La prima clip ci mostra il Cavaliere che racconta la barzelletta su Nerone e i democristiani a Speciale Tg1 del 28 ottobre 1995. Nella nota al filmato del curatore dell'inserimento su YouTube, si fa notare, ironicamente, il contrasto tra quello che dice la barzelletta - i democristiani sono pericolosi - e quello che dice diplomaticamente Berlusconi al conduttore - con i democristiani si può anche trattare. Berlusconi, si osserva, spesso si serve delle sue storielle per dire scherzando quello che non può dire seriamente.
Come racconta Simone Barillari nel libro Il Re che ride - Tutte le barzellette raccontate da Silvio Berlusconi, la barzelletta sarà ripresa da Berlusconi a dieci anni di distanza, nell'ottobre del 2005. Dopo mesi di contrasti tra Berlusconi e Marco Follini che contesta la leadership del Cavaliere nel centrodestra e vorrebbe introdurre le primarie, l'ex democristiano entra in minoranza nel proprio partito. L'Udc si sposta così sulla linea di Casini e torna ad appoggiare Forza Italia. Follini minaccia di dimettersi dall'Udc. Berlusconi ha vinto la sua battaglia nel centrodestra e in una conferenza stampa a Montecitorio dedica all'avversario la storiella di Nerone, spiegando che non è preoccupato per l'avvenire politico di Follini, dato che i democristiani non muoiono mai.
Come si è detto, allora l'Udc si spostò sulla linea di Casini e tornò ad appoggiare Forza Italia, cioè Berlusconi. Indicata, dunque, la clip d'epoca che segue e che ci mostra un grande Neri Marcorè.
Si sarà certo capito che l'argomento oggi è Pier Ferdinando Casini. Il 2 dicembre dello scorso anno, i giornali attribuivano a Casini questa frase: «Non sono così vecchio per essere rottamato e non sono così vecchio per andare al Quirinale, nel senso che devo acquisire ancora un po' di esperienza». Come, come? Guardiamoci la clip che segue. È il pomeriggio del 6 aprile 1992. Casini, allora esponente democristiano, viene intervistato durante lo speciale elezioni condotto da Bruno Vespa sul Tg1.
Erano i tempi in cui segretario della Democrazia Cristiana era Arnaldo Forlani. Nella clip che segue, il segretario della Democrazia Cristiana prende atto della sconfitta del suo partito e se ne assume la responsabilità, lasciando intendere sue possibili dimissioni. L'intervista è di Maurizio Santarelli dalla sede della DC, in onda nel Tg3 di lunedì 6 aprile ore 19, condotto da Mariolina Sattanino.
Questa la trascrizione a cura del curatore dell'Archivio Pavan.
« - Una domanda che l'Italia in queste ore si aspetta: quale governo?
Ah, proprio non lo so. È stata una partita difficile e il risultato non mi pare che corrisponda alla esigenza che noi abbiamo insistentemente sottolineato, la esigenza di una governabilità coerente e sicura. Io su questo ho impostatola campagna elettorale della Democrazia Cristiana e il mio partito, pur restando saldamente il primo partito, non ha visto accolto questo invito, e quindi ne dovremo trarre le conclusioni. Naturalmente io mi assumo le mie responsabilità...
- Questo cosa significa "che si assume le sue responsabilità, segretario"?
Io ho guidato la Democrazia Cristiana in questa campagna elettorale e ho insistito sulla necessità di una linea coerente che potesse consentire un quadro politico stabile, un governo sicuro. Mi pare che la risposta dell'elettorato vada in direzione di una frammentazione del quadro politico. Adesso rifletterò, guarderò i risultati finali, parlerò naturalmente con i miei amici e poi ne trarrò in modo sereno le conseguenze, come mi pare che sia giusto.
- Cossiga prima delle elezioni diceva: "Pds? Non mi opporrei se entrasse nel governo". Lei credo che l'abbia visto in questi momenti, proprio. Forse viene direttamente dal Quirinale. C'è la possibilità di un governissimo, allo stato attuale, anche ricominciando da quattro?
Mi pare che adesso sia prematuro ipotizzare formule di governo. Certamente si apre un capitolo che è tutto da scrivere. Aumentano gli elementi di incertezza e di confusione. Bisognerà fare qualche cosa di diverso dal passato e, siccome io non sono uomo per tutte le stagioni, qualcun altro provvederà. »
Alla fine della clip, Corradino Mineo sottolinea il passaggio "niente sarà come prima" ... dopo questo voto che ha provocato un terremoto nel mondo politico italiano. Forlani addirittura mette a disposizione il suo mandato. Siamo come si sa ad una svolta epocale. Erano gli ultimi tempi del Craxi statista.
Ma torniamo al nostro, a Casini. Così come il suo "gemello" Fini, era, dunque, sul palcoscenico della politica italiana ben prima di Silvio Berlusconi. Non occorre, ricordando l'ultimo Crozza di Ballarò, fare la prova del carbonio 14 per accertarsene. E allora? Ancora si candidano... e sempre dietro qualcun altro!
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