domenica 18 novembre 2012

Mater semper certa

 Il giorno dopo le manifestazioni contro le politiche di austerity del 14 novembre, che si sono svolte in molte città italiane, Amnesty International Italia, attraverso la sua direttrice generale Carlotta Sami, è intervenuta con una ferma dichiarazione in proposito. "Abbiamo visto, per tutta la giornata di ieri, ha detto la Sami, immagini che destano preoccupazione. Le proteste sociali e i loro contenuti rischiano di essere oscurati e schiacciati da un contesto caratterizzato da atti di violenza da parte di alcuni manifestanti, nell'ambito del quale l'operato della polizia, per quanto complesso, avrebbe dovuto mirare a proteggere le persone, anche attraverso un uso proporzionato e legittimo della forza". Come da copione, insomma, il risultato è stato che i media hanno ampiamente parlato degli scontri e non, come loro compito e corretto intendimento, delle motivazioni che hanno portato a sfilare per le città migliaia di manifestanti. Era quello che si voleva? "Depistare", per così dire, l'opinione pubblica dal vero problema? Dato il continuo ripetersi di simili situazioni, verrebbe da dire di sì.
Quanto alle forze di polizia Amnesty ricorda: "Le forze di polizia hanno precisi obblighi di diritto internazionale e interni di protezione dei manifestanti, compreso quello di disperdere eventuali proteste violente con un uso proporzionato e legittimo della forza, mentre le immagini a disposizione mostrano episodi di eccessi nell'uso della forza nei confronti di singoli manifestanti che meriterebbero un'indagine rapida e approfondita. Riteniamo che chiarire le responsabilità sarebbe importante tanto per le persone colpite, quanto per le forze di polizia". Nonostante il governo tecnico, le cose non cambiano, fors'anche peggiorano, perché, come nel Ventennio, seppure per altre circostanze, non c'è la necessità politica del consenso.
Amnesty International, che già il 25 ottobre scorso aveva diffuso un rapporto sull'uso eccessivo della forza in alcuni paesi europei, Grecia e Spagna in primis, durante manifestazioni largamente pacifiche, nell’ambito della sua campagna "Operazione trasparenza: polizia e diritti umani", chiede alle istituzioni italiane di rispettare gli standard internazionali sull'uso della forza e delle armi, prevenire le violazioni dei diritti umani e assicurare indagini rapide e approfondite e procedimenti equi per l'accertamento delle responsabilità quando emergano denunce di violazioni, anche attraverso adeguate modifiche alla legislazione tra cui in primo luogo l’introduzione del reato di tortura.
Insomma, questa repubblica che è uscita dal ventre del Fascismo, è tutto da dimostrare che sia veramente figlia della Resistenza e dei suoi valori.


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