mercoledì 9 gennaio 2013

Che fine hanno fatto 50 tonnellate di uranio siriano?

Secondo il Financial Times di ieri, esperti nucleari negli Stati Uniti ed in Medio Oriente hanno sollevato preoccupazioni sulla sicurezza di una cinquantina di tonnellate di uranio non arricchito in Siria. Una tale scorta potrebbe rappresentare una risorsa vitale per costruire una bomba nucleare e potrebbe avere disastrose implicazioni se l'Iran se ne impadronisse.
Non si sa molto sul programma nucleare siriano, e il paese mediorientale ha sempre negato di averne uno. Ma informazioni di intelligence raccolte nel tempo indicano che il regime del presidente Bashar Assad era vicino a completare un reattore nucleare a Al-Kibar, nella parte orientale del paese, quando è stato distrutto, come si ricorderà, dai jet israeliani nel settembre del 2007.
Funzionari dell'intelligence hanno a lungo creduto che il reattore fosse simile nel suo progetto all'impianto di Yongbyon nella Corea del Nord, che aiutava la Siria nel suo progetto. Comparando i due reattori, gli esperti hanno concluso che quello di Al-Kibar avrebbe richiesto come combustibile 50 tonnellate di uranio naturale per divenire operativo.
Funzionari governativi e esperti nucleari hanno detto recentemente al Finacial Times che ci sono legittime preoccupazioni su una scorta di uranio di tale dimensione che potrebbe esser rimasta in Siria. Secondo gli esperti una tale quantità sarebbe sufficiente per fornire di combustibile adatto a scopi militari per cinque ordigni nucleari.
Un team di ispettori dell'Aiea visitò il sito distrutto di Al-Kibar nel maggio del 2008 e trovò soltanto tracce di uranio, aumentando così il mistero su dove potesse essere finita la scorta di uranio. Secondo l'articolo del Financial Times, alcuni funzionari governativi hanno espresso timori che l'Iran, che è uno stretto alleato della Siria e ha bisogno di uranio per il suo programma nucleare, possa cercare di impafronirsi della scorta.
Queste preoccupazioni sono state sollevate da segnali di movimenti sospetti in quello che si dice sia un impianto segreto di conversione dell'uranio che il regime siriano costruì nella città di Marj al-Sultan vicino a Damasco. Albright, un esperto del programma nucleare iraniano, ha detto: "Si può arrivare alla conclusione che ci possa essere qualcosa in questo sito che le autorità siriane sono interessate a difendere dalle forze di opposizione. Sarebbe interessante conoscere cosa sia". Sebbene i funzionari non sono in grado di determinare in maniera inequivocabile se l'uranio sia davvero immagazzinato nel sito, essi dicono che la Siria è quasi sicuramente in possesso dell'uranio, elemento cercato con insistenza dall'Iran. Un funzionario ha detto che "sarebbe certamente possibile trasferirlo dalla Siria in Iran per via aerea". Se l'Iran stesse cercando di costruire un altro impianto nucleare segreto, una tale scorta potrebbe essere utile e potrebbe anche essere usato per costruire una bomba.

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