Nella puntata del 28 ottobre 2011, Ferrara si era invece occupato di quel "simpatico rotondetto cattolico", come lo definisce, sindaco di Firenze e parlando del raduno alla Leopolda spiega come Renzi si apprestasse a dare l'assalto al Pd. Per essere oggi un uomo politico, dice Ferrara, ci vuole una narrazione. Renzi lo aveva capito e si stava costruendo una. L'essere arrivato poi, secondo alle primarie, non significa una sconfitta, secondo di due. Aggiungo. Forse lo stesso apparato che Renzi tentava di sconfiggere con il suo slogan rottamatorio, facendolo perdere lo ha preservato da una stagione, quella elettorale che stiamo vivendo, che gli avrebbe certo nuociuto, in quanto da come si stanno mettendo le cose, il rischio c'è per molti di perdere definitivamente la faccia. Oltretutto lo aiuterà a liberarsi da una compagnia di "sfegatati" dell'ultima ora, in cerca qua in cerca là d'una poltrona, che soprattutto in periferia non gli hanno giovato.
lunedì 21 gennaio 2013
L'elefantino di Radio Londra
Giuliano Ferrara può anche essere antipatico a molti, probabilmente per quel suo atteggiamento di supponenza frammisto a furberia che spesso usa come contegno didattico nello spiegare cose, ai suoi occhi lunghi, evidenti, ma non tali per chi si trova ad ascoltarlo, magari dalla scatola televisiva. Che abbia intelligenza politica è indubbio e anche senso delle cose, di ciò che sono foriere, di come evolveranno, in un futuro non lontano. I suoi interventi nella rubrica Radio Londra sono costruiti con molto senso della misura del messaggio che si vuole trasmettere, senza sbavature, senza forzature, con estrema naturalezza, perché solo così si è convincenti e Giuliano Ferrara è convincente. Da quella miniera di arguzie, di verità e di profezie tolgo oggi due perle che mostrano come Giuliano Ferrara sappia cogliere quel senso del domani che andremo a vivere, e lo sappia esporre quasi come un oracolo a chi ha orecchie per intendere le prospettive. Il primo filmato, del 31 ottobre 2011, riguarda Antonio Ingroia allora ancora magistrato, al centro di polemiche sulla stampa del tempo per la sua partecipazione al sesto congresso del PDCI a Rimini il 30 ottobre di quell'anno. Ferrara, tra le altre cose, ne preannuncia nel suo commento la discesa in campo.
Nella puntata del 28 ottobre 2011, Ferrara si era invece occupato di quel "simpatico rotondetto cattolico", come lo definisce, sindaco di Firenze e parlando del raduno alla Leopolda spiega come Renzi si apprestasse a dare l'assalto al Pd. Per essere oggi un uomo politico, dice Ferrara, ci vuole una narrazione. Renzi lo aveva capito e si stava costruendo una. L'essere arrivato poi, secondo alle primarie, non significa una sconfitta, secondo di due. Aggiungo. Forse lo stesso apparato che Renzi tentava di sconfiggere con il suo slogan rottamatorio, facendolo perdere lo ha preservato da una stagione, quella elettorale che stiamo vivendo, che gli avrebbe certo nuociuto, in quanto da come si stanno mettendo le cose, il rischio c'è per molti di perdere definitivamente la faccia. Oltretutto lo aiuterà a liberarsi da una compagnia di "sfegatati" dell'ultima ora, in cerca qua in cerca là d'una poltrona, che soprattutto in periferia non gli hanno giovato.
Nella puntata del 28 ottobre 2011, Ferrara si era invece occupato di quel "simpatico rotondetto cattolico", come lo definisce, sindaco di Firenze e parlando del raduno alla Leopolda spiega come Renzi si apprestasse a dare l'assalto al Pd. Per essere oggi un uomo politico, dice Ferrara, ci vuole una narrazione. Renzi lo aveva capito e si stava costruendo una. L'essere arrivato poi, secondo alle primarie, non significa una sconfitta, secondo di due. Aggiungo. Forse lo stesso apparato che Renzi tentava di sconfiggere con il suo slogan rottamatorio, facendolo perdere lo ha preservato da una stagione, quella elettorale che stiamo vivendo, che gli avrebbe certo nuociuto, in quanto da come si stanno mettendo le cose, il rischio c'è per molti di perdere definitivamente la faccia. Oltretutto lo aiuterà a liberarsi da una compagnia di "sfegatati" dell'ultima ora, in cerca qua in cerca là d'una poltrona, che soprattutto in periferia non gli hanno giovato.
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