L'agenzia di stampa degli studenti iraniani ISNA riferisce che il ministro della Difesa iraniano Ahmad Vahidi ha negato che il suo paese stia addestrando le forze siriane per combattere i ribelli: "La Siria non ha bisogno che le sue truppe siano addestrate dalla Repubblica Islamica dell'Iran, perché la Siria ha un potente esercito che si è preparato a sostenere un conflitto col regime sionista [Israele]".
L'Iran si considera, assieme ai governanti siriani e al gruppo terrorista libanese sciita Hezbollah, parte di un "asse di resistenza" contro gli Stati Uniti e Israele in Medio Oriente, ma ha negato le accuse di aiutare militarmente Assad.
Vahidi ha inoltre detto che l'installazione di batterie anti-missile Patriot, inviate da paesi membri della Nato per sostenere le difese turche contro un possibile attacco missilistico proveniente dalla Siria, faranno soltanto danno alla sicurezza della Turchia: "L'installazione di missili Patriot in Turchia non gioca alcun ruolo nel rinforzare la sicurezza della Turchia e procura danno alla nazione turca. L'Occidente ha sempre perseguito i suoi punti di vista ed interessi e noi non approviamo la presenza dei paesi occidentali nelle interazioni regionali". Ricordo che per Teheran l'interferenza occidentale nella regione con l'installazione dei Patriot in Turchia potrebbe portare a una "guerra mondiale".
Sul fronte interno siriano, oggi i ribelli hanno minacciato di assaltare due città nella Siria centrale abitate in maggioranza da cristiani, giustificando le minacce col fatto che le forze del regime le stanno usando per attaccare aree vicine. Un tale attacco alle città potrebbe forzare migliaia di cristiani a lasciare le loro case.
Riguardo alle armi chimiche, il ministro degli Esteri russo ha affermato che il regime di Damasco ha raggruppato le sue armi chimiche in una o due località per prottegerle da un attacco dei ribelli.
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