giovedì 29 novembre 2012

Sotto il vestito

Che qualche dichiarazione dei comitati pro Renzi, contenuta nel manifesto programmatico diffuso con lo slogan "Un'altra Italia è già qui: basta farla entrare", fosse contraddetta dalla realtà delle cose, la sensazione c'era, particolarmente per chi vive in realtà locali amministrate da sostenitori di Renzi.
Oggi, sul quotidiano di Lodi Il Cittadino, un lettore che si firma Angelo A., con una lettera, segnala un caso emblematico. Al punto 8, "Investire sugli italiani", del manifesto renziano si legge: "Triplicare gli asili nido pubblici, per garantire un posto al 40% dei bambini sotto i 3 anni, ecc.". Orbene, scrive il lettore del quotidiano lodigiano: "Caro direttore, stavo cercando informazioni sugli asili e non essendo un mago della rete mi sono trovato su un articolo del primo sindacato che lamentava la svendita della giunta Renzi di asili nido a Firenze". Non c'è che dire, la cosa non può non incuriosire: inevitabile pertanto una ricerca in rete.
Come già il sig. Angelo segnala nella sua lettera si trovano molti articoli. Ne riporto uno, del quotidiano La Nazione, pubblicato il 25 giugno di quest'anno, Eccolo di seguito con la fotografia che lo correda (Marco Mori/New Press Photo), che mostra il "pic-nic" di protesta di genitori, educatori e bambini in Piazza della Signoria, per dire no alla privatizzazione degli asili nido.

Firenze, 25 giugno 2012 - Un pic-nic di protesta per dire no alla privatizzazione degli asili nido e alla statalizzazione delle scuole dell'infanzia comunali. Alla manifestazione in piazza della Signoria, organizzata dalla Rsu del Comune, c'erano oltre cento persone: tra loro anche molti bambini, quasi tutti con un palloncino colorato in mano. Insegnanti, sindacalisti e genitori, hanno prima disteso tante tovaglie colorate. Poi con i piccoli, si sono seduti ed hanno mangiato panini e pizzette. Per chiudere, un grande girotondo.
"Il nido è un bene comune", "No ai nidi privati", "Noi diciamo sì alle scuole dell'infanzia comunali". Questi alcuni slogan. È stato anche disteso uno striscione, esposto già in passato: ma la scritta 'Renzi=Tremonti', appositamente corretta cancellando alcune lettere, è diventata 'Renzi=Monti'. ''Privatizzare gli asili nido comunali non è una politica intelligente - hanno detto i manifestanti -, gli asili non sono un patrimonio da svendere''.


Leggendo un commento all'articolo, nickname Alex62, ne salta fuori un'altra vicenda finita nel dimenticatoio, quella riguradante l'acqua pubblica. Dice Alex62: «Questo giovane-vecchio è così "nuovo" che ricicla le solite idee vecchie che rovinano i servizi pubblici. Sono anni che andando verso le privatizzazioni abbiamo aumentato debiti, fallimenti, disservizi e esclusione. Il fatto è che il rottamatore è già un rottame anche e solo perché non ha contenuti. Infatti, apre le solite beghe di partito che lui usa per sgomitare e far parte della casta, non dice mai niente, mai un contenuto vero, e quando l'ha fatto (vedi Marchionne e referendum acqua pubblica) è stato smentito dai fatti (nel caso Fiat) e dagli elettori (nel caso referendum). Prima ci liberiamo di questo ex portaborse, meglio è. Date retta».
Sulla questione dei referendum sull'acqua, Renzi fu sentito dal Fatto Quotidiano, che raccolse queste sue parole e le pubblicò il 7 giugno 2011: "I miei sono tre sì e un no. Vado a votare, ovvio, ma decido io. L'obiettivo non è raggiungere il quorum? Ci sono. Ma siccome quella che si vuole abrogare è una legge del 2006, governo Prodi, e firmata dal ministro Di Pietro, dovevamo riflettere allora. Come dissi anche io che non ero da un'altra parte, ma nel Pd. Oggi quella legge mi comporterebbe andare a chiedere qualcosa come 72 milioni di euro ai fiorentini, e non posso permettermelo”. Ma, ribatte il suo interlocutore, sarebbero i gestori privati a chiederlo, in realtà. “In teoria, poi nella pratica sarebbe come dico io, perché la faccia è la mia. Io ho iniziato un lavoro che non posso mandare all'aria e riguarda una cosa molto seria come la depurazione dell'acqua dove a Firenze come nel resto d'Italia siamo indietro di qualche decina d'anni rispetto all'Occidente. Se il Pd cambia idea a seconda del vento che tira non è un problema mio. Io continuo sulla strada della coerenza”. Coerenza, annotava il Fatto, che per Renzi voleva dire continuare a permettere al gestore del servizio idrico di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a logiche di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio stesso.

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