martedì 11 dicembre 2012

I Sallusti nel mondo

È record per il numero di giornalisti imprigionati in tutto il mondo nel 2012: 232 giornalisti, fotografi e editori imprigionati in 27 paesi all'inizio di questo mese. Lo denuncia un rapporto pubblicato oggi dal Commitee to Protect Journalists (CPJ), che ha sede negli Stati Uniti.
La Turchia, tra i 27 stati, è il peggiore con 49 giornalisti dietro le sbarre. Il Comitato parla di dozzine di editori e giornalisti curdi incarcerati con accuse collegate al terrorismo e altri giornalisti "accusati di coinvolgimento in complotti antigovernativi". Secondo stato in questa classifica è l'Iran con 45 giornalisti incarcerati. Terza è la Cina con 32 giornalisti incarcerati. Riguardo a quest'ultimo paese, il comitato afferma che la Cina usa accuse di attività antistatale per incarcerare scrittori che esprimono le loro opinioni politiche e documentano le tensioni etniche. Il CPJ ha rilevato che l'ampio uso di accuse di attività antistatale come il terrorismo, il tradimento e la sovversione, sono i più comuni strumenti impiegati contro i giornalisti in tutto il mondo.
La maggioranza dei 232 giornalisti imprigionati sono stati perseguiti dai loro governi nazionali e tre sono i giornalisti stranieri imprigionati all'estero. Le altre sette nazioni nella top ten dei paesi nemici della libera informazione sono Eritrea, Siria, Vietnam, Azerbaijan, Etiopia, Uzbekistan e Arabia Saudita. Nessun giornalista è detenuto in Russia o negli Stati Uniti, ma il Comitato riporta che si crede che il giornalista americano Austin Tice sia attualmente tenuto in custodia in Siria.
Lo scorso anno l'attivismo del Comitato ha ottenuto nel mondo, con il suo supporto legale a giornalisti incarcerati, il rilascio di almeno 58 giornalisti.

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