martedì 25 dicembre 2012

Tutto ma papa no!

Felice Belisario, IdV, ha diffuso domenica una nota sulla fine della legislatura. "Finalmente è finita", l'incipit. La riporto integralmente come auspicio che finalmente ci sia una consapevolezza collettiva che col proprio voto si può cambiare una situazione di "allegria di naufragio", rimandando alla sua amata cattedra il comandante che per non far sbattere sugli scogli le banche, ha affondato molte famiglie nella povertà. Ecco quanto scrive Belisario:

"Finalmente è finita l’era di questo governo tecnico a guida Monti, con una maggioranza smisurata, che per campare ha avuto bisogno di 52 o forse 53 fiducie. Il Parlamento è stato svilito, per certi versi sequestrato da un governo spesso anche maleducato nei rapporti istituzionali con le Camere. Ed infatti il sig. Monti, mai sfiduciato, si è dimesso senza neppure comunicarlo al Parlamento come normalmente dovrebbe avvenire. Qualcuno dirà che ci sono stati precedenti in altre legislature. Può essere, ma mai per un governo senza investitura popolare e con una maggioranza così larga e stravagante. Questo ho detto al presidente Napolitano e questo ho ripetuto al termine dell’incontro davanti alle telecamere. Un governo che, per le frenesie personalistiche di Monti, non ha dato il tempo per approvare una buona legge (certamente non la proposta della ministra Severino) sulle pene alternative alla detenzione per permettere lo svuotamento delle carceri in attesa di ulteriori misure strutturali. Un governo che lascia senza che il Parlamento abbia potuto far chiarezza sul decreto legge riguardante le firme a sostegno delle liste elettorali. Se ne va un governo che, approvata la legge di stabilità favorendo banche e soliti noti, ha tolto il disturbo. Andremo a votare con un ritardo di 15 mesi da quando lo ha chiesto IdV, con un quadro politico complicato proprio dalla supponenza del sig. Monti il quale pensa di essere l’unto del signore. Non c’é nulla che egli non possa fare nel suo futuro: presidente del Consiglio oppure presidente della Repubblica o, perché no, presidente del Consiglio d’Europa. Peccato che, nonostante le sue amicizie lassù, nessuno lo vuole al soglio pontificio. Dopo i disastrosi risultati in Italia, forse temono che, attraverso di lui, l’Europa imponga di vendere anche la Basilica di San Pietro?."

Nessun commento:

Posta un commento