Nella clip successiva, sempre realizzata da TM News, il racconto del ghetto di Venezia di un artista ebreo. Queste sequenze, dice il filmato, sono tratte dal film "Schindler's List", ma non sono molto diverse da ciò che accadde davvero durante la deportazione degli ebrei nel 1943, rastrellati, confinati nei ghetti e portati nei campi di concentramento dai quali molti non fecero più ritorno. I deportati italiani furono circa 7mila. Il 27 gennaio, "Giorno della Memoria" si celebra il ricordo della Shoah, dello sterminio degli ebrei, 200 dei quali furono segregati nel ghetto di Venezia, dove vive ancora l'artista ebreo David Ariel De Guglielmi, che sul 27 gennaio, tuttavia, ha una visione alternativa. "Vi erano gruppi - spiega -che sapevano che le cose stavano andando peggio di quanto si pensasse e hanno cercato disperatamente di fermare questa cosa. Non dimentichiamo la richiesta a Wiston Churchill di bombardare i campi di Auschwitz e Mauthausen. Non è vero che il 27 gennaio di molti anni fa un esploratore russo ha trovato un campo, è un falso storico. Non possiamo partire dalla memoria partendo da un falso. Tutti sapevano cosa stava succedendo. Tutti sapevano cosa stava succedendo ma in quel momento c'erano altre priorità".Oggi il ghetto di Venezia non è più un luogo di segregazione bensì di "fusione multiculturale" in cui il ricordo, che rivive anche tra le opere di De Guglielmi, è soprattutto la strada verso una società moderna e interreligiosa."La comunità - conclude l'artista - si è integrata meglio con i non ebrei che abitano qua nel ghetto che sono la maggioranza. E c'è una fantastica integrazione".Integrazione e scambio di culture. Ci sono voluti settant'anni per raggiungere quella che oggi sembra una normalità. Costata tuttavia la vita ad almeno 6 milioni di persone.
Nella terza clip, sempre di TM News, una mostra a Modena. Nel 1939 Hitler diede il via al Programma di eutanasia per i disabili, denominato "Aktion T4". Causò lo sterminio di 300mila bambini e adulti innocenti in nome della purezza della razza e del risparmio di risorse economiche. Per ricordare le vittime di quella abominevole "prova generale della Shoah" l'associazione Anffas ha organizzato a Modena la mostra "Ricordiamo. Perché non accada mai più", in corso fino al 5 febbraio 2013 al Multicentro educativo. La curatrice, Virginia Reggi: "Finché queste cose hanno delle analogie con l'oggi e non sono definitivamente finite - spiega - perché non sono finite le motivazioni che hanno portato a questo, penso non solo che valga la pena ma che sia indispensabile per tutti sapere. Come è indispensabile la Giornata della memoria per ricordare la Shoah". La mostra è un percorso, rivolto in particolare agli studenti, con pannelli fotografici che ripercorrono i fatti più salienti di quanto avvenne settant'anni fa tra uccisioni, esperimenti e sofferenze inflitte ai malati mentali. "È soltanto da una memoria del passato - conclude Reggi - che noi possiamo imparare e camminare verso un futuro migliore. "Una parte della mostra è dedicata interamente alla propaganda utilizzata dal nazismo per trasformare gli stessi medici in complici dei crimini aberranti commessi sui disabili.
Nessun commento:
Posta un commento