domenica 27 gennaio 2013

MPS. Il nervosismo del Pd e i fatti

Ormai il filone Antonveneta nello scandalo del Monte dei Paschi ed il possibile coinvolgimento del Pd nella vicenda sta centralizzando, assieme all'affair derivati, l'attenzione dei media e dei partiti politici, intenzionati ad usare, secondo la logica della propaganda, tutta la vicenda nella campagna elettorale in atto. Mettere alla luce quanto si può prima del voto sembra, prima d'ogni altra considerazione, un'azione di buonsenso. È quantomeno ragionevole che l'elettorato sia messo in grado di giudicare con conoscenza e consapevolezza se chi si va a votare sia pienamente meritevole della fiducia che col voto viene espressa. Oggi riporto dal sito di Sinistra per Siena un articolo del 14 novembre 2012 proprio sulla questione dell'Antonveneta, titolo: Monte dei Paschi, Antonveneta e il nervosismo del PD. Questo il testo:
Sul fatto che l’acquisto di Antonveneta sia stato esiziale per il Monte dei Paschi, ci sono oramai ben pochi dubbi. Siccome la banca era governata dall’allegro trio Ceccuzzi-Mussari-Mancini (CMM), non meraviglia che questa questione costituisca uno dei tanti nervi scoperti del PD senese.
Due recenti uscite del Pd locale e nazionale sembrano in toto confermare questa impressione: un articolo sul gazzettino senese e la querela che Sposetti ex-tesoriere DS ha presentato in pompa magna contro un articolo del Cittadino online dove si sosteneva la tesi che l’affaire Antonveneta sia tanto oscuro e strano (si fa per dire) che non è da escludersi che fosse motivato più da interessi privati che da interessi pubblici.
L’articolo del gazzettino era abbastanza banale: riproponendo i giudizi positivi che quasi tutti gli osservatori, anche di molti di quelli piuttosto critici oggi, fecero allora sull’acquisizione di Antonveneta, vuole da una parte sottolineare l’incoerenza di qualcuno e dall’altra dire che in fondo si erano sbagliati tutti. E quindi non è colpa di nessuno ma del destino cinico e baro (la crisi). Un trio pericoloso ma intellettualmente modesto come CMM non può che avere corifei modesti, ovviamente. L’argomentazione è del tutto triviale, infatti.
L’acquisto di Antonveneta sembrava un buon idea perché avrebbe permesso al Monte di raggiungere una dimensione simile ai suoi principali competitors nazionali ed esteri. Ma la valutazione sulla convenienza dipende dalle condizioni di un investimento: acquistare un nuovo macchinario può essere redditizio se lo compri a 4 ma rappresenta una fregatura se lo compri a 20. Chi commentò l’acquisto di Antonveneta allora, non conosceva il prezzo e le condizioni d’acquisto, cose note invece al trio CMM.
L‘osservatore esterno dava forse ingenuamente per scontato che fosse stata pagato un prezzo onesto. Ma purtroppo non fu così: l’acquisto fu una fregatura. Se sia stato fatto per dabbenaggine o per malaffare lo stabilirà, speriamo, la magistratura.
La querela presentata contro il Cittadino on line è invece molto più seria e grave. Più che difendere la “moralità” dell’attuale Pd e dell’allora DS essa ha uno scopo eminentemente intimidatorio. Sanno che sulla questione morale e sulla situazione del Monte si giocherà gran parte della campagna elettorale e vogliono che non se ne parli. Già controllano quasi tutta la stampa ufficiale: in questa che sarà la più difficile campagna elettorale che condurranno vogliono mettere il bavaglio anche all’informazione on line che fra mille contraddizioni e difficoltà tentava di dare a voce anche alle persone per bene.
È questo il vero scopo della querela: avvertire le poche voci indipendenti che chi tocca quest’argomento muore. E quindi meglio che in campagna elettorale parliate di come curare le aree verdi della città.
E invece no. La questione Monte/Antonveneta è e deve restare una delle questioni centrali della campagna elettorale: sia perché rappresenta un caso emblematico di cattiva politica, sia perché il futuro di Siena non può prescindere dalla chiusura dei conti con il passato.

Come si ricorderà, Sinistra per Siena deriva dal partito vendoliano senese, da cui si è staccata per motivi etici. Cosa ne pensa Sel oggi dello scandalo Monte Paschi? Orlando Paris, che è coordinatore comunale di Sinistra Ecologia e Libertà senese, lo dice con un intervento su SienaNews.it. Questo il testo, sintetizzato dal titolo: "Si faccia chiarezza e si accertino le responsabilità".
Sinistra Ecologia Libertà con Vendola alla luce delle notizie apparse su importanti quotidiani nazionali intende sottolineare, con forza, la necessità di un’azione che faccia chiarezza sull’operato passato della Banca Monte dei Paschi: è necessario che si vada fino in fondo, si ricerchi sempre la verità e vengano individuate le responsabilità di chi ha messo a rischio un’intera comunità.La nostra non è una richiesta dell’ultima ora. A più riprese Pasquale D’Onofrio, nostro capogruppo in consiglio comunale nel nostro unico anno di governo, ha chiesto, come risulta dagli atti del consiglio e dagli emendamenti da lui proposti alla mozione su banca MPS, che venisse intrapresa un’azione di responsabilità nei confronti dei vertici di banca e Fondazione per non aver saputo tutelare gli interessi della città. Così come aveva chiesto di interrompere il mandato del precedente management di MPS prima della naturale scadenza allo scopo di dare un segnale alla città, oltre che per impedire a chi aveva male amministrato la banca di essere rinominato ai vertici dell’ABI.Abbiamo fatto della questione morale e della trasparenza elementi cardine della nostra campagna elettorale e del nostro agire politico, oggi non possiamo che unirci allo sdegno che viene da tutta la città: le operazioni, descritte dalla stampa nazionale, e finalizzate a nascondere perdite sul conto economico della Banca, se vere, ci convincono che i vertici del nostro importante istituto di credito hanno agito in modo a dir poco spregiudicato.
Abbiamo più volte sottolineato che i problemi della Banca sono nati con la creazione di un management bancario non all’altezza, con un asservimento alla politica e non a logiche commerciali. Problemi che hanno portato ad un impoverimento in termini di redditività della Banca ed in termini di appeal, ma soprattutto hanno portato ad operazioni pericolose che oggi stanno venendo a galla.
Siena ha bisogno di essere tutelata intraprendendo qualunque azione che possa mettere a riparo la più grande azienda del territorio e tutta la comunità da ripercussioni ulteriori: i lavoratori già stanno pagando un prezzo altissimo per errori commessi da altri, e questo è inaccettabile. Per ripartire occorre non solo non commettere più errori, ma anche che il management della Banca, rispetto a queste vicende, continui ad esprimere chiaramente i fatti e ad agire nell’interesse esclusivo del nostro istituto.
Tutta la comunità cittadina chiede che sia fatta luce su questa vicenda, che lascia tutti noi profondamente indignati.

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