"Per i tecnici prove tecniche di fuga dal governo. Con classe, senza accalcarsi sui maniglioni antipanico. Ma anche senza esitazioni, ché chi si attarda è perduto", scriveva così stamane Andrea Cuomo su Il Giornale online. "I ministri esodati del governo Monti forse non mangeranno il panettone al governo, ma molti sperano di sbocconcellare il prossimo uovo di Pasqua nel quadrante di Roma che comprende Palazzo Chigi, Montecitorio, Palazzo Madama e il Quirinale". Dio ne scampi dai tecnici, diciamolo subito, ben forte dopo il disastro per il ceto medio, lavoratori e pensionati, e per le classi più deboli della popolazione del paese, perpetrato dalla loro congrega consociata nel governo del Presidente.
Altro che Garibaldi, tanto per citare un altro "fratello d'Italia", e il suo ritiro all'isola di Caprera: un pacco di merluzzo, un sacchetto di semi di fave e uno di fagioli e tre cavalli, in tasca duemila lire! L'articolo di Cuomo fa l'elenco dei possibili coinvolgimenti futuri di tutti i personaggi montiani, nonostante quasi tutti abbiano dimostrato limiti in termini di capacità nel farsi amministratori del bene comune e degli interessi di tutti, sottolineo, tutti gli italiani. Ad esempio Passera, per dirne uno, come dice Cuomo "nel governo un po' la «sora Camilla», quella che «tutti la vogliono e nessuno la piglia»": "Se ci potrà essere qualche cosa che continui e allarghi il lavoro che sto facendo adesso non mi tirerò indietro". L'articolo, leggetelo, insinua un possibile coinvolgimento di Elsa Fornero, per nulla escluso da parte di Bersani. Così come quello di Francesco Profumo e di Lorenzo Ornaghi, o di Fabrizio Barca. C'è poi nel novero Giulio Terzi di Sant'Agata e Giampaolo Di Paola. Ma pure anche Renato Balduzzi che, dice Cuomo, "ha la sfortuna di essere ritenuto vicino a Rosy Bindi, in odore di rottamazione, ma ha comunque guadagnato punti in quota Pd opponendosi con durezza ai tagli sulla sanità".
Poi ci sono altri che punterebbero ad un loro coinvolgimento in un governo centrista, come Corrado Clini o Mario Catania o ancora Andrea Riccardi che "ha detto no a una possibile candidatura a sindaco di Roma (ma qualcuno giura che questa pista è tutt'altro che tramontata)". Per Annamaria Cancellieri, la ministra dell'Interno, si profilerebbe secondo il giornalista del Giornale "uno scenario ancora lontanissimo ma assai suggestivo: diventare la prima presidente della Repubblica donna qualora il gioco dei veti incrociati rendesse una mano di rosa al Quirinale la soluzione più indolore".
C'è naturalmente chi non è interessato, come il ministro dell'Economia Vittorio Grilli "per il quale è pronta la poltrona in un'importante banca d'affari a cui aveva rinunciato per entrare a Palazzo Chigi". Come anche Paola Severino, "che non vede l'ora di tornare a occuparsi a tempo pieno del suo studio di avvocato". E Filippo Patroni Griffi, Enzo Moavero Milanesi, Dino Piero Giarda e Piero Gnudi, di cui Cuomo dice "messi fuorigioco anche dalla carta d'identità abbondantemente «over 70»".
E sempre parlando di ministri tecnici, sullo stesso quotidiano online Salvatore Tramontano ci racconta una curiosa quanto inquietante uscita del ministro Giarda che ieri sera era alla prima della Scala: "Che fine farà il governo? In Lohengrin c’è un aiuto dall’alto. Succederà anche ora". L'aiuto nell'opera di Wagner è chiaro, ma per il governo Monti? "Giarda invece a chi si riferisce? Anche lui a Dio? A Giove capitolino? Al Papa? All’Europa? Alla setta dei sette savi? Al mago Otelma o alla moviola? Ai soliti mercati? Mica si capisce. Il ministro dovrebbe essere più chiaro". Ma aggiunge subito Tramontano, una cosa è certa: "il governo moribondo, diciamo pure quasi morto, spera di arrivare caracollando fino alle porte della primavera". E, dunque? Chi può dare l'aiuto forse è "lui, il dio dei tecnici", l'inquilino del Colle. Non si parla del resto di elezioni a marzo? Appunto.
Nessun commento:
Posta un commento