«Chi avesse ancora qualche dubbio - scrive Andrea Indini su Il Giornale.it, commentando la conferenza stampa del premier dimissionario Mario Monti - sul ruolo politico, e non più tecnico, di Mario Monti nella campagna elettorale, l'ha sicuramente accantonato dopo aver ascoltato la conferenza stampa di fine anno. Dopo essersi arrogato il merito di aver "salvato" il sistema Italia dalla crisi economica e di aver ridato al Belpaese credibilità agli occhi dell'opinione pubblica internazionale, il Professore è passato ad attaccare Silvio Berlusconi e il Pdl e, quindi, a presentare il "manifesto" da sottoporre al prossimo governo che, qualora glielo chiedessero, sarebbe ben disposto a presiedere. "Finora è stato chiesto ai cittadini di schierarsi per qualcuno per schierarsi contro qualcun altro - ha spiegato - io non mi schiero con nessuno, vorrei che partiti e forze sociali si schierassero sulle idee"».
«Non c'è stato alcuno spazio per i mea culpa - continua Indini. "Presto vedrete conferenze stampa inondate da grafici che con visione gelidamente simultanea dei fenomeni economici - ha spiegato - daranno percezione del fallimento di questo governo... ma non tutti gli italiani sono cretini"».
Un'affermazione già sentita, ricordate? Tempo fa in un famoso faccia a faccia televisivo... con un aggettivo meno sobrio allora.
"Ad ascoltare le parole di Monti - scrive ancora Indini, - sembra che in Italia sia tutto rose e fiori, che effettivamente la crisi sia passata e che gli indicatori economici siano tornati a sorridere. Non una parola sulla disoccupazione da record, sul debito pubblico che è balzato oltre i 2mila miliardi di euro, sulla pressione fiscale che ha raggiunto i massimi storici». Ricordarlo non sarebbe stato bon ton.
Il giornalista del Giornale sintetizza poi, chiosandoli, i contenuti dell'esposizione di Monti relativi al suo manifesto "Cambiare l'Italia per riformare l'Europa", "una sorta di memorandum che punta a rilanciare la crescita, snellire la macchina burocratica e cambiare profondamente la macchina politica".
E chiude scrivendo: «Spiegando che l'agenda per l'Italia non è erga omnes, dal momento che valica "la classica dimensione orizzontale sinistra-destra", Monti ha gettato la maschera e ha spiegato chiaramente di essere pronto, se richiesto, a guidare quelle forze che manifesteranno adesione convinta e credibile al suo manifesto. "Sono pronto ad assumere un giorno, se le circostanze lo volessero, responsabilità che mi venissero affidate dal Parlamento", ha continuato il Professore respingendo, tuttavia, la possibilità di apporre il proprio nome sulla liste di questo o quello schieramento politico ("Sono tra coloro che non hanno simpatia per i partiti personali")».
«Insomma - chiude il pezzo Indini, - vuole governare ma senza chiedere i voti agli italiani». What else.
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