La Stampa ieri ha pubblicato un'intervista raccolta a Torino da Giuseppe Salvaggiulo, uno tosto, e rilasciata da Davide Bono, capogruppo del Movimento 5 stelle in Piemonte. L'intervista permette di conoscere l'essenza del movimento grillino nella sua organizzazione, ma anche evidenzia in tutta la sua crudezza il fideismo degli adepti. Quando Federica Salsi parlava del movimento come una setta, non diceva alcuno spoposito. Sono le parole del Bono, d'un integralismo chiuso senza se e senza ma, a darne la conferma. Sconcerta che una struttura organizzativa così "stalinista" per molti versi sia tollerata dai seguaci, quanti in realtà?, che tuttavia dimostrano interesse per una ricerca di forme di partecipazione intelligente, pulita, costruttiva, per una militanza libera e aperta.
L'intervista mostra da subito un Davide Bono più realista del re: "Decisione attesa: non solo giusta, ma necessaria. Anzi io avrei fatto molto prima"; così si esprime sulla espulsione di Favia e della Salsi. Quando gli chiede il giornalista, dopo il fuori onda di Favia? "Era posticcio. Comunque anche prima. Favia, che rompeva le scatole a tutti, a settembre. Salsi subito dopo".
Ecco come Bono descrive Favia: "È un personaggio particolare: brigava, passava le giornate a parlar male: Grillo cattivo, Casaleggio cattivone... Gli stava antipatico". E ancora, udite udite: "Favia ha fatto di tutto per cacciare Casaleggio. E poi voleva far fuori anche Grillo. Voleva impadronirsi del movimento. Si è allargato un po' troppo, no?", e al giornalista che obietta un "chiedeva democrazia", sbotta: "Voleva candidarsi in Parlamento. Altro che ideali e democrazia! Puttanate".
L'attacco al padre e padrone per l'adepto Bono è sacrilegio, così anche Federica Salsi si prende le sue: "Di punto in bianco ha mostrato un grande interesse a mettersi in mostra in tv attaccando Grillo e Casaleggio. come impazzita di colpo". Ecco come dal capogruppo grillino viene descritta la colpa di Federica Salsi: "Contravveniva a una norma non scritta ma accettata". Non solo, Bono aggiunge "Io estenderei il divieto di andare nei talk show anche agli eletti, e per sempre". Vien da dire a quando l'istituzione di un'inquisizione grillina?
Ma ecco il punto, dove si può discutere? chiede l'intervistatore. Bono risponde: "Non abbiamo congressi. Ci sono assemblee locali per mandare critiche a Grillo e Casaleggio, che sempre le hanno recepite". Portare il cervello all'ammasso basta? Bono continua: "Le regole sono chiare fin dall'inizio: c'è un collegio di garanzia composto da due persone: Grillo e Casaleggio". Sì, avete letto bene. "Se non lo accetti e vuoi fare altro sei fuori". Del resto, dice Bono, "ci sono tanti partiti in cui puoi pensare di influire". Beh, si può cominciare a pensare che il paragone con Alba Dorata che gira nella rete non è poi tanto esagerato.
All'ultima memorabilia di Bono il giornalista de La Stampa osserva "Favia voleva influire qui". Bono commenta: "Voleva un movimento in cui il ragazzetto più in vista comanda su tutto... non è giusto che comandi chi ha più visibilità". Grillo ha più visibilità, ribatte il giornalista mettendo il dito nella piaga. "Ma Grillo ha quarant'anni di storia, ha fondato il movimento! Non confondiamo. Lui e Casaleggio non sono segretari di partito. Sono fondatori. Se uno decide di occuparsi di organizzazione, sbaglia. Fuori".
Fa venire il latte alle ginocchia, ma andiamo avanti. All'intervistatore che gli chiedeva se tutto ciò fosse democratico, Bono risponde: "Ormai i media hanno svuotato le parole. La domanda non ha senso, non so che cosa vuol dire democratico oggi". Ci sembrava di averlo capito; comunque, il giornalista gli chiede di scegliere lui una parola. Ecco: "Metodo sperimentale: niente segretari, niente responsabilità organizzative degli eletti". E gli iscritti decidono? "Neanche loro, certo". Dunque, solo Grillo e Casaleggio? "Sì, ma non entrano nel merito delle persone, delle liste". Sulle espulsioni sì! "Quando uno va palesemente contro il movimento...". Decidono da soli? "Come tutti i collegi di garanzia dei partiti". Lì i garanti sono eletti. "Ma nel nostro movimento non sono mica due passanti, Grillo e Casaleggio!". Proprietari. "Sì". Come cavia sottoposta al metodo "sperimentale" ha risposto bene, no? Come cavia.
Il giornalista de La Stampa coglie al volo quel "Sì": "Come Berlusconi". Bono si difende e difende il padre e padrone: "Paragone ingeneroso. Berlusconi è presidente e candidato premier, sceglie i candidati, tutto. Grillo e Casaleggio hanno un progetto, creano un contenitore, lo mettono a disposizione degli italiani e non vogliono vederlo distruggere da attacchi pretestuosi di quattro ragazzini". Nessun difetto? vien chiesto a Bono, e qui il pensiero si fa denso di contraddizioni: "Non è un metodo perfetto, ma c'è orizzontalità totale, piena autonomia degli eletti e due persone come garanti. Negli altri partiti non esiste la democrazia. Gli iscritti votano solo per cordate e c'è una struttura piramidale. Non è vero che i singoli contano. Il Pd è democratico? Vedi le primarie". Tre milioni di votanti. "E quindi?". Voi trentamila. "Non c'entra. Loro votavano il capo di una coalizione che non ha peso. Il nostro era un voto di persone iscritte on line". Il giornalista non se lo fa dire due volte e chiede: "Qual era la base elettorale?". Sentite la risposta: "Credo 250 mila, ma molti non hanno mandato la carta d'identità. In piazza ne avremmo portati 3-4 milioni, ma non avevamo soldi né apparato". Ahi!
Bono è alle corde: altre cose da correggere? "Lo staff di Grillo: piccolo". Come, come? Quanti sono? "Non so, una decina. Ci stiamo allargando, il nucleo organizzativo e il collegio di garanzia andranno aumentati, per esempio dagli eletti dopo i due mandati". Già , perché altrimenti, stante le regole, si buttano.
Siamo al punto topico dell'intervista. Inviterei chi, arrivato fin qui, pensasse ancora di votare il M5S, di leggere attentamente quanto resta. La domanda di Salvaggiulo è: "E i soldi dei futuri gruppi parlamentari gestiti da Grillo?". Bono risponde: "Regola condivisibile, comunicativamente non è stato il massimo, si poteva discutere successivamente". Ma chi fa le domande è fuori, dice il giornalista. "Siamo un po' strani, lo so, ma non vedo problemi di democrazia". Attenzione adesso: "Noi deleghiamo coscientemente organizzazione e comunicazione a livello nazionale a Grillo e Casaleggio. Il movimento nasce dal blog di Grillo gestito da Casaleggio. Se te ne accorgi dopo, o sei tonto o hai fini personalistici [capito?!]. Stiamo cercando di scrivere la storia del Paese e vai a rompere le palle su quisquilie che ci danneggiano?". Ma godetevi il finale.
Quisquilie? "Quisquilie. Siamo andati sempre bene, finora". Lo dice anche Berlusconi. "Ancora Berlusconi? E poi lui è solo, qui sono due...". Mamma mia! Che dire? Una preghiera, diffondete questo post. Facendo il verso a Bono, cerchiamo di scrivere una storia altra di questo povero Paese.
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