Il 9 gennaio il PCL si era anche espresso sugli "atteggiamenti" dei partiti di sinistra, e non solo, in vista delle prossime elezioni politiche: «Tutti i partiti dominanti ( PD, Polo Montiano, PDL) spendono la propria “campagna elettorale” per due scopi congiunti: far dimenticare le misure antioperaie e antipopolari che insieme hanno votato (su pensioni, articolo 18, Imu sulla prima casa...); e nascondere il programma futuro antioperaio e antipopolare su cui insieme si sono già impegnati (fiscal compact per i prossimi..20 anni). Solo con questa truffa possono contendersi i voti popolari (gli uni “contro” gli altri) per la guida di un governo antipopolare. Purtroppo invece di denunciare la truffa e battersi per un programma comune alternativo, le sinistre hanno scelto di subordinarsi o ai liberali o alle procure. Il PCL si assumerà sulle proprie spalle la responsabilità di una campagna anticapitalista dalla parte del lavoro: contro industriali, banchieri, Vaticano, per una Repubblica dei lavoratori.»
In un altro documento, del 5 gennaio, il PCL dava questo giudizio sui partiti di sinistra: «Sinistra e Libertà ha scelto la coalizione di governo col PD, grande sostenitore del governo Monti, sulla base di una “carta di intenti” che impegna un futuro governo di centrosinistra alla continuità delle politiche di austerità contro il lavoro. PRC e PDCI hanno scelto di dissolvere elettoralmente la sinistra cosiddetta “radicale” nel variopinto contenitore Arancione sotto la guida di ex magistrati - incluso il liberal questurino Di Pietro - orfani del PD e apertamente intenzionati ad allearsi col PD dopo il voto». Nello stesso documento il Partito Comunista dei Lavoratori dice che «si presenta alle elezioni politiche sulla base di un programma anticapitalista: l'unico programma realmente contrapposto all'”agenda Monti”, a partire dalle ragioni del lavoro e di tutti gli sfruttati. L'Agenda Monti è il programma degli industriali, dei banchieri, del Vaticano, già votato in Parlamento da tutti i principali partiti (PD, PDL, UDC). L'ipocrisia che la circonda regna oggi sovrana. Berlusconi finge di opporsi dopo averla istruita. Bersani ambisce solamente a gestirla in prima persona, dopo essersi presentato alle Primarie come difensore del lavoro. Vendola, oppositore di Monti, si è subordinato a Bersani sostenitore del governo Monti, in cambio di un ministero. Le altre sinistre si accodano al liberal questurino Di Pietro e ai magistrati, che a loro volta vogliono accordarsi col prossimo governo Bersani.. Mentre il comico milionario Beppe Grillo che striglia “i politici” non solo ignora il lavoro, ma rivendica addirittura l'abolizione del sindacato ( “roba dell'800”) scavalcando Marchionne. Senza che nessun partito “democratico” muova scandalo. La verità è che tutti accettano la Repubblica dei capitalisti ( inclusi i magistrati e i comici), ognuno con la propria parte in commedia.»
Bene, ma oggi, come chi legge i miei post ha ben chiaro, è stata la domenica del leader UDC Pier Ferdinando Casini. E poiché ho cominciato questo post con Grillo, chiudo con Grillo. Nell'aprile 2012 Beppe Grillo era impegnato in tour nel napoletano, per sostenere le liste del Movimento 5 Stelle per le amministrative. Quando ha visto i cronisti li ha apostrofati malamente: "Feccia come la poltica" racconta la clip che segue, curata per il Fatto Quotidiano da Andrea Postiglione e Vincenzo Iurillo.
Nella clip Grillo sostiene implicitamente la teoria del complotto: chi non si siede in sala tè con ‘Rigor Montis’ per firmare cambiali in bianco al "governo delle banche", è destinato a finire triturato: “Dopo la Lega toccherà a Di Pietro e poi a noi”. Triturati dagli odiati mass media, innanzitutto. Da qui il discorso sui “nemici nuovi, i giornalisti, i giornali, i mezzi di comunicazione, una feccia alternativa alla feccia della politica”. Anche se poi, a comizio concluso, alla richiesta di chiarimenti ha precisato di “salvare una decina di giornalisti al massimo” e che tanto “i giornali chiudono”. Nel comizio ne ha per Bersani e per Alfano, ma soprattutto regala da quel gran comico che è, una perla su Casini, appunto.
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