sabato 5 gennaio 2013

Casini e vaccate

Prendo dall'articolo di oggi su ilGiornale.it di Vittorio Feltri, solo la descrizione della situazione, dicendo a chi la citazione può parere poca cosa di leggere direttamente sul quotidiano online l'intero articolo.
Perché mi limito alla descrizione? Perché già di per se stessa è eloquente. Le riflessioni di Feltri non fanno che sottolineare ulteriormente un'assurda pretesa, ben sintetizzata dallo stesso titolo: "Pier è sempre più furby. Vuol governare senza i voti".
Scrive Feltri: "Pier Ferdinando Casini, dall'alto della torre di Babele che sta costruendo con i propri amici ex (o filo) democristiani, fa la voce grossa. Sarà perché era abituato a starsene laggiù, in basso, cioè seduto su una percentuale del 5 e rotti per cento (i voti dell'Udc), ora che i sondaggi lo danno al 12 ha le vertigini, gli gira la testa, come succede a quelli che bevono troppo, e dice cose bizzarre. Per esempio, sostiene (che se alle prossime elezioni il Partito democratico vincesse alla Camera (è scontato), ma non riuscisse a fare altrettanto al Senato (è probabile), Pier Luigi Bersani dovrebbe rassegnarsi a cedere la poltrona di premier. A chi? A Mario Monti, socio in affari politici dello stesso Casini nonché di Gianfranco Fini e vari personaggi di secondo piano, tutti in fila davanti al Palazzo con la pretesa di entrarvi e trovare un posto comodo, possibilmente per cinque anni".
Più avanti, ma è solo retorica perché la risposta è ovvia, Feltri si domanda: "In quale democrazia, sia pure delle banane, un partito del 12 per cento (facciamo il 15, per essere generosi) soffia a un partito del 30 o 32 la guida dell'esecutivo?". E se qualcuno ricorda la prima Repubblica, Feltri ribatte: "A quei tempi vigeva il sistema proporzionale puro ed era fatale che i giochi si facessero in Parlamento, a consultazioni avvenute". Ma col Porcellum, no, dice Feltri, perché si trasformerebbe "di fatto il Porcellum in una gran Vaccata". Appunto. Solo chi è abituato a "casini" fa fatica a comprendere.

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