Il "maggiordomo" Ichino confessa: "Non c'è nessun mistero, nessun giallo, tutto è stato fatto alla luce del sole. Molte delle tesi del Manifesto di Monti sono le stesse di un documento presentato il 29 settembre scorso in una assemblea pubblica e sottoscritto da diversi parlamentari del Pd".
Da subito era apparso chiaro che l'Agenda Monti recasse anche il marchio di Pietro Ichino. La cosa si spiegherebbe in quanto lo staff di Monti avrebbe utilizzato, per redigerla, un documento del senatore eletto nelle liste del Pd. Ma non sopravvalutiamolo il fuoriuscito dal Pd, del resto lui stesso afferma: "Io ho solo fornito il mio contributo per la parte inerente alle tematiche sul lavoro". E precisa: "Lo staff del premier ha deciso di far uso di un documento pubblicato sul mio sito il 29 settembre scorso, proprio inerente all'agenda Monti, da non dimenticare in un prossimo governo". Per lo meno Ichino è uscito allo scoperto e dal Pd. Quanti altri si nascondono ancora nei corridoi della sede romana del partito e nelle stanze dei gruppi parlamentari? Bersani, una risposta precisa prima delle primarie. Grazie.
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