sabato 5 gennaio 2013

Assad deve dimettersi e affrontare un processo

Un comandante dell'esercito libero siriano ha detto che il solo modo di fermare la guerra civile è per Bashar Assad di dare le dimissioni ed affrontare un processo insieme a tutti gli altri funzionari del regime. Yasser al-Abud ha aggiunto che i ribelli respingeranno qualunque altra iniziativa.

Montweet

"Lo dico con modestia, ma in questo momento mi sento io stesso un po' un pioniere. Venite anche voi". È uno dei tweet di Mario Monti che oggi ha scoperto i social network. Un neofita, dunque. Chissà, domani forse scoprirà i lavoratori, i pensionati, la vita del tirare la cinghia per arrivare a fine mese. Non è mai troppo tardi, diceva il maestro Manzi. Pioniere di cosa, poi? I politici da tempo usano Twitter o Facebook per rivolgersi direttamente al popolo della rete, sempre più vasto, anche se molte zone d'Italia riguardo alla banda larga sono ancora terzo, quarto, quinto mondo. L'uso dei social network per la campagna politica? Già fatto. Dopo Twitter il premier dimissionario scopra magari anche altro della rete, YouTube magari e ci navighi un po'. Forse scoprirà una clip come questa, da guardare e da darsi una risposta. Pionere di cosa? Dell'acqua calda.

Casini e vaccate

Prendo dall'articolo di oggi su ilGiornale.it di Vittorio Feltri, solo la descrizione della situazione, dicendo a chi la citazione può parere poca cosa di leggere direttamente sul quotidiano online l'intero articolo.
Perché mi limito alla descrizione? Perché già di per se stessa è eloquente. Le riflessioni di Feltri non fanno che sottolineare ulteriormente un'assurda pretesa, ben sintetizzata dallo stesso titolo: "Pier è sempre più furby. Vuol governare senza i voti".
Scrive Feltri: "Pier Ferdinando Casini, dall'alto della torre di Babele che sta costruendo con i propri amici ex (o filo) democristiani, fa la voce grossa. Sarà perché era abituato a starsene laggiù, in basso, cioè seduto su una percentuale del 5 e rotti per cento (i voti dell'Udc), ora che i sondaggi lo danno al 12 ha le vertigini, gli gira la testa, come succede a quelli che bevono troppo, e dice cose bizzarre. Per esempio, sostiene (che se alle prossime elezioni il Partito democratico vincesse alla Camera (è scontato), ma non riuscisse a fare altrettanto al Senato (è probabile), Pier Luigi Bersani dovrebbe rassegnarsi a cedere la poltrona di premier. A chi? A Mario Monti, socio in affari politici dello stesso Casini nonché di Gianfranco Fini e vari personaggi di secondo piano, tutti in fila davanti al Palazzo con la pretesa di entrarvi e trovare un posto comodo, possibilmente per cinque anni".
Più avanti, ma è solo retorica perché la risposta è ovvia, Feltri si domanda: "In quale democrazia, sia pure delle banane, un partito del 12 per cento (facciamo il 15, per essere generosi) soffia a un partito del 30 o 32 la guida dell'esecutivo?". E se qualcuno ricorda la prima Repubblica, Feltri ribatte: "A quei tempi vigeva il sistema proporzionale puro ed era fatale che i giochi si facessero in Parlamento, a consultazioni avvenute". Ma col Porcellum, no, dice Feltri, perché si trasformerebbe "di fatto il Porcellum in una gran Vaccata". Appunto. Solo chi è abituato a "casini" fa fatica a comprendere.

Le leonesse di Assad

Sky News Arabic ha pubblicato un video che documenta l'esistenza nell'esercito siriano di un battaglione di sole donne, chiamato "Le Leonesse per la Difesa Nazionale". La pagina Facebook che sostiene l'assediato presidente Bashar Assad spiega che la missione delle "leonesse" è di difendere il paese accanto agli uomini. La clip mostra le donne che marciano mentre sventola la bandiera siriana e si può vedere un ritratto di Assad sullo sfondo. Nell'articolo non si dice dove o esattamente quando la parata militare ha avuto luogo.
Ieri il capo di stato maggiore dell'esercito siriano, Ali Abdullah Ayub, ha visitato una delle unità combattenti dell'esercito per incoraggiare i soldati: "Il complotto tramato contro la Siria è fallito grazie al coraggio dell'esercito siriano e la solidarietà del popolo siriano". Ha poi sollecitato i soldati "a continuare le sacre operazioni, che si palesano nella distruzione delle cellule terroristiche armate e la pulizia della patria dalla loro impurità".

Software iraniano per controllare i social network

Il capo della polizia iraniana ha detto che la Repubblica Islamica sta sviluppando un nuovo software per controllare i siti di social network.
Il generale Esmail Ahmadi Moghadam, secondo quanto ha riportato un giornale iraniano, ha detto che il nuovo software proteggerà gli iraniani dall'esposizione online a malware mentre permetterà agli utenti di godere dei benefici di Internet. Non ha precisato quando il software sarà introdotto.

Squadra compasso 7

Riprendo il discorso su La7 lasciato in sospeso nel post L'esoterismo come strumento politico, pubblicato qualche giorno fa. In quella annotazione dicevo che c'è un altro [dopo Rai 2] evidente sostenitore televisivo di Monti, LA7, aggiungendo un "se non altro per certe frequentazioni comuni di giornalisti e dirigenti". Il riferimento era, per dire qualcuno, a Lilli Gruber, l'anchorwoman di 8 e mezzo, che nel periodo dal 31 maggio al 5 giugno dello scorso anno, 2012, ha partecipato al 60° meeting del Bilderberg a Chantilly in Virgina, o per restare nello stesso ambito di frequentazioni Franco Bernabè, presidente e CEO di  Telecom Italia, società che controlla quasi al 78% Telecom Italia Media, proprietaria appunto di La7; Bernabè, che è membro del Steering Committee che governa il Bilderberg, come lo era Mario Monti prima delle dimissioni a seguito dell'assunzione dell'incarico di governo. Il Bilderberg è, come si sa, un gruppo ristretto di potenti internazionali, in genere nomi di spicco dell'economia, della politica e dei sistemi bancari, che si riuniscono per invito annualmente per trattare in maniera libera, nell'ambito di un convegno chiuso ai media e al pubblico, temi globali, come la politica e l'economia mondiale, ed anche delle forze militari mondiali.
Nel post ricordato citavo le osservazioni esoteriche fatte sul simbolo dell'emittente in connessione con la simbologia  e la numerologia massonica, come pure le interessanti congetture sulla costruzione grafica del simbolo. Naturalmente la scelta della sigla che doveva sostituire TMC, l'acronimo di Tele Monte Carlo, al momento del passaggio di proprietà da Vittorio Cecchi Gori alla Seat Pagine Gialle, poi Telecom Italia Media, ha e avrà altre spiegazioni. Qualcuno potrebbe dire che il marchio, La7, voleva significare semplicemente che la televisione rappresentava il settimo network nazionale che si poneva come alternativa ai 6 canali nazionali Rai1, Rai2, Rai3, Rete4, Canale5 e Italia1 che fino a quel momento si erano spartiti il pubblico televisivo. Tuttavia, il fascino di un occulto significato del marchio permane, ed è in qualche modo corroborato dalle scelte di palinsesto dell'emittente. Ma non voglio qui addentrarmi in un labirinto, quanto piuttosto raccontare una curiosità in cui per caso mi sono imbattuto.
Diamo per buone tutte le considerazioni sul numero 7 e la sua considerazione in ambito massonico. Citando, ad esempio, un documento, L'età massonica, di facile reperibilità nella rete, il sette rappresenta l'età simbolica del grado di Maestro, non a caso «“sette anni” è il tempo sufficiente e necessario a rinnovare tutte le cellule del corpo umano». Ma il testo citato ricorda altri aspetti esoterici del numero 7, che mi dilungo a riportare: «Il Sette è poi, per i Pitagorici, il numero più importante, in quanto originato dalla somma del Tre e del Quattro, a simboleggiare l’unione della divinità con la materia. Sette è anche il numero degli angeli planetari, dei giorni della settimana, dei colori dell’arcobaleno, del “settimo giorno” dedicato all’Eterno, dei sette peccati capitali e delle virtù cardinali e teologali che ad essi si oppongono, delle Arti liberali che l’Iniziato deve coltivare con continuità ed impegno, delle sette emanazioni o raggi attraverso cui il vigore interno del Sole fluisce sulla terra come vita e coscienza. Esso è inoltre un numero cardine della Bibbia e della tradizione ermetica: sette sono infatti le distillazioni per ottenere dal Serpe l’Acqua divina, sette i lavacri necessari per ottenere la purificazione, sette i gradini della Scala dei Saggi, ecc. La tradizione giudaico-cristiana presenta inoltre i sette sigilli dell’Apocalisse e la “Menorah”, il candelabro a sette bracci, ornamento del tempio massonico e simbolo della luce dello spirito, nel quale, osservando particolari modalità, si possono “leggere” i giorni, le settimane, i mesi, gli anni e le fasi lunari.»
Sul 7, insomma, ci siamo, ma il resto della sigla? Al resto conforta il caso. Visitando il sito del Grande Oriente d'Italia, la curiosità mi spinge a cliccare sul link "Archivio GOI". Compare una pagina in costruzione, caratterizzata da questa immagine:

Perbacco! La squadra e il compasso che ti formano proprio il resto della sigla: LA.
Come ci spiega Wikipedia, uno dei simboli massonici principali è squadra e compasso, strumenti della categoria muratoria, in genere disposti a formare un quadrilatero. La squadra è talora detta rappresentare la materia, ed il compasso lo spirito o la mente. Ancora, la squadra può esser detta rappresentare il mondo del concreto, o la misura della realtà oggettiva, mentre il compasso rappresenta l'astrazione, o giudizio soggettivo, e così via. Significati alquanto azzeccati anche, e particolarmente, per un "mediatore di massa" com'è una televisione. No?

Missili americani contrabbandati a Gaza

Un lancio dell'agenzia stampa palestinese Ma'an riferisce che le forze di sicurezza egiziane, operando contro il contrabbando di armi, hanno scoperto e sequestrato nel nord della penisola del Sinai missili di fabbricazione americana che si suppone fossero destinati alla Striscia di Gaza.


"Presidente del mio cuore"

Brigitte Bardot tiene ancora oggi la scena dichiarando al quotidiano Nice Matin in un'intervista che il presidente russo Putin ha fatto per la protezione degli animali di più che tutti i presidenti francesi messi assieme: "Io credo che sia una persona molto umana. Ogni volta che gli chiedo qualcosa, aiuta sostanzialmente. Ha fatto molto di più per proteggere gli animali che tutti i nostri presidenti messi insieme".
Putin si è guadagnata una reputazione come amante degli animali durante i suoi anni da presidente russo e primo ministro. Putin ha molti animali e vanta un lungo elenco di photo-ops con animali selvatici. La Bardot ha chiamato Putin "presidente del mio cuore" dopo che ha vietato la caccia alle giovani foche.

Foto AFP/ Gerard Fouet da RIA Novosti

Hitler in preghiera al Ghetto di Varsavia

I volti del Ghetto di Varsavia nella seconda guerra mondiale. I ritratti appesi sui vecchi edifici a ricordo dell'oscuro passato che vide circa 300.000 ebrei che vivevano nel Ghetto mandati ai campi di sterminio nazisti. Accanto a questi memoriali di uno dei momenti più bui della capitale polacca c'è una istallazione artistica di Maurizio Cattelan che mostra un Adolf Hitler in preghiera. Esporre arte che inserisce il leader nazista nella scena di uno dei suoi peggiori crimini contro l'umanità viene considerato da molti ripugnante, ma l'artista non sembra provare rimorsi.

venerdì 4 gennaio 2013

Storie di nani e di giganti

"Pesantino" oggi l'editoriale su Il Giornale di Alessandro Sallusti, dal titolo: "L'anti-Mario. Il gigante Brunetta". Lo ricopio integralmente, altrimenti si farebbe un torto a Sallusti e si rischierebbe di perdere quei toni "alla Santanchè" che talvolta echeggiano qua e là tra i paragrafi.
Scrive Sallusti: Due episodi di allarmante razzismo ieri in Italia. Il primo a Busto Arsizio, dove tifosi della Pro Patria hanno intonato cori razzisti contro i giocatori di colore del Milan. Il secondo, molto più grave, su Rai Uno, dove Monti ha ironizzato sull'altezza fisica dell'ex ministro Brunetta e ha chiesto di silenziare le ali radicali del Pd. Monti si svela così peggio di un razzista da stadio. Gli uomini etichettati e messi al bando in base al colore, ai requisiti fisici, alle idee. I termini usati dal premier: «statura» e «silenziare» ricordano le peggiori dittature, una tecnica di selezione della razza che Monti ha probabilmente affinato nella sua lunga e personalmente proficua frequentazione con Angela Merkel e le sue ambizioni egemoniche di tragica memoria in quanto a purezza e perfezione fisica.
Ecco chi hanno pensato di sostenere i vescovi italiani, ecco chi dovrebbero votare i cattolici: un professore che va in chiesa la domenica e che in settimana divide le persone tra alti e bassi, con dichiarato disprezzo per i secondi, evidentemente non fisicamente all'altezza del ruolo. Gli do un consiglio, così, per fare un salto di qualità e di coraggio: perché non ironizzare sul fatto che il ministro delle Finanze tedesco è un signore handicappato che si muove in carrozzina? Proponga di gettarlo dalla rupe, in nome di principi di bocconiana memoria, o per compiacere il suo sponsor cardinale Bagnasco.
A confronto di Monti, Brunetta è un gigante che si è fatto largo nella vita facendosi un mazzo che il premier non si immagina neppure. Non è un mostro di simpatia, è vero. Ma non è questo il suo torto. È che da ministro ha provato per primo nella storia della Repubblica, e con qualche successo, a mettere in riga fannulloni e imboscati del pubblico impiego. Ma soprattutto nell'ultimo anno ha messo a nudo con la pignoleria e testardaggine di cui è capace tutte le menzogne del presunto effetto Monti sull'economia, a partire da quelle sullo spread. Un affronto che il premier non ha gradito e al quale risponde ora con la stizza acida e isterica classica del professore frustrato. Mi raccomando, stiamo alla larga dai razzisti di stadio e di palazzo.

Distanza evidentissima

Salvatore Cannavò su il Fatto Quotidiano intervista oggi Sergio Cofferati, ex segretario della Cgil e parlamentare europeo del Pd. Riporto due risposte, la prima alla domanda "Va ritoccata la riforma delle pensioni?". Cofferati dice: "La riforma ha tre problemi: il primo è quello degli esodati. Il secondo è dato dalla parificazione dell'età tra donne e uomini che non tiene conto delle condizioni di vita delle donne che, dunque, vanno compensate. Il terzo è l'indicizzazione delle pensioni che va recuperata".
La seconda risposta è quella all'ultima domanda dell'intervista: "È compatibile oggi un'agenda di centrosinistra con l'agenda di Monti?". Cofferati risponde: "Il programma di Bersani, desumibile dal documento di Italia Bene Comune, la base programmatica delle primarie, segna una distanza evidentissima con la cosiddetta Agenda Monti. Le differenze sono ben chiare".

Un gesto raro

Oggi il Corriere della Sera ha pubblicato la lettera di Massimo Mucchetti, con la quale comunica che lascia il giornale per aver scelto di correre con il Partito democratico.
Scrive Mucchetti:
Caro direttore,
ho scelto di accettare la candidatura nelle liste del Partito democratico in solitudine, come si deve fare in questi casi. Essa non coinvolge e non deve coinvolgere in alcun modo il giornale. Ed è per questo che, dal momento in cui questa mia scelta personale è stata resa nota, ho cessato di scrivere sul
Corriere. Grazie a te per l'ospitalità e ai lettori che mi hanno seguito nei miei 9 anni in via Solferino.
Massimo Mucchetti
Mi sembra un gesto raro che va rimarcato.

Una sola lista col brand Monti

Monti oggi ha presentato il simbolo della sua lista civica alla Camera, che sarà affiancata nella coalizione dalle liste di Casini e Fini, e il simbolo di quella unitaria al Senato. Sono andate deluse le speranze di Udc e Fli di potersi "fregiare" col nome del Professore. L'articolo 14 della legge elettorale impedisce alle liste centriste,da quella appunto di Pier Ferdinando Casini a quella di Luca Cordero di Montezemolo, di poter usare il nome di Monti rimanendo disgiunte. "La legge parla chiaro. Se più liste vogliono utilizzare lo stesso contrassegno devono fare lista unica. Utilizzare lo stesso logo e le stesse espressioni letterali in più di una lista è assolutamente vietato dall'attuale legge elettorale. E il presidente del consiglio non può agire al di fuori delle regole, anche se pensa di essere il salvatore della patria", a parlare è Lucio Malan, senatore del Pdl, in un'intervista pubblicata oggi da ItaliaOggi.
All'obiezione della giornalista che c'è chi nell'Udc, parla di altri casi in cui invece il logo unico su liste diverse sarebbe stato utilizzato, Malan precisa: "È avvenuto alle comunali e alle regionali, non alle politiche. E poi un conto è utilizzare simboli di una stessa cultura che partiti diversi interpretano in modo diverso, altro è utilizzare il nome di un candidato premier. Ricordo poi all'Udc che erano contrari ai partiti personalistici". Alla replica della giornalista, che è Alessandra Ricciardi, che il riferimento era a Berlusconi, Malan ribatte: "Sì, ma il tanto criticato Cavaliere non ha mai messo il proprio nome su liste diverse dal Pdl". E al dire che questo contro Monti sia solo un cavillo burocratico, Malan è chiaro: "No, è una critica di sostanza politica. Se tutte le liste montiane si riconoscono nel programma Monti facciano una lista unica. È così semplice. E invece hanno voluto trovare un compromesso tra esigenze partitiche e personalistiche diverse in dispregio delle regole e a rischio di generare caos. Mi auguro che il ministro dell'interno vigili e assicuri la terzietà del suo operato anche in questo caso".

Brigitte Bardot si fa russa per gli elefanti

L'attrice francese Brigitte Bardot ha minacciato di seguire il suo collega Gerard Depardieu e di far domanda per la cittadinanza russa, anche se per un motivo differente. La notissima attrice settantasettenne, attivista dei diritti degli animali, ha detto che chiederà di diventare russa nel caso in cui le autorità francesi non abbandoneranno il loro intendimento di abbattere due elefanti malati allo zoo di Lione: "Se coloro che sono al potere hanno la viltà e l'impudenza di uccidere i due elefanti Baby e Népal nonostante tutte le proposte fatte dalla mia Fondazione... allora ho deciso che chiederò la nazionalità russa per fuggire da questo paese che è divenuto niente altro che un cimitero di animali". La dichiarazione è stata postata oggi sul sito della fondazione per i diritti degli animali.
I due elefanti sono malati di tubercolosi e le autorità cittadine insistono che dovrebbero essere soppressi in quanto costituiscono una minaccia per gli altri animali dello zoo e per i visitatori. Sostenuta dalla Bardot, una campagna pubblica, che sollecita la non soppressione dei due elefanti, ha raccolto migliaia di firme.

Siria. Necessaria una soluzione politica

Secondo gli Hezbollah del Libano, il conflitto in Siria continuerà per lungo tempo se i siriani non si metteranno d'accordo su una soluzione politica. Il leader Hezbollah Hassan Nasrallah ha parlato ieri a una folla plaudente di sostenitori nella città di Bekaa, dicendo che la pace in Siria è stata ostacolata dalla Turchia, dall'Arabia Saudita e dal Qatar perché questi tre paesi armano e finanziano i ribelli.


Il bluff del debito pubblico

Il filmato. Siamo nel novembre dello scorso anno quando dimessosi Berlusconi, Monti viene insediato al suo posto da Giorgio Napolitano. Nel video Giulietto Chiesa spiega il significato del governo Monti e da chi è voluto: "Monti governerà l'Italia eseguendo gli ordini che arrivano dall'Europa. Il debito italiano è un bluff creato ad arte per sottrarci la nazione: in realtà stiamo solo svendendo le nostre ricchezze a un gruppo di speculatori". Secondo Giulietto Chiesa, noi italiani non dovevamo accettarlo allora, il governo Monti, e le conseguenze "profetate" si sono puntualmente verificate. Oggi siamo alla fase due del progetto, il tentativo di impadronirsi dell'Italia non attraverso un Quirinale compiacente, la soluzione temporanea di allora, ma attraverso la via democratica delle elezioni. Il documento appare di estrema attualità proprio in vista dell'appuntamento elettorale di febbraio. Prestiamo, dunque, il massimo dell'attenzione, perché abbiamo la possibilità di impedire la grande truffa alle nostre spalle. Non ricadiamoci.


Le parole di Giulietto Chiesa visionarie? L'esperienza ci ha insegnato che così non era. Ma ci sono anche i documenti a testimoniare il fatto che l'Italia sia stata trattata alla guisa di un esperimento da laboratorio. Non sono io a dirlo, ma addirittura il ministro dell'Economia e delle Finanze Vittorio Grilli.
Il 14 dicembre scorso Vittorio Grilli partecipò ad una conversazione con Abby Joseph Cohen nell'ambito di un programma di serate del Council on Foreign Relations (CFR), un'associazione privata statunitense, con sedi a New York e a Washington, apartitica, composta soprattutto da importanti uomini d'affari e leader politici che si interessano dei problemi globali con un ruolo chiave nella definizione della politica estera degli Stati Uniti. Abby Joseph Cohen è Managing Director e presidente del Investiment Policy Committee di Goldam Sachs & Co.
Il passo che riporto dalla trascrizione della conversazione è parte della risposta di Grilli alla domanda di Cohen sulle ragioni del calo del PIL italiano del 2% e della produzione industriale italiana del 6% circa, come non si vedeva più dal 2009. Lo riporto dapprima in inglese, così com'è stato trascritto. Dice Grilli: "The reason is that Italy is a country under big transformation. We are like, into an experiment, like, my ex-academic colleagues would call creative destruction. And we have put the economy through a sharp changing pace in terms of fiscal adjustment, and we had - we had that as a first objective to bring back credibility of our country as a reliable debtor. And so we - you know, our focus was initially to set our fiscal trend to deliver balanced budget by next year and stay there forever. We also changed the constitution to that effect". Per chi non legge l'inglese ecco una affrettata traduzione. Dice Grilli: "La ragione è che l'Italia è un paese in grande trasformazione. Noi siamo come, in un esperimento, i miei colleghi ex accademici lo chiamerebbero una distruzione creativa. E noi abbiamo sottoposto l'economia a un brusco cambio di passo in termini di aggiustamento fiscale, e avevamo - avevamo quello come un primo obiettivo per ridare credibilità al nostro paese come debitore affidabile. E così noi - voi sapete, la nostra attenzione si è concentrata inizialmente nel regolare il nostro andamento fiscale per consegnare un bilancio in pareggio dal prossimo anno e rimanere in quella condizione per sempre. Abbiamo anche cambiato la costituzione per quell'effetto".
L'intera conversazione ed il dibattito che ne è seguito è ricco di sottolineature che andrebbero evidenziate e diffuse per offrire materiale di conoscenza sull'azione del governo in questi passati tredici mesi della sua attività, bruscamente interrotta dalla decisione di Monti di dimettersi per partecipare direttamente ad una campagna elettorale con gli schieramenti tradizionali (con l'eccezione del Pd) e Grillo per lo più impreparati, contando essi ormai allora sulla scadenza naturale della legislatura, ma forse sottovalutando la possibilità di una ridiscesa in campo prorompente e decisa di Berlusconi, dando invece credito ad uno scenario di testa a testa tra centristi e moderati da una parte e centrosinistra.dall'altra, magari puntando a pattare il confronto tra Camera e Senato, aprendo di conseguenza la possibilità di un Monti-bis. In qualche prossimo post ne riporterò qualche altro stralcio.

In Turchia i primi americani per i Patriot

I primi 400 militari americani stanno arrivando in Turchia per iniziare a rendere operative le batterie di missili Patriot lungo il confine con la Siria. La Turchia ha chiesto in novembre alla Nato i sistemi di difesa aerea Patriot, progettati per intercettare aerei o missili, come aiuto per rinforzare la sicurezza del suo confine dopo i ripetuti episodi di proietti caduti nel proprio territorio provenienti dalla Siria devastata dalla guerra.

Un memoriale a Liegi ricorda gli ebrei deportati

Dieci anni fa, i figli e i nipoti degli ebrei deportati da Liegi nei campi nel nord della Francia decisero di commemorare quei tragici eventi. Istituirono una organizzazione no-profit per raccogliere testimonianze documentarie e la recente apertura a Liegi di una mostra è il risultato del loro lavoro.
Il progetto "Liegi una città sottomessa" perpetua in maniera consona la memoria, combinando storia e ricordo.
Il memoriale degli ebrei della regione di Liegi è la pietra angolare dell'iniziativa. È costituito da 733 lapidi commemorative che rappresentano gli ebrei assassinati durante la guerra.
Ciascuna lapide commemorativa indica l'età della vittima, il nome e il cognome, l'ultimo luogo conosciuto di residenza, l'età al momento della deportazione e il campo di destinazione finale. Riporta la storia personale e familiare di ciascuna vittima.
Panelli con testi e fotografie nel memoriale spiegano il processo e le complicità che permisero la persecuzione e la deportazione degli ebrei da Liegi e dai suoi dintorni. Il memoriale rappresenta un tributo alle vittime e fornisce un tema di riflessione agli attuali e futuri cittadini.

Il russo Depardieu

Il "leggendario attore francese", così RIA Novosti definisce Gerard Depardieu, ha detto di essere contento che gli sia stata concessa la cittadinanza russa, aggiungendo che ama la Russia e che promette di studiare la lingua russa. Depardieu lo ha scritto in una lettera indirizzata ai giornalisti russi sul sito della tv federale russa Canale 1.
Nella lettera si legge: "Adoro il vostro paese, la Russia, la vostra gente, la vostra storia, i vostri scrittori... Adoro la vostra cultura, il vostro modo di pensare. L'attore ha detto che se si trasferirà in Russia, preferirà risiedere in un piccolo villaggio piuttosto che in una grande città come Mosca. Depardieu ha anche elogiato Putin.
L'attore francese non è uno straniero in Russia. Recentemente Depardieu ha visitato la Cecenia dove ha presenziato a una celebrazione del 194.mo anniversario della sua capitale Grozny, con il leader ceceno Ramzan Kadyrov. A seguito di quella visita, Kadyrov aveva invitato Depardieu a vivere lì. Kadyrov ieri ha elogiato la decisione di Putin di concedere la cittadinanza all'attore in un tweet e ha ripetuto a Depardieu il suo invito.
Il vice primo ministro Dmitry Rogozin ha salutato con favore il gesto di Putin dicendo che può attrarre molti ricchi stranieri in Russia: Rogozin ha scritto su Twitter: "L'Occidente sa poco del nostro sistema fiscale. Quando impareranno di più, dovremo aspettarci una migrazione di massa dei ricchi europei in Russia".
George Dallemagne, il capo della commissione di naturalizzazione della Camera dei deputati del Parlamento belga, ha detto che se Depardieu accetta il passaporto russo può ancora ricevere un permesso di residenza in Belgio: "Come russo potrebbe certamente rimanere in Belgio, avrebbe forse bisogno del necessario visto ma per un periodo breve potrebbe stare qui. Avrebbe bisogno di richiedere un permesso di residenza per tempi più lunghi ma come russo dovrebbe essere in grado di riceverlo. Dipende da certi fattori". Depardieu non ha ancora fatto domanda per la cittadinanza belga.

Foreign Policy: Putin uomo più potente del mondo

Il presidente russo Vladimir Putin è in testa alla classifica degli uomini più potenti del mondo, compilata dalla rivista americana Foreign Policy.
Nessuno, dice la rivista, occupa il primo posto, poiché "in un mondo G-Zero, ognuno aspetta che sia qualcun'altro ad addossarsi la responsabilità delle sfide mondiali più dure e più pericolose: "I leader che vedete nominati più in basso nella lista sono impegnati da problemi locali e regionali e non hanno l'interesse e la statura necessaria per cimentarsi con un crescente elenco di problemi transnazionali.
Putin, quindi, occupa il secondo posto nella classifica. Scrive la rivista: "Nel sistema personalizzato della Russia, egli è tuttora il personaggio che conta. Non è popolare, come usava essere, e il suo paese non ha più il potere e l'influenza dei tempi dell'Unione Sovietica, ma nessuno nel mondo ha consolidato un maggior potere in patria e regionale di Putin".
Putin nella classifica è seguito dal presidente della Federal Reserve americana Ben Bernanke, terzo, quarta il cancelliere tedesco Angela Merkel e quinto il presidente americano Barack Obama. Al sesto posto si trova Mario Draghi che guida la Bce, al settimo il segretario generale del Partito comunista cinese Xi Jinping, all'ottavo ex aequo l'ayatollah Ali Khamenei leader supremo iraniano e Christine Lagarde, presidente del Fondo Monetario Internazionale. Al decimo il re saudita Abdullah Bin Abd al-Aziz.
Putin, in dicembre, era stato classificato come il terzo uomo più potente del mondo dalla rivista Forbes. Obama per il secondo anno di seguito occupava il primo posto in quella classifica.

Ancora vittime in Siria

Un'autobomba ha fatto in Siria almeno nove morti ad una stazione di rifornimento nella capitale del paese, Damasco. Secondo la BBC l'autobomba è esplosa mentre molte persone erano in fila per rifornirsi di carburante, stante il costante razionamento in atto nel paese.
Martedì un'altra pompa di benzina era stata bombardata dall'aviazione siriana sempre a Damasco uccidendo decine di persone. Sempre in un sobborgo di Damasco è stato ferito con un colpo d'arma da fuoco il corrispondente del canale satellitare russo in lingua araba Rusiya Al-Yaum, Kamil Sakr. Secondo i dati pubblicati dalle Nazioni Unite mercoledì nella guerra civile siriana, che dura dal marzo 2011, sono state uccise in Siria 60.000 persone.
La Russia è stata oggetto di pesanti critiche internazionali per il suo rifiuto a sostenere le sanzioni delle Nazioni Unite contro la Siria, suo ultimo alleato nel mondo arabo, perché esse risulterebbero pregiudizialmente pro ribelli. Mosca, però, ha negato di sostenere Assad ed esprime la sua preoccupazione che una uscita di scena forzata del presidente siriano peggiorerebbe soltanto il conflitto.

giovedì 3 gennaio 2013

Debito e crisi

Ho già proposto filmati sull'argomento archiviati su YouTube. Non aggiungerò pertanto altro se non che lo spezzone tratto dal film Zeitgeist Moving Forward va visto: è anch'esso una semplice spiegazione del debito pubblico e della crisi che sta travolgendo il mondo intero.

Sotto la scure di Bondi

Titola oggi un articolo di Stefano Sansonetti su ItaliaOggi così: "Nelle liste a sostegno del premier ci sono nomi su cui pende il giudizio di Bondi il censore. Spuntano i condannati di Monti. D'Ubaldo e Lanzillotta hanno precedenti per danno erariale".
Vediamo cosa Sansonetti scrive di loro: "Lucio D'Ubaldo, senatore ex Pd, che a sostegno del Professore ha da poco lanciato i «Popolari democratici per Monti». Una sorta di lista, in pratica, in cui confluirono altri ex Democratici. Su D'Ubaldo, però, c'è una condanna della Corte dei conti per danno erariale. La vicenda fa riferimento al 2006, quando il parlamentare rivestiva la carica di presidente di Laziosanità - Agenzia di sanità pubblica della regione Lazio". L'articolo continua specificando tutti i particolari del contratto finito nel mirino dei giudici contabili con cui D'Ubaldo stabilì lo stipendio dell'allora direttore generale della struttura, Claudio Clini, "curiosamente fratello dell'attuale ministro dell'ambiente Corrado Clini".
D'Ubaldo, sentito da ItaliaOggi, ha dichiarato: "Per carità, è giusto essere sottoposti al vaglio e se tocca a me non c'è problema. Tengo però a precisare che ho fatto ricorso contro la sentenza della Corte dei conti, che peraltro ha escluso qualsiasi dolo da parte mia".
C'è poi, scrive Sansonetti anche Linda Lanzillotta, ex ministro Pd poi trasferitasi all'Api. "Oggi impegnata a favore di Monti, diversi anni fa la Lanzillotta ha subito una condanna per danno erariale dalla Corte dei conti, poi confermata dalla Cassazione. La vicenda fa riferimento a quando l'ex ministro Pd era assessore al bilancio del comune di Roma nelle giunte guidate da Francesco Rutelli". Anche qui Sansonetti scende nei dettagli e ricorda che "insieme a lei vennero condannati altri assessori e lo stesso Rutelli". La Lanzillotta ha dichiarato a ItaliaOggi che "l'oggetto di quelle consulenze fu la privatizzazione della Centrale del latte, sulla quale in comune c'erano grandissime resistenze", aggiungendo: "Non mi sembra che la vincenda sia sintomo di malgoverno da parte mia. In ogni caso deciderà il senatore Monti".
Concludendo l'articolo, Sansonetti aggiunge che "nella stessa squadra di Rutelli c'era anche Renzo Lusetti, ex Pd e oggi deputato di quell'Udc che sostiene Monti e che si sente un po' minacciato dalla scure di Bondi. Lusetti venne condannato a risarcire 18 mila euro".

Israele mette al bando le modelle troppo magre

Il troppo magro non è più "in", la parola d'ordine per l'industria della moda in Israele imposta con la cosiddetta "legge delle modelle" entrata in vigore con il 2013, che vieta l'uso di modelle sotto peso nella pubblicità.
La legge, approvata dalla Knesset in marzo, richiede che le modelle abbiano un indice di massa corporea di almeno 18,5, valore considerato il minimo per una persona in salute.
L'aumentata prevalenza di disordine alimentare nella società israeliana, particolarmente tra le giovani ragazze, ha spinto i membri della Knesset, Danny Danon del Likud e Rachel Adatto, già Kadima, a presentare la legge che punta a fermare la promozione di immagini malaticce di corpi femminili da parte dell'industria della moda.
Il Ministero della Salute indica in circa 125.000 le donne in Israele che soffrono di disordini alimentari. Ma molte persone addentro alla questione affermano che è un problema di una vastità non documentata, indicando  un numero più vicino a 500.000. Il problema è particolarmente preoccupante per la sua prevalenza tra le giovani.
Per disposizione di legge, i pubblicitari che alterino digitalmente le fotografie per togliere alle modelle il peso di troppo devono chiaramente rimarcare che le immagini ottenute sono state modificate con Photoshop. L'obiettivo è di far sapere alle ragazze che il corpo che vedono non è reale e che non può essere imitato per mezzo di una dieta.
Responsabili per intentare cause civili contro i trasgressori della legge saranno gruppi di sorveglianza non governativi ed il successo dell'iniziativa sarà monitorato attraverso l'industria della moda internazionale per verificare se le passerelle di New York, Milano e altre capitali della moda finiscano coll'adottare misure simili.

L'Argentina rivuole le Falkland

Il presidente dell'Argentina ha richiesto alla Gran Bretagna di rinunciare al controllo delle isole Falkland, accusando Londra di prendere parte ad un atto di "sfacciato colonialismo" nel reclamare come proprio quell'arcipelago spazzato dal vento.
Cristina Fernandez de Kirchner, la presidentessa argentina, ha pubblicato una lettera aperta sul quotidiano The Guardian facendo pressione al primo ministro britannico David Cameron di onorare le risoluzioni delle Nazioni Unite che, dice, sostengono le sue ragioni per la restituzione delle isole, che l'Argentina chiama Malvinas e "sono situate ad una distanza di 14.000 km da Londra". Non è questa la prima volta che la Fernandez de Kirchner avanza la richiesta.

Putin spalanca le porte a Depardieu

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che concede all'attore francese Gerard Depardieu la cittadinanza russa. A riferirlo è stato l'ufficio stampa del Cremlino.
La dichiarazione diffusa dice: "Secondo la clausola «a» dell'articolo 89 della Costituzione russa, la richiesta di cittadinanza russa da parte di Gerard Xavier Depardieu nato in Francia nel 1948 è stata concessa".
Depardieu ha rinunciato recentemente alla sua cittadinanza francese ed ha fissato la sua residenza nella città belga di Nechin, poco oltre il confine. Una decisione presa dopo che il governo socialista francese aveva istituito l'aliquota del 75% per i redditi superiori al milione di euro. In Russia la tassazione è fissa per tutti al 13%.
A fine dicembre Putin aveva detto che Depardieu poteva contare su un passaporto russo se lo voleva. Al momento il Servizio federale d'immigrazione russo non ha ricevuto alcuna richiesta dall'attore francese.
Aspetto curioso, l'agenzia Novosti ricorda che Depardieu, che è apparso in più di 170 film e ha vinto numerosi premi, ha anche fatto notizia per molti episodi imbarazzanti a causa principalmente del suo amore per il bere. Che lo si sottolinei proprio nella patria della vodka...

Strage di pellegrini in Iraq

Un'autobomba ha ucciso almeno 20 persone e ferito altre 47 nella città irachena di Musayyib, a sud della capitale Baghdad. Le vittime sono pellegrini musulmani sciiti in visita alla città santa di Karbala, secondo quanto riferisce l'agenzia AFP. L'attentatore suicida ha posizionato l'autobomba vicino ad una fermata di autobus dove i pellegrini erano di ritorno da una commemorazione religiosa.
Nessuna rivendicazione ancora per l'attentato, anche se si è portati a pensare che sia di matrice sunnita. Un precedente attentato a Musayyib, avvenuto il 31 dicembre, quando tre case furono fatte saltare in aria, aveva provocato sette morti tra cui tre donne e due bambini.

Contrordine, compagni

Avevo già accennato in precedenza, che vi sono più "agende" o, per fare gli spiritosi, più "piani di rinascita democratica" portati avanti parallelamente sul terreno della politica che mirano a stessi obiettivi, seppure con sfumature profondamente diverse, tali comunque da farli distinguibili tra di loro. Una è l'agenda Monti, che non nasce oggi, ma aveva usato finora altri mezzi, più nascosti e diretti per indirizzare, quelli tipici dei potentati, delle lobby economiche e finanziarie, accontentandosi di controllare la scena politica in maniera, come si dice nel gioco moderno degli scacchi, "indiana". Ora avendo decisamente cambiato strategia e optato per quella "ortodossa", ma non avendo una propria base elettorale, ovvero un partito e un apparato in grado di portarla a competere nella corsa elettorale, gli estensori hanno pensato bene di raccattare quei rottami centristi che già si erano usati come leve in passato per instradare gli eventi interessanti il governo del paese alla bisogna. Prima Casini, poi Fini, inutilmente, tanto da passare alla fine alle modalità viste nel novembre 2011.
Poi, non nascondiamolo, c'è un'agenda Bersani, che ancora non ha mostrato fino in fondo le carte in mano. Atto finora, vero, non necessario in quanto l'eredità dei vecchi idealismi di sinistra gli garantisce ancora una base di consenso solida. E le primarie ne sono state una testimonianza.
La terza agenda è quella in mano a Berlusconi, che ricalca molto della prima, o meglio in molti punti convergente con la prima, e che si ispira, non è certo un segreto, a molte idee e modi di quel piano di rinascita che un tempo fu considerato eversione. Si dice molto spesso, parlando di Berlusconi e della sua propaganda, che è "populismo", dando al termine una accezione non propria, cioè intendendo un darla a bere al popolo, un mescere cose che il popolo vuol sentirsi dire, per carpire la buona fede ed alla fine farsi gli affari propri, agire ad personam, per se stesso. Il termine populismo significa altro, prendendo in mano un dizionario: per estensione (il termine originario si riferisce al movimento politico russo della fine dell'Ottocento che puntava alla formazione di una società socialista di tipo contadino, contraria all'industrialismo occidentale) indica un'ideologia che è caratteristica di un movimento politico o artistico che vede nel popolo un modello etico e sociale. Ora, l'ideologia che permea il Popolo della libertà non mi sembra tale, quanto piuttosto, per la storia di una componente, più incline a riferirsi all'assistenzialismo del fascismo sociale.
Quello di Grillo è populismo sì, con buona approssimazione. Già, c'è la quarta agenda di Grillo, o meglio quella di Casaleggio e Associati. Di questa però dirò in un post a parte.
Poi infine c'è il quarto polo, gli arancioni, che non è il quarto stato, ma un gruppo di onesti cittadini che intendono percorrere un sentiero di testimonianza. Dei Pelizza da Volpedo, convinti della necessità di un impegno sociale e umanitario nella politica d'oggi.
Ma in realtà la partita elettorale si gioca tra le prime tre agende, per molti aspetti sovrapponibili. Ed è questo il problema per noi elettori, scegliendo uno, rifiutando il consenso all'altro o al terzo, di non cadere dalla padella nella brace. È inverno, non è tempo questo di andare al mare, cerchiamo di informarci il più possibile e a 360 gradi. Non accontentiamoci di ascoltare una sola sirena per quanto a noi la più gradita, ma approfondiamo soluzioni vere proposte e soprattutto prospettive del dopo. Se Monti ha ragione in qualche cosa, ha ragione in questo, anche se detto da lui suona pro domo sua: non è più il tempo di fidarci dei nostri ideologismi, delle etichette che troviamo sulla propaganda confezionata. Andiamo oltre. Facciamo per la prima volta un gesto veramente consapevole.
Ed a proposito di consapevolezza, dalla lettura dell'Unità di oggi traspare la sensazione che finalmente, al di là delle dichiarazioni di maniera, parte del Pd cominci a realizzare che il proprio nemico, la tigre da abbattere non sia il Cavaliere, ma il Professore che sta operando come una calamità sul consenso di certa parte della base democratica.


Non solo la vignetta di Staino che mette alla berlina lo stupore per le dichiarazioni dell'ultim'ora di Monti, ma anche i titoli cominciano a mostrare i segni di chi comincia a capire che qualcosa non sta andando per il verso giusto. Così si titola "Meno tasse ma solo a parole. Monti alla radio promette tagli fiscali e non dice come. Attacchi a Fassina e Vendola". E ancora: "La risposta del centrosinistra. Il Pd: il professore scivola nella demagogia". E "Fassina a l'Unità: «La lista del premier sembra il Rotary». Contrordine, compagni? Se fosse, meglio tardi che mai.

Lo spread Monti tra giornali e realtà

Ieri, come è noto, in America, l'intesa raggiunta fra repubblicani e democratici sul «fiscal cliff» ha evitato il temuto aumento automatico delle tasse ed il contemporaneo forte taglio alla spesa pubblica degli Stati Uniti. Immediata l'euforia sui mercati finanziari che da noi ha portato Piazza Affari ad un più 3,81% e lo spread tra titoli italiani e tedeschi a scendere fino a quota 285, meno della metà del livello di 574 toccato dallo spread quando avvenne il famoso "golpe" costituzionale con il passaggio del campanellino tra Berlusconi e Monti. Un risultato che va, dunque, senza ombra di dubbio attribuito a Obama. Che c'entra Monti allora? Evidentemente niente: ininfluente, soprattutto se si riflette che questo risultato lo vede dimissionnario e in carica solo per lo svolgimento degli affari correnti fino al dopo elezioni quando verrà conferito un nuovo incarico, ad un esponente della coalizione uscita vincitrice dalle urne. E anche in caso di un deprecabile stallo politico determinato dal risultato, probabilmente non a lui proprio perché sceso, tuffatosi a piedi uniti - altro che salito - nella melma della contesa politica.
Ciò detto e ciò nonostante, è interessante e curioso vedere, dalle prime pagine, come i giornali di oggi hanno cucinato la notizia.
Cominciamo con Il Sole 24 Ore, il foglio della Confindustria, il titolo apre la pagina.


Scrive nell'occhiello: "Mercati euforici dopo l'intesa che scongiura il «fiscal cliff». Milano la migliore in Europa trainata dalle banche: +3,8% - Tassi tedeschi su"; titolo: "Spread a quota 283 e rally in Borsa. Moody's: recessione Usa evitata, ma deficit da ridurre - Fmi: accordo insufficiente". Nessun cenno, dunque, nell'apertura a Monti. Ottimo.
Vediamo ora il quotidiano dei Vescovi, Avvenire. Il lancio è a centro pagina sulla destra:


Si legge: "Fiscal cliff evitato. Il differenziale sotto quota 287. Milano +3,81%", e titolo: "L'intesa negli Usa fa volare le Borse. E lo spread va giù". Anche qui nessun accenno a Monti.
L'Unità pubblica una foto a centro pagina:

Attenzione a non farvi ingannare dalle apparenze, con Obama non è ritratto Mario Monti (difatti che c'entrava?) ma Joe Biden. Le scritte: "Fiscal cliff: vince Obama. Tutte le Borse brindano" e ancora: "Stati Uniti, l'intesa in extremis alla Camera evita il «burrone fiscale». Milano la migliore d'Europa: +3,8%. Lo spread scende a 283.
Il Giornale trascura in prima pagina la notizia.
E veniamo ai quotidiani che hanno l'occhio benevolo nei riguardi di un Professore che nulla c'entra con l'evento. Di seguito Il Messaggero, la Repubblica, il Corriere della Sera. In tutti e tre compare magicamente il nome di Monti in funzione positiva. Propaganda elettorale occulta, no?

Lo zelo di Repubblica è sempre sorprendente. Nell'occhiello ci aggiunge un "Il Professore twitta: «Finalmente»", che fa davvero il paio con le sbruffonate, ricordate?, di Berlusconi su se stesso e Obama.
Per ultima, last but not least, La Stampa, che merita una citazione a parte rispetto alle tre precedenti testate, perché mescola apparentemente l'immescolabile, la situazione americana con la nostra situazione provincialotta, ma in realtà non poi così a sproposito vista la nostra conclamata dipendenza dalla politica americana.

L'esoterismo come strumento politico

Quando le cose appaiono strane, curiose o per certi aspetti bizzarre, quando danno adito a confusi sospetti, scatta la fantasia, l'analogia perversa che porta ad almanaccare illazioni spesso inconsistenti e gratuite quanto improbabili. L'aspetto magico, esoterico prende spesso il sopravvento e si finisce col buttare in ridere sensazioni che talvolta hanno giustificazioni per un approfondimento.
Ma, attenzione, spesso si dà libero sfogo ad arte alla saga dell'occulto, al mistero, per depistare contando sul fatto che dopo il secolo dei lumi certe induzioni sfiorano il ridicolo e , dunque, il messaggio ad esse connesso si squalifichi da sé. Un esempio ce lo ha fornito la trasmissione Voyager, su Rai 2, qualche tempo fa, nel tentativo fin troppo evidente di screditare argomentazioni, per così dire, negative nei riguardi del premier Monti, portato al soglio di Palazzo Chigi da entità e agende non ben chiarite, riassunte dall'etichetta "governo del Presidente", essendo stato il Quirinale l'artefice palese della svolta costituzionale forzata dal Palazzo.


A Giulio Andreotti, che indubbiamente di cose di stato e di quinte di palcoscenico ne sapeva e ne sa, viene attribuita questa frase: "A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina". Ed è forse per questo che la trasmissione di Rai 2 costruisce la gag iperbolizzando la verità, se per verità si intende la realtà delle cose. Il canale Rai, basta ascoltare un Tg per convincersi, è stato, è, e sarà, se il buongiorno si vede dal mattino, in questa campagna elettorale un sostenitore del Professore. E, dunque, perché non aiutarlo ridicolizzando persone piene di cattiveria ed invidia che, richiamando alla bisogna il titolo d'un famoso film, lo chiamano Trinità: Goldman Sachs, Trilateral, Bilderberg.
C'è un altro sostenitore televisivo di Monti, LA7, se non altro per certe frequentazioni comuni di giornalisti e dirigenti. Sul marchio della rete televisiva, che sostituì quello TMC di Tele Monte Carlo, quando nell'estate del 2000 venne venduta (e con essa anche TMC 2 - Videomusic) da Vittorio Cecchi Gori alla Seat Pagine Gialle del Gruppo Telecom Italia, guidato all'epoca da Roberto Colaninno e Lorenzo Pellicioli, curiose considerazioni sono pubblicate sul sito Menphis75,com.

Scrive il curatore del sito: "Qualche giorno fa, guardando un programma sulla rete televisiva La7 mi sono reso conto di una singolare caratteristica geometrica del logo. Il numero "7", in particolare, è stato realizzato mediante la giustapposizione di due segmenti di uguale lunghezza, formanti tra loro un angolo di 60°, proprio come avviene in un triangolo equilatero, ovvero nel simbolo della Stella di Davide". Detto fatta la verifica, come appare dalla fotografia riportata sotto.

Colta la curiosità, scatta la reazione con una ricerca di altre coincidenze occulte. Si legge ancora nel sito: «Non solo l'ipotesi della Stella di Davide era giusta, ma effettuando questa sovrapposizione, anche le lettere che compongono la scritta "LA" formano una serie di altri simboli interni: una seconda stella più interna, un cerchio interno e, quasi, una serie di spirali... Qualche sensazione di deja-vu? Le anomalie non si fermano certo qui. Nel numero scorso è stato detto che la numerologia massonica si basa principalmente su quattro numeri: 3, 7, 11 e 13, che in questo logo si ritrovano tutti. Come? Semplice:
3 è il numero di simboli che compongono il nome: "L" + "A" + "7";
7 è citato esplicitamente nel nome;
11 si ottiene considerando che, nell'alfabeto latino (ovvero in quello italiano - occidentale - puro di 21 lettere, senza aggiunta delle cinque straniere), "L" ed "A" occupano, rispettivamente, il 10° ed il 1° posto: 10 + 1 = 11;
13 si ottiene considerando che invece, nell'alfabeto internazionale di 26 lettere, "L" diventa la 12° ed "A" è sempre la prima: 12 + 1 = 13. Non solo: considerando che la nota "LA" occupa nel pentagramma il 6° posto, allora si può leggere anche "LA" + "7" = 6 + 7 = 13!».
Che dire... Certo, osservazione, fantasia, analogia e logica quando ci si mettono non le ferma nessuno. Tutto questo, per inferire che LA7 sia una tv massonica? Forse sì, forse no. Restate connessi, in un prossimo post vi svelerò sulla questione un'altra più eloquente formidabile coincidenza.

mercoledì 2 gennaio 2013

La Massoneria in Lombardia

Secondo l'elenco pubblicato dal Grande Oriente d'Italia in Lombardia sono 64 le logge affiliate. Milano è, ovviamente, la città che ospita il numero maggiore, 34. Ricordo alcune: Giosuè Carducci, Italia, I Nuovi Cavalieri di Scozia, XX Settembre, Umanità e Progresso - Krishna, Ernesto Nathan, Missori - Risorgimento. Alcuni nomi, Cavalieri della Libertà o L'Unione, evocano strane assonanze.
A Bergamo è presente una sola loggia, che ha nome - non poteva essere diversamente - Pontida.
A Brescia sono presenti due logge: Leonessa - Arnaldo e Fraglia Ed Stolper. In provincia una a Botticino, la Giuseppe Zanardelli, e una a Marone, la Minerva.
A Como una, la Acacia - Magistri Cumacini; in provincia, a Cernobbio la Rosa Commacina.
A Cremona c'è la loggia Leonida Bissolati. A Mantova la loggia Martiri di Belfiore e a Sabbioneta La Piccola Atene.
A Monza sono presenti due logge: la loggia I Cavalieri di San Giovanni e la loggia Templum Salomonis Modoetiae.
A Pavia sono attive tre logge: la Gerolamo Cardano, la Giunio Bruto Crippa e la Akh en Aton. In provincia, a Vigevano sono presenti tre logge: Il Dovere, Obbedienza e Libertà e la Sabato Giannitti Viglebanum; a Voghera la Agostino Depretis.
Anche a Varese sono registrate tre logge: la Carlo Cattaneo, la Labirinto Azzurro e la Rolly Cannara. In provincia di Varese vi sono numerose altre logge: a Busto Arsizio la Logos, a Cittiglio la Sette Laghi del Verbano, a Gallarate la loggia Heliopolis, a Ispra la loggia Porta d'Europa, a Laveno Mombello la Verbanum, a Luino la Ai Sette Laghi, a Somma Lombardo infine La Fenice.
Non resta che aggiungere Lodi, dove è attiva la loggia massonica Paolo Gorini.
La storia della massoneria lodigiana risale al periodo napoleonico, quando con la battaglia del Ponte di Lodi del 10 maggio 1796, i francesi diventarono praticamente i padroni della Lombardia. È un tempo in cui i circoli giacobini escono dalla clandestinità e sostengono apertamente il nuovo regime organizzando manifestazioni popolari in nome della libertà e dell'uguaglianza. L'intera società lodigiana si trasforma profondamente e si afferma anche a Lodi una ritualità laica. Con il sostegno del governo napoleonico, Napoleone diventato imperatore decise di fare della massoneria uno strumento del suo potere, viene fondata nel 1806 la loggia La Verità di Rito francese, all'obbedienza del Grande Oriente d'Italia con sede a Milano. Secondo il Quadro generale della Massoneria lombarda del 1808, risulta Maestro Venerabile Prevosi de Bord. La sconfitta di Napoleone a Lipsia nel 1813 si ripercuote anche sulla Massoneria lombarda con lo scioglimento di tutte le logge. La Verità lodigiana cessa l'attività.
Verso la fine del 1864, Enrico Bignami, sull'onda della tradizione libertaria ed esoterica lodigiana, fonda la loggia Abramo Lincoln di Rito scozzese antico accettato. Bignami è un mazziniano, volontario garibaldino, internazionalista, giornalista ed editore. La loggia solo qualche anno dopo viene posta all'Obbedienza del Grande Oriente d'Italia. Nel suo periodo di massima espansione contò 60 aderenti, in genere alcuni operai e studenti, alcuni artigiani e molti giovani professionisti di Lodi e del circondario. La loggia aveva il suo Tempio in Lodi ma poteva contare su un nucleo a Codogno, che poi darà vita alla loggia Carlo Cattaneo; e su uno a Sant'Angelo Lodigiano, guidato da Raimondo Pandini, vecchio carbonaro, patriota, filantropo, fiero anticlericale e sindaco dal 1860 al 1863. La loggia lodigiana di Rito scozzese fu "demolita" con decreto dell'8 agosto 1876 a causa della sua "lunga inerzia e continua morosità".
A cavallo tra Ottocento e Novecento venne fondata a Lodi la loggia Paolo Gorini di Rito scozzese antico accettato, posta all'obbedienza del Grande Oriente d'Italia. Fu guidata dai maestri venerabili Giuseppe Tambara, direttore della Regia Scuola Normale di Lodi, e da Francesco Faverzani, direttore della Regia Scuola Tecnica; da Pietro Fiorani Callotta, medico e docente universitario; da Gisberto Niccolini, che fu Segretario comunale a Lodi. La loggia, fra apprendisti, compagni d'arte e maestri, contava più di quaranta fratelli. Nel 1919 poteva contare su un giornale, Il Fascio Popolare, sostenuto e finanziato dal Grande Oriente d'Italia e organo della "democrazia lodigiana", settimanale che fu suo portavoce più o meno ufficiale. Era forte da tre Triangoli attivi a Casalpusterlengo, a Codogno e a San Colombano. Dal 1920 ebbe come ultimo venerabile l'avvocato di Lodi Paolo Casavola. La loggia si autosospenderà nei primi anni Venti dopo l'emanazione, da parte del regime fascista, della legge sulle associazioni segrete.
Il 2 giugno del 2004, la loggia Paolo Gorini ha ripreso la sua attività per iniziativa di "un piccolo gruppo di Fratelli che portano nel cuore la volontà di operare, in «perfetta unione con oltre un centinaio di Fratelli oggi passati all'Oriente Eterno, al bene e al progresso dell'Umanità»".
Personaggio di spicco della Paolo Gorini Guido Broich, già Direttore generale dell'Azienda sanitaria locale della Provincia di Lodi dal 2003 al 2007, con un curricolo massonico di tutto rispetto, come compare nel documento "Tradizione e Futuro. Sintesi del Programma della lista del Fr. Giorgio Losano per l'elezione a Gran Maestro - Marzo 2009", lista presentata presso il Grande Oriente d'Italia a Roma il 13 Ottobre 2008: "Iniziato nel 1986, Membro delle R.L. Cardano n. 63 di Pavia, Italia n. 32 di Milano e attualmente Paolo Gorini n. 1214 di Lodi. Maestro dal 1990. M.V. nel periodo 2004/2006. Membro onorario della R.L. «Zur Eintracht» n. 1 della Gran Loggia «Ai tre Globi» di Berlino, 31° grado del RSAA. Membro del Rito di York".

Popolazione e religione

Ynet dà notizia che una ricerca del Pew Forum su religione e vita pubblica ha trovato che la comunità ebraica mondiale conta circa 14 milioni. un numero che corrisponde allo 0,2% dell'intera popolazione mondiale, poca cosa se rapportata ad una comunità musulmana di 1,6 miliardi di persone. Il 59% degli ebrei nel mondo vive in paesi dove essi rappresentano una minoranza, mentre si trovano nella stessa condizione solo il 3% degli indù, il 13% dei cristiani e il 27% degli aderenti all'islam.
La media d'età della popolazione ebraica è la più alta, 36 anni, di 8 anni superiore all'età media dell'intera popolazione mondiale e di 13 anni rispetto a quella musulmana, un segnale che la popolazione ebraica avrà un basso ricambio generazionale negli anni futuri.
Secondo la ricerca, nel 2010 la popolazione modiale ammontava a 6,9 miliardi; 5,8 miliardi apparteneva a qualche forma di religione riconosciuta, mentre il 16% non era affiliato ad alcun credo.

L'aviazione l'arma in mano ad Assad

Un attacco aereo siriano in un sobborgo di Damasco contro una stazione di rifornimento ha causato la morte di almeno 30 persone. A darne notizia sono gli attivisti dell'opposizione al regime.
I ribelli, oggi, hanno attaccato una base aerea nel nord della Siria, nell'ambito dell'espansione dell'offensiva contro gli aeroporti militari che mira a ridurre gli effetti della principale arma in mano alle forze del presidente Assad.
L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha confermato che l'attacco dei ribelli contro la base di Taftanaz era stato preceduto da un pesante bombardamento dell'area e che gli oppositori stavano assaltando l'impianto. Il direttore dell'Osservatorio Rami Abdul-Rahman ha descritto l'attacco come uno dei più intensi contro campi d'aviazione.

martedì 1 gennaio 2013

Bollicine

"Se ne devono andare tutti", e fin qui nulla da dire. "Se ne devono andare. Non li regge più nessuno". Vero. "Loro non capiscono. Si credono intoccabili". Chi sono? Sono "gli onorevoli disonorati". Grillo se la prende con loro sul blog oggi. "Facce di bronzo, facce ... facce da dimenticare", anche se sarà difficile. Anche perché "si ripresentano ancora"..."si ostinano a imporre la loro presenza. Non capiscono che sono come Ceaucescu al balcone, Mussolini nel camion verso la Svizzera vestito da soldato tedesco, Hitler nel bunker di Berlino mentre da ordini a divisioni che non esistono più". Non capiscono, Grillo. E, dunque, che citazione sprecata quella "dal discorso di Oliver Cromwell al Parlamento inglese nel 1653", cioè questa: "Voi siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro Paese come Esaù per un piatto di lenticchie; come Giuda tradireste il vostro Dio per pochi spiccioli. Avete conservato almeno una virtù? C'è almeno un vizio che non avete preso? Chi fra voi non baratterebbe la vostra coscienza in cambio di soldi? È rimasto qualcuno a cui almeno interessa il bene della Repubblica? Siete diventati intollerabilmente odiosi per l'intera Nazione; il popolo vi aveva scelto per riparare le ingiustizie ed ora siete voi l'ingiustizia! Ora basta! Portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete le porte a chiave. In nome di Dio, andatevene!".
L'invettiva segue al discorso di fine anno di Beppe Grillo che nel testo scritto sul blog cominciava così: "Le uniche certezze che abbiamo sul 2013 è che l’economia sarà peggiore del 2012 e che i responsabili del fallimento politico ed economico dell’Italia non se ne vorranno andare". E continuava lamentandosi delle attuali norme sulla raccolta di firme. A ragione, naturalmente, ma questo vale per tutti gli altri fuori dal parlamento che stanno provando a presentarsi. Già. ma per Grillo quello oggi è il problema vero, riuscire a mandare qualcuno in Parlamento. Non riuscirci non è "colpetto di stato"; è fallimento del Movimento 5 Stelle così come è stato ideato, movimento proprietario, e portato avanti, isolandolo. Grillo aveva una forza dirompente a disposizione, se stesso. Forse l'ha indirizzata sul binario sbagliato. Perché è un discorso di chi si sente alla frutta dire: "Questi se ne devono andare. Se non sarà il M5S con le buone, arriverà qualcuno che lo farà con le cattive". Bene, chi? Dov'è il babau? E poi, poco prima nel testo del messaggio non si dice: "Se ci impediranno con la burocrazia o con altri mezzi di partecipare alle elezioni, ci aspetta un nuovo fascismo, un’Alba Dorata all’italiana. Senza un cambiamento democratico l’Italia è condannata". Ma allora? È il solito problema tra creativo ed esecutore. In realtà nel discorso a braccio la contraddizione non c'è. Il ghost blogger, insomma, ci ha messo del suo.
Sotto trovate il filmato del messaggio. Molte le favolette della buona notte, ma un consiglio c'è da seguire: quello di informarsi, di non andare al seggio senza aver concretato cosa si sta facendo, quale futuro si sta scegliendo. Mai come ora, in questa situazione politica, c'è la necessità che tutti noi, qualunque esso sia, si esprima un voto realmente consapevole.


Quando le agende si chiamavano piani

La loggia P2 di Licio Gelli fu un esempio di quanto possa avvenire nell'ombra e influire sullo svolgersi degli avvenimenti. Come fu scoperto, negli elenchi della loggia erano iscritti i nomi di quattro ministri , 44 parlamentari, tutti i vertici dei servizi segreti SISMI e SISDE, comandanti della Guardia di finanza, alti ufficiali dei Carabinieri, generali, militari, prefetti, funzionari, magistrati, banchieri, imprenditori, direttori di giornali, giornalisti. Ma vi è ancora il fondato sospetto che gli elenchi integrali dei membri della P2 non sono stati trovati. La P2 controllava l'Italia intera.
Perché ne parlo? Perché la storia sembra non insegnare niente. Se si va a leggere il Piano di rinascita democratica della P2 si trovano molte indicazioni di azione che ritrovate in successive azioni di governo o in programmi elettorali di forze al di sopra di ogni sospetto. Un esempio banale, per non andare sul pesante, ma che forse farà gridare comunque qualcuno allo scandalo (o forse no): nel piano sequestrato nel 1982 alla figlia di Licio Gelli si legge ad esempio, primo tra i provvedimenti economico-sociali da prendere: "B1) abolizione della validità legale dei titoli di studio", intesa "per sfollare le università e dare il tempo di elaborare una seria riforma della scuola che attui i precetti della Costituzione"; una proposta non nuova, già Luigi Einaudi ne fu sostenitore, proposta che girava in quegli anni nel Psi e che la si ritrova nel programma della Rosa nel Pugno, il raggruppamento di Boselli e della Bonino. Oggi la si ritrova nel programma del Movimento 5 Stelle, il quinto punto della sezione relativa all'Istruzione: "• Abolizione del valore legale dei titoli di studio". Niente a che fare Grillo con la P2. Ma quello che viene da dire, guardando fatti e avvenimenti della politica, che c'è un progetto, o meglio più progetti che si sovrappongono, e si contrappongono quanto a obiettivi, di modifica sostanziale dell'attuale ordinamento per "razionalizzarlo", si dice. Tutto, ovviamente, sulle teste dei cittadini ignari, che al massimo possono trovare soddisfazione dalle frustrazioni dando sfogo alle loro perplessità nella rete, nei social network, nei forum, in blog come questo.
Molti non conoscono la vicenda della P2 perché giovani, molti ne hanno dimenticato la portata e finiscono col ricordare solo la demonizzazione o, perché no, la ridicolizzazione attuata per far dimenticare in fretta uno dei tanti episodi oscuri che hanno fino ad oggi caratterizzato questa repubblica. Internet permette oggi di rivisitare vecchi accadimenti, come ad esempio lo spezzone sottostante che sintetizza il ruolo di Gelli nella vicenda.


Licio Gelli, dunque, industriale, finanziere, diplomatico forse agente segreto comunque molto potente, a capo di una importante loggia massonica influenzò pesantemente la vita politica e finanziaria della Repubblica Italiana. Nel filmato che segue, Enzo Biagi attraverso le testimonianze di Pier Luigi Vigna, Giulio Andreotti, Ernesto d'Ippolito, Ermenegildo Benedetti e Tina Anselmi cerca di ricostruire la figura di Gelli e del suo feudo: la P2.


Nell'ultimo spezzone video, Travaglio spiega che quanto avviene in politica oggi rispecchia spesso le idee del Piano di rinascita democratica della P2 di Licio Gelli. Lo spezzone è tratto dalla lezione tenuta da Marco Travaglio il 13 novembre 2008 agli studenti della facoltà di Lettere e Filosofia di Roma Tre.