mercoledì 5 dicembre 2012

Il movimento proprietario

Abbiamo visto nel post precedente, che chi, come Lorenzo Andraghetti è fuori target Crozza (vedi la parte finale del filmato sottostante), dal MoVimento è messo semplicemente alla porta. Ho anche detto, facendo il verso al solito modo di Grillo di chiudere i suoi post, che, se conosci il movimento, non lo voti.


È importante conoscere ciò di cui si parla, altrimenti il rischio di essere buggerati dopo, è semplice realtà. Ad esempo, l'ultima esternazione di Grillo è stata su un nuovo emendamento al testo sulla legge elettorale che imporrebbe ai partiti e ai movimenti che vogliono concorrere alle prossime elezioni politiche di dotarsi di un vero e proprio statuto. L'emendamento, presentato dai relatori Enzo Bianco (Pd) e Lucio Malan (Pdl), stabilisce che "insieme ai contrassegni devono essere depositate le copie degli statuti dei partiti o dei gruppi politici organizzati". E Grillo, da cui la lamentatio, per ora, ha solo una scrittura, che chiama "non statuto", sebbene sia articolata in 7 punti, e che è la cartina di tornasole di quanto movimento sia il MoVimento 5 Stelle.
Ma vediamolo questo non statuto. All'articolo 1 si dice che «il "MoVimento 5 Stelle" è una "non Associazione". Rappresenta una piattaforma ed un veicolo di confronto e di consultazione che trae origine e trova il suo epicentro nel blog www.beppegrillo.it». La sua sede «coincide con l’indirizzo web www.beppegrillo.it. I contatti con il MoVimento sono assicurati esclusivamente attraverso posta elettronica».
All'articolo 2 si dice che «Il MoVimento 5 Stelle, in quanto "non associazione", non ha una durata prestabilita».
L'articolo 3 stabilisce chiaramente che «il nome del MoVimento 5 Stelle viene abbinato a un contrassegno registrato a nome di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d’uso dello stesso». Chiaro? Quanto a contrassegni, cioè nessuna differenza tra Grillo e Berlusconi!
L'articolo 4 parla dell'oggetto del movimento e delle finalità. Nella sua stringatezza è per contro molto complesso. Innanzitutto si dice che «Il “MoVimento 5 Stelle” intende raccogliere l’esperienza maturata nell’ambito del blog www.beppegrillo.it, dei “meetup”, delle manifestazioni ed altre iniziative popolari e delle “Liste Civiche Certificate”». Il movimento - «in occasione delle elezioni per la Camera dei Deputati, per il Senato della Repubblica o per i Consigli Regionali e Comunali, organizzandosi e strutturandosi attraverso la rete Internet cui viene riconosciuto un ruolo centrale nella fase di adesione al MoVimento, consultazione, deliberazione, decisione ed elezione» - «va a costituire, nell’ambito del blog stesso, lo strumento di consultazione per l’individuazione, selezione e scelta di quanti potranno essere candidati a promuovere le campagne di sensibilizzazione sociale, culturale e politica promosse da Beppe Grillo così come le proposte e le idee condivise nell’ambito del blog www.beppegrillo.it». Capito bene? Sicuro? Più che la partecipazione popolare, richiama, o diciamo che quanto meno ricorda molto il modo di selezionare i venditori porta a porta di una nota marca di cosmetici. No? Uno strumento di marketing? Un gioco di società o di ruolo? Certo non un partito. Perché sempre nello stesso articolo 4, si dice a chiare lettere: «Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro».
Ma allora? L'articolo continua spiegando finalmente (forse): «Esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi». Aaah... Un esperimento sociale e gli elettori le cavie.
Non mi dilungo più oltre; l'articolo 5 detta le modalità di adesione, l'articolo 6 le modalità di finanziamento (in sintesi nessuna quota di adesione, solo sottoscrizioni volontarie in particolari occasioni). L'articolo 7 riguarda le procedure di designazione dei candidati alle elezioni. Il passaggio chiave: «Il MoVimento 5 Stelle costituirà il centro di raccolta delle candidature ed il veicolo di selezione e scelta dei soggetti», e fino qui vero quanto viene fatto credere, ma i soggetti selezionati alla fine «saranno, di volta in volta e per iscritto, autorizzati all'uso del nome e del marchio "MoVimento 5 Stelle" nell'ambito della propria partecipazione a ciascuna consultazione elettorale». Chi autorizza? ovviamente il proprietario del marchio, ovvero Beppe Grillo in persona. Una sorta di spudorato "porcellum" con il travestimento "democratico" di una sorta di primarie per pochi intimi, sospettato di assai poca trasparenza, dal momento che per paradosso tutto avviene in rete con accesso per soli "addetti ai lavori". Non tragga in inganno l'affermazione contenuta sempre nello stesso articolo che dice: «L’identità dei candidati a ciascuna carica elettiva sarà resa pubblica attraverso il sito internet appositamente allestito nell’ambito del blog; altrettanto pubbliche, trasparenti e non mediate saranno le discussioni inerenti tali candidature». Dal punto di vista della trasparenza, per i meccanismi della rete non significa nulla.
Ma torniamo ai candidati che impazzano in rete, eccovene uno, fa di nome Alfredo Ronzino, ma come sognatore, in questo paese di santi, poeti e appunto sognatori, è un cavallo di razza.


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