lunedì 3 dicembre 2012

Civati e lo Small Bang

Pippo Civati è stato intervistato per il Secolo XIX di Genova da Bruno Lugaro. Riporto alcune delle affermazioni del consigliere regionale lombardo sulle primarie, cominciando dalla motivazione del voto dato a Bersani. Il voto al segretario "perché il merito di aver tenuto delle primarie vere è tutto di Bersani, nonostante non tutti coloro che gli stanno dietro condividessero questa scelta". Voto a Bersani, ma, comunque, "in campagna elettorale ho mantenuto una posizione «terza»".
Civati, come si ricorderà, fu, ai primi passi dei rottamatori, al fianco di Renzi, ma poi si è allontanato. Al giornalista che gli chiede il perché della sua delusione, risponde: "La sua [di Renzi] è una sfida politica importante. È doveroso criticare il centrosinistra che ha governato fin qui, ma non si può soltanto «spaccare». Questo non mi è piaciuto".
Sulla sconfitta di Renzi è laconico: "Matteo non ha vinto, come del resto avevo ampiamente previsto. Punto". E aggiunge un po' più in là, "mi sarei risparmiato volentieri queste due settimane di polemiche deliranti". Ma Renzi può spaccare il partito? "Sarebbe un grave errore. No, non mi aspetto «strappi» da Renzi, anche se una parte minoritaria del suo entourage avrebbe questa tentazione. Io credo che per Matteo questa sia una prova di maturità: ora deve fare un lavoro nuovo, costruire relazioni all'interno del Pd, dare un contributo al dibattito interno".
Ancora una annotazione, Civati è per le primarie per la scelta dei parlamentari: "Le chiedo da tempo e credo ci sia ancora il tempo per organizzarle, ma dobbiamo metterci subito al lavoro. Sarebbero una scelta ancora più rivoluzionaria delle primarie per la leadership del centrosinistra. E ci consentirebbero di costruire una relazione costante tra elettori ed eletti". Parola di "aspirante" segretario.

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