Gli sfruttati e sfrattati nei prossimi tre anni saranno almeno 250.000, un quarto di milione. L'allarme è lanciato sul sito Gli Internazionalisti in un articolo siglato mr. Questo, si legge, il numero ufficiale dato dal Viminale (ma ovviamente sottostimato). 250.000 nuclei familiari, oltre ai 150.000 attuali, che saranno sicuramente colpiti dalle sentenze di sfratto. Ciò significa circa 230 sfratti al giorno, quasi 10 all'ora. In totale, comunque, il numero delle famiglie in difficoltà in questo senso è di 5 milioni, ossia quasi 15 milioni di persone. Una marea di lavoratori, precari e pensionati che fino a qualche anno fa venivano considerati, dalla stampa borghese, la classe media. Adesso invece sono diventati semplicemente delle persone in difficoltà o, come piace chiamarli a Repubblica, "neo-poveri". Un balzo semantico degno di un atleta olimpionico utile ad evitare l'uso di quella parolina "eretica" che invece ci permette di identificare questa classe sociale in un colpo solo: il proletariato.
Dei proletari effettivamente sfrattati, continua l'articolo, finora, una parte è andata via dall'Italia, altri hanno semplicemente cambiato casa, muovendosi dalle zone centrali delle città verso quelle maggiormente periferiche e quindi meno onerose. Altri ancora sono tornati a vivere coi genitori (sempre che questi abbiano casa di proprietà e/o che siano molto longevi). L'effetto domino provocato dalla crisi, in questi ultimi anni, è stato immediato e sta ridefinendo la geografia delle metropoli, di due in particolare: Torino e Roma. La prima ha visto nel 2012 (dati sempre del Viminale, ricordiamo) ben 2.523 sfratti per morosità, la seconda invece 4.678 provvedimenti, così da renderla la città più colpita nello scorso anno.
A fronte di questi dati agghiaccianti, evidenzia l'articolo, troviamo una marea di appartamenti vuoti. In totale, in Italia, abbiamo quasi 700.000 alloggi invenduti, frutto non solo dell'esodo forzato cui viene sottoposto il proletariato, ma anche della speculazione edilizia che, nella sola Capitale, porterà nei prossimi anni una colata di cemento pari 100 milioni di metri cubi. Ed ecco il paradosso: secondo Federcasa servono "solo" 583.000 alloggi per soddisfare in pieno l'esigenza di abitazioni popolari. Un conto che non torna. Ma che torna benissimo per l'Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) che persegue la costruzione di 328.000 nuovi appartamenti ogni anno.
Nessun commento:
Posta un commento