C'era anche qualcuno autorottamatosi che già si figurava nei panni del ministro degli Esteri. No? Del resto il coinvolgimento nella crisi del Monte dei Paschi, di cui allora non si faceva parola sui media principali, fa comprendere a posteriori perché il Pd fosse considerato un guardiano affidabile degli interessi finanziari. Un'affidabilità che è costata cara alla classe lavoratrice, ai pensionati e alla classe media, come si è visto, l'unica parte della società che ha pagato la crisi con un partito, che tradizionalmente ne era il difensore, schierato con gli "sceriffi di Nottingham" di Mario Monti, oltretutto zelante a far da pompiere dei malumori e delle proteste popolari.
sabato 26 gennaio 2013
Perché il Pd pensava di vincere facile
Il 14 dicembre scorso, nella trasmissione L'Ultima Parola su Rai 2 di Gianluigi Paragone, veniva mandato in onda un servizio di Alessio Lasta, intitolato "Finanza sinistra". In sostanza il servizio diceva che tre grandi banche internazionali incoronavano Bersani premier e dicevano che una vittoria del centrosinistra in Italia sarebbe migliore perfino di un "Monti bis". A telecamere nascoste broker e trader della city milanese confermavano l'appoggio dei mercati all'ipotesi di un governo di centrosinistra.
C'era anche qualcuno autorottamatosi che già si figurava nei panni del ministro degli Esteri. No? Del resto il coinvolgimento nella crisi del Monte dei Paschi, di cui allora non si faceva parola sui media principali, fa comprendere a posteriori perché il Pd fosse considerato un guardiano affidabile degli interessi finanziari. Un'affidabilità che è costata cara alla classe lavoratrice, ai pensionati e alla classe media, come si è visto, l'unica parte della società che ha pagato la crisi con un partito, che tradizionalmente ne era il difensore, schierato con gli "sceriffi di Nottingham" di Mario Monti, oltretutto zelante a far da pompiere dei malumori e delle proteste popolari.
C'era anche qualcuno autorottamatosi che già si figurava nei panni del ministro degli Esteri. No? Del resto il coinvolgimento nella crisi del Monte dei Paschi, di cui allora non si faceva parola sui media principali, fa comprendere a posteriori perché il Pd fosse considerato un guardiano affidabile degli interessi finanziari. Un'affidabilità che è costata cara alla classe lavoratrice, ai pensionati e alla classe media, come si è visto, l'unica parte della società che ha pagato la crisi con un partito, che tradizionalmente ne era il difensore, schierato con gli "sceriffi di Nottingham" di Mario Monti, oltretutto zelante a far da pompiere dei malumori e delle proteste popolari.
"Il Pd responsabile di quanto accaduto alla banca"
Alcune clip realizzate da il Fatto Quotidiano sullo scandalo del Monte dei Paschi di Siena. La prima riporta il pensiero di Oscar Giannino, leader di Fare per Fermare il declino ai microfoni de ilfattoquotidiano.it: "Il patrimonio di Mps è stato distrutto con perdite occultate anche grazie alla politica. Ora per uscirne la banca va nazionalizzata nel breve periodo. E poi, una volta risanata da banchieri di garanzia e indipendenti, dovrà essere rilanciata. E attenzione: qualcuno dall'estero si può fare avanti".
La seconda clip mostra un momento topico dello Tsunami Tour di Grillo a Siena, nella città del Monte dei Paschi. Sul nuovo scandalo di Mps, Grillo accusa senza mezzi termini il partito di Bersani. Attacca anche Ingroia: "È la foglia di fico dei riciclati". Chiudono la clip insulti e spintoni tra i 5 Stelle e un gruppo di contestatori. Persone, evidentemente, a cui la verità fa loro male.
Nella terza clip l'ingresso di Beppe Grillo all'assemblea dei soci del Monte dei Paschi.
La seconda clip mostra un momento topico dello Tsunami Tour di Grillo a Siena, nella città del Monte dei Paschi. Sul nuovo scandalo di Mps, Grillo accusa senza mezzi termini il partito di Bersani. Attacca anche Ingroia: "È la foglia di fico dei riciclati". Chiudono la clip insulti e spintoni tra i 5 Stelle e un gruppo di contestatori. Persone, evidentemente, a cui la verità fa loro male.
Nella terza clip l'ingresso di Beppe Grillo all'assemblea dei soci del Monte dei Paschi.
Colpo su colpo, F-35 e Ingroia in Guatemala
La rubrica Colpo su colpo rappresenta una serie di spot realizzati dallo staff di Rivoluzione Civile per la campagna elettorale, che si trovano sul canale YouTube Iostoconingroia. Ne riporto due. La prima sulla questione degli F-35, ovvero tutta la verità sulle giravolte del Partito democratico.
La seconda clip invece, affronta la questione delle dicerie sull'incarico Onu di Antonio Ingroia in Guatemala.
La seconda clip invece, affronta la questione delle dicerie sull'incarico Onu di Antonio Ingroia in Guatemala.
In Val Susa il Pd espelle gli amministratori No Tav
Val Susa. La clip de il Fatto Quotidiano ci racconta un'altra vicenda critica che coinvolge il Partito democratico. È successo ad Avigliana dove sono stati espulsi 4 amministratori democratici. La loro colpa? Non aver sostenuto la lista civica "Sì Tav" assieme a Pd, Udc e Pdl alle recenti amministrative, vincendo con una coalizione contraria all'opera.
La Minetti come Nilde Iotti
Il Fatto Quotidiano ha rispolverato questa chicca youtubina che riguarda l'intervista della Zanzara a Daniela Santanchè del 12 aprile 2012. In periodo di campagna elettorale e con una catastrofe abbattutasi sul Pd tutto può far brodo per risollevare almeno un po' nelle pie intenzioni le sorti del centrosinistra. La Zanzara è una trasmissione radio di Radio24.
Cosa dice la Santanchè? Ce lo dice ladygroove71b che così commenta questa sua clip inserita su YouTube il 13 aprile 2012. "La Minetti? Anche Togliatti aveva come amante la Iotti, poi lei è diventata il primo presidente donna alla Camera, e sicuramente non aveva vinto concorsi. Nessuna delle due ha vinto un concorso, questo è sicuro". Queste parole surreali sono state pronunciate da Daniela Santanché alla Zanzara, su Radio 24. "La Iotti - aggiunge - faceva benissimo politica, ma nella stanza sopra delle Botteghe Oscure. Siccome ora si parla solo di Bunga Bunga possiamo dire che tutto il mondo è paese. Una compagna comunista da amante a presidente della Camera dimostra che le scorciatoie aiutano. Se non fosse stata l'amante di Togliatti non credo sarebbe mai diventata presidente della camera. Le scorciatoie c'erano ieri e ci sono anche oggi, forse un tempo era peggio".
Poi ricorda la confessione del nepotismo della Santachè. L'esponente del PdL rivendica poi candidamente la spintarella ricevuta da sua nipote, Silvia Garnero, nota per essere l'assessore più assenteista della Provincia di Milano. "Mia nipote? Meglio del Trota, lui é un pirla, lei brava, bella e capace. Difendo il nepotismo. Se hai un parente, anche un figlio, preparato e capace perché non deve avere la possibilità di emergere?", dichiara perentoriamente la Santanchè. "In politica funziona così, di cosa vi stupite? Quando si fa una giunta decidono i partiti. Ho detto a Podestà (presidente provincia di Milano, ndr) che c'era mia nipote, una ragazza brava, bella di cui mi fido. Piuttosto di suggerire uno che passa per strada e che non conosco. Lo rivendico con orgoglio". "Silvia ha il quid - dice ancora alla Zanzara - mentre il Trota ha dimostrato di essere un pirla anche se ha preso i voti, ma avete sentito le interviste che ha fatto? E poi parliamoci chiaro, nessuno di quelli che è in politica ha fatto concorsi, non è una raccomandazione, è una procedura normale".
E poi c'è Rosy Mauro e una previsione sbagliata riguardante la guida della Lega. La Santanchè, secondo cui Maroni non potrebbe mai essere il leader della Lega, si pronuncia anche sull'espulsione di Rosy Mauro: "svolgeva il ruolo di badante, un lavoro molto prezioso per la Lega, e doveva limitarsi a quello, non doveva avere mire politiche. Non la difenderei mai solo perché è una donna. Non e' una questione di genere. Non ho mai sentito il politico Rosi Mauro fare battaglie politiche, introdursi nell'agenda politica del paese. L'ho sempre vista svolgere molto bene il ruolo di badante, cosa che apprezzo. Lei ha preso il peggio degli uomini". E aggiunge: "Sarebbe una vera violenza verso gli italiani averla a sostituzione di Schifani in aula al Senato, in caso di assenza delle alte cariche dello Stato". Bossi, secondo il deputato PDL, "è la vera vittima, con la sua malattia". Poi, commentando l'autista che ha registrato Renzo, la Santanchè incalza: "Mi fa più schifo della Rosi Mauro. Se penso che potrei affidare mio figlio a un autista o a uno che può stargli vicino, con un possibile ricatto, non mi piace. È un infame, mi fa più schifo lui di tutto il resto. È un ricattatore"
E infine la clip chiude ovviamente su Sallusti. Gran finale con la rivendicazione di privacy e di "dimensione dell'intimo" circa la nota liaison tra la stessa Santanchè e Alessandro Sallusti, direttore de "il Giornale".
È una clip divertente, che dice molte cose senza alcun pudore dovuto a false ipocrisie. Ma soprattutto, se questa era l'intenzione, che non sposta di un millimetro possibili intenzioni di voto o l'attenzione di qualche incerto.
Molto più efficace, già così confezionata, ma ancor più se opportunamente interpolata o integrata, regalo un suggerimento, la clip che segue, che impazza nei primi posti su Youtube. Colpisce molto di più il lato deteriore di quest'epoca di berlusconismo che non le esternazioni della Santanchè candidata pidiellina.
Cosa dice la Santanchè? Ce lo dice ladygroove71b che così commenta questa sua clip inserita su YouTube il 13 aprile 2012. "La Minetti? Anche Togliatti aveva come amante la Iotti, poi lei è diventata il primo presidente donna alla Camera, e sicuramente non aveva vinto concorsi. Nessuna delle due ha vinto un concorso, questo è sicuro". Queste parole surreali sono state pronunciate da Daniela Santanché alla Zanzara, su Radio 24. "La Iotti - aggiunge - faceva benissimo politica, ma nella stanza sopra delle Botteghe Oscure. Siccome ora si parla solo di Bunga Bunga possiamo dire che tutto il mondo è paese. Una compagna comunista da amante a presidente della Camera dimostra che le scorciatoie aiutano. Se non fosse stata l'amante di Togliatti non credo sarebbe mai diventata presidente della camera. Le scorciatoie c'erano ieri e ci sono anche oggi, forse un tempo era peggio".
Poi ricorda la confessione del nepotismo della Santachè. L'esponente del PdL rivendica poi candidamente la spintarella ricevuta da sua nipote, Silvia Garnero, nota per essere l'assessore più assenteista della Provincia di Milano. "Mia nipote? Meglio del Trota, lui é un pirla, lei brava, bella e capace. Difendo il nepotismo. Se hai un parente, anche un figlio, preparato e capace perché non deve avere la possibilità di emergere?", dichiara perentoriamente la Santanchè. "In politica funziona così, di cosa vi stupite? Quando si fa una giunta decidono i partiti. Ho detto a Podestà (presidente provincia di Milano, ndr) che c'era mia nipote, una ragazza brava, bella di cui mi fido. Piuttosto di suggerire uno che passa per strada e che non conosco. Lo rivendico con orgoglio". "Silvia ha il quid - dice ancora alla Zanzara - mentre il Trota ha dimostrato di essere un pirla anche se ha preso i voti, ma avete sentito le interviste che ha fatto? E poi parliamoci chiaro, nessuno di quelli che è in politica ha fatto concorsi, non è una raccomandazione, è una procedura normale".
E poi c'è Rosy Mauro e una previsione sbagliata riguardante la guida della Lega. La Santanchè, secondo cui Maroni non potrebbe mai essere il leader della Lega, si pronuncia anche sull'espulsione di Rosy Mauro: "svolgeva il ruolo di badante, un lavoro molto prezioso per la Lega, e doveva limitarsi a quello, non doveva avere mire politiche. Non la difenderei mai solo perché è una donna. Non e' una questione di genere. Non ho mai sentito il politico Rosi Mauro fare battaglie politiche, introdursi nell'agenda politica del paese. L'ho sempre vista svolgere molto bene il ruolo di badante, cosa che apprezzo. Lei ha preso il peggio degli uomini". E aggiunge: "Sarebbe una vera violenza verso gli italiani averla a sostituzione di Schifani in aula al Senato, in caso di assenza delle alte cariche dello Stato". Bossi, secondo il deputato PDL, "è la vera vittima, con la sua malattia". Poi, commentando l'autista che ha registrato Renzo, la Santanchè incalza: "Mi fa più schifo della Rosi Mauro. Se penso che potrei affidare mio figlio a un autista o a uno che può stargli vicino, con un possibile ricatto, non mi piace. È un infame, mi fa più schifo lui di tutto il resto. È un ricattatore"
E infine la clip chiude ovviamente su Sallusti. Gran finale con la rivendicazione di privacy e di "dimensione dell'intimo" circa la nota liaison tra la stessa Santanchè e Alessandro Sallusti, direttore de "il Giornale".
È una clip divertente, che dice molte cose senza alcun pudore dovuto a false ipocrisie. Ma soprattutto, se questa era l'intenzione, che non sposta di un millimetro possibili intenzioni di voto o l'attenzione di qualche incerto.
Molto più efficace, già così confezionata, ma ancor più se opportunamente interpolata o integrata, regalo un suggerimento, la clip che segue, che impazza nei primi posti su Youtube. Colpisce molto di più il lato deteriore di quest'epoca di berlusconismo che non le esternazioni della Santanchè candidata pidiellina.
Maroni governatore lombardo
Il promo diffuso dalla Lega Nord per promuovere nell'elettoratp lombardo la candidatura di Roberto Maroni a presidente della Regione Lombardia.
Il punto sugli avvenimenti politici secondo la Lega
Il Taccuino politico di ieri del Tg Nord di TelePadania.incentrato sullo scandalo Monte dei Paschi e lo scontro tra il Governo e la Banca d'Italia.
I paesi scandinavi potrebbero uscire dalla Ue
Nella clip di TM News, Renato Brunetta, economista del Pdl, si dice "molto preoccupato" per la possibile uscita dalla Ue dei Paesi scandinavi, che il professore definisce "egoisti". Critiche anche alla Germania, accusata di spaventare le nazioni del Nord.
MPS. La denuncia dei dipendenti azionisti
I dipendenti del Monte dei Paschi di Siena, che in questi ultimi anni hanno comprato azioni della banca finita nella bufera, sono tra i primi a subire gli effetti della situazione attuale. È, come ci informa la clip di TM News, quanto denunciano in molti, a partire da Bruno Valentini, sindaco di Monteriggioni, avversario storico del sindaco dimissionario di Siena, Franco Ceccuzzi: "All'inizio ho avuto azioni come retribuzione accessoria e ho investito anche parte della liquidazione in azioni, siamo doppiamente truffati, come dipendenti e come azionisti".
Luca Bianchi, segretario di Dircredito, è tra quelli che nella banca hanno investito il Tfr e denuncia: ne abbiamo perso l'80%. "Io credo che di truffa debba parlare la magistratura, i piccoli azionisti sono amareggiati, hanno perso molti dei loro soldi, vogliono chiarezza ma vorrebbero vedere finalmente questa banca tranquilla".
Maria Alberta Cambi e Alessandro Vigni dell'associazione Buongoverno vedono rischi imminenti per i dipendenti Mps. "Se non c'è una revisione del piano industriale la strada purtroppo è questa, chiusure di filiali. Oltre ad avere lo smacco di vedere a rischio il posto, vedono le azioni in cui avevano investito i risparmi cadere in modo vertiginoso. Valevano 3-3,5 euro, oggi valgono se va bene 25 centesimi, fate voi il conto, fate i conti di quanto hanno perso".
Luca Bianchi, segretario di Dircredito, è tra quelli che nella banca hanno investito il Tfr e denuncia: ne abbiamo perso l'80%. "Io credo che di truffa debba parlare la magistratura, i piccoli azionisti sono amareggiati, hanno perso molti dei loro soldi, vogliono chiarezza ma vorrebbero vedere finalmente questa banca tranquilla".
Maria Alberta Cambi e Alessandro Vigni dell'associazione Buongoverno vedono rischi imminenti per i dipendenti Mps. "Se non c'è una revisione del piano industriale la strada purtroppo è questa, chiusure di filiali. Oltre ad avere lo smacco di vedere a rischio il posto, vedono le azioni in cui avevano investito i risparmi cadere in modo vertiginoso. Valevano 3-3,5 euro, oggi valgono se va bene 25 centesimi, fate voi il conto, fate i conti di quanto hanno perso".
La lezione Siena
Mussari: una buona notizia e due cattive, titolava qualche giorno fa un articolo sul proprio sito Sinistra per Siena, espressione del Circolo Città Domani, di cui ho ampiamente detto nel post precedente. La buona notizia, dicevano, è rappresentata dalle dimissioni di Mussari dall’ABI. Perché una buona notizia? Innanzitutto, dicevano, per rispetto della decenza: come poteva rappresentare il “buon governo” bancario un avvocato che sembrerebbe aver distrutto, in collaborazione con soggetti più che noti, con le sue decisioni perniciose l’immenso patrimonio di una delle più solide banche italiane? Poi, per rispetto della giustizia: dovrebbe arrivare il momento che in Italia chi sbaglia paga. Chi è remunerato per assumersi la responsabilità delle decisioni, ne risponda in prima persona quando queste sono decisioni sbagliate. Infine, per rispetto ai cittadini senesi: uno dei componenti del triste terzetto (MCM: Mussari, Ceccuzzi, Monaci) che ha mal governato questa città riducendola sul lastrico sembra avviato ad uscire di scena – sembra, diciamo, non solo per una sana scaramanzia ma anche perché come ci insegnano i contadini, la mala pianta non muore mai.
Ma l'articolo di sinistra per Siena aggiungeva che due sono però le cattive notizie. La prima, la situazione della Banca. "La cattiva gestione del Monte sembra essere un pozzo senza fondo. Ogni giorno se ne scopre una peggiore dell’altra. Il terrore è che ci sia altro che debba ancora emergere. L’armata Brancaleone che ha guidato la banca ha affannosamente tentato di coprire i propri errori facendo degli altri più gravi ed esponendosi a rischi sempre maggiori e facendo attività sempre più speculative. Tutto a spese della banca della collettività". E, continua l'articolo, "la seconda cattiva notizia è che gli altri membri del triste terzetto (Ceccuzzi e Monaci) sono ancora lì, pronti a fare altri danni. Ora sono su sponde avverse: ma è solo una finta. Si sono divisi per colpire insieme. L’uno che vorrebbe far di nuovo il sindaco – l’impudenza non ha limiti – l’altro che salendo su un altro carro vorrebbe addirittura lanciarsi a fare il deputato nazionale, continuando a gestire il suo familistico potere in città".
L'articolo conclude dicendo: "La vera buona notizia che tutti attendiamo è che vi sia un vero e totale rinnovamento, non una mera operazione di facciata tesa a cambiare uno o più attori lasciando intonso il canovaccio. La vera buona notizia sarebbe che il sistema di potere che ha impoverito questa città, umiliandone le eccellenze e premiando, in banca, in città, nelle associazioni di categoria e addirittura di volontariato, la fedeltà e l’obbedienza, venisse distrutto dagli stessi cittadini senesi. La buona notizia che tutti attendiamo è una reazione di orgoglio dei senesi che si riprendano la loro città tornando alla sana partecipazione e alla buona politica senza aspettare che siano associazioni bancarie milanesi, giudici, o chiunque altro da fuori che tolga le castagne dal fuoco al loro posto".
Siena si appresta a rinnovare la propria amministrazione comunale, ma tutti noi ci apprestiamo a dare un nuovo volto al Parlamento nazionale e di conseguenza al governo di questa nazione. Mettiamo a frutto la lezione di Siena e pensiamoci due, tre, dieci volte, prima di mettere la nostra scheda nell'urna, su chi veramente sia degno e soprattutto affidabile per reggere le sorti degli italiani, di tutti noi. Il vero voto utile è quello non per loro ma per noi, per ciascuno di noi.
Ma l'articolo di sinistra per Siena aggiungeva che due sono però le cattive notizie. La prima, la situazione della Banca. "La cattiva gestione del Monte sembra essere un pozzo senza fondo. Ogni giorno se ne scopre una peggiore dell’altra. Il terrore è che ci sia altro che debba ancora emergere. L’armata Brancaleone che ha guidato la banca ha affannosamente tentato di coprire i propri errori facendo degli altri più gravi ed esponendosi a rischi sempre maggiori e facendo attività sempre più speculative. Tutto a spese della banca della collettività". E, continua l'articolo, "la seconda cattiva notizia è che gli altri membri del triste terzetto (Ceccuzzi e Monaci) sono ancora lì, pronti a fare altri danni. Ora sono su sponde avverse: ma è solo una finta. Si sono divisi per colpire insieme. L’uno che vorrebbe far di nuovo il sindaco – l’impudenza non ha limiti – l’altro che salendo su un altro carro vorrebbe addirittura lanciarsi a fare il deputato nazionale, continuando a gestire il suo familistico potere in città".
L'articolo conclude dicendo: "La vera buona notizia che tutti attendiamo è che vi sia un vero e totale rinnovamento, non una mera operazione di facciata tesa a cambiare uno o più attori lasciando intonso il canovaccio. La vera buona notizia sarebbe che il sistema di potere che ha impoverito questa città, umiliandone le eccellenze e premiando, in banca, in città, nelle associazioni di categoria e addirittura di volontariato, la fedeltà e l’obbedienza, venisse distrutto dagli stessi cittadini senesi. La buona notizia che tutti attendiamo è una reazione di orgoglio dei senesi che si riprendano la loro città tornando alla sana partecipazione e alla buona politica senza aspettare che siano associazioni bancarie milanesi, giudici, o chiunque altro da fuori che tolga le castagne dal fuoco al loro posto".
Siena si appresta a rinnovare la propria amministrazione comunale, ma tutti noi ci apprestiamo a dare un nuovo volto al Parlamento nazionale e di conseguenza al governo di questa nazione. Mettiamo a frutto la lezione di Siena e pensiamoci due, tre, dieci volte, prima di mettere la nostra scheda nell'urna, su chi veramente sia degno e soprattutto affidabile per reggere le sorti degli italiani, di tutti noi. Il vero voto utile è quello non per loro ma per noi, per ciascuno di noi.
Sinistra per Siena su Comune e Fondazione MPS
Le vicende di queste ore sono state un vero e proprio tsunami politico che ha rimesso tutto in forse. Chi segue gli eventi, come può da casa, si è trovato travolto da una valanga di informazione, di prese di posizione, di dichiarazioni, di dati, di commenti, da cui si fa fatica ad uscire razionalizzando il tutto in un'opinione coerente. Il problema è certamente capirne i motivi, capire ad esempio il back-stage di questa foto, che a suo tempo ha fatto discutere.
Forse basterebbe capire i volti, le espressioni, confrontarli con quanto è successo dopo, con oggi, per darsi una spiegazione. Casini ride, e si capisce bene il perché: con Monti ha trovato un rilancio sulla scena politica da primario e non da comprimario, come forse mai gli era capitato prima nella sua carriera politica. Con Monti si è assicurato ancora una sedia in Parlamento, e forse qualcosa di più, una presidenza magari di peso. Alfano è il più serioso, forse l'unico tra i presenti che è lì per un motivo chiaro, di facile definizione: senza Pdl, e si è visto poi, un governo Monti non stava in piedi. Anche Bersani è felice, e forse i mali pensieri che nascono dalle vicende di questi giorni suggeriscono possibili motivi di una soddisfazione. In fin dei conti ha dietro, alle spalle Monti, Monti bond. Una certezza.per far uscire la banca del cuore del Pd dai pasticci. E si è visto. 3,9 miliardi non sono bruscolini. Già, ma detto tutto questo, veniamo al punto che interessa, non a Roma ma a Siena: nel consiglio comunale di Siena c'è Sinistra per Siena. Un'ottima fonte per capire la vicenda nell'ottica politica..
Come nasce Sinistra per Siena? Prendo le informazioni a piene mani dal loro sito. Dicono: "Il nostro circolo nasce un paio di anni fa come un circolo di Sinistra Ecologia e Libertà. Condividevamo in pieno il progetto di Nichi Vendola di rinnovare la sinistra italiana declinando i valori tradizionali (uguaglianza, solidarietà, attenzione ai diritti sostanziali degli individui) in un modo nuovo e moderno, volevamo partecipare con lui alla costruzione di un partito che ponesse al centro i valori e non gli interessi dei funzionari. Iniziarono tuttavia ben presto i dissapori con i dirigenti provinciali di SEL che mal sopportavano l’idea che noi ponessimo al centro dell’azione politica cittadina la questione morale. Noi riteniamo che occorra districare il nodo perverso fra politica, massoneria e affari che sta soffocando questa nostra città. Loro avevano un patto di ferro con il PD che questo nodo vuol tenerlo stretto. Siamo stati sempre più emarginati. Le nostre richieste (primarie per scegliere il candidato a sindaco del centro sinistra, richiesta al PD di un forte rinnovamento morale, collegamento con le altre forze del centro sinistra – IDV, Federazione della sinistra - per coordinare le nostre richieste a PD e costringerlo al rinnovamento) sono state tutte rifiutate. Alla fine il gruppo dirigente di SEL ha accettato senza proferire verbo un candidato a Sindaco che personalmente e per la sua storia politica rappresenta proprio quello che noi contrastavamo".
Sinistra per Siena così continua il racconto della propria storia: "A questo punto avevamo due scelte: a) ripiegare le bandiere e tornare a fare quel che facevamo prima (nessuno di noi vive di politica o si aspetta qualcosa di concreto dall’impegno politico e quindi siamo liberi); b) proporre a Siena un’alternativa di sinistra, ovvero essere coerenti con i valori che ci avevano spinto ad entrare in SEL. Abbiamo preferito seguire il cuore che ci diceva di essere fedeli agli ideali e non alla nomenclatura di partito. Così è nata l’avventura di Sinistra per Siena e la proposta di candidare Laura Vigni a Sindaco di Siena".
Siamo, dunque, alle elezioni comunali del 2011: "Le elezioni sono andate benissimo per la nostra Lista Sinistra per Siena (Laura Vigni ha preso poco meno del 7 % dei voti e la lista quasi il 5 %), male per Siena. Incredibile a dirsi Ceccuzzi ha vinto al primo turno con il 54 % dei voti. Che fosse una vittoria di Pirro è apparso subito evidente. Le tensioni interne nel PD crescono a vista d’occhio. Quando gli accordi sono basati sulla divisione del potere, delle poltrone e del sottogoverno, ma le risorse sono scarse e non c’è tanta trippa da dividere, allora mantenere l’equilibrio diventa sempre più difficile. La maggioranza entra in crisi sulle note questioni del bilancio: questione ovviamente strumentale, ben altre sono le questioni sul tappeto. I cosiddetti dissidenti del PD fanno cadere la giunta".
Arrivano a Sinistra per Siena le tante promesse, i do ut des: "In quel periodo direttamente e indirettamente sono state fatte tante promesse a Laura perché votasse a favore della maggioranza. Ancora non hanno capito come mai Laura abbia detto di no. La loro forma mentis è tale che non riescono a immaginare che esistano in politica persone per bene che non sono interessate a benefici materiali, ma vogliono essere coerenti coi loro ideali e con la promessa fatta ai suoi elettori".
Questo il quadro, ma adesso ci saranno nuove elezioni amministrative. "Nei prossimi mesi Siena affronterà una nuova campagna elettorale. Noi ci saremo e saremo più forti di prima, più numerosi, più motivati. Anche perché le cose in città possono cambiare veramente. Forse è il momento che i città tornino ad amministrare persone perbene che abbiano a cuore solo gli interessi collettivi. Cambiare a Siena questa volta si può".
Scrive Laura Vigni: "Perché mi candido alle elezioni 2013. L'amore profondo per Siena, dove sono nata e dove da sempre vivo e lavoro. La conoscenza della sua storia e della sua amministrazione. La forza, la cultura, l’onestà di una donna. Per voltare pagina, davvero".
Questa lunga premessa perché nel canale YouTube di Sinistra per Siena ho trovato due filmati di due consigli comunali, dove sono ben descritte, dall'interno, le vicende dei rapporti tra politica e Fondazione Monte Paschi. Il primo filmato, che si riferisce alla seduta del 9 settembre 2011, contiene l'intervento del consigliere comunale Laura Vigni, in cui esprime con fermezza la posizione di Sinistra per Siena sul futuro della Fondazione Monte dei Paschi nel corso del dibattito che ha portato all'aggiornamento delle linee programmatiche 2009-2011 della Deputazione Generale della Fondazione Mps e nuovi indirizzi per gli anni 2011-2013.
Dice in sintesi la consigliera di Sinistra per Siena che il documento approvato dalla maggioranza, con la strana – ma non troppo – alleanza del PdL, appare assolutamente insufficiente riguardo alla Banca, la cui politica imprenditoriale viene sottratta a qualsiasi controllo, mentre gli errori e le imprudenze fanno sentire i loro effetti sulla Fondazione e su tutta la collettività. La ricapitalizzazione necessaria per evitare la sua scalabilità, ha costretto la Fondazione a indebitarsi per 600 milioni di Euro ed a tagliare drasticamente le erogazioni alla città. E forse questo sacrificio non sarà sufficiente: pensiamo con preoccupazione a cosa potrà accadere se diventasse necessario ricapitalizzare ancora. Chi potrà parlare ancora di senesità del Monte?
La situazione attuale della Banca non è solo il frutto della crisi internazionale, che naturalmente pesa, ma anche di scelte interne e per uscirne c’è bisogno di una cambio di rotta deciso: abbandonare le esternalizzazioni, valorizzare le competenze interne, evitare di affidare tutto il sistema informatico a IBM, premiare la professionalità a prescindere dall’appartenenza politica nell’assegnazione dei posti di comando.
Il documento della maggioranza e del Pdl sembra solo un accordo di potere, che invita ad alzare la musica mentre il Titanic affonda.
Il gruppo di Sinistra per Siena aveva deciso di non presentare una propria mozione, dicono, ma ha sostenuto quella delle Liste Civiche aggiungendo due punti significativi: la diminuzione del numero dei nominati nelle partecipate e trasparenza sui criteri che la Fondazione adotterà quest’anno per assegnare le poche risorse disponibili. Naturalmente in fase di voto Sinistra per Siena è messa in minoranza, e i giornali cittadini riferiscono solo le posizioni della maggioranza, ma noi continueremo a far conoscere le nostre posizioni ricorrendo a tutti gli strumenti di comunicazione a nostra disposizione.
Il secondo filmato si riferisce al Consiglio comunale del 29 novembre 2011. Mostra l'intervento di Laura Vigni. In discussione la mozione in merito alla Fondazione MPS.
Forse basterebbe capire i volti, le espressioni, confrontarli con quanto è successo dopo, con oggi, per darsi una spiegazione. Casini ride, e si capisce bene il perché: con Monti ha trovato un rilancio sulla scena politica da primario e non da comprimario, come forse mai gli era capitato prima nella sua carriera politica. Con Monti si è assicurato ancora una sedia in Parlamento, e forse qualcosa di più, una presidenza magari di peso. Alfano è il più serioso, forse l'unico tra i presenti che è lì per un motivo chiaro, di facile definizione: senza Pdl, e si è visto poi, un governo Monti non stava in piedi. Anche Bersani è felice, e forse i mali pensieri che nascono dalle vicende di questi giorni suggeriscono possibili motivi di una soddisfazione. In fin dei conti ha dietro, alle spalle Monti, Monti bond. Una certezza.per far uscire la banca del cuore del Pd dai pasticci. E si è visto. 3,9 miliardi non sono bruscolini. Già, ma detto tutto questo, veniamo al punto che interessa, non a Roma ma a Siena: nel consiglio comunale di Siena c'è Sinistra per Siena. Un'ottima fonte per capire la vicenda nell'ottica politica..
Come nasce Sinistra per Siena? Prendo le informazioni a piene mani dal loro sito. Dicono: "Il nostro circolo nasce un paio di anni fa come un circolo di Sinistra Ecologia e Libertà. Condividevamo in pieno il progetto di Nichi Vendola di rinnovare la sinistra italiana declinando i valori tradizionali (uguaglianza, solidarietà, attenzione ai diritti sostanziali degli individui) in un modo nuovo e moderno, volevamo partecipare con lui alla costruzione di un partito che ponesse al centro i valori e non gli interessi dei funzionari. Iniziarono tuttavia ben presto i dissapori con i dirigenti provinciali di SEL che mal sopportavano l’idea che noi ponessimo al centro dell’azione politica cittadina la questione morale. Noi riteniamo che occorra districare il nodo perverso fra politica, massoneria e affari che sta soffocando questa nostra città. Loro avevano un patto di ferro con il PD che questo nodo vuol tenerlo stretto. Siamo stati sempre più emarginati. Le nostre richieste (primarie per scegliere il candidato a sindaco del centro sinistra, richiesta al PD di un forte rinnovamento morale, collegamento con le altre forze del centro sinistra – IDV, Federazione della sinistra - per coordinare le nostre richieste a PD e costringerlo al rinnovamento) sono state tutte rifiutate. Alla fine il gruppo dirigente di SEL ha accettato senza proferire verbo un candidato a Sindaco che personalmente e per la sua storia politica rappresenta proprio quello che noi contrastavamo".
Sinistra per Siena così continua il racconto della propria storia: "A questo punto avevamo due scelte: a) ripiegare le bandiere e tornare a fare quel che facevamo prima (nessuno di noi vive di politica o si aspetta qualcosa di concreto dall’impegno politico e quindi siamo liberi); b) proporre a Siena un’alternativa di sinistra, ovvero essere coerenti con i valori che ci avevano spinto ad entrare in SEL. Abbiamo preferito seguire il cuore che ci diceva di essere fedeli agli ideali e non alla nomenclatura di partito. Così è nata l’avventura di Sinistra per Siena e la proposta di candidare Laura Vigni a Sindaco di Siena".
Siamo, dunque, alle elezioni comunali del 2011: "Le elezioni sono andate benissimo per la nostra Lista Sinistra per Siena (Laura Vigni ha preso poco meno del 7 % dei voti e la lista quasi il 5 %), male per Siena. Incredibile a dirsi Ceccuzzi ha vinto al primo turno con il 54 % dei voti. Che fosse una vittoria di Pirro è apparso subito evidente. Le tensioni interne nel PD crescono a vista d’occhio. Quando gli accordi sono basati sulla divisione del potere, delle poltrone e del sottogoverno, ma le risorse sono scarse e non c’è tanta trippa da dividere, allora mantenere l’equilibrio diventa sempre più difficile. La maggioranza entra in crisi sulle note questioni del bilancio: questione ovviamente strumentale, ben altre sono le questioni sul tappeto. I cosiddetti dissidenti del PD fanno cadere la giunta".
Arrivano a Sinistra per Siena le tante promesse, i do ut des: "In quel periodo direttamente e indirettamente sono state fatte tante promesse a Laura perché votasse a favore della maggioranza. Ancora non hanno capito come mai Laura abbia detto di no. La loro forma mentis è tale che non riescono a immaginare che esistano in politica persone per bene che non sono interessate a benefici materiali, ma vogliono essere coerenti coi loro ideali e con la promessa fatta ai suoi elettori".
Questo il quadro, ma adesso ci saranno nuove elezioni amministrative. "Nei prossimi mesi Siena affronterà una nuova campagna elettorale. Noi ci saremo e saremo più forti di prima, più numerosi, più motivati. Anche perché le cose in città possono cambiare veramente. Forse è il momento che i città tornino ad amministrare persone perbene che abbiano a cuore solo gli interessi collettivi. Cambiare a Siena questa volta si può".
Scrive Laura Vigni: "Perché mi candido alle elezioni 2013. L'amore profondo per Siena, dove sono nata e dove da sempre vivo e lavoro. La conoscenza della sua storia e della sua amministrazione. La forza, la cultura, l’onestà di una donna. Per voltare pagina, davvero".
Questa lunga premessa perché nel canale YouTube di Sinistra per Siena ho trovato due filmati di due consigli comunali, dove sono ben descritte, dall'interno, le vicende dei rapporti tra politica e Fondazione Monte Paschi. Il primo filmato, che si riferisce alla seduta del 9 settembre 2011, contiene l'intervento del consigliere comunale Laura Vigni, in cui esprime con fermezza la posizione di Sinistra per Siena sul futuro della Fondazione Monte dei Paschi nel corso del dibattito che ha portato all'aggiornamento delle linee programmatiche 2009-2011 della Deputazione Generale della Fondazione Mps e nuovi indirizzi per gli anni 2011-2013.
Dice in sintesi la consigliera di Sinistra per Siena che il documento approvato dalla maggioranza, con la strana – ma non troppo – alleanza del PdL, appare assolutamente insufficiente riguardo alla Banca, la cui politica imprenditoriale viene sottratta a qualsiasi controllo, mentre gli errori e le imprudenze fanno sentire i loro effetti sulla Fondazione e su tutta la collettività. La ricapitalizzazione necessaria per evitare la sua scalabilità, ha costretto la Fondazione a indebitarsi per 600 milioni di Euro ed a tagliare drasticamente le erogazioni alla città. E forse questo sacrificio non sarà sufficiente: pensiamo con preoccupazione a cosa potrà accadere se diventasse necessario ricapitalizzare ancora. Chi potrà parlare ancora di senesità del Monte?
La situazione attuale della Banca non è solo il frutto della crisi internazionale, che naturalmente pesa, ma anche di scelte interne e per uscirne c’è bisogno di una cambio di rotta deciso: abbandonare le esternalizzazioni, valorizzare le competenze interne, evitare di affidare tutto il sistema informatico a IBM, premiare la professionalità a prescindere dall’appartenenza politica nell’assegnazione dei posti di comando.
Il documento della maggioranza e del Pdl sembra solo un accordo di potere, che invita ad alzare la musica mentre il Titanic affonda.
Il gruppo di Sinistra per Siena aveva deciso di non presentare una propria mozione, dicono, ma ha sostenuto quella delle Liste Civiche aggiungendo due punti significativi: la diminuzione del numero dei nominati nelle partecipate e trasparenza sui criteri che la Fondazione adotterà quest’anno per assegnare le poche risorse disponibili. Naturalmente in fase di voto Sinistra per Siena è messa in minoranza, e i giornali cittadini riferiscono solo le posizioni della maggioranza, ma noi continueremo a far conoscere le nostre posizioni ricorrendo a tutti gli strumenti di comunicazione a nostra disposizione.
Il secondo filmato si riferisce al Consiglio comunale del 29 novembre 2011. Mostra l'intervento di Laura Vigni. In discussione la mozione in merito alla Fondazione MPS.
venerdì 25 gennaio 2013
Il punto a un mese dalle elezioni nella bufera MPS
A un mese dalle elezioni, i giochi delle alleanze sono più aperti che mai in Italia, dove lo scandalo Monte Paschi si trasforma in campo di battaglia della campagna elettorale. La clip di EuroNews fa il punto della situazione.
Di seguito alcune clip di TM News con le dichiarazioni di alcuni politici sulla vicenda Monte Paschi. Di Pietro: "Io personalmente e l'Idv lo scorso anno per due volte in una formale interrogazione parlamentare abbiamo avvertito il governo Monti di ciò che stava accadendo a Mps, nemmeno ci ha risposto". Antonio Di Pietro a Torino per una iniziativa elettorale di Rivoluzione civile ha aggiunto: "Noi consideriamo il governo Monti corresponsabile del disastro Mps perchè era stato documentalmente avvertito e ha fatto finta di non vedere e oggi pensa di scaricare le sue responsabilita' soltanto accusando l'altro complice, che pure c'è, i partiti e soprattutto il centrosinistra del Pd che ha chiuso gli occhi in questi anni".
Giorgia Meloni: "Quello che è accaduto in questi giorni è una drammatica fotografia di quello che è accaduto in questo ultimo anno perché il salvataggio di Mps costa agli italiani 3,9 miliardi di euro che è esattamente l'introito dell'Imu sulla prima casa. Ancora una volta quindi i soldi vengono tolti agli italiani per essere dati alle banche". A Genova la fondatrice e leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, commentando il caso Mps, ha detto ancora: "È un triste esempio di quasi tutto l'operato di Monti nel quale hanno delle responsabilità gravi anche gli esponenti del Pd e della sinistra italiana. In Italia bisogna profondamente rivedere il sistema del credito, bisogna procedere ad una separazione tra banche commerciali e banche finanziarie perché le pericolose speculazioni di certi istituti di credito non devono essere fatte con i soldi dei risparmiatori".
Fondazione senese troppo pervasiva, a Torino non sarebbe successo. È questo in sintesi quanto ha sostenuto Sergio Chiamparino, presidente della Compagnia di San Paolo, a proposito della vicenda del Monte Paschi di Siena. "Evidentemente c'è stata una eccessiva pervasività' del rapporto tra fondazione e banca, cosa che tra l'altro e un tema oggetto di discussione da tempo, anche all'interno di chi aveva responsabilità di governo nella fondazione senese, dove c'erano opinioni diverse".
Di seguito alcune clip di TM News con le dichiarazioni di alcuni politici sulla vicenda Monte Paschi. Di Pietro: "Io personalmente e l'Idv lo scorso anno per due volte in una formale interrogazione parlamentare abbiamo avvertito il governo Monti di ciò che stava accadendo a Mps, nemmeno ci ha risposto". Antonio Di Pietro a Torino per una iniziativa elettorale di Rivoluzione civile ha aggiunto: "Noi consideriamo il governo Monti corresponsabile del disastro Mps perchè era stato documentalmente avvertito e ha fatto finta di non vedere e oggi pensa di scaricare le sue responsabilita' soltanto accusando l'altro complice, che pure c'è, i partiti e soprattutto il centrosinistra del Pd che ha chiuso gli occhi in questi anni".
Giorgia Meloni: "Quello che è accaduto in questi giorni è una drammatica fotografia di quello che è accaduto in questo ultimo anno perché il salvataggio di Mps costa agli italiani 3,9 miliardi di euro che è esattamente l'introito dell'Imu sulla prima casa. Ancora una volta quindi i soldi vengono tolti agli italiani per essere dati alle banche". A Genova la fondatrice e leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, commentando il caso Mps, ha detto ancora: "È un triste esempio di quasi tutto l'operato di Monti nel quale hanno delle responsabilità gravi anche gli esponenti del Pd e della sinistra italiana. In Italia bisogna profondamente rivedere il sistema del credito, bisogna procedere ad una separazione tra banche commerciali e banche finanziarie perché le pericolose speculazioni di certi istituti di credito non devono essere fatte con i soldi dei risparmiatori".
Fondazione senese troppo pervasiva, a Torino non sarebbe successo. È questo in sintesi quanto ha sostenuto Sergio Chiamparino, presidente della Compagnia di San Paolo, a proposito della vicenda del Monte Paschi di Siena. "Evidentemente c'è stata una eccessiva pervasività' del rapporto tra fondazione e banca, cosa che tra l'altro e un tema oggetto di discussione da tempo, anche all'interno di chi aveva responsabilità di governo nella fondazione senese, dove c'erano opinioni diverse".
La commistione tra Fondazione MPS e politica
Il presidente dell'Acri Giuseppe Guzzetti, commenta la vicenda Mps così: "Questa è l'unica Fondazione che ha uno Statuto illegittimo, che ha violato un punto fondamentale della legge Ciampi, che non ha rispettato il principio che la parte pubblica non avrebbe dovuto avere la maggioranza".
Per avere un'idea del rapporto tra Monte Paschi e politica locale (Pd), può aiutarci Ordine del giorno - Cronache dal Consiglio provinciale, che è il format della Provincia di Siena sulle sedute del consiglio provinciale prodotto da Canale3 Toscana. Nel corso della seduta, a cui la clip si riferisce, dopo un ampio e partecipato dibattito, è stato approvata una manovra di bilancio straordinaria per far fronte ai tagli previsti dalla spending review e per ridefinire i rapporti finanziari tra la Provincia e la Fondazione Mps. Il via libera è arrivato con il voto favorevole di Pd, Sel e Idv e il voto contrario di Pdl, Lega Nord Toscana, Udc, Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani e del consigliere Massimo Mori. Nel corso della discussione è stato respinto un emendamento presentato da Giovanni Di Stasio (Lega Nord). Nella puntata le interviste al presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini, e ai consiglieri di tutti i gruppi politici.
Per avere un'idea del rapporto tra Monte Paschi e politica locale (Pd), può aiutarci Ordine del giorno - Cronache dal Consiglio provinciale, che è il format della Provincia di Siena sulle sedute del consiglio provinciale prodotto da Canale3 Toscana. Nel corso della seduta, a cui la clip si riferisce, dopo un ampio e partecipato dibattito, è stato approvata una manovra di bilancio straordinaria per far fronte ai tagli previsti dalla spending review e per ridefinire i rapporti finanziari tra la Provincia e la Fondazione Mps. Il via libera è arrivato con il voto favorevole di Pd, Sel e Idv e il voto contrario di Pdl, Lega Nord Toscana, Udc, Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani e del consigliere Massimo Mori. Nel corso della discussione è stato respinto un emendamento presentato da Giovanni Di Stasio (Lega Nord). Nella puntata le interviste al presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini, e ai consiglieri di tutti i gruppi politici.
La lettera di dimissioni dall'ABI di Mussari
La lettera di dimissioni irrevocabili di Giuseppe Mussari inviata al vice presidente vicario dell'Associazione Bancaria Italiana, Camillo Venesio. Si legge: "Ritengo di dover rassegnare, con effetto immediato e in maniera irrevocabile, le dimmissioni da Presidente dell'Associazione Bancaria Italiana. Assumo questa decisione convinto di aver sempre operato nel rispetto del nostro ordinamento, ma nello stesso tempo, deciso a non recare alcun nocumento, anche indiretto, all'Associazione".
Aggiungo una clip che contiene l'intervista a Raffaele Ascheri, autore di "La Casta di Siena", "Le mani sulla città" e l'ultimo pubblicato nel 2012 "Mussari Giuseppe: una biografia (non autorizzata)". La clip è stata inserita su Youtube nel marzo 2012.
Aggiungo una clip che contiene l'intervista a Raffaele Ascheri, autore di "La Casta di Siena", "Le mani sulla città" e l'ultimo pubblicato nel 2012 "Mussari Giuseppe: una biografia (non autorizzata)". La clip è stata inserita su Youtube nel marzo 2012.
L'assemblea Monte Paschi approva l'aiuto di Stato
L'assemblea degli azionisti del Montepaschi ha dato il via libera agli aiuti di Stato attraverso i cosiddetti Monti-bond da 3,9 mld. Oltre il 98% dei presenti in sala ha votato in favore. La delibera è stata approvata dopo oltre 7 ore di assemblea, a cui hanno partecipato circa 370 soci, in rappresentanza di 942 aventi diritto, pari al 53,77% del capitale della banca, dicono le agenzie di stampa. La proposta è stata approvata dal 98,75% dei presenti che corrispondono al 52,11 per cento.L'assemblea ha inoltre attribuito al Cda la delega a procedere con la ricapitalizzazione della banca che passerà appunto attraverso l'emissione di 3,9 miliardi di Monti bond.
L'amministratore delegato della banca, Fabrizio Viola, nella conferenza stampa.ha rassicurato che non ci sono altre cassaforti da aprire al Monte Paschi: "A nostra conoscenza no". E ha aggiunto: "Come ho già detto per poter dire la parole fine occorre terminare il lavoro. L'obiettivo è chiudere entro primi dieci giorni di febbraio. Ancora un po' di prudenza ci vuole". Commentando il buon andamento di oggi del titolo della banca in borsa ha detto: "Vedere un titolo che ritorna ad una volatilità normale significa che il mercato si sta rendendo conto che il problema c'é ma è gestibile". Viola ha commentato che il rimbalzo in Borsa è naturale dopo il meno 20% in tre giorni. Nella clip di TM News l'ad Fabrizio Viola, che conclude: "Abbiamo avuto modo di sottolineare il nostro disappunto nel vedere Monte dei Paschi al centro di dichiarazioni che evidentemente si collocavano nell'ambito di una campagna elettorale. Questa esposizione mediatica è stata superiore a quella di novembre, probabilmente è alla base dell'andamento del titolo dei tre giorni precedenti".
Sulla questione dei rapporti con la politica Alessandro Profumo, il presidente del Monte Paschi, ha detto in assemblea: "Noi abbiamo un rapporto di rispetto e totale indipendenza, noi siamo una banca e dobbiamo fare bene la banca, e così come nella nostra storia professionale siamo sempre stati totalmente indipendenti continueremo ad avere questa indipendenza". Per quanto riguarda i cosiddetti "Monti bond", Profumo ha detto: "Se non dovessero venire rimborsati sarebbero trasformati in capitale e a quel punto il ministero dell'Economia e delle Finanze diventerebbe nostro azionista di stragrande maggioranza. Ma la nostra volonta è di rimborsarli presto".
L'amministratore delegato della banca, Fabrizio Viola, nella conferenza stampa.ha rassicurato che non ci sono altre cassaforti da aprire al Monte Paschi: "A nostra conoscenza no". E ha aggiunto: "Come ho già detto per poter dire la parole fine occorre terminare il lavoro. L'obiettivo è chiudere entro primi dieci giorni di febbraio. Ancora un po' di prudenza ci vuole". Commentando il buon andamento di oggi del titolo della banca in borsa ha detto: "Vedere un titolo che ritorna ad una volatilità normale significa che il mercato si sta rendendo conto che il problema c'é ma è gestibile". Viola ha commentato che il rimbalzo in Borsa è naturale dopo il meno 20% in tre giorni. Nella clip di TM News l'ad Fabrizio Viola, che conclude: "Abbiamo avuto modo di sottolineare il nostro disappunto nel vedere Monte dei Paschi al centro di dichiarazioni che evidentemente si collocavano nell'ambito di una campagna elettorale. Questa esposizione mediatica è stata superiore a quella di novembre, probabilmente è alla base dell'andamento del titolo dei tre giorni precedenti".
Sulla questione dei rapporti con la politica Alessandro Profumo, il presidente del Monte Paschi, ha detto in assemblea: "Noi abbiamo un rapporto di rispetto e totale indipendenza, noi siamo una banca e dobbiamo fare bene la banca, e così come nella nostra storia professionale siamo sempre stati totalmente indipendenti continueremo ad avere questa indipendenza". Per quanto riguarda i cosiddetti "Monti bond", Profumo ha detto: "Se non dovessero venire rimborsati sarebbero trasformati in capitale e a quel punto il ministero dell'Economia e delle Finanze diventerebbe nostro azionista di stragrande maggioranza. Ma la nostra volonta è di rimborsarli presto".
Mani in alto e piccoli passi
Il Journal, sito online di informazione, il 26 febbraio dello scorso hanno scriveva in un articolo: "Tra i 630 deputati ed i 315 senatori del nostro Parlamento ce ne sono ben 172 che non hanno mai presentato una proposta di legge da primi firmatari dall’inizio della legislatura, quasi quattro anni, anche se i loro nomi figurano in calce alle iniziative di legge dei colleghi. Sono gli onorevoli e senatori “zero proposte”, un gruppone di 172 parlamentari, 56 senatori e 116 deputati, il 18% del numero complessivo dei rappresentanti del popolo nelle due assemblee elettive. Accanto a loro i parlamentari che hanno all’attivo una sola proposta con la loro firma in testa alla lista, in tutto 113: 39 a palazzo Madama e 74 a Montecitorio, pari al 12% del totale. Il dato si ricava scorrendo ad uno ad uno i 945 profili di deputati e senatori (consultabili sui siti internet di Camera e Senato), con le note biografiche e i dati sull’attività che i parlamentari hanno svolto in commissione e in aula, o da ministri e sottosegretari. Cosa ci stanno a fare a Roma, qualcuno si chiederà, sono lì solo per alzare una mano di tanto in tanto? Un "mani in alto" un po' caro, credo che ne convenite. L'articolo era accompagnato da una foto che ne costituiva, se volete, anche una chiosa. Questa:
Il 16 gennaio di quest'anno, 2013, il Consiglio di Presidenza del Senato ha stabilito per i Gruppi parlamentari l'obbligo di rendiconto annuale e di fine Legislatura completo di stato patrimoniale e rendiconto finanziario, la nomina di un Tesoriere e di un Direttore amministrativo responsabili della gestione, la trasmissione dei rendiconti alla società di revisione legale selezionata dal Consiglio di Presidenza con procedura ad evidenza pubblica, l'erogazione di contributi condizionata alla destinazione delle somme a fini esclusivamente istituzionali. Questi alcuni dei punti principali previsti dal nuovo Regolamento di contabilità dei Gruppi parlamentari approvato dal Consiglio di Presidenza del Senato, in attuazione della decisione adottata il 21 novembre 2012 dall'Assemblea di Palazzo Madama (modifica art. 15 e nuovo art. 16-bis del Regolamento: testo disponibile nel sito www.senato.it), come dice il comunicato stampa.
I Gruppi parlamentari della prossima Legislatura dovranno pubblicare nel proprio sito internet tutti i documenti, i dati e le informazioni circa l'organizzazione interna, oltre agli estremi dei mandati di pagamento, assegni e bonifici bancari, nonché i rendiconti e le relazioni sulla gestione. Al termine della Legislatura o in caso di scioglimento del Gruppo, i contributi che eventualmente non siano stati interamente spesi dovranno essere restituiti all'Amministrazione del Senato. La decisione del Consiglio di Presidenza è stata adottata all'unanimità. Parafrasando, un piccolo passo per il Senato un grande passo per l'onestà.
Il 16 gennaio di quest'anno, 2013, il Consiglio di Presidenza del Senato ha stabilito per i Gruppi parlamentari l'obbligo di rendiconto annuale e di fine Legislatura completo di stato patrimoniale e rendiconto finanziario, la nomina di un Tesoriere e di un Direttore amministrativo responsabili della gestione, la trasmissione dei rendiconti alla società di revisione legale selezionata dal Consiglio di Presidenza con procedura ad evidenza pubblica, l'erogazione di contributi condizionata alla destinazione delle somme a fini esclusivamente istituzionali. Questi alcuni dei punti principali previsti dal nuovo Regolamento di contabilità dei Gruppi parlamentari approvato dal Consiglio di Presidenza del Senato, in attuazione della decisione adottata il 21 novembre 2012 dall'Assemblea di Palazzo Madama (modifica art. 15 e nuovo art. 16-bis del Regolamento: testo disponibile nel sito www.senato.it), come dice il comunicato stampa.
I Gruppi parlamentari della prossima Legislatura dovranno pubblicare nel proprio sito internet tutti i documenti, i dati e le informazioni circa l'organizzazione interna, oltre agli estremi dei mandati di pagamento, assegni e bonifici bancari, nonché i rendiconti e le relazioni sulla gestione. Al termine della Legislatura o in caso di scioglimento del Gruppo, i contributi che eventualmente non siano stati interamente spesi dovranno essere restituiti all'Amministrazione del Senato. La decisione del Consiglio di Presidenza è stata adottata all'unanimità. Parafrasando, un piccolo passo per il Senato un grande passo per l'onestà.
Assad in tv, la gente nelle caverne
Bashar al Assad è tornato davanti alle telecamere, come mostra la clip di EuroNews. Nel giorno della festa per l'anniversario della nascita di Maometto, il presidente siriano è stato ripreso dalla tv di Stato mentre, in una moschea di Damasco, partecipava alla preghiera.
Nella clip successiva di TMNews (immagini Afp), un'altra tragica realtà della Siria della guerra civile. Grotte come case, rifugi di fortuna per sfuggire all'orrore della guerra per chi è rimasto senza un tetto sotto cui vivere. Succede nella Siria nord-orientale, dove le cavità delle pareti rocciose a strapiombo sul fiume sono diventate la nuova casa di un gruppo di sfollati, trasferitisi qui dopo aver perso la propria abitazione nei bombardamenti dei lealisti che hanno raso al suolo il vicino villaggio di al-Hamama, in una zona in mano ai ribelli che si oppongono al regime di Bashar al-Assad. "Siamo venuti qui - dice un'anziana signora - perché ogni sera ci sono bombardamenti e ormai i razzi hanno distrutto quasi tutte le nostre case. Siamo qua perché abbiamo paura"."Manca il cibo e c'è tanto freddo - aggiunge un uomo - abbiamo 2 o 3 coperte per coprire i bambini, siamo seduti qui e soffriamo la fame e tutto il resto".I rifugiati hanno costruito mura di pietre per proteggersi dal freddo e una canna fumaria in modo da poter accendere un fuoco per riscaldarsi senza rischiare di soffocare. In ciascuna grotta trovano posto anche 10 o 15 persone, spesso tutte donne perché i loro mariti e figli maschi sono stati uccisi o sono finiti in carcere. Gli abitanti del villaggio sono troppo poveri per tentare la fuga in Turchia, come fanno molti profughi, allora scelgono una vita da "uomini delle caverne" per restare vicino alla propria gente, sperando che la guerra finisca presto e che possano tornare nelle proprie case.
Nella clip successiva di TMNews (immagini Afp), un'altra tragica realtà della Siria della guerra civile. Grotte come case, rifugi di fortuna per sfuggire all'orrore della guerra per chi è rimasto senza un tetto sotto cui vivere. Succede nella Siria nord-orientale, dove le cavità delle pareti rocciose a strapiombo sul fiume sono diventate la nuova casa di un gruppo di sfollati, trasferitisi qui dopo aver perso la propria abitazione nei bombardamenti dei lealisti che hanno raso al suolo il vicino villaggio di al-Hamama, in una zona in mano ai ribelli che si oppongono al regime di Bashar al-Assad. "Siamo venuti qui - dice un'anziana signora - perché ogni sera ci sono bombardamenti e ormai i razzi hanno distrutto quasi tutte le nostre case. Siamo qua perché abbiamo paura"."Manca il cibo e c'è tanto freddo - aggiunge un uomo - abbiamo 2 o 3 coperte per coprire i bambini, siamo seduti qui e soffriamo la fame e tutto il resto".I rifugiati hanno costruito mura di pietre per proteggersi dal freddo e una canna fumaria in modo da poter accendere un fuoco per riscaldarsi senza rischiare di soffocare. In ciascuna grotta trovano posto anche 10 o 15 persone, spesso tutte donne perché i loro mariti e figli maschi sono stati uccisi o sono finiti in carcere. Gli abitanti del villaggio sono troppo poveri per tentare la fuga in Turchia, come fanno molti profughi, allora scelgono una vita da "uomini delle caverne" per restare vicino alla propria gente, sperando che la guerra finisca presto e che possano tornare nelle proprie case.
Monti: Crisi MPS? Il Pd c'entra nella vicenda
"C'entra in questa vicenda quel grande partito che viene spesso citato, cioè il Pd che ha sempre avuto molta influenza attraverso la Fondazione su quella banca". Lo ha detto, come riporta TMNews, Mario Monti a Radio anch'io a proposito di Monte dei Paschi di Siena. "Io - ha aggiunto - non sono mica qui per attaccare Bersani ma per attaccare molto decisamente il fenomeno storico della commistione tra banche e politica che va ulteriormente sradicato. Poi lascio ai partiti puntare l'uno l'indice contro gli altri".
"Il governo non ha responsabilità" nella vicenda Monte dei Paschi di Siena, "ha la responsabilità di assicurare che tutto il sistema funzioni, ha la responsabilità di evitare che ci siano problemi nel sistema bancario italiano e anche la responsabilità di assicurare il buon funzionamento delle autorità indipendenti e di Bankitalia". Così ancora Monti a Radio anch'io.
"Il governo non ha responsabilità" nella vicenda Monte dei Paschi di Siena, "ha la responsabilità di assicurare che tutto il sistema funzioni, ha la responsabilità di evitare che ci siano problemi nel sistema bancario italiano e anche la responsabilità di assicurare il buon funzionamento delle autorità indipendenti e di Bankitalia". Così ancora Monti a Radio anch'io.
Grillo: il caso derivati MPS colpa di un solo partito
Beppe Grillo parla di "furto organizzato" a proposito del caso derivati che ha travolto Mps, la Banca Monte dei Paschi di Siena. A margine dell'assemblea degli azionisti, il leader del Movimento 5 Stelle ha affermato che "questa deve essere la fine dei partiti-banche".
Il caso derivati che ha travolto il Monte dei Paschi di Siena è colpa di un solo partito: i Ds prima, Partito Democratico poi. A dirlo è il leader del Movimento 5 Stelle, in trasferta a Siena in occasione dell'assemblea degli azionisti. "Questa situazione è assoluta reponsabilità di un partito politico, Ds e Pd - ha detto - che ha messo nella Fondazione i propri uomini. Quindi si prendano queste persone, si mettano su una sedia con un faretto in faccia e si faccia loro una domanda: 'fuori i soldi', semplice".
Il caso derivati che ha travolto il Monte dei Paschi di Siena è colpa di un solo partito: i Ds prima, Partito Democratico poi. A dirlo è il leader del Movimento 5 Stelle, in trasferta a Siena in occasione dell'assemblea degli azionisti. "Questa situazione è assoluta reponsabilità di un partito politico, Ds e Pd - ha detto - che ha messo nella Fondazione i propri uomini. Quindi si prendano queste persone, si mettano su una sedia con un faretto in faccia e si faccia loro una domanda: 'fuori i soldi', semplice".
Silvio, il miracolo della rimonta
"In poche settimane abbiamo fatto accadere un miracolo recuperando circa 10 punti. Margine inesistente al senato e inferiore di 5 punti alla Camera". Lo ha detto il leader del Pdl Silvio Berlusconi parlando degli ultimi sondaggi elettorale in una intervitsa su Canale 5 a Maurizio Belpietro durante la Telefonata.
"Abbiamo tutte le carte per vincere". Silvio Berlusconi lo ha ribadito, dal teatro Capranica di Roma, al popolo del Pdl, accorso alla kermesse per la presentazione dei candidati alle politiche del centrodestra. (Fonte: TMNews)
"Abbiamo tutte le carte per vincere". Silvio Berlusconi lo ha ribadito, dal teatro Capranica di Roma, al popolo del Pdl, accorso alla kermesse per la presentazione dei candidati alle politiche del centrodestra. (Fonte: TMNews)
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La bufera Monte Paschi nel Tg di Mentana
La bufera Monte Paschi scuote banche e partiti. Questo il titolo del servizio di Alessandra Sardoni per il Tg de LA7 oggi. In sintesi:
per Bersani: il Pd non c'entra niente; Alfano accusa anche il governo Monti; critico è Matteo Renzi.
giovedì 24 gennaio 2013
MPS, un problema economico ma anche politico
L'affair dei derivati del Monte dei Paschi di Siena occupa oggi lo spazio della notizia del giorno. Ho già pubblicato altri post relativi alla vicenda e nei prossimi giorni articoli ed altri documenti riguardanti la vicenda saranno da me raccolti nella pagina Documentazione. Qui invece evidenzio alcuni video archiviati su YouTube, interessanti per aggiungere elementi alla questione soprattutto in termini politici. Comincio con un video che si riferisce ad una interrogazione su 4.600 possibili esuberi preventivati da MPS,
presentata in Parlamento
dall'on. Giovanni Fava della Lega Nord. Il video è del 17 ottobre 2012. Si noti la reazione stizzita di Rosy Bindi.
Il secondo filmato è tratto dalla trasmissione Piazza Pulita e contiene il servizio di Alessandro Sortino sulla città di Siena e il Monte dei Paschi.
Il terzo filmato è tratto dalla trasmissione Report della Gabanelli e ci racconta l'intera vicenda che ha portato la banca sull'orlo del disastro.
Riprendo in toto il commento all'ultimo video di TeleVision Tribe che lo ha confezionato:
Ecco dove è andato a finire l'intero gettito dell'IMU sulla prima casa.
I partiti politici prima si sono svuotati la piu antica banca del mondo e ora hanno approvato in via definitva una norma per ripianare i debiti di quella stessa banca con i soldi dell'IMU.
(ANSA) - BRUXELLES, 17 DIC - La Commissione Ue ha dato il via libera provvisorio alla ricapitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena per 3,9 miliardi. Bruxelles ha approvato l'operazione in base alle norme Ue sugli aiuti di Stato "per ragioni di stabilità finanziaria".
La banca Monte Paschi di Siena ci costa come tutta l'IMU sulla prima casa.
È ormai ufficiale il secondo intervento pubblico, dopo quello del 2009 con i Tremonti bond, a sostegno di Banca MPS che prevede la sottoscrizione da parte dello Stato italiano di strumenti ibridi di capitale per 3,9 miliardi di euro. Questo intervento di MONTI BOND, addirittura superiore al gettito dell'IMU sulla prima casa (stimato attorno ai 3,8 miliardi di euro) consentirà a MPS di proseguire solamente l'attività di raccolta, inibendo la sua naturale funzione di erogazione del credito diluendo, di fatto nel tempo, il debito generato a sua volta con i Tremonti bond. Dei 3,9 miliardi di euro di titoli, 1,9 serviranno a rimborsare i vecchi Tremonti bond, mentre i rimanenti potranno essere utilizzati per nuove emissioni mentre l'interesse che la banca dovrà corrispondere allo Stato è del dieci per cento.
A che pro tutto questo?
A nulla, se non a salvare una banca insulsa, indebitata per 17 miliardi di euro, coccolata quanto gestita da politici corrotti e corruttibili e, ormai, destinata al fallimento inesorabile, portando con sé la Banca Antonveneta, fonte di ogni suo male. Intanto lo Stato la sistema, la fa sopravvivere, l'aiuta come fosse l'unica cosa da fare prima che il mondo finisca. Eppure, gli oltre 4mila esuberi di personale, annunciati da tempo, e la chiusura di 400 sportelli, saranno inevitabili comunque. Il solito salvataggio di Stato che non porterà alcun beneficio alla collettività e al progresso del nostro Paese.
Ecco come si poteva togliere l'IMU sulla prima casa.
Il secondo filmato è tratto dalla trasmissione Piazza Pulita e contiene il servizio di Alessandro Sortino sulla città di Siena e il Monte dei Paschi.
Il terzo filmato è tratto dalla trasmissione Report della Gabanelli e ci racconta l'intera vicenda che ha portato la banca sull'orlo del disastro.
Riprendo in toto il commento all'ultimo video di TeleVision Tribe che lo ha confezionato:
Ecco dove è andato a finire l'intero gettito dell'IMU sulla prima casa.
I partiti politici prima si sono svuotati la piu antica banca del mondo e ora hanno approvato in via definitva una norma per ripianare i debiti di quella stessa banca con i soldi dell'IMU.
(ANSA) - BRUXELLES, 17 DIC - La Commissione Ue ha dato il via libera provvisorio alla ricapitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena per 3,9 miliardi. Bruxelles ha approvato l'operazione in base alle norme Ue sugli aiuti di Stato "per ragioni di stabilità finanziaria".
La banca Monte Paschi di Siena ci costa come tutta l'IMU sulla prima casa.
È ormai ufficiale il secondo intervento pubblico, dopo quello del 2009 con i Tremonti bond, a sostegno di Banca MPS che prevede la sottoscrizione da parte dello Stato italiano di strumenti ibridi di capitale per 3,9 miliardi di euro. Questo intervento di MONTI BOND, addirittura superiore al gettito dell'IMU sulla prima casa (stimato attorno ai 3,8 miliardi di euro) consentirà a MPS di proseguire solamente l'attività di raccolta, inibendo la sua naturale funzione di erogazione del credito diluendo, di fatto nel tempo, il debito generato a sua volta con i Tremonti bond. Dei 3,9 miliardi di euro di titoli, 1,9 serviranno a rimborsare i vecchi Tremonti bond, mentre i rimanenti potranno essere utilizzati per nuove emissioni mentre l'interesse che la banca dovrà corrispondere allo Stato è del dieci per cento.
A che pro tutto questo?
A nulla, se non a salvare una banca insulsa, indebitata per 17 miliardi di euro, coccolata quanto gestita da politici corrotti e corruttibili e, ormai, destinata al fallimento inesorabile, portando con sé la Banca Antonveneta, fonte di ogni suo male. Intanto lo Stato la sistema, la fa sopravvivere, l'aiuta come fosse l'unica cosa da fare prima che il mondo finisca. Eppure, gli oltre 4mila esuberi di personale, annunciati da tempo, e la chiusura di 400 sportelli, saranno inevitabili comunque. Il solito salvataggio di Stato che non porterà alcun beneficio alla collettività e al progresso del nostro Paese.
Ecco come si poteva togliere l'IMU sulla prima casa.
Lo Tsunami Tour di Grillo ieri a Latina
Lo Tsunami Tour di Beppe Grillo è passato per Latina il 23 gennaio, cioè ieri. Il comizio in Piazza del Popolo, con la presentazione dei candidati per le Elezioni 2013, nel video di Fondi TV.
Oscar Giannino e gli altri
La registrazione dell'hangout da La Stampa di martedì 22 gennaio con Oscar Giannino, candidato premier di Fermare il declino. Un video da guardare, oltre che per la competenza dell'intervistato, per misurare la qualità delle proposte dei partiti che, per il seguito che hanno comunque, concorrono realmente per la conquista dei palazzi del Parlamento. Quello di far aprire gli occhi all'elettorato per un voto consapevole è uno dei meriti impliciti dei piccoli raggruppamenti di qualità, che non hanno scheletri negli armadi e non hanno interessi oscuri consolidati da preservare.
MPS, l'imbarazzo dissimulato di Bersani
"Nessun imbarazzo per la vicenda Mps perché il Pd non si occupa di banche". È la risposta di Pier Luigi Bersani alle critiche sul ruolo del suo partito nello scandalo del Monte dei Paschi: "Preoccupazione sì, ma imbarazzo no. La banca è espressione di privati e alla fondazione partecipa il comune e la provincia, ma gli enti locali hanno un potere di indirizzo non di gestione". Così, dunque, il segretario democratico durante la conferenza stampa con Nichi Vendola e Bruno Tabacci. E poi ovviamente la colpa è del centrodestra: "Se qualcuno avesse la pazienza di guardare le battaglie parlamentari dal 2001 a oggi sulla questione derivati, la destra dovrebbe star zitta e vergognarsi perché noi volevamo fossero introdotte delle regole. In più c'è Bankitalia, Consob, magistratura, io non ho mai fatto una riunione su una banca". Dopo Bersani sul tema dei derivati interviene anche Nichi Vendola: "Il Fatto Quotidiano, che come sapete è un giornale abbastanza critico e a volte anche violento nei miei confronti, mi ha dedicato due pagine l'altro giorno perché la ricontrattazione dei Bond fatta dalla Regione Puglia è la prima chiusura fatta in Europa di dimensioni così grandi che si è conclusa vantaggiosamente per l'ente". La clip per il Fatto Quotidiano è di Manolo Lanaro.
Si pensa ad una modifica della par condicio
Da Ansa una clip che fa il punto sulla par condicio. Dal servizio traspare la volontà di modificare l'attuale legge giudicata dall'AgCom alla prova dei fatti farraginosa. Secondo Cardani dell'AgCom sarebbe necessario anche prendere in considerazione i social network. Insomma si finisce sempre là, cioè trovare una scusa per regolamentare anche Internet.
Bagno di folla per Grillo a Napoli
La clip del 23 gennaio di Pupia.tv fornisce un frammento del comizio di Beppe Grillo a Napoli. Un grande successo di presenze per Beppe Grillo. Il leader del Movimento Cinque Stelle, in tour elettorale nelle province campane, ha tenuto il suo comizio nella galleria Principe di Napoli dove da due ore lo attendevano i sostenitori del movimento. Operai, disoccupati, professionisti non si sono fatti influenzare dal ritardo del comico-politico. Il comizio era previsto per le 19.30, ma Grillo, arrivato da Caserta sotto la pioggia, ha trovato ad attenderlo numerosissime persone. Cartelli espliciti esposti in galleria e striscioni con scritte del genere "Rifiuta il politico". Durante il suo discorso, preceduto da quelli dei candidati nelle liste campane per Camera e Senato, il comico genovese ha illustrato il programma del Movimento senza risparmiare frecciate ai vecchi partiti e a chi prova, come il magistrato Antonio Ingroia, a ritagliarsi uno spazio nella politica nazionale.
Bersani e le tasse sul ceto medio
Parole da annotare, a futura memoria: "Non intendo tassare il ceto medio che paga le tasse, perchè è un disastro". Lo ha detto il segretario del Pd Pierluigi Bersani intervenendo ad Agorà su Rai 3. Bersani ha chiarito che "quando parlo di patrimoniale mi riferisco a una patrimoniale immobiliare, sui grandi patrimoni".
È già catastrofe umanitaria in Mali
La crisi in Mali ha già provocato una catastrofe umanitaria. Lo si apprende da TMNews. Sarebbero 400mila i rifugiati maliani che hanno cercato scampo nei paesi confinanti e si teme che la situazione possa rapidamente peggiorare. Molti sono fuggiti per il timore di essere confusi con elementi dei gruppi armati e hanno abbandonato i villaggi e le loro comunità.La situazione resta molto confusa perché nelle zone di combattimento è in vigore una sorta di black out totale, l'accesso è rigorosamente vietato ai civili e quindi risulta difficile avere un quadro di situazione esatto delle emergenze umanitarie legate al massiccio trasferimento dei profughi. E ciò è diventato fonte di molte preoccupazione da parte di diverse organizzazioni umanitarie che chiedono alle autorità di poter monitorare da vicino la situazione, come spiega Philippe Conraud, direttore dell'ong "Oxfam au Mali": "Un anno dopo l'inizio della crisi politica in Mali si contano circa 400mila rifugiati che hanno lasciato le regioni settentrionali del paese per cercare rifugio nei tre paesi confinanti, Niger, Mauritania e Burkina Faso".I rifugiati dal Mali vivono in campi allestiti d'urgenza, in condizioni di emergenza alimentare e ciò mette ancora più in pericolo le già vulnerabili popolazioni coinvolte nell'esodo. Le fonti di approvvigionamento hanno visto le strade interrotte a causa dei combattimenti mentre diversi magazzini hanno chiuso i battenti in attesa di tempi migliori. Anche per questo i prezzi aumentano quasi quotidianamente nei mercati ancora aperti, e il tutto non fa che accrescere ulteriormente il disagio dei rifugiati. (Fonte delle immagini: Afp)
Quando bastano tre frasi per descrivere la storia
A volte possono bastera tre frasi per descrivere la Storia, si osserva nella clip di TMNews. Meglio se dipinte sui muri. Come accade oggi in Egitto, al Cairo, che il 25 gennaio ricorda il secondo anniversario della rivolta che fece cadere Hosni Mubarak e dove i murales sono diventati rifugio dell'arte alternativa e di una forma aggressiva di contro-comunicazione.Il trascolorare di illusioni, speranze e frustrazione è scandito da tre frasi dipinte su un muro del Cairo: 2011: "Abbasso Mubarak!". 2012: "Abbasso il potere militare!". 2013: "Abbasso il potere dei Fratelli musulmani!"...A due passi dalla piazza Tahrir, resa celebre dalla manifestazioni oceaniche della "primavera egiziana", semplici graffiti o veri e propri affreschi murali ricordano i grandi momenti della rivolta popolare, rendono omaggio ai suoi eroi, descrivono le battaglie nelle strade e si fanno beffe dei potenti di ieri e di oggi.I primi graffiti sono apparsi sin dall'inizio della rivolta con contenuti prevalentemente legati alla politica ma assai duttili nei confronti della sua altalenante evoluzione, come spiega Mohammed Khaled, graffitaro del Cairo."I graffiti si sono sviluppati grazie alla rivolta contro Mubarak con toni essenzialmente politici ma pronti ad adattarsi in funzione delle vicende quotidiane. Quando succede qualcosa, la gente lo descrive disegnandolo e da lì nasce poi la discussione".Oggi i muri di edifici sempre più numerosi offrono il polso della situazione dell'opposizione, diffondendone la parole d'ordine e denunciando la repressione governativa.In questi giorni a farne le spese è soprattutto il capo dello Stato Mohamed Morsi, leader del movimento integralista dei Fratelli musulmani, specialmente dopo la richiesta di poteri eccezionali, sia pure a titolo provvisorio.La "primavera araba" si trasforma nella "primavera dei graffiti".(Fonte delle immagini: Afp)
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Che cosa rappresenta il Monte dei Paschi
Per capire cosa rappresenti la banca Monte dei Paschi di Siena, può essere utile rivedere la clip di L'ultima parola, la trasmissione di Gianluigi Paragone, andata in onda in 25 maggio 2012. Tema discusso nella trasmissione: Siena, le dimissioni del sindaco Ceccuzzi e la crisi economica che colpisce la trinità Comune-Fondazione-Banca.
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Scandalo MPS, per capirci qualcosa
Lo scandalo dei derivati del Monte dei Paschi di Siena è l'argomento del giorno, indubbiamente. Coinvolto nello scandalo, Giuseppe Mussari si è dimesso da presidente dell'Associazione Bancaria Italiana. A comunicarlo, come viene detto nel servizio contenuto nella prima clip video che ne dà notizia, è stato lo stesso Mussari, in una lettera inviata a Camillo Venesio, Vice Presidente Vicario dell'associazione. "Ritengo di dover rassegnare con effetto immediato e in maniera irrevocabile le dimissioni da presidente dell'Associazione bancaria italiana - scrive -. Assumo questa decisione convinto di aver sempre operato nel rispetto del nostro ordinamento ma nello stesso tempo, deciso a non recare alcun nocumento, anche indiretto all'associazione". Le dimissioni di Mussari sono arrivate in seguito alle polemiche sulla gestione del Monte dei Paschi di Siena e dopo le notizie sull'operazione in derivati, denominata 'Alexandria'. Le dimissioni travolgono il titolo in borsa del Monte Paschi di Siena, già in netto calo. In poche ore, il titolo dell'istituto ha perso il 5,33%, annullando così i guadagni accumulati da inizio anno. Il titolo sospeso è stato poi rimesso in contrattazione.
Sfruttando il ricco archivio di YouTube raccolgo qui alcuni documenti significativi, in cui protagonista è Giuseppe Mussari, che possono permettere al profano di cominciare a farsi un quadro della vicenda almeno in termini di oggetto della questione. La prima clip riporta l'intervista al Giuseppe Mussari, presidente Monte Paschi Siena e presidente Abi, a Cortina raccolta da Sergio Luciano, partner di InConTra, nell'agosto 2011.
Nell'intervista Mussari parla di CDS. Cosa sono? Nell'abstract della voce relativa, Wikipedia così li descrive. Il credit default swap (CDS) è uno swap che ha la funzione di trasferire l'esposizione creditizia di prodotti a reddito fisso tra le parti. È il derivato creditizio più usato. La parte A che possiede un titolo di credito nei confronti di una parte B, paga periodicamente una somma ad una terza parte C e questa in cambio si impegna a rifondere alla parte A il valore facciale del titolo di credito B, nel caso il debitore B diventi insolvente (credit default). Insomma, A ha comprato l'obbligazione emessa da B, ma A vuole esser sicuro che B rimborsi il capitale alla scadenza e quindi sottoscrive un CDS con C. La finanza ha creato questo strumento di copertura del rischio, e il credit default swap è in effetti come una polizza di assicurazione per il sottoscrittore di un'obbligazione. Normalmente la durata di un CDS è di cinque anni e sebbene sia un derivato scambiato sul mercato over-the-counter (non regolamentato) è possibile stabilire qualsiasi durata. I credit default swap sono normalmente utilizzati come metro di misura del rischio di fallimento di uno stato sovrano.
Ma per far capire meglio la stessa pagina dell'enciclopedia online fa questo esempio. Il sottoscrittore di obbligazioni per 10 milioni di euro, con durata di 5 anni, emesse dalla Società Rischiosa, copre il rischio di insolvenza del debitore acquistando un CDS dalla Banca Derivati per un importo nominale di 10 milioni di euro, pagando ad esempio il 2% dei 10 milioni garantiti. Se la Società Rischiosa non è insolvente, allo scadere dei 5 anni restituisce il valore dell'obbligazione al sottoscrittore, che sopporta un costo per essersi "assicurato" tramite l'acquisto del CDS. Tale costo riduce il rendimento dell'investimento e elimina il rischio di perdite da parte del sottoscrittore. Se la Società Rischiosa è insolvente 3 anni dopo la sottoscrizione del CDS, il pagamento del premio è interrotto e la Banca Derivati rimborsa al sottoscrittore la perdita di 10 milioni di euro subita. Qualora il merito di credito della Società Rischiosa migliorasse significativamente o fosse acquisita da una Società più solida dopo 3 anni, il sottoscrittore delle obbligazioni potrebbe eliminare o ridurre la sua posizione nel CDS vendendo sul mercato i rimanenti due anni di copertura. Ma sentiamo dalla viva voce di Giuseppe Mussari, sempre a Cortina, cosa sono i CDS.
Sempre Wikipedia così riassume gli aspetti speculativi. I CDS, al pari dell'investimento in opzioni su azioni, possono essere usati come strumenti speculativi, dando la possibilità di realizzare un grosso profitto da variazioni nel merito di credito di una società. Ad esempio, se una società che ha emesso obbligazioni per il valore di un milione di dollari versa in difficoltà, il possessore delle obbligazioni, temendo di perdere il capitale investito può decidere di cederle per -supponiamo- 900.000 dollari. Se l'azienda paga il debito, lo speculatore guadagna 100.000 dollari. Chi emette un CDS potrebbe ricevere, ad esempio, 100.000 dollari sotto forma di premio senza avere investito alcunché. Inoltre si possono negoziare CDS già conclusi. Al pari delle obbligazioni, il costo di acquisto dello swap varia in conseguenza delle variazioni nella qualità di credito della società percepite dagli operatori. La differenza è che tali variazioni di prezzo sono molto amplificate rispetto a quelle delle obbligazioni. Per questo motivo sono possibili profitti (ma anche perdite) molto superiori degli investimenti in obbligazioni.
La pagina di Wikipedia spiega anche il pricing di un CDS e illustra altri aspetti e questioni. Aggiungo ora l'intervento che segue, sempre di Giuseppe Mussari, al convegno Finanza: Comportamenti, Regole, Istituzioni, organizzato dalla LUISS "Guido Carli", a cui partecipava tra gli altri anche Mario Monti. Mussari parla di come sono cambiati e come dovrebbero cambiare i comportamenti degli agenti economici e quale assetto di norme e istituzioni è necessario per non ripetere vecchi errori, alla luce dell'esperienza maturata durante la recente crisi.
Insomma, siamo in una nuova era, se non lo si era ancora capito, come lo dice sempre in quel di Cortina Giuseppe Mussari.
Una delle domande che ho sentito porre di questi tempi riguarda la solidità delle banche. Da Bruno Vespa, a Porta a Porta, Mussari nel novembre 2011 rispose che la solidità delle banche si deduce dagli aiuti ricevuti. Già, e non a caso di lì a qualche giorno veniva conferito l'incarico di governo a Mario Monti.
Va bene. Siamo ottimisti, tiriamoci su cantando con Rino Gaetano Il cielo è sempre più blu!
Sfruttando il ricco archivio di YouTube raccolgo qui alcuni documenti significativi, in cui protagonista è Giuseppe Mussari, che possono permettere al profano di cominciare a farsi un quadro della vicenda almeno in termini di oggetto della questione. La prima clip riporta l'intervista al Giuseppe Mussari, presidente Monte Paschi Siena e presidente Abi, a Cortina raccolta da Sergio Luciano, partner di InConTra, nell'agosto 2011.
Nell'intervista Mussari parla di CDS. Cosa sono? Nell'abstract della voce relativa, Wikipedia così li descrive. Il credit default swap (CDS) è uno swap che ha la funzione di trasferire l'esposizione creditizia di prodotti a reddito fisso tra le parti. È il derivato creditizio più usato. La parte A che possiede un titolo di credito nei confronti di una parte B, paga periodicamente una somma ad una terza parte C e questa in cambio si impegna a rifondere alla parte A il valore facciale del titolo di credito B, nel caso il debitore B diventi insolvente (credit default). Insomma, A ha comprato l'obbligazione emessa da B, ma A vuole esser sicuro che B rimborsi il capitale alla scadenza e quindi sottoscrive un CDS con C. La finanza ha creato questo strumento di copertura del rischio, e il credit default swap è in effetti come una polizza di assicurazione per il sottoscrittore di un'obbligazione. Normalmente la durata di un CDS è di cinque anni e sebbene sia un derivato scambiato sul mercato over-the-counter (non regolamentato) è possibile stabilire qualsiasi durata. I credit default swap sono normalmente utilizzati come metro di misura del rischio di fallimento di uno stato sovrano.
Ma per far capire meglio la stessa pagina dell'enciclopedia online fa questo esempio. Il sottoscrittore di obbligazioni per 10 milioni di euro, con durata di 5 anni, emesse dalla Società Rischiosa, copre il rischio di insolvenza del debitore acquistando un CDS dalla Banca Derivati per un importo nominale di 10 milioni di euro, pagando ad esempio il 2% dei 10 milioni garantiti. Se la Società Rischiosa non è insolvente, allo scadere dei 5 anni restituisce il valore dell'obbligazione al sottoscrittore, che sopporta un costo per essersi "assicurato" tramite l'acquisto del CDS. Tale costo riduce il rendimento dell'investimento e elimina il rischio di perdite da parte del sottoscrittore. Se la Società Rischiosa è insolvente 3 anni dopo la sottoscrizione del CDS, il pagamento del premio è interrotto e la Banca Derivati rimborsa al sottoscrittore la perdita di 10 milioni di euro subita. Qualora il merito di credito della Società Rischiosa migliorasse significativamente o fosse acquisita da una Società più solida dopo 3 anni, il sottoscrittore delle obbligazioni potrebbe eliminare o ridurre la sua posizione nel CDS vendendo sul mercato i rimanenti due anni di copertura. Ma sentiamo dalla viva voce di Giuseppe Mussari, sempre a Cortina, cosa sono i CDS.
Sempre Wikipedia così riassume gli aspetti speculativi. I CDS, al pari dell'investimento in opzioni su azioni, possono essere usati come strumenti speculativi, dando la possibilità di realizzare un grosso profitto da variazioni nel merito di credito di una società. Ad esempio, se una società che ha emesso obbligazioni per il valore di un milione di dollari versa in difficoltà, il possessore delle obbligazioni, temendo di perdere il capitale investito può decidere di cederle per -supponiamo- 900.000 dollari. Se l'azienda paga il debito, lo speculatore guadagna 100.000 dollari. Chi emette un CDS potrebbe ricevere, ad esempio, 100.000 dollari sotto forma di premio senza avere investito alcunché. Inoltre si possono negoziare CDS già conclusi. Al pari delle obbligazioni, il costo di acquisto dello swap varia in conseguenza delle variazioni nella qualità di credito della società percepite dagli operatori. La differenza è che tali variazioni di prezzo sono molto amplificate rispetto a quelle delle obbligazioni. Per questo motivo sono possibili profitti (ma anche perdite) molto superiori degli investimenti in obbligazioni.
La pagina di Wikipedia spiega anche il pricing di un CDS e illustra altri aspetti e questioni. Aggiungo ora l'intervento che segue, sempre di Giuseppe Mussari, al convegno Finanza: Comportamenti, Regole, Istituzioni, organizzato dalla LUISS "Guido Carli", a cui partecipava tra gli altri anche Mario Monti. Mussari parla di come sono cambiati e come dovrebbero cambiare i comportamenti degli agenti economici e quale assetto di norme e istituzioni è necessario per non ripetere vecchi errori, alla luce dell'esperienza maturata durante la recente crisi.
Insomma, siamo in una nuova era, se non lo si era ancora capito, come lo dice sempre in quel di Cortina Giuseppe Mussari.
Una delle domande che ho sentito porre di questi tempi riguarda la solidità delle banche. Da Bruno Vespa, a Porta a Porta, Mussari nel novembre 2011 rispose che la solidità delle banche si deduce dagli aiuti ricevuti. Già, e non a caso di lì a qualche giorno veniva conferito l'incarico di governo a Mario Monti.
Va bene. Siamo ottimisti, tiriamoci su cantando con Rino Gaetano Il cielo è sempre più blu!
mercoledì 23 gennaio 2013
L'affair sui derivati che coinvolge la finanza rossa
Il Monte dei Paschi di Siena è la terza banca italiana. La sua crisi è diventato un caso nazionale dopo lo scoop del Fatto Quotidiano. Il video che trovate sotto è lo speciale del FattoTv sull'affaire Mps in diretta streaming.
Lo scandalo dei derivati del Monte dei Paschi
Era l'agosto del 2011, ricorda TMNews, quando l'ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, in quel di Cortina Incontra tuonava contro i prodotti finanziari che avevano gonfiato i bilanci delle banche italiane ed esprimeva fiducia in una ripresa delle quotazioni in borsa di quei titoli. Quei giorni sembrano lontani ora che Mussari è stato costretto a dimettersi dalla presidenza dell'Associazione delle banche italiane travolto proprio da uno scandalo sui derivati e il titolo del Monte dei Paschi di Siena crolla in borsa.
"Non temo ripercussioni in campagna elettorale per il Pd. Bisogna capire cosa è successo lì. Io faccio un mestiere, le banche un altro". Così il segretario del Pd ai microfoni de ilfattoquotidiano.it sullo scandalo dei derivati del Monte dei Paschi di Siena che ha portato Giuseppe Mussari alle dimissioni da presidente dell'Abi.
Nella clip che segue, il Presidentre della Regione Toscana Enrico Rossi commenta sempre a ilfattoquotidiano.it lo scandalo Monti Paschi di Siena: "Quello che è accaduto è grave, perché un'azienda finanziaria è stata messa in grande difficoltà, io ho fiducia nel nuovo corso, mi pare che ci sia una volontà di risollevare il titolo come è avvenuto, si facciano le cose con serietà, si cerchi di ricollegare al territorio l'azienda e se Mussari ha sbagliato ne deve rispondere, come voi avete anche detto; ciò che mi colpisce da presidente della regione toscana è di come un istituto finanziario per scelte sbagliate, ma anche per cattiva gestione si ritrovi in una condizione, difficile e drammatica".
"Non temo ripercussioni in campagna elettorale per il Pd. Bisogna capire cosa è successo lì. Io faccio un mestiere, le banche un altro". Così il segretario del Pd ai microfoni de ilfattoquotidiano.it sullo scandalo dei derivati del Monte dei Paschi di Siena che ha portato Giuseppe Mussari alle dimissioni da presidente dell'Abi.
Nella clip che segue, il Presidentre della Regione Toscana Enrico Rossi commenta sempre a ilfattoquotidiano.it lo scandalo Monti Paschi di Siena: "Quello che è accaduto è grave, perché un'azienda finanziaria è stata messa in grande difficoltà, io ho fiducia nel nuovo corso, mi pare che ci sia una volontà di risollevare il titolo come è avvenuto, si facciano le cose con serietà, si cerchi di ricollegare al territorio l'azienda e se Mussari ha sbagliato ne deve rispondere, come voi avete anche detto; ciò che mi colpisce da presidente della regione toscana è di come un istituto finanziario per scelte sbagliate, ma anche per cattiva gestione si ritrovi in una condizione, difficile e drammatica".
Il giocattolo dei guerrafondai nostrani: costoso e insicuro
Un destino scritto nel nome, dice il servizio di TMNews: "Lighting" che in inglese vuol dire fulmine. E proprio i fulmini sembrano essere l'ultimo tallone d'Achille dell'F-35, il caccia multiruolo di cui l'Italia ha ordinato 90 esemplari per sostituire i Tornado e gli Amx dell'Aeronautica e gli Harrier ad atterraggio verticale della Marina. Stando a una fonte del Pentagono, la fusoliera alleggerita del caccia esporrebbe i serbatoi di carburante al rischio di esplosioni qualora l'aereo fosse colpito da un fulmine, come in questo esempio postato su Youtube.Un problema che riapre le polemiche su questo caccia, già finito sotto la lente per i costi eccessivi: oltre 100 milioni di dollari per ciascun esemplare che lo hanno trasformato in una pietra dello scandalo finita nel tritacarne della campagna elettorale. Gli esperti minimizzano: tutti gli aerei - spiegano - in fase di sviluppo possono presentare problemi che poi vengono risolti in corso d'opera. E l'F-35 non si fa mancare nulla; nell'ordine si sono presentati problemi di: alimentazione durante manovre brusche, dissipazione del calore, manovrabilità con vibrazioni e scossoni che renderebbero critico il pilotaggio in alcune fasi del volo, problemi ai visori integrati del casco dei piloti e, per ultima, la questione fulmini per i quali sarebbe stato emesso l'ordine di tenersi almeno 30 Km alla larga da fenomeni temporaleschi. Ora anche in Italia c'è chi si interroga se valga davvero la pena, e se abbia qualche senso, buttare oltre 9 miliardi di dollari per acquistarli vista la congiuntura economica che investe il paese.
TMNews con questa scheda presentava nel gennaio d'un anno fa il caccia e la follia spendereccia guerrafondaia del nostro governo. L'F-35 Jsf (Joint Strike Fighter), diceva, l'aereo finito nel mirino delle polemiche per gli elevati costi del progetto, è un caccia multiruolo di nuova generazione, adatto all attacco aria-suolo, prodotto da un consorzio d'imprese anglo-americano. L'Italia ne ha ordinati 131 esemplari per sostituire gli Amx e i Tornado dell'Aeronautica e gli Harrier della Marina.Di quest'aereo infatti esiste anche una versione a decollo corto e atterraggio verticale che gli consente di operare da navi portaeromobili come quelle della nostra Marina. L'F35 è lungo 15 metri e mezzo e ha un'apertura alare di quasi 11 metri; può raggiungere una velocità supersonica di oltre 2mila km all'ora. I suoi impieghi principali sono la proiezione in territorio ostile, il supporto alle truppe di superficie, la soppressione dei sistemi d'arma avversari e la superiorità aerea. Strumenti e sensori avanzati, inoltre, lo rendono adatto anche a compiti di protezione civile.Proprio la complessità del progetto, però, ha fatto lievitare i costi iniziali, schizzati a quasi 200 milioni di dollari a velivolo. TMNews dava inoltre la notizia, che l'unico stabilimento di assemblaggio extra-americano si trova in Italia, a Cameri in provincia di Novara.
In febbraio 2012 arrivava la notizia che sarebbero stati novanta i caccia F-35 Joint Strike Fighter e non più i 131 della commessa originaria, quelli acquistati: il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, davanti alle Commissioni di Camera e Senato, annunciava la revisione del programma di acquisizione dei velivoli, finiti al centro delle polemiche per i costi del progetto. "Il Joint Strike Fighter Jsf è il miglior velivolo aero-tattico in via di sviluppo, ed è nei programmi di 10 paesi. Consentirà una straordinaria semplificazione operativa dello strumento militare" aveva commentato allora Di Paola. Contento lui, scontenti milioni di italiani che fanno fatica a tirare a fine mese e pagano assurde commesse militari con un livello di tassazione che sta diventando intollerabile.
TMNews con questa scheda presentava nel gennaio d'un anno fa il caccia e la follia spendereccia guerrafondaia del nostro governo. L'F-35 Jsf (Joint Strike Fighter), diceva, l'aereo finito nel mirino delle polemiche per gli elevati costi del progetto, è un caccia multiruolo di nuova generazione, adatto all attacco aria-suolo, prodotto da un consorzio d'imprese anglo-americano. L'Italia ne ha ordinati 131 esemplari per sostituire gli Amx e i Tornado dell'Aeronautica e gli Harrier della Marina.Di quest'aereo infatti esiste anche una versione a decollo corto e atterraggio verticale che gli consente di operare da navi portaeromobili come quelle della nostra Marina. L'F35 è lungo 15 metri e mezzo e ha un'apertura alare di quasi 11 metri; può raggiungere una velocità supersonica di oltre 2mila km all'ora. I suoi impieghi principali sono la proiezione in territorio ostile, il supporto alle truppe di superficie, la soppressione dei sistemi d'arma avversari e la superiorità aerea. Strumenti e sensori avanzati, inoltre, lo rendono adatto anche a compiti di protezione civile.Proprio la complessità del progetto, però, ha fatto lievitare i costi iniziali, schizzati a quasi 200 milioni di dollari a velivolo. TMNews dava inoltre la notizia, che l'unico stabilimento di assemblaggio extra-americano si trova in Italia, a Cameri in provincia di Novara.
In febbraio 2012 arrivava la notizia che sarebbero stati novanta i caccia F-35 Joint Strike Fighter e non più i 131 della commessa originaria, quelli acquistati: il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, davanti alle Commissioni di Camera e Senato, annunciava la revisione del programma di acquisizione dei velivoli, finiti al centro delle polemiche per i costi del progetto. "Il Joint Strike Fighter Jsf è il miglior velivolo aero-tattico in via di sviluppo, ed è nei programmi di 10 paesi. Consentirà una straordinaria semplificazione operativa dello strumento militare" aveva commentato allora Di Paola. Contento lui, scontenti milioni di italiani che fanno fatica a tirare a fine mese e pagano assurde commesse militari con un livello di tassazione che sta diventando intollerabile.
Il dopo voto tra i palestinesi
È molto vicino all'indifferenza, secondo EuroNews, l'atteggiamento dei palestinesi dopo le elezioni in Israele, finite con un pareggio matematico tra blocco di centrodestra e centrosinistra. A Ramallah in molti sono convinti che l'influenza delle elezioni sul loro futuro sarà la stessa, a prescindere da chi governerà.
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Grillo e Cosentino
Grillo non rinuncia alle sue famose stoccate anche a Napoli, commenta TMNews. "Cosentino è scappato con le liste? Sarà con Corona" così il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo ha scaldato il pubblico partenopeo nella tappa napoletana del suo "Tsunami Tour". Il comico genovese non ha risparmiato attacchi neanche a Ingroia definitoe "bidone aspiratutto" e a Rutelli: "Ha detto che vuole prendersi un anno sabbatico per riposarsi. Ma cosa devi riposarti? È una vita che ti riposi".
"Io non vendo la dignità per l'immunità perché penso che questa valga molto di più", così Nicola Cosentino si è espresso ieri in conferenza stampa dopo l'esclusione dalle liste del Pdl per le prossime elezioni. La frase è stata accolta da un lungo applauso. Poi Cosentino ha parlato di una "montatura che ha determinato la volontà del partito di escludere dalla lista, ma è una cosa che io accetto, non faccio nessuna polemica. Se questa mia vicenda può servire a prendere qualche voto in più e a battere queste sinistre che ancora oggi si presentano con un abito che è sempre lo stesso, va bene".
"Io non vendo la dignità per l'immunità perché penso che questa valga molto di più", così Nicola Cosentino si è espresso ieri in conferenza stampa dopo l'esclusione dalle liste del Pdl per le prossime elezioni. La frase è stata accolta da un lungo applauso. Poi Cosentino ha parlato di una "montatura che ha determinato la volontà del partito di escludere dalla lista, ma è una cosa che io accetto, non faccio nessuna polemica. Se questa mia vicenda può servire a prendere qualche voto in più e a battere queste sinistre che ancora oggi si presentano con un abito che è sempre lo stesso, va bene".
La Rai un finto servizio pubblico
"Bisogna privatizzare la Rai, è un finto servizio pubblico". Lo ha detto, come ha riferito ieri TMNews, il candidato premier di "Fare per fermare il declino", Oscar Giannino da Torino, dove ha presentato i candidati piemontesi del suo partito.
Le accuse ad Algeri di Mohammed Al Zawahiri
Nel servizio di EuroNews, contenuto nella clip, l'egiziano Mohammed Al Zawahiri critica l'intervento della Francia in Mali e accusa l'esercito algerino della morte degli ostaggi di In Amenas.
Ricordiamoci al seggio dei sommergibili di Monti
Il post I sommergibili di Mario Monti è tra i maggiormente visti di questo mio blog. In esso si riportava una clip che conteneva un'analisi di Antonello Caporale per il Fatto Quotidiano. Oggi Francesco Barbato, Idv, ha pubblicato su YouTube il suo intervento nella discussione sulla proroga delle missioni internazionali delle forze armate e di polizia. Lo ripropongo perché, repetita iuvant, ribadisce e rafforza concetti già espressi nella clip di quel post. Naturalmente la minoranza dei costruttori di pace non è riuscita a fermare in parlamento la follia spendereccia del governo Monti e di chi sino ad ora ne ha sostenuto lo scempio, ma, come scrivevo in precedenza, rifletterci sopra potrebbe servire a ricordarsi della squallida e ipocrita vicenda riguardante le spese per gli acquisti di armamenti, nella cabina elettorale; nel senso di aver ben chiaro chi non votare assolutamente.
Di seguito riporto il testo dell'intervento dell'on. Barbato, fissato nella clip, che si riferisce alla dichiarazione di voto sul'emendamento 5.1 da lui presentato.
Francesco Barbato. Deputato Presidente, con questo emendamento si interviene dove è previsto che si pongano in essere iniziative per consentire lo sviluppo, cioè avviare processi di sviluppo negli altri Paesi. Ma, io non lo so e chiedo a lei, deputato Presidente, e a tutti i colleghi che sono qui in Parlamento: ma, ci siamo accorti che noi abbiamo un problema di crescita in questo Paese? Ci siamo accorti che tutti parlano - nella propaganda, naturalmente - che occorre sviluppo in questo Paese e che finora non è stato possibile perché mancavano le risorse? Allora, mancano le risorse per creare lo sviluppo in Italia, mentre troviamo un miliardo e duecento milioni di euro perché tale è stata la copertura finanziaria per le missioni internazionali del 2012 e, sostanzialmente, pari sarà la cifra che servirà per il 2013 perché con questo finanziamento, fino a settembre 2013, è prevista una copertura finanziaria per circa 950 milioni di euro.
Allora, io vi domando: ma come si può essere così scellerati davvero se si trascura la crescita del proprio Paese, la crescita degli italiani, lo sviluppo in casa nostra e ci si preoccupa, invece, dello sviluppo degli altri Paesi? Qui non è che si vuole essere egoisti, ma noi non siamo in condizione di portare il pane a casa dei nostri figli, a casa delle nostre mogli, a casa delle nostre famiglie e ci preoccupiamo, invece, di portare denaro e creare sviluppo negli altri Paesi. Ma, forse questa è la ragione per la quale la gente e i cittadini si allontanano sempre di più da questa politica e da questi partiti. Questi sono i partiti che, ancora oggi, mettono in previsione spese militari. Oltre ai famigerati F35 che l'Italia continua ad acquistare e che sono gli strumenti bellici più potenti nello spazio aereo e più micidiali, addirittura il Ministro della difesa ha confermato che l'Italia acquisterà due sommergibili. Gli italiani devono sapere che questo Governo e i partiti che mantengono questo Governo consentono l'acquisto di due sommergibili dalla Germania. Cioè, noi portiamo i soldi in Germania per acquistare due sommergibili! Ma, che cosa metteranno a tavola gli italiani? Pezzetti di sommergibili, grazie alla vostra politica, del Partito Democratico, del PdL, dell'UdC e di tutti quelli che hanno sostenuto il Governo Monti e che continuano ad alimentare spese militari.
Il Ministro della difesa ha detto che servono perché, in modo occulto, si riesce a navigare nei fondali e si hanno conoscenze di informazioni, si sanno cose che diversamente non si potrebbero sapere e così si crea il futuro.
Ma il futuro degli italiani non deve essere questo. Voi state continuando a scherzare con la tasca degli italiani, perché con questo emendamento io vi ho proposto di non sprecare soldi per lo sviluppo all'estero e di costituire e rinforzare invece il fondo, che può servire per ridurre effettivamente l'IMU sulla prima casa o per le piccole e medie imprese. Alimentando il fondo, si può ridurre la pressione fiscale per le piccole e medie imprese, i cui rappresentanti ho incontrato sabato scorso a Napoli. A Napoli i commercianti, i negozianti e le piccole e medie imprese, che chiudono una saracinesca al giorno, mi hanno detto che lunedì prossimo vogliono iniziare le primarie del non voto, per mandare a quel paese questa classe politica e questi partiti, che sono delle mummie, perché state qui da venti-trent'anni e continuerete a fare danni anche nella prossima legislatura. Per questa ragione, propongo di votare questo emendamento, che è un emendamento per i cittadini, per gli italiani.
Questo, sul proprio emendamento è stato uno dei tanti interventi fatti da Barbato. Anche se allunga in maniera sconsiderata il post, ritengo utile riportare l'intervento in sede di discussione generale perché esprime più compiutamente e con dovizia di argomenti i concetti riassunto nella dichiarazione di voto e ne aggiunge altri che completano il quadro di assurdità dell'intero provvedimento, sostenuto dalla troica dei partiti dell'insana maggioranza, che si azzufferanno per spolpare l'osso dopo il risultato delle elezioni.
Francesco Barbato. Signor deputato Presidente, la ringrazio per la parola accordatami. Sul provvedimento in oggetto, che riguarda le missioni internazionali, per la verità già la scorsa settimana, il 16 gennaio, al Senato - dove le Commissioni III (Affari esteri) e IV (Difesa) già erano riunite in seduta congiunta - sollevai al Ministro degli affari esteri dubbi circa l'opportunità di portare avanti queste missioni internazionali, soprattutto per una ragione.
In linea di principio siamo d'accordo sul fare missioni internazionali di pace, per motivi umanitari. Per l'amor di Dio, nessuna contrarietà, in linea di principio, ad una missione internazionale di pace, umanitaria o di ricostruzione e di sviluppo, però chiesi al Ministro degli affari esteri se - per l'attuale situazione del nostro Paese, cioè per la grande crisi nella quale ci troviamo, di dimensioni inenarrabili, drammatica, che gli italiani stanno vivendo sulla loro pelle, in un momento come questo - è più opportuno che un padre di famiglia provveda a procurarsi da mangiare per portarlo ai propri figli, per dare da mangiare e far vivere la propria moglie, la propria famiglia, o vada a comprare - come affermai testualmente - dei biglietti per il teatro?
Diciamoci la verità, si tratta di una questione di priorità. Una cosa del genere significa voler fare una spesa che, in questo momento, l'Italia non può permettersi. In questo momento l'Italia ha delle difficoltà, in seguito a provvedimenti anche violenti che sono stati presi sulla pelle degli italiani - come, non a caso, l'ormai famigerata spending review - che hanno visto, ad esempio, dei giovani partecipanti ad un concorso bandito per 1.886 carabinieri, alla stragrande maggioranza dei quali - che venivano da tutta Italia, dalla Sicilia, dalla Sardegna, dalla Campania, dal nord Italia, che hanno sostenuto delle spese, che hanno investito, che si sono recati a fare il concorso, che, insomma, hanno fatto sacrifici, hanno studiato e hanno vinto il concorso -, a concorso terminato, a graduatoria esposta, con i nominativi dei 1.886 giovani che dovevano diventare carabinieri, che volevano servire lo Stato e garantire la sicurezza degli italiani, è stato detto: «abbiamo scherzato, non ci sono soldi, non potete essere assunti. Questo concorso che è stato fatto è stato uno scherzo». Questo non è serio, non è credibile per uno Stato con la schiena dritta, con la «S» maiuscola. Come dicevo questa mattina nuovamente al Ministro della difesa, in questi giorni andrò da lui per chiedergli chiarimenti.
La stessa cosa nella Marina militare: bandiscono un concorso per 157 posti, 80 ne assumono e ad altri 77, vincitori di concorso, dicono che non se ne può fare nulla, perché c'è la spending review; e poi mi dicono che l'8 dicembre scorso è stato bandito un nuovo concorso, sempre per assunzioni alla Marina militare. Ma a che gioco stiamo giocando? Ma siamo al gioco delle tre carte? Ma si può mai scherzare così sui giovani? Si può mai continuare a prendere in giro i giovani? Dite perché non ci stanno soldi e poi, invece, il Ministro per gli affari esteri mi risponde e mi dice che con le missioni all'estero l'Italia conquista credibilità internazionale e in modo tronfio mi dice che bisogna mettere enfasi - ripete sempre la parola «enfasi» - sulla componente civile, perché è la componente civile che ha una prevalenza in queste missioni.
Allora vorrei fare una domanda al signor Ministro per gli affari esteri ed al Governo, poiché vedo proprio il testo della norma che abbiamo oggi in esame e che dice testualmente: «sostegno ai processi di ricostruzione»; sostegno per i processi di ricostruzione negli altri Paesi, nei Paesi dove andiamo a fare le missioni. Ma, scusate, se ne è accorto questo Governo che in Italia necessitano dei processi di ricostruzione, ad esempio a L'Aquila, che ancora è stesa al solo per il terremoto che abbiamo avuto in Abruzzo? Ma se ne è accorto questo Governo che occorre la ricostruzione in Emilia Romagna, dove l'anno scorso abbiamo avuto un altro terremoto che ha flagellato quelle popolazioni? Addirittura, nell'altro provvedimento, che pure è oggi all'ordine del giorno, il cosiddetto decreto rifiuti, l'ultima parte riguarda proprio gli interventi che i governatori possono fare per la zona terremotata dell'Emilia Romagna.
Allora, scusatemi, a proposito di priorità, se non ci sono i soldi per fare rialzare L'Aquila e per far rivivere le nostre città flagellate dal terremoto, come L'Aquila in Abruzzo, o come in Emilia Romagna, come facciamo a preoccuparci dei processi di ricostruzione negli altri Paesi? Insomma, si vuole governare gli italiani, ovvero questo Paese, o ci si vuole «distrarre»? Infatti così devo esprimermi rispetto ad operazioni all'estero. Non possiamo permettercelo! Lo volete chiamare sano egoismo? Sì, va bene: io amo gli italiani e voglio battermi oggi per difendere gli italiani, per questa ragione sono in Parlamento e sto cercando di portarvi sulla strada giusta. Infatti dissi al Ministro per gli affari esteri: non può permetterselo oggi l'Italia di fare delle missioni internazionali, non può permettersi di spendere come l'anno scorso un miliardo 280 milioni 477 mila euro per le missioni. Quest'anno, nel nostro testo, si dice che la spesa sarà pari a complessivi 935 milioni 471 mila 703 euro, fino a settembre 2013. Ciò significa che, per arrivare poi a fine anno, debordiamo anche in questo caso il miliardo di euro.
Allora mi chiedo: ma non è più importante mantenere noi credibilità nel nostro Paese? Ma se ne è accorto questo Governo che la guerra voi l'avete fatta scatenare nelle case degli italiani? Quando voi avete portato l'IMU, quando avete assediato e bombardato gli italiani con l'IMU, voi avete portato la guerra nelle case degli italiani! Allora oggi io penso che, piuttosto che una missione di pace all'estero, occorra fare una missione di pace nelle case degli italiani, una missione di pace nelle case degli italiani che non ne possono più.
Tra l'altro abbiamo visto che cosa succederà con l'IMU e con le nuove tasse - abbiamo visto proprio oggi la Tares - che addirittura si accavalleranno a luglio insieme ad Irpef, Irap e a tutto il resto. Ed allora è più giusto, signori del Governo, finanziare le missioni all'estero?
Il Ministro degli esteri in modo tronfio si vantava di mandare 250 formatori per addestrare gli eserciti stranieri. Allora vorrei chiedere a questo Governo, ma soprattutto a quella maggioranza ABC che lo sostiene e che lo ha sostenuto e che ha approvato tutti questi provvedimenti compreso l'ultimo relativo alle missioni estere: piuttosto che mandare i formatori all'estero non è meglio formare i lavoratori della Irisbus di Avellino, l'unica industria in Italia che costruiva gli autobus, perché ora gli autobus la FIAT li va a realizzare a Lione in Francia e nella Repubblica Ceca. Allora bisognava formare i lavoratori dell'Irisbus di Avellino e riaprire i cancelli di quella fabbrica che da un anno, cioè dal gennaio 2012, sono stati licenziati e cacciati via e non hanno più un futuro, non hanno più lavoro, mentre l'Italia non ha un'industria per la produzione degli autobus e li andiamo a comprare all'estero. Non era più opportuno formare, piuttosto che gli eserciti stranieri, i lavoratori della Vinyls, l'unica industria chimica italiana? Noi oggi andiamo ancora a comprare il PVC che serve per fabbricare le scarpette da ginnastica dalla Germania, mentre a Porto Torres, a Porto Marghera e a Ravenna non formiamo, i nostri stabilimenti sono chiusi e la nostra industria chimica è chiusa da quattro anni. Non era più importante formare i lavoratori dell'Alcoa, insomma di tutti quei centri che stanno soffrendo, di tutte quelle fabbriche che stanno chiudendo e che erano poi il nerbo forte dell'industria italiana, perché noi funzioniamo sull'industria manifatturiera? Ebbene, si preferisce andare a portare i soldi, spendere un miliardo e 200 milioni di euro per andare all'estero ed invece non riusciamo a fare il minimo essenziale qui in Italia. I soffitti delle scuole in Campania sono crollati con i ragazzi sotto perché non ci sono neanche i soldi per fare l'ordinaria manutenzione per le scuole.
Nella ricerca l'Italia è il Paese fanalino di coda in Europa. Siamo all'1,26 per cento di investimenti per la ricerca sul prodotto interno lordo Gli Stati Uniti d'America spendono esattamente il doppio e la Germania con la Merkel ha messo, per i prossimi tre anni, dieci miliardi di euro in più per la ricerca. Insomma, così si fa crescere un Paese se le risorse non ci sono: bisogna dare priorità assoluta alle esigenze degli italiani. Stiamo parlando delle esigenze minimali, penso ad esempio alla cassa integrazione: quando ad aprile non ci sarà più un euro, che farete? Una nuova manovra? Nuove tasse per gli italiani? Allora bisogna raddrizzare il tiro. Questo è il lavoro che io da quattro anni e otto mesi sto facendo in Parlamento, perché non solo vi dico che cosa non bisogna fare perché è sbagliato, ma soprattutto come modificare i vostri percorsi sbagliati che stanno affondando un Paese E non a caso anche sul provvedimento oggi in esame ho formulato due proposte emendative soppressive l'una degli articoli 1, 2, 3 e 4 per la parte che riguarda le missioni e il sovvenzionamento delle Forze armate, e l'altra degli articoli 5, 6, 7 e 8, per quanto riguarda la cooperazione e la ricostruzione dei Paesi.
Vedo che in questi giorni è partita la campagna elettorale in cui si promettono favole e si dicono solo sciocchezze. Questa casta, che è qui dentro, sa solo continuare a dire sciocchezze. Parla dell'IMU che adesso vuole togliere. Tutti vogliono togliere ora l'IMU dopo che l'hanno appena messa, proprio questo Governo; Monti mette l'IMU e lui per primo dice che bisogna rivederla. Volete fare le cose serie? Volete davvero dare delle risposte concrete?
Passiamo già farlo già oggi perché con i due emendamenti che ho presentato si dà la possibilità di prendere queste risorse per andare a finanziare il fondo che abbiamo costituito, che può eliminare l'IMU almeno per la prima casa, e per i meno abbienti, per le fasce sociali più deboli, e può andare ad incidere per ridurre la tassazione delle imprese, delle piccole e medie imprese. Sabato scorso ero a Napoli con i commercianti, con le PMI, che protestavano che non ce la fanno più a sostenere questa pressione fiscale debordante (il 54 per cento). Per quanto riguarda questo incontro con i commercianti di Napoli di sabato scorso, vi metto sull'avviso, signori del Governo, signori dell'ABC, signori della maggioranza che ha sostenuto questo Governo e queste scelte demenziali che stanno affondando il nostro Paese (mi riferisco a tutti i partiti, PD, PdL, UdC, FLI, quanti ce ne state). Questi commercianti, le piccole e medie imprese a Napoli, mi hanno detto che pure loro vogliono fare le primarie. Mi hanno detto sabato scorso a Napoli: perché non iniziamo le primarie? Ho detto: ma quali primarie? Si, le primarie del non voto.
Questa casta si riproduce tutta interamente con questa schifosissima legge elettorale con cui non si dà la facoltà ai cittadini di poter scegliere chi mandare in Parlamento, e allora ritornerà tutta così com'è integralmente. Tutte queste mummie che stanno da vent'anni, da trent'anni in Parlamento...
Presidente. Onorevole Barbato, o ritorna nell'ambito dell'argomento, o altrimenti le tolgo la parola.
Francesco Barbato. Certo, e mi hanno chiesto: ma noi a tavola che cosa mettiamo? Un negozio al giorno chiude a Napoli. Tra l'altro dissi loro che ho scoperto anche un'altra cosa, che qui a proposito di spese militari (oltre ai famigerati F- 35, che sono una spesa incredibile, perché questo Paese si deve attrezzare dell'arma aerea più micidiale e potente, che sono gli F- 35) c'è addirittura un'altra roba, signor deputato Presidente: due sommergibili. È mai possibile che questo Governo e questa maggioranza finanzi due sommergibili da acquistare dalla Germania? Dobbiamo pagare pegno alla Germania ed acquistare due sommergibili. A tal proposito il Ministro della difesa nella scorsa audizione al Senato, alla mia domanda se fosse vero che vi erano questi due sommergibili, ha risposto che è vero e che servono per l'alimentazione di un programma con il quale ci prepariamo un futuro. Il programma serve perché con questi due sommergibili si può avviare un lavoro di raccolta occulta di informazioni, per avvicinarsi ed ascoltare e raccogliere informazioni in molto non visibile (servono mezzi del genere). Allora chiedo agli italiani: vi servono mezzi del genere, cioè sommergibili che devono raccogliere informazioni in modo occulto? Vi serve ancora la spesa militare? Servono ancora gli F-35? Servono ancora agli italiani i sommergibili? Ho visto che c'è un programma di spesa di 915 milioni di euro, quasi un miliardo di euro. E i commercianti di Napoli mi dissero: ma sulle nostre tavole, alle nostre famiglie, che cosa portiamo? I pezzettini di sommergibile, li tagliamo e li distribuiamo sulla tavola? Mangiamo sommergibili a tavola? Di fronte a scelte così violente e dannose per il Paese ancora una volta vi chiedo davvero di cambiare direzione. Si è in tempo, non facciamo come questa mattina nelle Commissioni (Ambiente, Finanze, Difesa ed Esteri) dove si dice, no ma i provvedimenti poi dovrebbero ritornare al Senato per essere riapprovati, dovrebbe esserci addirittura una quarta lettura. Scusatemi, sia noi che gli onorevoli senatori (anzi in questo mese abbiamo già avuto un acconto della paghetta il 20 di gennaio) il 28 gennaio percepiremo il resto della nostra paghetta che è già abbastanza importante. Si può lavorare un poco in più per fare delle leggi che servono agli italiani, ma non delle leggi che li affossano ancora di più. Allora, con questa posizione chiara, che voglio portare avanti per i cittadini, per continuare ad essere deputato dei cittadini, vi invito a cambiare strada e a non danneggiare gli italiani e i cittadini italiani.
Di seguito riporto il testo dell'intervento dell'on. Barbato, fissato nella clip, che si riferisce alla dichiarazione di voto sul'emendamento 5.1 da lui presentato.
Francesco Barbato. Deputato Presidente, con questo emendamento si interviene dove è previsto che si pongano in essere iniziative per consentire lo sviluppo, cioè avviare processi di sviluppo negli altri Paesi. Ma, io non lo so e chiedo a lei, deputato Presidente, e a tutti i colleghi che sono qui in Parlamento: ma, ci siamo accorti che noi abbiamo un problema di crescita in questo Paese? Ci siamo accorti che tutti parlano - nella propaganda, naturalmente - che occorre sviluppo in questo Paese e che finora non è stato possibile perché mancavano le risorse? Allora, mancano le risorse per creare lo sviluppo in Italia, mentre troviamo un miliardo e duecento milioni di euro perché tale è stata la copertura finanziaria per le missioni internazionali del 2012 e, sostanzialmente, pari sarà la cifra che servirà per il 2013 perché con questo finanziamento, fino a settembre 2013, è prevista una copertura finanziaria per circa 950 milioni di euro.
Allora, io vi domando: ma come si può essere così scellerati davvero se si trascura la crescita del proprio Paese, la crescita degli italiani, lo sviluppo in casa nostra e ci si preoccupa, invece, dello sviluppo degli altri Paesi? Qui non è che si vuole essere egoisti, ma noi non siamo in condizione di portare il pane a casa dei nostri figli, a casa delle nostre mogli, a casa delle nostre famiglie e ci preoccupiamo, invece, di portare denaro e creare sviluppo negli altri Paesi. Ma, forse questa è la ragione per la quale la gente e i cittadini si allontanano sempre di più da questa politica e da questi partiti. Questi sono i partiti che, ancora oggi, mettono in previsione spese militari. Oltre ai famigerati F35 che l'Italia continua ad acquistare e che sono gli strumenti bellici più potenti nello spazio aereo e più micidiali, addirittura il Ministro della difesa ha confermato che l'Italia acquisterà due sommergibili. Gli italiani devono sapere che questo Governo e i partiti che mantengono questo Governo consentono l'acquisto di due sommergibili dalla Germania. Cioè, noi portiamo i soldi in Germania per acquistare due sommergibili! Ma, che cosa metteranno a tavola gli italiani? Pezzetti di sommergibili, grazie alla vostra politica, del Partito Democratico, del PdL, dell'UdC e di tutti quelli che hanno sostenuto il Governo Monti e che continuano ad alimentare spese militari.
Il Ministro della difesa ha detto che servono perché, in modo occulto, si riesce a navigare nei fondali e si hanno conoscenze di informazioni, si sanno cose che diversamente non si potrebbero sapere e così si crea il futuro.
Ma il futuro degli italiani non deve essere questo. Voi state continuando a scherzare con la tasca degli italiani, perché con questo emendamento io vi ho proposto di non sprecare soldi per lo sviluppo all'estero e di costituire e rinforzare invece il fondo, che può servire per ridurre effettivamente l'IMU sulla prima casa o per le piccole e medie imprese. Alimentando il fondo, si può ridurre la pressione fiscale per le piccole e medie imprese, i cui rappresentanti ho incontrato sabato scorso a Napoli. A Napoli i commercianti, i negozianti e le piccole e medie imprese, che chiudono una saracinesca al giorno, mi hanno detto che lunedì prossimo vogliono iniziare le primarie del non voto, per mandare a quel paese questa classe politica e questi partiti, che sono delle mummie, perché state qui da venti-trent'anni e continuerete a fare danni anche nella prossima legislatura. Per questa ragione, propongo di votare questo emendamento, che è un emendamento per i cittadini, per gli italiani.
Questo, sul proprio emendamento è stato uno dei tanti interventi fatti da Barbato. Anche se allunga in maniera sconsiderata il post, ritengo utile riportare l'intervento in sede di discussione generale perché esprime più compiutamente e con dovizia di argomenti i concetti riassunto nella dichiarazione di voto e ne aggiunge altri che completano il quadro di assurdità dell'intero provvedimento, sostenuto dalla troica dei partiti dell'insana maggioranza, che si azzufferanno per spolpare l'osso dopo il risultato delle elezioni.
Francesco Barbato. Signor deputato Presidente, la ringrazio per la parola accordatami. Sul provvedimento in oggetto, che riguarda le missioni internazionali, per la verità già la scorsa settimana, il 16 gennaio, al Senato - dove le Commissioni III (Affari esteri) e IV (Difesa) già erano riunite in seduta congiunta - sollevai al Ministro degli affari esteri dubbi circa l'opportunità di portare avanti queste missioni internazionali, soprattutto per una ragione.
In linea di principio siamo d'accordo sul fare missioni internazionali di pace, per motivi umanitari. Per l'amor di Dio, nessuna contrarietà, in linea di principio, ad una missione internazionale di pace, umanitaria o di ricostruzione e di sviluppo, però chiesi al Ministro degli affari esteri se - per l'attuale situazione del nostro Paese, cioè per la grande crisi nella quale ci troviamo, di dimensioni inenarrabili, drammatica, che gli italiani stanno vivendo sulla loro pelle, in un momento come questo - è più opportuno che un padre di famiglia provveda a procurarsi da mangiare per portarlo ai propri figli, per dare da mangiare e far vivere la propria moglie, la propria famiglia, o vada a comprare - come affermai testualmente - dei biglietti per il teatro?
Diciamoci la verità, si tratta di una questione di priorità. Una cosa del genere significa voler fare una spesa che, in questo momento, l'Italia non può permettersi. In questo momento l'Italia ha delle difficoltà, in seguito a provvedimenti anche violenti che sono stati presi sulla pelle degli italiani - come, non a caso, l'ormai famigerata spending review - che hanno visto, ad esempio, dei giovani partecipanti ad un concorso bandito per 1.886 carabinieri, alla stragrande maggioranza dei quali - che venivano da tutta Italia, dalla Sicilia, dalla Sardegna, dalla Campania, dal nord Italia, che hanno sostenuto delle spese, che hanno investito, che si sono recati a fare il concorso, che, insomma, hanno fatto sacrifici, hanno studiato e hanno vinto il concorso -, a concorso terminato, a graduatoria esposta, con i nominativi dei 1.886 giovani che dovevano diventare carabinieri, che volevano servire lo Stato e garantire la sicurezza degli italiani, è stato detto: «abbiamo scherzato, non ci sono soldi, non potete essere assunti. Questo concorso che è stato fatto è stato uno scherzo». Questo non è serio, non è credibile per uno Stato con la schiena dritta, con la «S» maiuscola. Come dicevo questa mattina nuovamente al Ministro della difesa, in questi giorni andrò da lui per chiedergli chiarimenti.
La stessa cosa nella Marina militare: bandiscono un concorso per 157 posti, 80 ne assumono e ad altri 77, vincitori di concorso, dicono che non se ne può fare nulla, perché c'è la spending review; e poi mi dicono che l'8 dicembre scorso è stato bandito un nuovo concorso, sempre per assunzioni alla Marina militare. Ma a che gioco stiamo giocando? Ma siamo al gioco delle tre carte? Ma si può mai scherzare così sui giovani? Si può mai continuare a prendere in giro i giovani? Dite perché non ci stanno soldi e poi, invece, il Ministro per gli affari esteri mi risponde e mi dice che con le missioni all'estero l'Italia conquista credibilità internazionale e in modo tronfio mi dice che bisogna mettere enfasi - ripete sempre la parola «enfasi» - sulla componente civile, perché è la componente civile che ha una prevalenza in queste missioni.
Allora vorrei fare una domanda al signor Ministro per gli affari esteri ed al Governo, poiché vedo proprio il testo della norma che abbiamo oggi in esame e che dice testualmente: «sostegno ai processi di ricostruzione»; sostegno per i processi di ricostruzione negli altri Paesi, nei Paesi dove andiamo a fare le missioni. Ma, scusate, se ne è accorto questo Governo che in Italia necessitano dei processi di ricostruzione, ad esempio a L'Aquila, che ancora è stesa al solo per il terremoto che abbiamo avuto in Abruzzo? Ma se ne è accorto questo Governo che occorre la ricostruzione in Emilia Romagna, dove l'anno scorso abbiamo avuto un altro terremoto che ha flagellato quelle popolazioni? Addirittura, nell'altro provvedimento, che pure è oggi all'ordine del giorno, il cosiddetto decreto rifiuti, l'ultima parte riguarda proprio gli interventi che i governatori possono fare per la zona terremotata dell'Emilia Romagna.
Allora, scusatemi, a proposito di priorità, se non ci sono i soldi per fare rialzare L'Aquila e per far rivivere le nostre città flagellate dal terremoto, come L'Aquila in Abruzzo, o come in Emilia Romagna, come facciamo a preoccuparci dei processi di ricostruzione negli altri Paesi? Insomma, si vuole governare gli italiani, ovvero questo Paese, o ci si vuole «distrarre»? Infatti così devo esprimermi rispetto ad operazioni all'estero. Non possiamo permettercelo! Lo volete chiamare sano egoismo? Sì, va bene: io amo gli italiani e voglio battermi oggi per difendere gli italiani, per questa ragione sono in Parlamento e sto cercando di portarvi sulla strada giusta. Infatti dissi al Ministro per gli affari esteri: non può permetterselo oggi l'Italia di fare delle missioni internazionali, non può permettersi di spendere come l'anno scorso un miliardo 280 milioni 477 mila euro per le missioni. Quest'anno, nel nostro testo, si dice che la spesa sarà pari a complessivi 935 milioni 471 mila 703 euro, fino a settembre 2013. Ciò significa che, per arrivare poi a fine anno, debordiamo anche in questo caso il miliardo di euro.
Allora mi chiedo: ma non è più importante mantenere noi credibilità nel nostro Paese? Ma se ne è accorto questo Governo che la guerra voi l'avete fatta scatenare nelle case degli italiani? Quando voi avete portato l'IMU, quando avete assediato e bombardato gli italiani con l'IMU, voi avete portato la guerra nelle case degli italiani! Allora oggi io penso che, piuttosto che una missione di pace all'estero, occorra fare una missione di pace nelle case degli italiani, una missione di pace nelle case degli italiani che non ne possono più.
Tra l'altro abbiamo visto che cosa succederà con l'IMU e con le nuove tasse - abbiamo visto proprio oggi la Tares - che addirittura si accavalleranno a luglio insieme ad Irpef, Irap e a tutto il resto. Ed allora è più giusto, signori del Governo, finanziare le missioni all'estero?
Il Ministro degli esteri in modo tronfio si vantava di mandare 250 formatori per addestrare gli eserciti stranieri. Allora vorrei chiedere a questo Governo, ma soprattutto a quella maggioranza ABC che lo sostiene e che lo ha sostenuto e che ha approvato tutti questi provvedimenti compreso l'ultimo relativo alle missioni estere: piuttosto che mandare i formatori all'estero non è meglio formare i lavoratori della Irisbus di Avellino, l'unica industria in Italia che costruiva gli autobus, perché ora gli autobus la FIAT li va a realizzare a Lione in Francia e nella Repubblica Ceca. Allora bisognava formare i lavoratori dell'Irisbus di Avellino e riaprire i cancelli di quella fabbrica che da un anno, cioè dal gennaio 2012, sono stati licenziati e cacciati via e non hanno più un futuro, non hanno più lavoro, mentre l'Italia non ha un'industria per la produzione degli autobus e li andiamo a comprare all'estero. Non era più opportuno formare, piuttosto che gli eserciti stranieri, i lavoratori della Vinyls, l'unica industria chimica italiana? Noi oggi andiamo ancora a comprare il PVC che serve per fabbricare le scarpette da ginnastica dalla Germania, mentre a Porto Torres, a Porto Marghera e a Ravenna non formiamo, i nostri stabilimenti sono chiusi e la nostra industria chimica è chiusa da quattro anni. Non era più importante formare i lavoratori dell'Alcoa, insomma di tutti quei centri che stanno soffrendo, di tutte quelle fabbriche che stanno chiudendo e che erano poi il nerbo forte dell'industria italiana, perché noi funzioniamo sull'industria manifatturiera? Ebbene, si preferisce andare a portare i soldi, spendere un miliardo e 200 milioni di euro per andare all'estero ed invece non riusciamo a fare il minimo essenziale qui in Italia. I soffitti delle scuole in Campania sono crollati con i ragazzi sotto perché non ci sono neanche i soldi per fare l'ordinaria manutenzione per le scuole.
Nella ricerca l'Italia è il Paese fanalino di coda in Europa. Siamo all'1,26 per cento di investimenti per la ricerca sul prodotto interno lordo Gli Stati Uniti d'America spendono esattamente il doppio e la Germania con la Merkel ha messo, per i prossimi tre anni, dieci miliardi di euro in più per la ricerca. Insomma, così si fa crescere un Paese se le risorse non ci sono: bisogna dare priorità assoluta alle esigenze degli italiani. Stiamo parlando delle esigenze minimali, penso ad esempio alla cassa integrazione: quando ad aprile non ci sarà più un euro, che farete? Una nuova manovra? Nuove tasse per gli italiani? Allora bisogna raddrizzare il tiro. Questo è il lavoro che io da quattro anni e otto mesi sto facendo in Parlamento, perché non solo vi dico che cosa non bisogna fare perché è sbagliato, ma soprattutto come modificare i vostri percorsi sbagliati che stanno affondando un Paese E non a caso anche sul provvedimento oggi in esame ho formulato due proposte emendative soppressive l'una degli articoli 1, 2, 3 e 4 per la parte che riguarda le missioni e il sovvenzionamento delle Forze armate, e l'altra degli articoli 5, 6, 7 e 8, per quanto riguarda la cooperazione e la ricostruzione dei Paesi.
Vedo che in questi giorni è partita la campagna elettorale in cui si promettono favole e si dicono solo sciocchezze. Questa casta, che è qui dentro, sa solo continuare a dire sciocchezze. Parla dell'IMU che adesso vuole togliere. Tutti vogliono togliere ora l'IMU dopo che l'hanno appena messa, proprio questo Governo; Monti mette l'IMU e lui per primo dice che bisogna rivederla. Volete fare le cose serie? Volete davvero dare delle risposte concrete?
Passiamo già farlo già oggi perché con i due emendamenti che ho presentato si dà la possibilità di prendere queste risorse per andare a finanziare il fondo che abbiamo costituito, che può eliminare l'IMU almeno per la prima casa, e per i meno abbienti, per le fasce sociali più deboli, e può andare ad incidere per ridurre la tassazione delle imprese, delle piccole e medie imprese. Sabato scorso ero a Napoli con i commercianti, con le PMI, che protestavano che non ce la fanno più a sostenere questa pressione fiscale debordante (il 54 per cento). Per quanto riguarda questo incontro con i commercianti di Napoli di sabato scorso, vi metto sull'avviso, signori del Governo, signori dell'ABC, signori della maggioranza che ha sostenuto questo Governo e queste scelte demenziali che stanno affondando il nostro Paese (mi riferisco a tutti i partiti, PD, PdL, UdC, FLI, quanti ce ne state). Questi commercianti, le piccole e medie imprese a Napoli, mi hanno detto che pure loro vogliono fare le primarie. Mi hanno detto sabato scorso a Napoli: perché non iniziamo le primarie? Ho detto: ma quali primarie? Si, le primarie del non voto.
Questa casta si riproduce tutta interamente con questa schifosissima legge elettorale con cui non si dà la facoltà ai cittadini di poter scegliere chi mandare in Parlamento, e allora ritornerà tutta così com'è integralmente. Tutte queste mummie che stanno da vent'anni, da trent'anni in Parlamento...
Presidente. Onorevole Barbato, o ritorna nell'ambito dell'argomento, o altrimenti le tolgo la parola.
Francesco Barbato. Certo, e mi hanno chiesto: ma noi a tavola che cosa mettiamo? Un negozio al giorno chiude a Napoli. Tra l'altro dissi loro che ho scoperto anche un'altra cosa, che qui a proposito di spese militari (oltre ai famigerati F- 35, che sono una spesa incredibile, perché questo Paese si deve attrezzare dell'arma aerea più micidiale e potente, che sono gli F- 35) c'è addirittura un'altra roba, signor deputato Presidente: due sommergibili. È mai possibile che questo Governo e questa maggioranza finanzi due sommergibili da acquistare dalla Germania? Dobbiamo pagare pegno alla Germania ed acquistare due sommergibili. A tal proposito il Ministro della difesa nella scorsa audizione al Senato, alla mia domanda se fosse vero che vi erano questi due sommergibili, ha risposto che è vero e che servono per l'alimentazione di un programma con il quale ci prepariamo un futuro. Il programma serve perché con questi due sommergibili si può avviare un lavoro di raccolta occulta di informazioni, per avvicinarsi ed ascoltare e raccogliere informazioni in molto non visibile (servono mezzi del genere). Allora chiedo agli italiani: vi servono mezzi del genere, cioè sommergibili che devono raccogliere informazioni in modo occulto? Vi serve ancora la spesa militare? Servono ancora gli F-35? Servono ancora agli italiani i sommergibili? Ho visto che c'è un programma di spesa di 915 milioni di euro, quasi un miliardo di euro. E i commercianti di Napoli mi dissero: ma sulle nostre tavole, alle nostre famiglie, che cosa portiamo? I pezzettini di sommergibile, li tagliamo e li distribuiamo sulla tavola? Mangiamo sommergibili a tavola? Di fronte a scelte così violente e dannose per il Paese ancora una volta vi chiedo davvero di cambiare direzione. Si è in tempo, non facciamo come questa mattina nelle Commissioni (Ambiente, Finanze, Difesa ed Esteri) dove si dice, no ma i provvedimenti poi dovrebbero ritornare al Senato per essere riapprovati, dovrebbe esserci addirittura una quarta lettura. Scusatemi, sia noi che gli onorevoli senatori (anzi in questo mese abbiamo già avuto un acconto della paghetta il 20 di gennaio) il 28 gennaio percepiremo il resto della nostra paghetta che è già abbastanza importante. Si può lavorare un poco in più per fare delle leggi che servono agli italiani, ma non delle leggi che li affossano ancora di più. Allora, con questa posizione chiara, che voglio portare avanti per i cittadini, per continuare ad essere deputato dei cittadini, vi invito a cambiare strada e a non danneggiare gli italiani e i cittadini italiani.
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