Alle 08:02 di questa mattina il Giornale online pubblicava un articolo di Stefano Filippi, intitolato Vietato dire la verità su Monti. E nella rete scatta la censura. Scriveva Filippi: "Il sito internet si chiama www.ilbuio.org ma aiuta a fare luce su una strana serie di coincidenze che riguardano l'augusto professor Mario Monti. È una storia che riguarda il premier dimissionario e Wikipedia, l'enciclopedia online più cliccata del pianeta. Si dà il caso che qualche enciclopedista abbia voluto aggiungere alcuni dettagli (non proprio trascurabili ma forse imbarazzanti) alla autorevole biografia del Bocconiano. Per esempio, che Monti è stato presidente europeo della tenebrosa quanto prestigiosa Trilaterale. Oppure che aveva fatto parte dello «steering committee» del Gruppo Bilderberg. O ancora che è il numero 1 (ancorché onorario) di un altro ristretto «think tank», il club Bruegel di Bruxelles. Tutte cose vere, informazioni facilmente verificabili e largamente diffuse sul web. Invece che ti combina Wikipedia, «enciclopedia libera» di nome ma non di fatto? Ogni volta che qualche utente tenta di infilare queste voci nel profilo di Monti subisce una censura. I moderatori sono intervenuti e hanno ripristinato la voce precedente, mondata da ogni riferimento che associasse il limpido curriculum montiano a lobby influenti, reti di potere esclusive, élite più o meno segrete capaci di orientare le politiche delle organizzazioni internazionali come dei singoli governi".
Filippi spiega quindi chi sono gli scopritori della purga staliniana: "La storia della censura wikipedica è raccontata nei dettagli sulla pagina principale di Buio.org, un sito «multiautore» di estrema sinistra (tra i link consigliati figurano anche l'Associazione Stalin, Indymedia e il database internazionale sul marxismo) ricco di rimandi da consultare per le opportune verifiche. Si può ricostruire la discussione sulla voce relativa alla Commissione Trilaterale con le numerose purghe operate dai «liberi censori», la relativa cronologia, e la stessa operazione è possibile ripetere per le voci sul Bilderberg e il Bruegel. Vengono riportati anche i «nickname» degli amministratori di Wikipedia che sono intervenuti a ghigliottinare le informazioni sgradite. Sembra siano «tra i più attivi e 'autorevoli'» dell'edizione italiana dell'enciclopedia web".
Questa sera, 22:50 minuto più minuto meno, tutto sembra tornato nella normalità del buon senso, come si vede confrontando il brano italiano della biografia e quello in lingua inglese.
Non penso che nel caso di Wikipedia Italia sia fondamentalmente un problema di censura. Semplicemente per i wikipedisti non risulta sia mai stato fatto qualcosa che somigli alle "primarie". E per esperienza di persone che ho frequentato qualche tempo fa e che ne hanno sperimentato l'ottusità, sembrerebbe banalmente una questione, almeno per l'ambito italiano, per lo più, di mera ignoranza. Purtroppo.
Nessun commento:
Posta un commento