venerdì 29 marzo 2013

Bersani al capolinea

Sul naufragio del conferimento del pre-incarico, volutamente dato in tale forma, a Bersani, il segretario del Pd dimostratosi alla fine solo uno zombie della vecchia politica lontano anni luce dal quella volontà di cambiamento tanto sbandierata a parole, forse il commento più vicino all'idem sentire di chi ha ancora del buon senso sono queste parole di Angelino Alfano: "Il tentativo del Pd di scaricare su altri responsabilità che sono tutte e solo sue è un' ulteriore prova della mancanza di visione e di sensibilità all'interesse nazionale di Bersani, del suo partito e dei suoi alleati... A questo punto la responsabilità ricade unicamente e storicamente sul Pd". Il suo elettorato tradizionale, particolarmente il suo zoccolo duro, dovrebbe svegliarsi finalmente dalla trance in cui è caduto e rendersi conto che il partito, quel partito in cui crede tuttora, è morto con Berlinguer.
Qualunque sia la decisione domani di Napolitano, Bersani ormai è salito sulla barca che lo porta al suo inesorabile destino politico. Requiem.

lunedì 25 marzo 2013

Rosy Bindi e il suo "A mia insaputa"

Dal blog di Beppe Grillo: "L'utilità di una forza fuori del sistema in Parlamento si è palesata sin dalla prima settimana di insediamento. Il MoVimento 5 stelle ha rivelato l'esistenza di una delibera parlamentare, secondo la quale è obbligatorio da parte dei nuovi gruppi parlamentari, assumere personale che già ha prestato servizio per i partiti. Laura Castelli del M5S ha rivelato che i gruppi parlamentari devono destinare il 55% del budget, a loro destinato per l'assunzione di collaboratori, alla scelta di persone contenute in due elenchi nei quali vi è l'indicazione solo del nome e cognome, mancando, molte volte anche indicazione del loro curriculum vitae. La Castelli rivela che "si tratta di ex dipendenti di partito, che qualcuno vuole che ritornino in Parlamento". La delibera è stata adottata dalla Camera lo scorso dicembre e obbliga i gruppi parlamentari ad assumere queste persone senza concorso. Martina Proietti ha realizzato una inchiesta per la trasmissione "L'ultima parola" intervistando Rosy Bindi (Pd), che all'epoca era all'ufficio della Presidenza della Camera. "Non ho visto mai nulla, chieda ai questori" - risponde irritata il deputato Pd - "Se uno non vuol parlare, non parla perché le ho già risposto. Io non ho mai visto questa delibera, frutto dell'opera dei questori. A noi non è mai arrivato niente!" (Segnalazione da net1news)

domenica 24 marzo 2013

Orde di trolls democrat spammano Grillo ma anche la rete

Come dar torto a Grillo che nel suo blog oggi scrive: Da mesi orde di trolls, di fake, di multinick scrivono con regolarità dai due ai tremila commenti al giorno sul blog. Qualcuno evidentemente li paga per spammare dalla mattina alla sera. Questi schizzi di merda digitali si possono suddividere in alcune grandi categorie. Quella degli "appellanti" per la governabilità per il bene del Paese, del "votaBersani, votaBersani", o del "votaGrasso, votaGrasso" (l'unico procuratore antimafia estimatore di Berlusconi). Quella dei "divisori", venuti per separare ciò che per loro è oscenamente unito, che chiedono a Grillo di mollare Casaleggio, al M5S di mollare Grillo e a tutti gli elettori del M5S di mollare il M5S per passare al sol dell'avvenire delle notti polari del pdmenoelle. Quindi arrivano, di solito nel tardo pomeriggio, i cosiddetti "ex", "Grillo ti ho votato ma dopo che sei passato con il rosso con sprezzo delle istituzioni non ti voto più", oppure "Beppe, ti ho seguito dal primo Vday, ma il tuo autista, si legge in giro, è un narcotrafficante. Addio al mio voto". Gli "ex" si presentano anche con tutta la famiglia e persino con gli amici "Grillo, siamo un un gruppo di tuoi estimatori, io, mia moglie, le nostre due figlie e i loro fidanzati. Non ci rispecchiamo più nel tuo comportamento antidemocratico. Il voto la prossima volta lo daremo al pdmenoelle che è più serio". Non mancano gli "accusatori" che si attaccano alle fortune che io e Casaleggio staremmo accumulando alle spalle del M5S "Chi prende i soldi del gruppo di comunicazione? Eh? Chi li prende? Trasparenza! Chiediamo trasparenza. Siete peggio di Berlusconi. E pensare che avevo convinto mio padre a darvi il voto, mai più". "Lo fate per gli ads e per gli ebook, a voi non ve ne frega un cazzo della democrazia". Ci sono poi i "critici di giornata" che arrivano in massa come le locuste. Qualunque cosa tu abbia appena detto o fatto viene ferocemente attaccata, spesso con lunghe e articolate argomentazioni di 2.000 caratteri. Da questa brodaglia i telegiornali e i talk show colgono fior da fiore, con lerci e studiati "copia e incolla" per spiegare che Grillo è un eversivo, che il MoVimento 5 Stelle è spaccato. Di solito partono così "Il MoVimento 5 Stelle si divide sulla linea Grillo, ecco i commenti dal blog". Dato che nel blog chiunque può commentare questo non vuol dire nulla. Prima vomitano i commenti sul blog e poi li rivomitano nelle televisioni.

Due "nominati" i presidenti delle Camere

Ha scritto Beppe Grillo sul blog ieri: Laura Boldrini e Piero Grasso sono celebrati dai giornaloni e dai partiti come le effigi del cambiamento, il segno del rinnovamento, l'espressione della società civile (dando così implicitamente per scontato la società civile non sia mai stata rappresentata). In realtà sono la più moderna manifestazione della partitocrazia. Foglie di fico: brave persone accuratamente selezionate per coprire personaggi che sanno benissimo di essere impresentabili, ma che in questo modo continuano a sopravvivere. Né la Boldrini né Grasso hanno partecipato alle Buffonarie del pdmenoelle, ma sono stati nominati e inseriti nelle liste direttamente dai rispettivi capi Vendola e Bersani. Né la Boldrini né Grasso sono stati democraticamente scelti per il loro attuale ruolo istituzionale attraverso votazione del gruppo parlamentare di appartenenza, come avvenuto per i candidati presidenti del M5S, ma ri-nominati da Bersani. Nella democrazia bersaniana non servono votazioni, basta nominare le "persone giuste" e farle ratificare dall'assemblea per acclamazione. Porcellum style. "L'assemblea ha accolto la proposta con degli applausi all'annuncio dei nomi.". Togliattiane reminiscenze.

Non basta un pallone per fare una partita

Pierluigi Bersani, sperduto nel suo solipsismo, non riesce a comprendere che non basta un pallone, regalato dallo zoccolo duro figlio della disinformazione fatta regime, a fare una partita di calcio. A maggior ragione la sua evidente inadeguatezza al ruolo che Napolitano è stato costretto ad assegnargli viste le circostanze, rende cocente la delusione per le speranze sollevate al tempo - sembra anni fa - delle primarie dal partito democratico, e bruciate subito per l'incapacità di coltivarle o semplicemente - ed è forse la realtà vera - perché usate come specchietto per ingenue allodole col fine di conservare un apparato di dinosauri già estinti. Purtroppo, ancora una volta, pagheremo noi le idiozie "democratiche" d'un partito zombie, morto con Berlinguer.