Lo stato meggiore dell'esercito israeliano è alle prese con un nuovo dilemma, scrive Yossi Yehoshua su Ynet. Chi è un "soldato combattente"? Mentre le classiche dottrine sulla guerra dicono che i soldati combattenti sono quelli che letteralmente affrontano il nemico sul terreno, la guerra moderna si combatte in un numero crescente di arene virtuali, nelle quali cyber-combattenti giocano ruoli chiave.
Diversi corpi dell'esercito israeliano ora stanno affrontando una nuova realtà, e secondo un articolo di ieri su Yedioth Ahronoth, sarebbero in disaccordo sulla assegnazione di future reclute, specialmente di coloro che presentano eccezionali capacità informatiche.
Tradizionalmente le richieste di personale delle forze di terra e dell'aviazione israeliana hanno sempre avuto la precedenza quando si trattava di assegnare reclute con profili medici e psicologici di alto livello, ma da qualche anno l'IDF ha creato diverse nuove unità cibernetiche, di intelligence e per la gestione dei droni, che ora stanno richiedendo la loro parte di personale qualificato. Le nuove unità stanno premendo per annullare la normale richiesta di tale tipo di reclute da parte delle forze di terra, affermando che l'esercito "deve aggiornare la definizione di soldato combattente".
Scontate le dichiarazioni che nell'articolo vengono riportate. Ad esempio un alto ufficiale delle truppe corazzate ha detto a Yedioth Ahronoth: "I soldati della Cyber Unit, per quanto vitali possono essere, non possono essere chiamati «combattenti», non più di quanto i soldati della Iron Dome Unit possono essere chiamati militari della difesa aerea. In fin dei conti, il primo siede davanti al suo computer da qualche parte nella zona centrale di Israele e va a casa alle 5 del pomeriggio, e il secondo può essere dislocato vicino al confine, ma compie il suo lavoro in tutta sicurezza nel suo ufficio. Non si possono comparare con i rischi che i soldati del Golan o delle truppe corazzate affrontano sul campo ogni giorno". L'ufficiale intervistato ha così concluso: "Dobbiamo chiederci quale genere di comandante dell'IDF ci piacerebbe avere tra 30 anni. Un cibernetico o uno che venga dai paracadutisti".
Il colonnello a riposo Yair Cohen, un ex commandante dell'Unità 8200 - l'unità di élite dell'intelligence militare - è cordialmente in disaccordo: "Il vantaggio di Israele sta nella sua potenza tecnologica e questo relativo vantaggio deve essere coltivato. Noi siamo benedetti dalla presenza di giovani intelligenti e dobbiamo essere molto attenti a dove collochiamo questa risorsa. Un cyber-combattente può infliggere un danno incalcolabile al nemico".
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