Aldo Maria Valli con l'articolo Perché cresce lo spread tra i cattolici e il professore affronta su Europa la questione del distacco di molto del mondo cattolico dal Professore, nonostante il vistoso ed inedito endorsement dell'Osservatore romano e gli elogi per Monti da parte del cardinale Bagnasco.
"La foto di Monti con il telefonino, mentre parla fitto fitto durante la messa del papa in San Pietro, è l'immagine del fermento di queste ore nello schieramento guidato dall'ex premier". Gesto giustificato dicono i montiani perché «si lavora per individuare i candidati e non si può perdere neanche un minuto». E in fin dei conti perdonato, perché come ricorda Valli, non mancano di sottolineare: «La forza di Monti deriva anche dall'apprezzamento diretto del papa». Anzi: «È una vera amicizia».
Però qualcosa si è rotto fra il mondo cattolico e il professore, è il dubbio che Valli considera dopo che Todi 3 è saltato. "Il vertice della Cei si aspettava probabilmente un contatto più diretto e immaginava che si potesse aprire un confronto con i cattolici delusi da Berlusconi. Ma soprattutto il clima si è raffreddato dopo che le gerarchie hanno verificato l'assenza dei valori non negoziabili nell'agenda Monti", scrive Valli. E continua: "E ora, dopo che Bersani ha messo a segno un bel poker reclutando Emma Fattorini, Edo Patriarca, Ernesto Preziosi e Flavia Nardelli, nell'area Monti si teme che il feeling con i cattolici stia tramontando".
È un fatto che ormai le diverse sigle cattoliche procedono in ordine sparso, dice Valli, "come dimostrano i casi della Compagnia delle opere e delle Acli". E al di là di chi siano le colpe, "certo è che l'atmosfera di Todi 1, con lo spirito di collaborazione tra le Acli, la Cisl, la Coldiretti, la Confcooperative, la Confartigianato, il Movimento cristiano lavoratori e la Compagnia delle opere, e con la solenne benedizione del cardinale Bagnasco, sembra preistoria". Ma ce un altro fatto tutto nuovo, osserva Valli: "Dal Vaticano invitano a prendere seriamente in considerazione le parole pronunciate dal papa sia il primo gennaio, quando ha denunciato come nemici della pace il capitalismo sfrenato e le diseguaglianze, sia pochi giorni dopo, quando, davanti al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, è tornato a puntare il dito contro il crescente squilibrio tra pochi ricchi e molti poveri e ha esortato ad affrontare la questione dello spread del benessere sociale oltre a quello dello spread finanziario".
Naturalmente dice Valli, "ridurre alla sola dimensione italiana la portata degli ammonimenti papali è operazione sempre discutibile". Ma aggiunge e sottolinea: "Però è indubitabile che «spread» è parola tipicamente montiana". E chiude: "E se il papa l'ha usata in quel modo, c'è un preciso significato che riguarda proprio l'Italia". Appunto.
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