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giovedì 28 febbraio 2013
Le pagelle ai leader delle ultime elezioni politiche
Sulle pagelle date ai leader delle ultime elezioni politiche sulla comunicazione Lanfranco Palazzolo ha intervistato oggi Giampaolo Rossi, esperto di comunicazione. A Berlusconi è stato dato un bel dieci, a Grillo un nove.
venerdì 22 febbraio 2013
Mordere il Mondo. Vaticano e Vatileaks
L'argomento della rubrica Mordere il Mondo riguarda oggi il Vaticano e Vatileaks. In studio Valeria Manieri di Radio Radicale. In collegamento Raffaele Buscemi, giornalista e manager per la Pontificia Università Santa Croce, esperto in questioni vaticane e cattoliche. I temi del colloquio, la sua storia, i viaggi, il lavoro e il Vaticano. Poi, l'abbandono di Benedetto XVI e gli ultimi giorni di pontificato. Un dibattito tra una laica e un cattolico.
domenica 17 febbraio 2013
La metodologia dei sondaggi elettorali
Dino Marafioti ha intervistato il 31 gennaio scorso per Radio Radicale Diego Martone sulla metodologia dei sondaggi elettorali. Diego Martone è docente di e-research presso l'Università degli Studi di Trieste, esperto di ricerche di marketing, e presidente di Demia.
I sondaggi elettorali influenzano l'elettorato?
Ancora sui sondaggi e sulle loro metodologie. L'8 febbraio, ultimo giorno in cui era possibile diffonderli, Dino Marafioti ha intervistato per Radio Radicale Maurizio Pessato, vicepresidente della SWG di Trieste. Si parla anche dell'app sui sondaggi pensata dalla Swg, dapprima autorizzata, poi bloccata.
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martedì 12 febbraio 2013
Addormentarsi italiani e svegliarsi cinesi
Non è paranoia. Ma le policy di alcune major dei social network o presunti tali, operano in generale, ma soprattutto in questo frangente elettorale come un Grande Fratello. Contro la libertà di espressione sancita dalla Costituzione italiana, che forse non hanno mai letto, perché hanno aperto semplicemente una.filiale in un paese coloniale quale lo considerano, il nostro, l'Italia. Vittime di queste policy sono creativi che senza fini di lucro, ma solo per diffondere l'informazione e la consapevolezza dei problemi e delle questioni, per denunciare l'inganno mediatico perpetrato a danno di tutti noi dalla carta stampata e dalle televisioni di regime o asservite agli interessi forti che hanno una volontà di potenza sulle nostre vite per garantire i loro sporchi profitti,
utilizzano
i materiali audio/video che sono a disposizione sulla rete gratuitamente, certamente, per fruizione personale. Ma se io faccio leggere un libro ad un amico, non è che devo pagare il copyright per questo atto. Dunque, ogni vincolo su operazioni simili posto su materiale audio/video, dovrebbe essere considerato analogo. Anche perché un account di social network non è un negozio o una copisteria: è una pgina di diario dove io annoto ciò che voglio e che posso far leggere, o ascoltare, a chiunque senza obblighi di rispetto di fantomatici diritti che qualche major si inventa. Faccio un esempio reale: basta che Marco Ferrando, il candidato premier per il Partito Comunista dei Lavoratori intoni al termine di un suo comizio l'Internazionale, che un video contenente la registrazione di quel comizio, in una pubblica piazza, venga messo all'indice in quanto avrebbe violato fantomatici diritti di "One or more music publishing rights collecting societies", ben sapendo che l'Internazionale fino a prova contraria è canto e musica di pubblico dominio, e che chi la stava cantando per farla cantare a tutti, lo faceva in un luogo pubblico e, ovviamente per propaganda politica, cioè senza nessuna pretesa sulla sua esibizione canora.
Per non dire poi di video scomodi per le due coalizioni sponsorizzate da quello che Gramsci definiva come partito trasversale degli interessi forti, della borghesia, che oggi evidentemente sono il raggruppamento di Monti e il Partito democratico. In tal caso viene addirittura vietata la loro fruizione, usando come pretesto la violazione di diritti dei media che li hanno pur sempre prodotti seppure per motivi di cassetta legati all'audience, mentre nel contempo altri video; questi sì liberamente fruibili, che evidenziano cotraddizioni o spacciano schiocchezze per enormità che non stanno in cielo e in terra, impazzano e si duplicano, triplicano, com'è costume della rete, senza problemi di sorta.
A chi non segue attentamente e criticamente i fenomeni della rete sarà sfuggito un fatto banale. Ci sono state nell'ultimo mese, proprio in vista della campagna elettorale alcune, poche per la verità, trasmissioni e servizi dove, per l'onestà intellettuale dei curatori e conduttori, è stato effettuato un vero e proprio massacro mediatico dei promessi sposi Pd e montiani, e di quest'ultimi in particolar modo del loro totem, il Professore. Di questo massacro mediatico ci sono poche tracce nella rete perché da una parte i media massonici, nel senso gramsciano, non hanno diffuso nei social network tali contenuti, dall'altro tali contenuti, quando inseriti da comuni mortali, sono stati bloccati con il pretesto della violazione di chissà quale diritto, pretesto che mal si concilia col fatto che contenuti analoghi, ma neutri o favorevoli proliferano negli stessi social network.
Insomma, la sensazione evidente è che, dietro pretesti di apparente legalità - apparente perché in fin dei conti vanno a violare diritti sanciti dalla Costituzione - la policy attuata anche qui da noi, paese del civile e democratico Occidente, sia quella cinese, cioè accondiscendenza senza se e senza ma alla lobby dominante lì comunista o presunta tale, qui massonica, sempre in senso gramsciano.
Conclusione, dovremmo deciderci a rispolverare vecchie parole di lotta come il verbo boicottare. Boicottare social network che praticano policy asservite al potere dominante e censorio per far capire che la libertà della rete non si tocca. Boicottare per abbattere una filosofia che ci vede schiavi del consumismo e del profitto degli interessi forti. Ricordiamocelo anche nella cabina elettorale.
Per non dire poi di video scomodi per le due coalizioni sponsorizzate da quello che Gramsci definiva come partito trasversale degli interessi forti, della borghesia, che oggi evidentemente sono il raggruppamento di Monti e il Partito democratico. In tal caso viene addirittura vietata la loro fruizione, usando come pretesto la violazione di diritti dei media che li hanno pur sempre prodotti seppure per motivi di cassetta legati all'audience, mentre nel contempo altri video; questi sì liberamente fruibili, che evidenziano cotraddizioni o spacciano schiocchezze per enormità che non stanno in cielo e in terra, impazzano e si duplicano, triplicano, com'è costume della rete, senza problemi di sorta.
A chi non segue attentamente e criticamente i fenomeni della rete sarà sfuggito un fatto banale. Ci sono state nell'ultimo mese, proprio in vista della campagna elettorale alcune, poche per la verità, trasmissioni e servizi dove, per l'onestà intellettuale dei curatori e conduttori, è stato effettuato un vero e proprio massacro mediatico dei promessi sposi Pd e montiani, e di quest'ultimi in particolar modo del loro totem, il Professore. Di questo massacro mediatico ci sono poche tracce nella rete perché da una parte i media massonici, nel senso gramsciano, non hanno diffuso nei social network tali contenuti, dall'altro tali contenuti, quando inseriti da comuni mortali, sono stati bloccati con il pretesto della violazione di chissà quale diritto, pretesto che mal si concilia col fatto che contenuti analoghi, ma neutri o favorevoli proliferano negli stessi social network.
Insomma, la sensazione evidente è che, dietro pretesti di apparente legalità - apparente perché in fin dei conti vanno a violare diritti sanciti dalla Costituzione - la policy attuata anche qui da noi, paese del civile e democratico Occidente, sia quella cinese, cioè accondiscendenza senza se e senza ma alla lobby dominante lì comunista o presunta tale, qui massonica, sempre in senso gramsciano.
Conclusione, dovremmo deciderci a rispolverare vecchie parole di lotta come il verbo boicottare. Boicottare social network che praticano policy asservite al potere dominante e censorio per far capire che la libertà della rete non si tocca. Boicottare per abbattere una filosofia che ci vede schiavi del consumismo e del profitto degli interessi forti. Ricordiamocelo anche nella cabina elettorale.
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lunedì 4 febbraio 2013
Favia e la "religione dei media" di Casaleggio
Una clip de il Fatto Quotidiano introduce l'argomento di questo post. Favia, il consigliere regionale emiliano, espulso da Bepper Grillo, tra le altre cose di cui dice, tra cui la sua presenza in Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, fa questa affermazione sul Movimento 5 Stelle: "Il movimento è un blog gestito da un'agenzia di marketing che mobilita cittadini, decidendo se e come farlo: su questo non si può mettere becco. Per alcuni aspetti ora mi spaventa".
Dopo la clip di Favia è, quindi, opportuno sentire Gian Roberto Casaleggio sul Movimento 5 Stelle. L'intervento documentato dalla clip è a Roma il 18 gennaio 2012. Nella seconda parte spiega quale è il rapporto del singolo col movimento: "ognuno non ha riferimenti se non se stesso". Le regole sono poche, spiega Casaleggio, il rispetto delle quali determina o meno il fare parte o no del movimento.
Prima di proseguire, una parentesi sulla vicenda Favia, con questa clip che conferma: Casaleggio ci ha tutti in pugno! Ovvero tutta la verità su Casaleggio.
Riprendendo il filo del discorso dopo questa parentesi iperbolisticamente "negazionista" delle tesi di Favia, ripartiamo da una intervista a Gianroberto Casaleggio del 2005, agli albori del blog di Beppe Grillo. Purtroppo l'audio dell'intervistatore lascia a desiderare.
Come si sarà compreso, nella realtà delle cose, il Movimento 5 Stelle nasce da un progetto ben preciso e da una analisi altrettanto precisa della realtà attuale così come determinata dalla rete, e da una sua possibile prospettiva futura. Vediamo, dunque, qual è la visione del futuro del mondo di Casaleggio con due filmati prodotti dalla Casaleggio e Associati. Il primo è Prometeus. La rivoluzione dei media, con i sottotitoli in italiano, caricato su YouTube nel giugno 2007.
Il secondo filmato è Gaia - The future of politics (Gaia. Il futuro della politica), caricato su YouTube nell'ottobre 2008.
In Gaia ogni uomo è padrone del proprio destino.
Dopo la clip di Favia è, quindi, opportuno sentire Gian Roberto Casaleggio sul Movimento 5 Stelle. L'intervento documentato dalla clip è a Roma il 18 gennaio 2012. Nella seconda parte spiega quale è il rapporto del singolo col movimento: "ognuno non ha riferimenti se non se stesso". Le regole sono poche, spiega Casaleggio, il rispetto delle quali determina o meno il fare parte o no del movimento.
Prima di proseguire, una parentesi sulla vicenda Favia, con questa clip che conferma: Casaleggio ci ha tutti in pugno! Ovvero tutta la verità su Casaleggio.
Riprendendo il filo del discorso dopo questa parentesi iperbolisticamente "negazionista" delle tesi di Favia, ripartiamo da una intervista a Gianroberto Casaleggio del 2005, agli albori del blog di Beppe Grillo. Purtroppo l'audio dell'intervistatore lascia a desiderare.
Come si sarà compreso, nella realtà delle cose, il Movimento 5 Stelle nasce da un progetto ben preciso e da una analisi altrettanto precisa della realtà attuale così come determinata dalla rete, e da una sua possibile prospettiva futura. Vediamo, dunque, qual è la visione del futuro del mondo di Casaleggio con due filmati prodotti dalla Casaleggio e Associati. Il primo è Prometeus. La rivoluzione dei media, con i sottotitoli in italiano, caricato su YouTube nel giugno 2007.
Il secondo filmato è Gaia - The future of politics (Gaia. Il futuro della politica), caricato su YouTube nell'ottobre 2008.
In Gaia ogni uomo è padrone del proprio destino.
sabato 19 gennaio 2013
La guerra civile siriana diventa un videogame
Un nuovo videogame offre ai giocatori la possibilità di prendere parte virtualmente ad una guerra in atto nella realtà, la guerra civile siriana. Il gioco ha fatto scandalo soprattutto per la scarsissima sensibilità verso la morte di almeno 60.000 persone nei quasi due anni causata dal conflitto in corso.
lunedì 31 dicembre 2012
Un male oscuro d'oggi
Svegliatevi!, la rivistina - se così si può dire di una testata pubblicata in 84 lingue con una tiratura media di oltre 41 milioni di copie - pubblicata mensilmente dalla Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, ovvero, per capirci, edita in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, dedica il numero di dicembre 2012 al tema della pazienza. Nell'articolo di apertura, Che fine ha fatto la pazienza?, la causa di un mondo sempre più impaziente viene individuata soprattutto nelle nuove tecnologie. Si citano i pareri di esperti raccolti da un quotidiano di Montreal, The Gazette, così sintetizzati in un passo dell'articolo: "la tecnologia digitale, dai cellulari alle macchine fotografiche passando per le e-mail e gli iPod, sta trasformando la nostra vita... Le risposte istantanee che otteniamo da questi strumenti hanno fatto aumentare la nostra fame di gratificazione immediata in altri aspetti della vita". La rivista cita anche l'esperta di psicologia della famiglia Jennifer Hartstein che dice: "La nostra è diventata la cultura della gratificazione immediata; pretendiamo che tutto funzioni in fretta, in modo efficiente e come vogliamo noi. E quando ciò non accade, diventiamo sempre più insofferenti e irritabili, il che è segno d'impazienza. Abbiamo perso la capacità di fare le cose con calma e assaporare ogni istante".
L'articolo evidenzia due esempi eclatanti legati alle tecnologie della nostra quotidianità. Questo il primo: "Alcuni sostengono, che scrivere e-mail sia in declino e che presto diverrà obsoleto. Il motivo è che spesso chi invia un messaggio non ha la pazienza di aspettare alcune ore, e neppure alcuni minuti, prima di ricevere risposta". E ancora, "Inoltre le e-mail sono un po' come le lettere, di solito ci si aspetta che inizino e finiscano con formule di cortesia o di saluto. Ma per molti queste sono formalità tediose e una perdita di tempo. Preferiscono ricorrere ai messaggi istantanei, che non seguono lo stesso protocollo delle e-mail".
Il secondo esempio è questo: "Alcuni esperti hanno osservato che molte persone non hanno la pazienza necessaria per leggere lunghi testi stampati. Il motivo è che sono abituate a navigare rapidamente in Internet, dove scorrono in fretta le pagine nel tentativo di arrivare il più presto possibile al punto che a loro interessa".
Un'altra citazione contenuta in un altro articolo della rivista è quella di Noreen Herzfeld, docente di informatica alla Saint John's University, che dice: "L'uomo non può essere veramente multitasking; il cervello non riesce a concentrarsi contemporaneamente su varie cose. Alla lunga fare tante cose allo stesso tempo riduce la nostra capacità di concentrazione, il che finisce per ripercuotersi negativamente su caratteristiche come pazienza, tenacia e capacità di valutare e risolvere problemi".
E dunque? La rivista, che non smentisce d'avere a fondamento la sua opera mondiale di istruzione biblica, ricorda un proverbio dell'Ecclesiaste (3:1,6): "Per ogni cosa c'è un tempo fissato... un tempo per custodire e un tempo per gettare via". "Forse, scrive la rivista, è arrivato il momento di eliminare alcune cose che vi rubano tempo e a causa delle quali siete troppo impegnati per essere pazienti. Ad esempio, cogliendo al volo il consiglio, vien da suggerire i social network. Su YouTube ho trovato questo video I 5 motivi per non iscriversi a Facebook. Oltre ad essere ben costruito e gradevole, dà anche qualche buon consiglio.
L'articolo evidenzia due esempi eclatanti legati alle tecnologie della nostra quotidianità. Questo il primo: "Alcuni sostengono, che scrivere e-mail sia in declino e che presto diverrà obsoleto. Il motivo è che spesso chi invia un messaggio non ha la pazienza di aspettare alcune ore, e neppure alcuni minuti, prima di ricevere risposta". E ancora, "Inoltre le e-mail sono un po' come le lettere, di solito ci si aspetta che inizino e finiscano con formule di cortesia o di saluto. Ma per molti queste sono formalità tediose e una perdita di tempo. Preferiscono ricorrere ai messaggi istantanei, che non seguono lo stesso protocollo delle e-mail".
Il secondo esempio è questo: "Alcuni esperti hanno osservato che molte persone non hanno la pazienza necessaria per leggere lunghi testi stampati. Il motivo è che sono abituate a navigare rapidamente in Internet, dove scorrono in fretta le pagine nel tentativo di arrivare il più presto possibile al punto che a loro interessa".
Un'altra citazione contenuta in un altro articolo della rivista è quella di Noreen Herzfeld, docente di informatica alla Saint John's University, che dice: "L'uomo non può essere veramente multitasking; il cervello non riesce a concentrarsi contemporaneamente su varie cose. Alla lunga fare tante cose allo stesso tempo riduce la nostra capacità di concentrazione, il che finisce per ripercuotersi negativamente su caratteristiche come pazienza, tenacia e capacità di valutare e risolvere problemi".
E dunque? La rivista, che non smentisce d'avere a fondamento la sua opera mondiale di istruzione biblica, ricorda un proverbio dell'Ecclesiaste (3:1,6): "Per ogni cosa c'è un tempo fissato... un tempo per custodire e un tempo per gettare via". "Forse, scrive la rivista, è arrivato il momento di eliminare alcune cose che vi rubano tempo e a causa delle quali siete troppo impegnati per essere pazienti. Ad esempio, cogliendo al volo il consiglio, vien da suggerire i social network. Su YouTube ho trovato questo video I 5 motivi per non iscriversi a Facebook. Oltre ad essere ben costruito e gradevole, dà anche qualche buon consiglio.
venerdì 28 dicembre 2012
La crisi che viviamo
Dalla miniera di YouTube estraggo oggi l'animazione video intitolata Crisis of capitalism, facile la traduzione: crisi del capitalismo, ideata dal sociologo David Harvey. Caricata su YouTube, la traduzione, nel novembre 2010 (la data non è trascurabile; ironia era il 2 novembre). Non è facile seguire nella concitazione dell'esposizione il contenuto che richiedebbe qualche secondo in più di attenzione per essere a pieno compreso nel suo evolversi. Comunque, con un piccolo sforzo aggiuntivo..
La sensazione che resta dopo aver fatto l'utile sacrificio di seguire il discorso fino alla fine è senza dubbio positiva, nel senso che si ha la consapevolezza d'aver raggiunto una certezza, almeno quella che così efficacemente viene espressa, su YouTube tra i commenti al video, da Amoz90, che scrive: "Non ho capito una mazza di tutto questo linguaggio tecnico-economico... e sì che sono diplomato ragioniere;.ma credo di aver capito che 10 minuti e 25 secondi di video si possano riassumere in 3 parole: siamo nella merda".
La sensazione che resta dopo aver fatto l'utile sacrificio di seguire il discorso fino alla fine è senza dubbio positiva, nel senso che si ha la consapevolezza d'aver raggiunto una certezza, almeno quella che così efficacemente viene espressa, su YouTube tra i commenti al video, da Amoz90, che scrive: "Non ho capito una mazza di tutto questo linguaggio tecnico-economico... e sì che sono diplomato ragioniere;.ma credo di aver capito che 10 minuti e 25 secondi di video si possano riassumere in 3 parole: siamo nella merda".
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