giovedì 3 gennaio 2013

Lo spread Monti tra giornali e realtà

Ieri, come è noto, in America, l'intesa raggiunta fra repubblicani e democratici sul «fiscal cliff» ha evitato il temuto aumento automatico delle tasse ed il contemporaneo forte taglio alla spesa pubblica degli Stati Uniti. Immediata l'euforia sui mercati finanziari che da noi ha portato Piazza Affari ad un più 3,81% e lo spread tra titoli italiani e tedeschi a scendere fino a quota 285, meno della metà del livello di 574 toccato dallo spread quando avvenne il famoso "golpe" costituzionale con il passaggio del campanellino tra Berlusconi e Monti. Un risultato che va, dunque, senza ombra di dubbio attribuito a Obama. Che c'entra Monti allora? Evidentemente niente: ininfluente, soprattutto se si riflette che questo risultato lo vede dimissionnario e in carica solo per lo svolgimento degli affari correnti fino al dopo elezioni quando verrà conferito un nuovo incarico, ad un esponente della coalizione uscita vincitrice dalle urne. E anche in caso di un deprecabile stallo politico determinato dal risultato, probabilmente non a lui proprio perché sceso, tuffatosi a piedi uniti - altro che salito - nella melma della contesa politica.
Ciò detto e ciò nonostante, è interessante e curioso vedere, dalle prime pagine, come i giornali di oggi hanno cucinato la notizia.
Cominciamo con Il Sole 24 Ore, il foglio della Confindustria, il titolo apre la pagina.


Scrive nell'occhiello: "Mercati euforici dopo l'intesa che scongiura il «fiscal cliff». Milano la migliore in Europa trainata dalle banche: +3,8% - Tassi tedeschi su"; titolo: "Spread a quota 283 e rally in Borsa. Moody's: recessione Usa evitata, ma deficit da ridurre - Fmi: accordo insufficiente". Nessun cenno, dunque, nell'apertura a Monti. Ottimo.
Vediamo ora il quotidiano dei Vescovi, Avvenire. Il lancio è a centro pagina sulla destra:


Si legge: "Fiscal cliff evitato. Il differenziale sotto quota 287. Milano +3,81%", e titolo: "L'intesa negli Usa fa volare le Borse. E lo spread va giù". Anche qui nessun accenno a Monti.
L'Unità pubblica una foto a centro pagina:

Attenzione a non farvi ingannare dalle apparenze, con Obama non è ritratto Mario Monti (difatti che c'entrava?) ma Joe Biden. Le scritte: "Fiscal cliff: vince Obama. Tutte le Borse brindano" e ancora: "Stati Uniti, l'intesa in extremis alla Camera evita il «burrone fiscale». Milano la migliore d'Europa: +3,8%. Lo spread scende a 283.
Il Giornale trascura in prima pagina la notizia.
E veniamo ai quotidiani che hanno l'occhio benevolo nei riguardi di un Professore che nulla c'entra con l'evento. Di seguito Il Messaggero, la Repubblica, il Corriere della Sera. In tutti e tre compare magicamente il nome di Monti in funzione positiva. Propaganda elettorale occulta, no?

Lo zelo di Repubblica è sempre sorprendente. Nell'occhiello ci aggiunge un "Il Professore twitta: «Finalmente»", che fa davvero il paio con le sbruffonate, ricordate?, di Berlusconi su se stesso e Obama.
Per ultima, last but not least, La Stampa, che merita una citazione a parte rispetto alle tre precedenti testate, perché mescola apparentemente l'immescolabile, la situazione americana con la nostra situazione provincialotta, ma in realtà non poi così a sproposito vista la nostra conclamata dipendenza dalla politica americana.

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