 102.5.
I colloqui tra i due partiti sono continuati per parecchie settimane con il capo della Lega Nord Roberto Maroni che insisteva perché Berlusconi ritirasse la sua candidatura a primo ministro.
Un sondaggio, aggiunge ancora l'agenzia, pubblicato recentemente suggerisce che PDL e Lega Nord potrebbero riportare il 28 per cento dei voti. La coalizione di centrosinistra guidata da Pier Luigi Bersani del Partito Democratico porterebbe a casa tra il 38 e il 39 per cento, mentre il blocco di centro del premier Mario Monti sarebbe intorno al 15 per cento.
domenica 6 gennaio 2013
Il Rasputin di Putin
L'attore francese Gerard Depardieu ha, dunque, ricevuto il passaporto russo in un incontro privato col presidente Vladimir Putin nel resort Mar Nero di Sochi. Lo ha comunicato il portavoce del presidente Dmitry Peskov. Nell'incontro i due hanno anche discusso questioni correlate alla proiezione di un film su Grigory Rasputin in Russia, nel quale Depardieu impersonava Rasputin.
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Foto: RIA Novosti. Mikhail Klimentiev |
sabato 5 gennaio 2013
"Presidente del mio cuore"
Brigitte Bardot tiene ancora oggi la scena dichiarando al quotidiano Nice Matin in un'intervista che il presidente russo Putin ha fatto per la protezione degli animali di più che tutti i presidenti francesi messi assieme: "Io credo che sia una persona molto umana. Ogni volta che gli chiedo qualcosa, aiuta sostanzialmente. Ha fatto molto di più per proteggere gli animali che tutti i nostri presidenti messi insieme".
Putin si è guadagnata una reputazione come amante degli animali durante i suoi anni da presidente russo e primo ministro. Putin ha molti animali e vanta un lungo elenco di photo-ops con animali selvatici. La Bardot ha chiamato Putin "presidente del mio cuore" dopo che ha vietato la caccia alle giovani foche.
Putin si è guadagnata una reputazione come amante degli animali durante i suoi anni da presidente russo e primo ministro. Putin ha molti animali e vanta un lungo elenco di photo-ops con animali selvatici. La Bardot ha chiamato Putin "presidente del mio cuore" dopo che ha vietato la caccia alle giovani foche.
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Foto AFP/ Gerard Fouet da RIA Novosti |
venerdì 4 gennaio 2013
Brigitte Bardot si fa russa per gli elefanti
L'attrice francese Brigitte Bardot ha minacciato di seguire il suo collega Gerard Depardieu e di far domanda per la cittadinanza russa, anche se per un motivo differente. La notissima attrice settantasettenne, attivista dei diritti degli animali, ha detto che chiederà di diventare russa nel caso in cui le autorità francesi non abbandoneranno il loro intendimento di abbattere due elefanti malati allo zoo di Lione: "Se coloro che sono al potere hanno la viltà e l'impudenza di uccidere i due elefanti Baby e Népal nonostante tutte le proposte fatte dalla mia Fondazione... allora ho deciso che chiederò la nazionalità russa per fuggire da questo paese che è divenuto niente altro che un cimitero di animali". La dichiarazione è stata postata oggi sul sito della fondazione per i diritti degli animali.
I due elefanti sono malati di tubercolosi e le autorità cittadine insistono che dovrebbero essere soppressi in quanto costituiscono una minaccia per gli altri animali dello zoo e per i visitatori. Sostenuta dalla Bardot, una campagna pubblica, che sollecita la non soppressione dei due elefanti, ha raccolto migliaia di firme.
I due elefanti sono malati di tubercolosi e le autorità cittadine insistono che dovrebbero essere soppressi in quanto costituiscono una minaccia per gli altri animali dello zoo e per i visitatori. Sostenuta dalla Bardot, una campagna pubblica, che sollecita la non soppressione dei due elefanti, ha raccolto migliaia di firme.
Il russo Depardieu
Il "leggendario attore francese", così RIA Novosti definisce Gerard Depardieu, ha detto di essere contento che gli sia stata concessa la cittadinanza russa, aggiungendo che ama la Russia e che promette di studiare la lingua russa. Depardieu lo ha scritto in una lettera indirizzata ai giornalisti russi sul sito della tv federale russa Canale 1.
Nella lettera si legge: "Adoro il vostro paese, la Russia, la vostra gente, la vostra storia, i vostri scrittori... Adoro la vostra cultura, il vostro modo di pensare. L'attore ha detto che se si trasferirà in Russia, preferirà risiedere in un piccolo villaggio piuttosto che in una grande città come Mosca. Depardieu ha anche elogiato Putin.
L'attore francese non è uno straniero in Russia. Recentemente Depardieu ha visitato la Cecenia dove ha presenziato a una celebrazione del 194.mo anniversario della sua capitale Grozny, con il leader ceceno Ramzan Kadyrov. A seguito di quella visita, Kadyrov aveva invitato Depardieu a vivere lì. Kadyrov ieri ha elogiato la decisione di Putin di concedere la cittadinanza all'attore in un tweet e ha ripetuto a Depardieu il suo invito.
Il vice primo ministro Dmitry Rogozin ha salutato con favore il gesto di Putin dicendo che può attrarre molti ricchi stranieri in Russia: Rogozin ha scritto su Twitter: "L'Occidente sa poco del nostro sistema fiscale. Quando impareranno di più, dovremo aspettarci una migrazione di massa dei ricchi europei in Russia".
George Dallemagne, il capo della commissione di naturalizzazione della Camera dei deputati del Parlamento belga, ha detto che se Depardieu accetta il passaporto russo può ancora ricevere un permesso di residenza in Belgio: "Come russo potrebbe certamente rimanere in Belgio, avrebbe forse bisogno del necessario visto ma per un periodo breve potrebbe stare qui. Avrebbe bisogno di richiedere un permesso di residenza per tempi più lunghi ma come russo dovrebbe essere in grado di riceverlo. Dipende da certi fattori". Depardieu non ha ancora fatto domanda per la cittadinanza belga.
Nella lettera si legge: "Adoro il vostro paese, la Russia, la vostra gente, la vostra storia, i vostri scrittori... Adoro la vostra cultura, il vostro modo di pensare. L'attore ha detto che se si trasferirà in Russia, preferirà risiedere in un piccolo villaggio piuttosto che in una grande città come Mosca. Depardieu ha anche elogiato Putin.
L'attore francese non è uno straniero in Russia. Recentemente Depardieu ha visitato la Cecenia dove ha presenziato a una celebrazione del 194.mo anniversario della sua capitale Grozny, con il leader ceceno Ramzan Kadyrov. A seguito di quella visita, Kadyrov aveva invitato Depardieu a vivere lì. Kadyrov ieri ha elogiato la decisione di Putin di concedere la cittadinanza all'attore in un tweet e ha ripetuto a Depardieu il suo invito.
Il vice primo ministro Dmitry Rogozin ha salutato con favore il gesto di Putin dicendo che può attrarre molti ricchi stranieri in Russia: Rogozin ha scritto su Twitter: "L'Occidente sa poco del nostro sistema fiscale. Quando impareranno di più, dovremo aspettarci una migrazione di massa dei ricchi europei in Russia".
George Dallemagne, il capo della commissione di naturalizzazione della Camera dei deputati del Parlamento belga, ha detto che se Depardieu accetta il passaporto russo può ancora ricevere un permesso di residenza in Belgio: "Come russo potrebbe certamente rimanere in Belgio, avrebbe forse bisogno del necessario visto ma per un periodo breve potrebbe stare qui. Avrebbe bisogno di richiedere un permesso di residenza per tempi più lunghi ma come russo dovrebbe essere in grado di riceverlo. Dipende da certi fattori". Depardieu non ha ancora fatto domanda per la cittadinanza belga.
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