mercoledì 28 novembre 2012

Simpatia e antipatia

Quel "vaffa" sussurrato domenica sera in Tv nel "salotto" della Berlinguer: "Io non sono la persona più paziente del mondo e mi sono innervosita in quel contesto. In quello studio ero di fatto sotto attacco: a me venivano rivolte le domande più scomode e si dava come per scontato che dovessi interpretare la parte della sconfitta. Va tutto bene, ma se poi non mi fai parlare e mi interrompi cinque volte può succedere che saltino i nervi. Non mi sento di rimproverarmi più di tanto, ma chiedo scusa"; un "vaffa" tirato per i capelli mentre parlava di quel Renzi che l'ha eletta a simbolo della rottamazione necessaria, come annota Marco Palombi sul Fatto Quotidiano; quel "vaffa" mi ha reso simpatica, veramente, molto simpatica, la Rosy Bindi. Ancor di più quando nell'intervista al Fatto dice: "Ho resistito vent'anni a Berlusconi, posso provarci per un'altra settimana con Renzi", il suo sosia giovanilista. "Mi dispiace di essere in cima ai suoi pensieri e vorrei che capisse che la mia vicenda personale non è il più grave dei problemi del paese".
Per contro Renzi ha colto un'altra occasione per dar più corpo, nonostante quel suo bel faccione da smile, ad altrettanta antipatia. Quando, come ha riportato ieri Il Mattino online, dopo aver dichiarato "Sono pronto ad incontrare di nuovo Berlusconi anche domani come sindaco di Firenze", e non è questo lo scandalo, ha dato sfogo alla sua, chiamiamola, ironia, che, inconsapevolmente, tutto dice di lui: "Se Bersani diventerà presidente del consiglio, sono pronto ad incontrarlo come sindaco di Firenze anche alla sua pompa di benzina a Bettola".
Chiudo il post-it riportando un'altra delle dichiarazioni renziane. Questa: "Se volevo andare via, andavo via prima. I sondaggi dicono che un nostro raggruppamento potrebbe avere come minimo il 12% e un margine del 20-25%. Se volevo farmi una pattuglia di parlamentari e diventare come uno di loro mi facevo il partitino. Ma non ci credo, è ora di finirla con quelli che pensano che la politica serve a sistemare se stessi". Già. Ho riportato per intero il pensiero, per correttezza; ma ciò che mi interessava e mi interessa sottolineare è proprio l'ultima proposizione, a partire dalla virgola. Nessun dubbio, ovviamente: Renzi, per sistemarsi, non ha bisogno della politica; ma perché non fare un'inchiestina, se un sogno simile sia o non sia coccolato tra i propri sostenitori, magari tra quelli dell'ultima ora, quelli che, a suo tempo, alle primarie per il segretario, hanno sostenuto "convintamente" Bersani? Così, tanto per non farsi mancare nulla.
Comunque sia, consoliamoci con il sorriso che ci dà questa foto, ripresa dal sito Renzileaks


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