Sono i dettagli a fare un personaggio. Prendiamo il caso del nubifragio a Firenze di qualche giorno fa, abbattutosi nelle prime ore del pomeriggio sul capoluogo toscano. Una pioggia battente che ha messo in crisi la città; una pioggia violenta, forse inaspettata non nel senso che non era stata annunciata, ma perché è arrivata in anticipo rispetto all'allerta meteo diramata dalla Sala operativa unificata permanente della Protezione civile regionale. L'allerta, infatti, doveva scattare dalle 22 di quella sera fino alle 18 del giorno dopo.
Il tempo, dunque c'era per fare una capatina in tv a Roma. Già, perché dov'era, mentre l'acqua invadeva alcune zone di Firenze, a causa dei tombini in tilt e gli abitanti di Piazza Puccini nei pressi del parco delle Cascine e luoghi vicini, venivano invitati per precauzione dagli operatori della Protezione civile, col megafono, a salire al primo piano per il rischio esondazione del fosso Macinante e del torrente Mugnone; dov'era Renzi, il sindaco? Era quel pomeriggio da Bruno Vespa a registrare la trasmissione Porta a Porta della sera. E quando il Mugnone decideva alla fine di graziare la città, con l'onda di piena passata alle 19.15, stava rientrando in città, e via Twitter comunicava "Alle 20 in Palazzo Vecchio presiedo unità di crisi della città per il maltempo. Abbiamo lanciato l'allerta per il Mugnone". E alle 20.30 sempre su Twitter: "L'allarme Mugnone rientra. Manteniamo l'allerta ma la protezione civile ha lavorato bene".
Mentre Renzi era in giro per l'Italia col suo camper, si ricorderà l'affondo di Grillo: "Trovo immorale che un sindaco rimetta il suo mandato per altri incarichi da lui considerati più importanti. È alto tradimento nei confronti degli elettori usati come un trampolino di lancio. Un caso di arrampicatore politico. La legge dovrebbe proibirlo o, in mancanza di una legge, almeno l'etica personale. Il fantasma di un ex sindaco si aggira in una Firenze strangolata dai debiti: è Matteo Renzi". E Grillo dimostrava nel suo blog con i numeri la validità delle sue affermazioni: "Ecco i dati del Grande Assenteista dal suo insediamento in Palazzo Vecchio fino al 10 ottobre 2012: 2009, su 17 sedute, assente 5; 2010, su 48 sedute, assente 26 volte, presente 22; 2011, su 44 sedute assente 21, presente 23; 2012, su 39 sedute assente 25. Dall'inizio delle primarie, dal 13 settembre 2012, non è mai stato presente in Consiglio".
Grillo ha anche una teoria sull'assenteismo di Renzi: i debiti contratti dal Comune di Firenze "verso i fornitori che hanno eseguito lavori", un passivo di "98 milioni di euro", così suddivisi, ha scritto Grillo: "11 milioni circa sono di spesa corrente che andavano pagati a 90 giorni con ritardi ancora contenuti, 30 milioni sono di spesa in conto capitale (opere pubbliche) con ritardi che risalgono fino a giugno 2011. Per questi debiti sono stati emessi mandati di pagamento senza essere onorati. Per i restanti 56 milioni il Comune ha regolarmente validato le fatture senza saldarle perché mancano i soldi e si sforerebbe (?) il Patto di Stabilità".
Come ha risposto Renzi? Con Twitter, naturalmente: "Per dire che Firenze affoga nei debiti bisogna non capire nulla di nuoto oppure non capire nulla di economia. Beppe Grillo nuota bene". E dalla Sicilia ribadiva a Grillo: "Stia tranquillo, le casse di Firenze godono di ottima salute. Purtroppo a causa del patto di stabilità, che dovremmo chiamare patto di stupidità, non possiamo spendere i soldi che abbiamo in cassa, circa 90 milioni", e poi, a chiusura, l'immancabile battuta "format Magnolia": "Si danno il cambio per attaccarmi".
Notizia di oggi, ma il fatto è accaduto ieri, la Corte dei Conti che continua ad indagare sugli stipendi dei dipendenti comunali di Firenze a partire dal 2011 ha mandato la Guardia di Finanza per acquisire gli atti concerneti "l'entità aggiuntiva degli stipendi conferita oltre a quella fissata dai contratti nazionali" ai 4800 dipendenti comunali, per un ammontare di 50 milioni di euro. Anche la procura qualche mese fa ha aperto un fascicolo. Al momento, si assicura, non risultano indagati né sono state formulate ipotesi di reato riguardo indennità o premi. Oltre a questo nel mirino della Corte dei Conti vi sarebbero, come riporta FirenzeToday, le modalità con cui l'amministrazione comunale ha utilizzato i proventi derivanti da sanzioni amministrative da codice della strada e sulle nuove assunzioni, per le quali "i giudici chiedono modifiche immediate da apportare al bilancio 2012".
A Palazzo Vecchio si smorza dicendo che si tratta di "abituale attività di monitoraggio". Renzi stesso è intervenuto sulla questione oggi a Radio Kiss Kiss: "La Corte dei Conti sezione controllo, non la sezione procura, ha sottolineato delle voci secondo le quali il modo di imputare le multe e concepire il contratto dei dipendenti va rivisto, sono due questioni che risalgono al 2006-07, ma le affrontiamo. Verificheremo come accontentare le considerazioni che vengono dalla Corte dei Conti". Altro contesto, insomma, stesso cliché.
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