Oggi, su Europa, Federico Orlando ha riconosciuto una verità vera. In un articolo che inizia ricondando quanto Ilvo Diamanti aveva evidenziato ieri "che, se tutti i centomila elettori che avevano chiesto di votare al secondo turno avessero potuto farlo; e se per ipotesi avessero tutti preferito Renzi a Bersani, il risultato non sarebbe cambiato". Ma veniamo al punto.
Più addentro nell'articolo Orlando scrive, dopo aver ricordato gli errori di comunicazione che Renzi si autoattribuisce: "È tuttavia giusto che proprio da parte nostra, dei giornalisti, si riconosca la responsabilità dei media d'aver accreditato ed esaltato quella predicazione per troppo zelo verso il predicatore. Carta stampata e tv, con eccezioni importanti ma minoritarie, sono state unanimi nell'inseguire La7 e altri media oltranzisti pro Renzi, sul quale sono confluite le più opposte scuole di pensiero: da quelle filogrilline, in cerca di un idolo più presentabile, a quelle berlusconiane, a caccia di un successore non contaggiato, a quelle comunque antisinistra, anche se a guidare il centrosinistra ci fosse papa Giovanni in persona".
Ed esplicita l'asserzione con un esempio: "Questa complicità assoluta e determinante s'è evidenziata domenica sera nello studio di Mentana, dov'era schierata una parte dell'ex politburo dell'informazione comunista doc, poi passata, come accade, al campo opposto. E nessuno ha osato replicare, se non con qualche accenno retrò, a D'Alema, quando, intervistato, ha concluso puntando l'indice proprio contro quel politburo e tanti altri: «Renzi ha perso per il danno che gli avete fatto voi, tutti uniti nell'indicare lui contro di noi»".
E questa è l'inevitabile conclusione di Orlando: "Insieme a Renzi, insomma, le primarie le ha perse una parte dell'informazione. Che non ha fatto il tifo per un candidato contro un altro, ma per un governo contro un altro". Come inevitabile è la citazione di Diamanti: il confronto Bersani-Renzi «più che di selezione del candidato di schieramento, ha dato l'idea di un confronto presidenziale».
La preoccupazione di Orlando è che i media non intendano imparare la lezione, ma che vogliano continuare "con un nuovo tentativo di pulizia etnica, facendo seguire alla grande attenzione sul confronto Renzi-Bersani un altrettanto grande silenzio su Bersani e le sue iniziative" future; la preoccupazione, cioè, della presenza, per dirla con parole di Diamanti, di una informazione assillata "da paure quarantottesche per gli interessi che la supportano, e per i loro affari". Che non aiuterebbe il «gestire bene e maneggiare con cautela il dopo-primarie» da parte del Pd.
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