sabato 12 gennaio 2013

Guzzanti perdona Berlusconi e lo promuove unico leader

Scrive Paolo Guzzanti oggi su ilGiornale.it: "Tutti sanno che io ho criticato aspramente Berlusconi sia per l'amicizia con Putin (che specie dopo le Pussy Riot spedite nel gulag mi sembra insostenibile) sia per la leggerezza maldestra con cui ha permesso che il suo stile di vita privato diventasse pubblico e si trasformasse in munizionamento quotidiano dei galeoni della sinistra. Ma ormai cosa fatta capo ha e amen. Adesso siamo al dopo". Ad esempio, in Parlamento, nel primo tentativo di sfiduciare Berlusconi allora presidente del consiglio, il 29 settembre 2010, così si espresse:


Ma tornando all'articolo, un incipit che già dice tutto, il cambiamento d'opinione sul Cavaliere che così viene motivata: "Dopo aver visto il più grande show mediatico degli ultimi vent'anni - Berlusconi contro tutti, tenendo testa a tutti e ridurli quasi sempre al silenzio - mi sono reso conto che ancora una volta l'unico leader nazionale capace di esercitare una leadership carismatica è lui e non ce n'è altri. Monti ha avuto buon gioco ad entusiasmare il campo antiberlusconiano finché reggeva l'idea del confronto fra stili perbenisti, minimalismo contro iperbole. Poi però anche quel confronto si è impallidito ed è ora poco più che una curiosità. Ho ascoltato ieri mattina a Radio Anch'io il meglio di Bersani in diretta e, francamente, dopo tante rassicurazioni ispirate a un comunismo tecnico e senza pulsioni di scuola emiliana tra Ferrini e Crozza (con dentro l'uovo vendoliano) sono stato colto da sonnolenza mentre guidavo e ho dovuto spegnere. Quel che è troppo ti manda in coma profondo e puoi finire nella cunetta".
Guzzanti analizza la trasmissione di Santoro, e la sua intera analisi la potete leggere sul sito del quotidiano online. In sintesi: "Ciò che è emerso, ciò che ha convinto, ciò che certamente porterà nuovi punti al Cavaliere (tutta l'Italia era incollata su La7 che non ha mai visto tanti spettatori per un talk show) è la sua leadership politica unica: unica perché senza complessi, competente nel fornire e organizzare dati, scattante nelle risposte, pervasa da folate di umorismo un po' sadico e ben funzionante, insomma convincente. Io ho visto e sentito persone che odiano Berlusconi, che fingono il malore e la nausea solo a sentire il suo nome, riconoscere che «quello ha una marcia in più», «ha sempre una risposta a tutto», «è uno con due palle così». Se non fosse stato questo l'effetto di Berlusconi da Santoro, non si sarebbero accalcati su una rete minore quasi dieci milioni di italiani.
Insomma, conclude Paolo Guzzanti: "Qui c'è poco da discutere: se come mattatore unico Berlusconi domina la scena, poi da lottatore unico messo in mezzo da una intera gang sembrava uno di quei supereroi da fumetto giapponese che calciano e mollano cazzotti piroettando nell'aria e camminando sui soffitti. Ma la leadership che ha saputo dimostrare va molto oltre il match: si è trattato di una esibizione di vera leadership politica, quel tipo di leadership che i presidenti americani come Bill Clinton (il miglior oratore americano) sciorinano alle convention quando vincono e poi per una vita vendono alle università di tutto il mondo".

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