martedì 8 gennaio 2013

L'Italia verso l'Armageddon elettorale

Anche Franco Bechis su Libero, oggi, si occupa della contabilità elettorale: "Secondo la legge elettorale in vigore, che sarà corretta rispetto al 2008 da un dpr che ridistribuirà i seggi sulla base del censimento della popolazione 2011, la Lombardia assegnerà ben 49 seggi sui 315 complessivi del Senato". Chi in Lombardia "supererà anche di un solo voto le altre coalizioni in corsa, si aggiudicherà 27 seggi grazie al premio di maggioranza che porta automaticamente il vincitore al 55%. I restanti 22 seggi per la prima volta saranno invece divisi secondo i propri quozienti elettorali fra le coalizioni che supereranno il 20% dei consensi o le singole liste che superino quota 8%".
Secondo Bechis i 22 seggi "potrebbero essere divisi fra tre soggetti: il perdente fra centro sinistra e centro destra, la lista unica per Monti e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo (difficile che possano superare quella quota gli arancioni di Antonio Ingroia)".
Se, dunque, al Senato Bersani vincesse ovunque meno che in Lombardia potrebbe avere comunque la maggioranza di 4-7 seggi a seconda del risultato ottenuto dagli altri perdenti in Lombardia. "Ma se Lega-Pdl ce la facessero in Lombardia, è quasi certa la loro contemporanea vittoria in Veneto. In questo caso Bersani non avrebbe la maggioranza in Senato. Nella migliore delle ipotesi sarebbe sotto di un seggio, nella peggiore di 7-8 seggi".
C'è poi la questione della Sicilia, dove vincere vuol dire avere 14 seggi sui 25 a disposizione dopo il nuovo censimento. Dice Bechis: "Se il centro destra riuscisse a conquistare Lombardia, Veneto e Sicilia, anche vincendo in tutte le altre Regioni, Bersani non avrebbe la maggioranza dei Senatori". E l'alleanza del Pdl con il Grande Sud di Gianfranco Miccichè potrebbe portare ad un tale risultato.
Ovviamente dipende sempre dal risultato degli altri, ma "in questo caso sarebbe sotto da un minimo di 9 ad un massimo di 15 seggi". Aggiunge Bechis che secondo un sondaggio del Sole 24 Ore ci sarebbe un testa a testa anche in Campania, e quindi una quarta regione che potrebbe non essere vinta da Bersani. "Ed è la seconda Regione per numero di seggi al Senato, dopo la Lombardia: ne offre in tutto 29, e di questi 16 andrebbero a chi vince. Se Bersani perdesse anche qui, il rischio di elezioni nulle comincerebbe ad essere vicino. Complessivamente potrebbero mancare al centrosinistra fra 17 e 24 seggi".
Secondo Bechis a questo punto tutto dipenderebbe dal risultato della lista Monti al Senato, che se fosse buono potrebbe portare al ricatto dei rottami centristi della prima Repubblica su Bersani, costringendolo a cedere la sedia a Monti. Risultato che potrebbe essere definito, non lo dice ovviamente Bechis, con una sola parola "sputtanamento" definitivo del Partito democratico col tradimento del popolo delle primarie. Nel caso invece di un risultato "inferiore alle previsioni e accompagnato da un buon risultato di Grillo e magari dal quorum ottenuto in Sicilia e Campania da Ingroia, sarebbe assai difficile trovare una maggioranza a Palazzo Madama e quindi possibile il ripetersi di uno scenario già vissuto in Grecia, con nuove elezioni necessarie entro l'estate".

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