Grillo oggi alla carica contro il risultato delle primarie, Bersani e il suo squadrone: "Gargamella è felice, è diventato un leader. Uno su mille ce la fa e lui, modestamente, ce l'ha fatta a diventare l'allenatore di una squadra vincente, un team da triplete, uno squadrone che tremare il mondo fa. Tutti i giornali, lo hanno proclamato nuovo Cesare insieme ai pappagalli a comando dei talk show...". Tutto, lui che di comunicazione se ne intende, per distrarre l'attenzione dalle sue parlamentarie, sulle quali è meglio non mettere troppo gli occhi. Troppa essendo in giro, tanta, la tentazione di fare le pulci alla sua creatura che veste e nutre di "antipolitica".
I media ieri hanno dedicato un po' di spazio alla denuncia, sporta da Federica Salsi, consigliere comunale di Bologna - eletta nelle fila del Movimento 5 Stelle e colpita dall'ostracismo di Grillo dopo la sua apparizione a Ballarò, - dopo che la sua pagina Facebook è stata oggetto di insulti e minacce, che andavano dall'augurarle la morte politica e non solo quella, a quella aberrante e veramente intollerabile che diceva "Se hai figli, glieli facciamo togliere, perché se non vuoi bene a Grillo allora non sei una brava donna e non sei una brava madre".
"Il contenuto dei commenti, per il linguaggio utilizzato volgare e scurrile, per i riferimenti del tutto indebiti alla mia famiglia e ai miei figli, per le minacce di morte in essi contenuti, mi hanno profondamente turbato. Quei commenti sono unicamente volti a ingenerare in me timore, prospettando un male ingiusto al fine di diminuire la mia libertà di pensiero e morale", ha dichiarato la Salsi. Un trattamento simile qualche mese fa era toccato a Giovanni Favia, altro ostracizzato dopo che aveva sollevato la questione della democrazia interna e del ruolo di Casaleggio all'interno del movimento grillino.
Da annotare che i due colleghi, Massimo Bugani e Marco Piazza, con cui dopo il "fattaccio" di Ballarò era stata rottura in consiglio comunale, hanno espresso solidarietà dichiarando, come riportato dai giornali: "Il confronto politico, anche se acceso, anche se con critiche e con posizioni molto discordanti, non deve mai sconfinare nelle minacce e negli insulti. Ci troviamo purtroppo a doverlo di nuovo ribadire, condannando ogni violenza verbale e minacce di qualsiasi genere e in qualunque forma, web compreso". Certo, se no, non è "antipolitica", è fascismo.
Nessun commento:
Posta un commento