sabato 26 gennaio 2013

Perché il Pd pensava di vincere facile

Il 14 dicembre scorso, nella trasmissione L'Ultima Parola su Rai 2 di Gianluigi Paragone, veniva mandato in onda un servizio di Alessio Lasta, intitolato "Finanza sinistra". In sostanza il servizio diceva che tre grandi banche internazionali incoronavano Bersani premier e dicevano che una vittoria del centrosinistra in Italia sarebbe migliore perfino di un "Monti bis". A telecamere nascoste broker e trader della city milanese confermavano l'appoggio dei mercati all'ipotesi di un governo di centrosinistra.



C'era anche qualcuno autorottamatosi che già si figurava nei panni del ministro degli Esteri. No? Del resto il coinvolgimento nella crisi del Monte dei Paschi, di cui allora non si faceva parola sui media principali, fa comprendere a posteriori perché il Pd fosse considerato un guardiano affidabile degli interessi finanziari. Un'affidabilità che è costata cara alla classe lavoratrice, ai pensionati e alla classe media, come si è visto, l'unica parte della società che ha pagato la crisi con un partito, che tradizionalmente ne era il difensore, schierato con gli "sceriffi di Nottingham" di Mario Monti, oltretutto zelante a far da pompiere dei malumori e delle proteste popolari.

Nessun commento:

Posta un commento