giovedì 17 gennaio 2013

La Lega in pasto ai giornali

Do per scontato che chi legga questo post, abbia letto il precedente, Quote latte, "la Lega non c'entra". Parola di pm, e pure il post Bucce di banana. Come si è detto, la magistratura ha affermato che con l'inchiesta sulle quote latte, e relative perquisizioni, la Lega non c'entra e Maroni ha annunciato che la Lega presenterà querela contro i giornali che hanno gettato fango sul suo partito. In questo post proverò a documentare i più consistenti schizzi di fango comparsi sulla carta stampata oggi. Cominciamo con il quotidiano dei Vescovi, Avvenire.

In prima pagina, nel taglio medio, a fianco di un riquadro con una foto di Mario Monti e un argomento positivo per il lettore cattolico, "Monti: il matrimonio? È tra un uomo e una donna", quanto vedete: "Quote latte, il Carroccio nella bufera" e l'occhiello insinua "Bancarotta e corruzione. Gdf nelle sedi di Milano e Torino". E poi due rimandi ad effetto: "Ai militari è stato negato l'accesso agli uffici dei parlamentari, che gridano al complotto" e l'altro, "L'ex-senatore del Carroccio Fruscio, che aveva denunciato lo scandalo: «Sono disgustato».
E veniamo a l'Unità. Qui siamo addirittura al titolo d'apertura.

Proseguendo, vediamo di seguito qualche articolo. Cominciamo da La Stampa.

Ora a leggere l'articolo di Paolo Colonnello non vi è nulla  se non il racconto di quanto finora è emerso dall'inchiesta riguardante la bancarotta di una società cooperativa "La Lombarda", una società cooperativa privata che non ha nulla a che fare con la lega. I militari erano venuti in Via Bellerio col compito, dice il giornale, di perquisire gli uffici, a Milano, della segretaria di Bossi Daniela Cantamessa e, a Torino, della segretaria amministrativa della segretaria amministrativa della Lega piemontese Loredana Zola, entrambe sentite come persone informate sui fatti, cioè come testimoni per i loro rapporti con gli ex amministratori della società fallita. L'unica "esagerazione" nell'articolo è il definire "«bottino» della Finanza, quel poco che par di capire è stato acquisito. E poi ovviamente tutto il gratuito almanaccare sulla vicenda della cooperativa, sottointendendo retroscena, vicenda che come si evince dallo stesso articolo poco c'entra col partito della Lega, se non per il fatto che i magistrati hanno sentito alcuni esponenti del Carroccio, il figlio di Bossi, Renzo, la compagna di Calderoli, Gianna Gancia, presidente della provincia di Cuneo, l'ex ministro dell'agricoltura Zaia e l'ex senatore Fruscio.


Nel titolo di la Repubblica è evidente la volontà di far pensare che quanto si va dicendo è riferibile al partito di Maroni. E con un incipit dell'articolo così, si sa già dove si vuol far arrivare la fantasia del lettore: "Forse dovevano arrivare i tempi delle vacche magre, o forse il sistema di mungitura era già talmente chiaro, lì, da vedere. Bastava solo mettere insieme dei passaggi, dei pezzi, delle dichiarazioni, e insieme le leggi, le promesse, le regole non rispettate, la resistenza a oltranza degli ultrà del latte".
Anticipo che domani troverete gli articoli che cito in un piccolo dossier nella pagina del blog Documentazione.
Per rafforzare, nell'edizione di Milano de la Repubblica, Andrea Montanari racconta di quando "Renzo Bossi diceva «Ci pensa papà»": "Il legame tra la Lega e i «Cobas del latte» anche in Regione ha origini lontane. Fanno parte della storia le immagini del figlio di Umberto Bossi, Renzo detto «il Trota», che sotto il Pirellone rassicura gli allevatori che non vogliono pagare le multe per le quote sforate: «Non vi preoccupate, ci pensa mio padre». Sul marciapiede del Palazzo della Regione, tra gli allevatori armati di bandiere verdi e trattori e perfino qualche mucca, c'era anche l'allora ministro del Carroccio Roberto Calderoli". E così via a citare e fare nomi, sull'onda dei ricordi che non guastano nel dare colori al quadro che si va dipingendo.


Il Messaggero segue invece un'altra strategia informativa, anche perché la Lega è affare del Nord, e chi conta a Roma è Berlusconi. Così eccoti un bel titolo come a dire: ma con chi si è andato ad alleare quello?

Tornando su Repubblica il buon Gad Lerner dà il massimo col suo pezzo "Mangiatoie padane" a commento di un evento che non c'è. "L'odore di stalla è ancora il più lieve, rispetto alle pestilenziali esalazioni dei bilanci leghisti che ammorbano la Lombardia, dai rimborsi a piè di lista del banchetto nuziale fino ai buoni acquisto di elettrodomestici distribuiti al Senato", tanto per dare un assaggino dell'articolo, che chi non l'ha letto lo troverà, come anticipato, domani nella pagine del blog Documentazione.
E poi c'è su La Stampa Giovanni Cerruti con il suo "Incubo padano".


E ancora l'Unità con i suoi articoli riportati sotto.



ItaliaOggi fa il punto con la nota politica con cui chiudo dopo aver detto che articoli equilibrati o "scandalizzati" dalle perquisizioni sotto le lelezioni, li trovate già ora nella Rassegna Stampa.

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