sabato 12 gennaio 2013

L'unica soluzione possibile in Siria è quella politica

L'inviato internazionale in Siria Lakhdar Brahimi ha dichiarato, dopo i colloqui con i diplomatici russi e americani tenutisi ieri, che una soluzione politica al conflitto siriano è improbabile che emerga nell'immediato futuro. Nessun accordo in pratica è stato annunciato dopo l'incontro di cinque ore dell'inviato delle Nazioni Unite e della Lega araba con il vice ministro russo degli esteri Mikhail Bogdanov e il vice segretario di Stato americano William Burns, al quartier generale europeo delle Nazioni Unite a Ginevra.
In un video distribuito dal Centro stampa delle Nazioni Unite dopo i colloqui, Brahimi dice: "Se mi chiedete se una soluzione è dietro l'angolo, non sono sicuro che questo sia il caso, Ciò di cui sono certo è che c'è un'ampia comunità internazionale, in particolare membri del Consiglio di Sicurezza, che possono realmente creare l'apertura che è necessaria per iniziare a risolvere effettivamente il problema. Dal nostro punto di vista non ci sono soluzioni militari al conflitto".
La guerra civile dura da quasi due anni e recentemente le Nazioni Unite hanno affermato che il totale delle vittime supera le 60.000. Tutti gli sforzi internazionali per porre fine al conflitto sono falliti finora per il veto della Russia e della Cina posto a molte risoluzioni proposte dall'Occidente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. "Io sono assolutamente sicuro che i russi sono preoccupati come lo sono io, tanto preoccupati quanto lo sono gli americani, per la brutta situazione che esiste in Siria e per il suo continuo deterioramento, e io sono assolutamente certo che vorranno contribuire alla sua soluzione", ha detto ancora Brahimi. E ha aggiunto che Bogdanov e Burns hanno convenuto sulla necessità di raggiungere una soluzione politica basata sulla cosiddetta dichiarazione di Ginevra del 30 giugno 2012 che proponeva, tra le altre cose, un governo siriano di transizione che comprendesse sia le autorità siriane che le forze di opposizione.
Il giorno prima dei colloqui, il governo siriano aveva accusato Brahimi di "oltrepassare" il suo mandato e di avere "una evidente preferenza per quelle parti note per cospirare contro la Siria e il suo popolo",  Lo avevano riferito media governativi siriani.

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