lunedì 12 novembre 2012

E se Pantalone smettesse di pagare?


Riguardo all’intervento del sig. Cerri, “Ma i dipendenti della Provincia sanno di essere fortunati?”, da me riportato in un post precedente e pubblicato il 9 novembre scorso sul Cittadino,  oggi, sul quotidiano di Lodi, compaiono due autorevoli interventi bipartisan. Uno, e centrale nella pagina, è addirittura del presidente della provincia Foroni che, scontato, con la difesa dei suoi dipendenti, difende, con mestiere e retorica, il suo ruolo e la propria gestione dell’ente. Ma prima di dirne, intriga di più citare un paio di passaggi della lettera di Luca Canova, del Partito democratico, lui pure in campo a difesa dei dipendenti, ma soprattutto per giustificare la sua sedia: “orgogliosamente Consigliere della Provincia di Lodi”, aggiunge alla firma.
Scrive, riguardo ai dipendenti, Canova in un passo del suo intervento: “Queste persone sono destinate nella migliore delle ipotesi a riformulare il loro progetto di vita partendo da Cremona. E se le cose dovessero andar male è lecito ritenere che saranno i primi a cadere sotto i colpi delle spending review e dei riequilibri del personale”. Niente di più, se non a condizioni ben differenti, di quanto negli ultimi tempi è accaduto, sta accadendo e accadrà per moltissimi lavoratori italiani ovunque, per i quali non si mandano lettere in difesa al Cittadino o a altri giornali. “Nella migliore delle ipotesi, continua Canova, dovranno accollarsi, in tempi come questi, la spesa di trasferimento giornaliera verso la nuova mega provincia governativa. Con la benzina a 1,85 al litro, fateli voi i conti”. A parte che c’è sempre il treno per andare da Lodi a Cremona, sembra quasi che l’aggravio della benzina pesi solo su quei “disperati” e non sugli altri lavoratori, quelli costretti ad usare il mezzo proprio da una vita per andare a Milano o altrove per mantenere col proprio lavoro la famiglia. No, proprio no; con buona pace del consigliere provinciale, il signor Cerri non può che raccogliere consenso quando scrive “Cosa volete farci, il tempo del lavoro sotto casa è finito”, fatevi una ragione insomma. Una frase che potrebbe sembrare d’un’ironia di dubbio gusto, ma che lascia trasparire l’astio che il cittadino comune ha verso il cliché standard con cui comunemente s’inquadra il dipendente pubblico, spesso facendogli pagare inefficienze e disservizi che sono colpa altrui, delle caste e castine politiche che di quegli enti determinano il funzionamento. E ovviamente Canova, fanciullescamente vien da dire, lancia pure gli inevitabili anatemi contro il popolo infedele: “Per quanto riguarda l’utenza vedremo presto che faranno e a chi si rivolgeranno le circa 1500 aziende agricole del territorio con i loro dipendenti, i circa 6000 pescatori, i 2000 cacciatori e parlo solo di quel poco che ricordo dei settori, nemmeno i più importanti, che sono stati di mia competenza. Molte altre sono le categorie che vedremo presto in corsa, dalle scuole alle associazioni a chi ha bisogno di assistenza. A mio parere, mancheranno presto quei colleghi e quelli sportelli”. Sarà, ma mi sembra che Canova ami da una parte dimenticare che il Lodigiano, prima della propria autonomia ottenuta meno di vent’anni fa, faceva parte della provincia di Milano dalla nascita del Regno d’Italia e insormontabili difficoltà non erano segnalate, e dall’altra che questa è l’era della telematica, tant’è che non si comprende proprio perché una licenza di caccia o pesca, per dire, non possa essere ottenuta per quella via (telematica), magari come per altri documenti, attraverso il proprio comune.
Foroni, leghista, che è arrivato ad essere presidente provinciale dopo un quindicennio diessino, usa l’occasione della lettera del Cerri per dire che, come certificato dal Ministero dell’Interno, “La Provincia di Lodi è tra gli Enti più virtuosi del Paese, seconda Provincia in Italia sul fronte dell’efficienza. Traguardo che non sarebbe stato possibile raggiungere se la realtà del personale dell’Ente fosse quella disegnata come una banale caricatura dal signor Cerri”. Certo, come non ricordare le lamentazioni del presidente sul dissesto trovato dopo essere subentrato alla precedente amministrazione, e dunque, sì, gli va dato atto d’aver rimediato. Però lo stesso Foroni sottolinea come vi fosse da intervenire proprio sul fronte dell’organico, seppure dica che 180 dipendenti non sono poi un esercito: “[I dipendenti] sono 22 in meno rispetto al 2008, con anche la categoria dei dirigenti scesa da 9 a 5 posizioni, di cui una con contratto a termine. Tutto quello che era possibile tagliare è stato tagliato e oggi ai nostri dipendenti noi chiediamo di continuare a fare le stesse cose che si facevano prima, e anche di più, con una forza lavoro ridotta. Ma i risultati ci sono comunque, anche importanti”. E ancora più avanti: “Che ci siano poi anche qui come altrove problemi da risolvere, strutture da mettere a punto, non lo possiamo certo negare, ma si tratta di aspetti che non possono oscurare il lavoro importante e positivo della gran parte della macchina amministrativa provinciale”. E, allora, perché leggere quanto detto dal Cerri come “una banale caricatura”. Le opinioni e le convinzioni non si consolidano dall’oggi al domani, hanno bisogno di tempo e di ripetute esperienze negative: Foroni, è da soli tre anni in Provincia e guarda caso ha subito messo mano proprio alle problematiche indicate dal Cerri.
Ma c’è ancora un periodo della sua lettera che val la pena di chiosare, quello in cui dice: “Cercare di mettere a confronto, e in “competizione”, i dipendenti di questo comparto pubblico con altri lavoratori come fa il Signor Cerri, magari chiamando in causa i pendolari e i dipendenti del settore privato, appare esercizio polemico inutile e inconcludente, soprattutto in un momento di crisi generalizzata come l’attuale. Sapere ogni giorno di aziende che chiudono o ricorrono alla cassa integrazione, di imprese che a fatica riescono ad andare avanti non è sicuramente piacevole; ma non dovrebbe regalare soddisfazione neppure sapere che l’incertezza si estende anche a centinaia di famiglie del pubblico impiego”. Certo, nessuna soddisfazione, ma va detto fuori dai denti, per giustificare i mille, diecimila, centomila Cerri lodigiani, che il primo insulto  è arrivato loro proprio da quei virgolettati riportati nel suo articolo da Greta Boni.. No?

Nella stessa pagina oggi il quotidiano riporta, tanto per restare in tema, una lettera, intitolata “Il governo avrebbe dovuto abolirle tutte”, di Giandomenico Baldi, che riporto, seppure la ritenga un po’ sopra le righe, per la curiosità di chi mi legge, senza altro commento che la sottolineatura che essa rappresenta tutto l’amore che i cittadini lodigiani mostrano per la loro provincia, più volte dimostrato stante anche i risultati, per quel che possano valere, di sondaggi proposti dall’edizione online del Cittadino.

Le affermazioni del presidente della provincia di Lodi, sig. Foroni, sono una vergogna. La minaccia di chiudere il riscaldamento nelle scuole è dimostrazione di assoluta mancanza di responsabilità, di pressapochismo e di difesa dei privilegi di un ente del tutto inutile e costoso.

Mi dispiace per i dipendenti della provincia che spero vengano ricollocati senza disagi ma, devo proprio dire, che sono contento dell’abolizione delle provincie. Il governo Monti avrebbe dovuto abolirle tutte. Do a Foroni qualche suggerimento: taglio di compensi e del numero degli assessori, taglio dei compensi ai consiglieri provinciali, soppressione dei rimborsi ai gruppi consiliari, taglio delle auto di servizio, taglio del riscaldamento e della luce di quella inutile e mangiasoldi della sede della provincia, taglio delle superconsulenze, taglio di iniziative culturali e spettacolo inutili e dispendiose, taglio dei gettoni di presenza alle commissioni, taglio dei cellulari e sim in carico alla provincia, taglio del numero e dei compensi ai dirigenti.

Se poi il sig. Foroni dovesse avere difficoltà a trovare altri sprechi da tagliare, è invitato a pubblicare in modo dettagliato il bilancio della provincia di Lodi, in modo che ogni cittadino possa dare il suo contributo con suggerimenti sul taglio delle spese. Se poi dovesse malauguratamente verificarsi lo spegnimento del riscaldamento nelle scuole, la denuncia nei suoi confronti alla Procura della Repubblica sarà immediata. La mia non è una minaccia, è una certezza. Certe affermazioni da un esponente di quella classe politica che, illegittimamente, si ricopre di decine di milioni di rimborsi elettorali, e che nelle sua fattispecie, la Lega, sono stati utilizzati in modo scriteriato e truffaldino, sono un insulto ad ogni cittadino (vada a farsi restituire un po’ dei nostri dal sig. Bossi e dal trota).

Un ultimo invito al signor Foroni: si dimetta immediatamente.

Giandomenico Baldi

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